La rubrica di Maymoni

Informazioni e invio articoli

giovedì 30 aprile 2015

di Franco Tabacco



13 commenti:

  1. Che razza di caffè! No, no, caro Franco per quanto tu ci abbia fatto sorridere, un altro pisolino ce lo concediamo: aspettiamo il canonico bacio del Principe Azzurro; intanto dormiamo su sette materassi di piuma-gli allori sono troppo duri per principesse par nostro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Veramente, nella favola, di duro c'era solo il pisello. Qui si cerca di compiere una mistificazione delle fantasie altrui.

      Elimina
    2. Praticamente un plagio di una non idea! Vabbè dai, era appena prima del caffè quotidiano....
      Franco Tabacco mi perdonerà spero.

      Io non mi sento di spronare la nuova redazione, bisogna dar tempo al tempo. E poi la voglia di scrivere è come un demonio: ti invade e tu non puoi farci niente, devi scrivere; non ti invade o te lo esorcizzano, ed é durissima prendere in mano la penna. Oppure resta lì a mezz'aria e ti sembra di non riuscire a scrivere nulla di abbastanza buono.
      Forza ragazzi!

      Elimina
    3. Adesso basta con quell'avatar da scema! torno in me :)

      Elimina
    4. Se quello è un sorriso, manca il naso! ):-)

      Elimina
  2. Forse la vignetta non si è compresa in pieno. Quelli che devono essere svegliati sono quelli della nuova amministrazione seduti su poltrone altrui o 'allori' altrui. Si reclama, credo, più vivacità e originalità. Ma bisogna dare tempo al tempo! E' una nuova amministrazione che 'sembra' addormentata. Sembra. Forse è solo un po' timida e cauta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione tu, Caro Gigi. Se gli amministratori fossero cani, non si guarderebbero in cagnesco, ma si odorerebbero fra loro, in attesa di conoscersi meglio.
      Questo sta succedendo.

      Elimina
  3. Se posso permettermi, aggiungerei una considerazione forse irriverente.
    Le vignette di questo disegnatore, che ogni volta impariamo ad apprezzare di più, assomigliano ai molti documenti ormai della scrittura nuragica. Bisogna entrare (immergervisi) a capirne il significato nascosto senza fermarsi alla prima impressione.
    Nella vignetta, sulla tela delle sedie da regista i due nomi confondono l’osservatore frettoloso. Essendo i sedenti che se la dormono i nuovi arrivati e non le principesse. Ma ci ero cascato anch’io e sarebbe interessante scoprire il perché (penso, molto timidamente, sia dovuto al Potere del linguaggio e delle scritte, su tela, su pietra o murali; bisognerebbe chiederlo ai writers o ad esperti di comunicazione).
    Ora, supponiamo, continuando ad osservare la vignetta di cambiare la scritta PINTORE con SARDEGNA e la scritta LOSE con ITALIA. A dormire sarebbero altri ( molti, troppi o quasi tutti tranne erkitu) come ci ha ben chiaramente illustrato il “lavoro” sul sito intrigante di Minorca by Francesco Masia che mi ha sollevato nuove curiosità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedi Ergian45, ci sei cascato pure tu, la scrittura nuragica bisogna proprio interpretarla e se non conosci i termini di questa scrittura, essa ti spiazza e ti fa percorrere strade sbagliate; che tu sai esser sbagliate, ma avendo sotto gli occhi la prova epigrafica pensi che quella sia la verità. Guarda meglio la vignetta e ti accorgerai che il nome non è LOSE ma è LOSI, e quei puntini che sembrano formare la E, non sono altro che la trama tessile della sedia pieghevole. Ecco che diventa importante conoscere la radice dei lemmi e la loro storia. Non farti tentare da ombre o puntini che ingannevoli scrivono ciò che non c’è.
      Ecco, ora dopo questa disamina del lemma, posso dirti con certezza quasi assoluta, che il nome di Aba è Losi e non Lose.
      ):-)

      Elimina
    2. Hai ragione, doppio errore. Eppure io il caffè l'avevo preso da un pezzo...

      Elimina
  4. Franco Tabacco è un po’ cattivello con noi redattori che, a tempo di record abbiamo creato e imparato a gestire un blog.
    In corsa e senza allenamento abbiamo preso il testimone di una staffetta velocissima, che all’ultimo momento si è infortunata. Eravamo lì assistendo al dramma del frazionista, ci siamo guardati attorno, non vedevamo alcun atleta pronto a scattare.
    Dagli spalti sentiamo echeggiare un grido: “VAI! VAI! VAI! In fretta e furia ci siamo tolti gli scarponi da trekking, a piedi nudi ci siamo messi a correre col testimone nella mano destra e le scarpe da corsa sulla sinistra, raccattate chi sa come (speriamo siano del numero giusto). Corriamo e nel frattempo stiamo cercando di infilarci le scarpe per correre più veloci; è una pazzia fare questa cosa, ma ci riusciremo, abbiate solo pazienza.
    Ci siamo impegnati a correre, rendendoci conto che questa non è una staffetta 4x100, né 4x400, questa è una staffetta che ci auguriamo sia 3xSuper Maratona dei nuraghe*.
    * A cavallo degli anni 1980/ 90, non ricordo esattamente l’anno, si svolse la "Super Maratona dei nuraghe" con partenza da Cagliari ed arrivo a Sassari, passando per Villacidro, Terralba, Oristano, Cuglieri, Bosa, Alghero. Io vi partecipai in veste di giudice di gara di atletica leggera. Una bellissima esperienza.
    Comunque un grazie a Franco Tabacco per il gavettone di incoraggiamento!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quindi (e tra "i nuraghe") giudice di gara, giudice, componidori, nel sangue.
      In questo Primo Maggio, quando apriamo il blog e troviamo "solo" commenti come questo e non ancora nuovi post, vorrei dire che nessuno tra quanti hanno festeggiato questa iniziativa, raccogliere il testimone di Atropa, dovrebbe mostrare delusione (scritta o disegnata) per una frequenza di articoli non quotidiana, non all'altezza dei blog precedenti. Qui non si vuole farci compagnia (per quanto anche questo sia piacevole e confortante), non sarebbe bene annacquare i contenuti o diventare pressapochisti per pubblicare quotidianamente, non voglio affatto che quanti si sono assunti il compito di correre qui insieme a Sandro si sentano questo assillo. Atropa e Romina sono state capaci di mantenere (con uno standard elevato) una produttività che non deve essere certo il nostro primo obbiettivo. Loro stesse, quando e se glie ne tornerà la voglia sufficiente, potranno aiutare qui come tutti gli altri, e allora ovviamente la musica riprenderebbe quel battito, ma intanto ci interessa che la musica mantenga il suo spazio, che possa ancora battere, con qualunque battito (fosse pure settimanale). Possiamo star sicuri che c'è chi studia, cerca, fotografa e già scrive; se ancora non li stiamo leggendo è perché le cose, per salire su questo palco, hanno il bisogno di farsi.
      Non giudichiamoci, noi per primi, al chilo.

      Elimina
  5. Le vignette di Franco Tabacco sono sempre molto belle,è vero per questa ci sono tante interpretazioni,che il signor Tabacco ci potrebbe chiarire magari con un'altra vignetta,visto che lui parla solo in questo modo.

    RispondiElimina