tag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post3456000051861753007..comments2024-03-18T08:17:16.490+01:00Comments on Maymoni: Dio, per i nuragici, era scritto in cielo? Due lettere acrofoniche consonantiche speciali del system arcaico sardo. I segni lunati della yod e della hê. Anche gli scribi etruschi, in qualche modo, li adottaronoMaimonibloghttp://www.blogger.com/profile/13239160211579348312noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post-70780746669432263622018-01-10T10:54:35.881+01:002018-01-10T10:54:35.881+01:00Se yh e yhh sono davvero acronimi che di fatto des... Se yh e yhh sono davvero acronimi che di fatto descrivono le fasi salienti del percorso celeste del sole e della luna, risultato dell'acrofonia di lemmi semitici che descrivono il sorgere (y), il procedere lungo l'arco celeste (h) e il tramontare (h) dei due astri, siamo in perfetta sintonia con quella che è la concezione astronomica del popolo nuragico. Il nome del loro dio era scritto in cielo e non mancava momento per venerarlo in modo ossessivo.<br />Detto questo se ne deduce che yh e yhh sono di fatto diretta conseguenza dell'acrofonia dei tre lemmi: sorgere, procedere e curvare, che evidentemente in un'altra lingua avrebbe dato diverso acronimo.<br />Si potrebbe anche dedurre che yh o yhh non definisca il divino in quanto tale (in tal senso lo definisce 'AL = dio), ma sia epiteto divino nel contesto spazio-temporale; ossia l'universo descritto da Einstein, dove spazio e tempo sono inscindibili. Per tanto se 'AL è definizione divina svincolata da qualsiasi contesto, yh e yhh definiscono l'essenza divina in movimento, ossia la vita, per la quale, dal punto di vista umano, è vero l'aforisma: non c'è vita senza tempo e non c'è tempo senza vita.<br />In questo contesto possiamo auspicare, ancora, l'esattezza della definizione ebraica del tetragramma “yhwh”, che lo vuole, secondo una certo pensiero esegetico, quale espressione della presenza dinamica di Dio nella vita dell'uomo: nascita che, durando un attimo, è sin dall'inizio relegata nel passato; vita che è un presente in continuo divenire; e in fine la curva della morte che è sempre e solo nel futuro del singolo individuo. Espressione dinamica dunque, che comprende tutti i possibili significati che gli esegeti hanno dato al tetragramma, intendendolo quale forma del verbo essere (היה). Infatti in Esodo 3,14 “Dio dice a Mosè: «Io sono colui che sono! (אהיה אשר אהיה)» Poi dice «Dirai agli israeliti : Io-sono (אהיה) mi ha mandato a voi». Per tanto Dio stesso dichiara di chiamarsi אהיה (io sono). In ragione di questo gli esegeti traducono yhwh nei seguenti modi: “Io sono quello che sono” (Vulgata), “Io sono colui che è (Settanta), “Io sarò quello che sarò” (Aquila e Teodozione), nonché la testimonianza di Clemente Alessandrino che riporta il significato dato dai sacerdoti del tempio di Gerusalemme: “Colui che è e che sarà”. Infine, sempre in Esodo al versetto 3,15 Dio dice “… Questo è il mio nome per sempre”.<br /> Il popolo nuragico, a quanto pare, quest'ultimo versetto lo prese alla lettera, tanto da leggerlo nel cielo quando, 12 volte l'anno, compare nel crescente e nel calante lunare. Nome scandito, comunque, tutti i santi giorni nel principio di quelle parole: sorgere, procedere, curvare, che accompagnano l'alba, la scalata al mezzogiorno e conseguente discesa fino al tramonto del sole.<br /> In questo contesto è appropriato più che mai il nome dato alla civiltà nuragica; che possiamo chiamare tale non per aver costruito materialmente migliaia di nuraghe, ma perché questi furono costruiti in onore del toro e della sua luce; per non dimenticarlo mai, proprio mai, il nome di quel dio.Maimonibloghttps://www.blogger.com/profile/13239160211579348312noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post-51089239562277216812018-01-05T17:37:50.754+01:002018-01-05T17:37:50.754+01:00Comunque sul 'pantauros', sui Giganti '...Comunque sul 'pantauros', sui Giganti 'tutto toro' figli del toro supremo sto preparando un articolo che spero possa essere, in qualche modo, definitivo circa l'identità dei Giganti di Monte 'e Prama. Se è vero che i faraoni egiziani erano fondamentali per il felice passaggio nell'aldilà, non lo erano meno i piccoli faraoni sardi. Venivano persino esportati per la loro perfetta taurinicità! Leggere per credere. gigi sannahttps://www.blogger.com/profile/13934016255992416983noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post-15048259324461270272018-01-05T17:31:02.631+01:002018-01-05T17:31:02.631+01:00Sì, statue bronzee e statuine costituiscono dei re...Sì, statue bronzee e statuine costituiscono dei rebus entrambe. Guerrieri, pugilatori, arcieri e sacerdoti danno l'apparenza della potenza e della grandiosità ma la vera essenza loro sono il messaggio misterioso divino e non umano che trasmettono. Quando sento dire (Zucca) che i caratteristici occhi a frittella e cioè a 'occhio di bue' (quei dolci sono chiamati così) sono niente altro che una espressione del 'geometrico, cioè di uno stile del tempo, mi cascano le braccia. Quegli occhi sono arte criptica e basta, sforzo sublime di annullare la sostanza a vantaggio dell'essenza, perché per espressività si fondono in una visione totale taurina che deve realizzare la statua. Ognuna di quelle statue, se così posso dire, è di un 'pantauros', di un essere tutto toro, tutto antonomasia, nel quale l'umano si immerge e deliberatamente si confonde. E' l'arte criptica del famosissimo bronzetto di Nule (da te, ricordo, citato) che prosegue e trionfa. L'arte 'mostruosa' di cui non poche volte abbiamo discusso tra di noi e, soprattutto,con quel grandissimo conoscitore e finissimo critico d'arte che è Angelo Ledda. gigi sannahttps://www.blogger.com/profile/13934016255992416983noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post-25035000541781171462018-01-05T11:47:57.912+01:002018-01-05T11:47:57.912+01:00In fondo non è molto diverso dal concetto che c...In fondo non è molto diverso dal concetto che c'è dietro la scrittura geroglifica egizia e anche all'arte egizia stessa, dove bisogna prestare attenzione a tutto, anche all'invisibile che in qualche caso è più reale del visibile. Ti ricordi quella statua di Chefren, dove sulla nuca ci sta il falco? davanti non lo vedi el'egittologo Pernigotti scrive: ..]quasi che il volto umano che i sudditi vedevano riprodotto nella statua fosse solo apparenza rispetto ad una realtà più profonda e più vera (anzi, l' unica vera) costituita dalla natura divina (il falco) che si celava dietro di esso: inconoscibile per mezzo dei sensi degli esseri umani, ma non per questo meno vera e meno presente". (per inciso:questo aspetto per me è la connessione più forte tra le statue di MP e l'Egitto; bisogna necessariamente guardare oltre per capirle; del resto bisogna farlo anche per la scrittura e l'arte nuragica ed etrusca, a quanto pare).<br /> Atropa belladonnahttps://www.blogger.com/profile/05839397911933163771noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post-37916673379327216812018-01-05T11:42:15.629+01:002018-01-05T11:42:15.629+01:00No o forse sì, è solo che questo tuo post mi ha ri...No o forse sì, è solo che questo tuo post mi ha ricordato quell'altro; l'idea del serpente come animale eternamente scrivente credo sia molto antica e legata ai cicli lunari sinusoidali. Se leggi questa parte, a me ricorda tantissimo quello che spesso dici tu sulla scrittura: "Il suo repertorio (del serpente) di movimento e le tracce lasciate nella sabbia forniscono un impressionante paradigma alla scrittura, suggerendo anche una leggibilità. Infatti, i serpenti non sono noti solo per le loro tracce, ma anche per la loro apparizione inaspettata, che culmina nella preoccupazione umana con la dicotomia fondamentale tra il visibile e il presente invisibile, e l'inconfondibilmente presente e latente o del tutto assente. Pertanto, i serpenti costringono le persone a prestare attenzione anche ai più piccoli segni se qualcosa debba essere più di quello che inizialmente appare a prima vista[..] Atropa belladonnahttps://www.blogger.com/profile/05839397911933163771noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post-91662089520366273432018-01-05T10:49:04.088+01:002018-01-05T10:49:04.088+01:00L'ho ricordato come l'ho aperto. Per quant...L'ho ricordato come l'ho aperto. Per quanto riguarda la 'scrittura' del sacro nel neolitico e il segno del serpente penso all'eneolitico sardo di Monte Baranta e alla pittografia in terra legata a quella celeste (il serpente che gira nel solstizio d'estate). Il serpente di Monte ' Prama sembra essere, tracciato nello spazio in modo meno monumentale,quello di Monte Baranta dove per altro si trova il toro formando così la coppia 'eterna' presente nel nuragico 'scritto' quasi sino alla fine dei suoi giorni. Ma perché mi fai questa specifica domanda? Per la continuità 'neolitico -nuragico sardo? gigi sannahttps://www.blogger.com/profile/13934016255992416983noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post-35336072249744975682018-01-05T10:07:31.312+01:002018-01-05T10:07:31.312+01:00GG questo post the lo ricordi? http://monteprama.b...GG questo post the lo ricordi? http://monteprama.blogspot.it/2014/11/the-snake-as-natural-and-eternal.html Atropa belladonnahttps://www.blogger.com/profile/05839397911933163771noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post-46624190499460160352018-01-04T18:01:00.225+01:002018-01-04T18:01:00.225+01:00Sì, o così sembra. Formalmente può darle solo la l...Sì, o così sembra. Formalmente può darle solo la luna. Il sole nella scrittura nuragica sembra condividere con la luna solo il pittogramma 'cerchio' o 'disco', ovvero l'occhio ciclico luminoso (NR). L'acrofonia invece è possibile con entrambi. L'intero ciclo si ha con uno yh (o yhh) solare e uno yh (o yhh) lunare. Quindi con uno yhh doppio. Credo che a questo punto, se la scoperta è veramente una scoperta e non un abbaglio, dobbiamo riflettere sul nome della divinità che non è un 'nome' quanto il risultato fonetico di una 'essenza'(numerica) profonda del mondo che non solo riguarda il movimento gli astri ma lo stesso ciclo della vita dell'uomo. Se così posso dire, abbiamo antropologia e astrologia fuse assieme. Penso allo stesso yhh (nascere/procedere/tramontare) terreno taurino del figlio del dio, piccolo faraone, in Monte Prama, alla sua ciclicità da 'tre eterno' simbolizzata nel serpente, quello che realizzano le tombe tutte assieme. Che danno un insieme di 'tre divini' ciclici immortali. Così la ciclicità -eternità che c'è in cielo è realizzata e assicurata in qualche modo anche in terra. Il serpente sta su come sta giù. E naturalmente mi viene da pensare al simbolo serpente mitologico egiziano padre dell'umanità e al simbolo serpente (determinativo) che caratterizza il 'padre', ogni padre, in terra (una volta il rompicapo degli egittologi: 'il padre questo serpente').<br /> gigi sannahttps://www.blogger.com/profile/13934016255992416983noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post-14044666501758444372018-01-04T12:28:22.211+01:002018-01-04T12:28:22.211+01:00Quindi lo "scrittore" del cielo diventa ...Quindi lo "scrittore" del cielo diventa principalmente la luna per le lettere sacre YH. Atropa belladonnahttps://www.blogger.com/profile/05839397911933163771noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2497983367352958332.post-14903513855643675902018-01-03T09:43:29.792+01:002018-01-03T09:43:29.792+01:00Questa cosa che dici, che gli "antichi" ...Questa cosa che dici, che gli "antichi" sapevano leggere il cielo, mi ha fatto venire in mente su contu del porcaro che va a confessarsi per le Quarantore. Il prete, che ha fretta, gli chiede di confessargli solamente i peccati capitali. <br />"Non so nulla di questi peccati capitali" risponde il porcaro. <br />"Come, non sai neppure quanti sono?" si meraviglia il confessore. <br />"Perché, fusteti lo sa quanti sono gli ossicini del piede del porchetto?" protesta il confessato.<br />"Certo che no!" s'indigna il prete.<br />"Lo vede? A ciascuno il suo mestiere!" conclude il porcaro.<br />Ecco, quel prete fa il parallelo con noi uomini moderni, che sappiamo tante cose sul Sole e sulla Luna, sulle Galassie e sui Buchi neri, misuriamo tutto, prevediamo tutto ma ... non sappiamo leggere il cielo e il firmamento, né di giorno, né di notte. Quasi non ci accorgiamo che ancora oggi gli scienziati usano la lettura del cielo e del firmamento che ne fecero gli "Antichi", salvo a considerarli, nel senso comune, degli analfabeti: così Sa bia de sa palla (la via della paglia, cioè la Via Lattea), Su troni o gurdoni (il grappolo, cioè le Pleiadi), Andromeda, Orione, il Cane, ... su steddu de primu notti, su steddu de obresciri, ... sono i nomi antichi segnati sui trattati moderni.<br />Altro che analfabeti! Sapevano leggere anche in cielo,oltre che sulla terra, i segni della divinità.<br />Oggi, per credere, abbiamo bisogno di andare a Medjugorje, di vedere i segni del mirabolante e del mistero, mentre non vediamo quelli di ogni giorno, visibili da qualunque angolo della terra, che più mirabolanti non si può.<br />Io parlo per me: se avessi coraggio, mi preparerei una vasca fredda con sciolti i sali acidi dell'umiltà.<br />Un buon bagno mi riporterebbe in pareggio. francuhttps://www.blogger.com/profile/02161977752253438976noreply@blogger.com