La rubrica di Maymoni

Informazioni e invio articoli

martedì 21 luglio 2015

Articolo in cerca di titolo

   Oggi vi proponiamo una fotografia di un artefatto alquanto inusuale per forma. Si trova nel Sinnis di Cabras e non è sfuggito al fiuto del nostro segugio.
 Stefano come al solito è sempre attento a cogliere i segni del bello e del diverso e tra questi ultimi ci sono manufatti inesplicabili per forma e funzione, che sono invisibili ad occhi che non guardano.
foto di Stefano Sanna


   Il club RCS ha avanzato una ipotesi, ma lasciamo ai nostri lettori la voglia di sbrigliare la fantasia e le loro conoscenze, si sa mai che salti fuori la precisa funzione di questa sorta di vasca.


   Buon bagno di luglio a tutti!
MODIFICA IN CORSA
   Un nostro lettore ha chiesto via mail le dimensioni del manufatto, non avendo al momento la possibilità di misurarlo posso solo paragonarlo "grossomodo" al blocco di calcestruzzo indicato nel riquadro, che ha le dimensioni standard di 20x20x40 cm. Io ne ricavo una stima ad occhio di falco di dimensioni attorno 1.50 m.
   Quando il sole sarà più clemente (forse questa sera stessa "chi su tzughittu no mindi pappada"), andrò a misurarla, sempre se riesco a contattare l'autore della foto, che dovrebbe accompagnarmici.
FaroVVi sapere!
foto di Stefano Sanna manomessa dal redattore del blog
(naturalmete il termine è da intendere nella accezione di "metter mano" per esplicare!)



AGGIORNAMENTO
   Sinnis 22 luglio, 40° di temperatura, il mare invita l’uomo savio ad immergervisi per un tonificante e rinfrescante abbraccio ristoratore, ma io no, io non sono savio e sotto i cocenti raggi della lanterna divina faccio un demenziale tuffo nelle campagne, in mezzo alle spine... su tzughittu a segai a fittas in su Sinnis custu merì, su pappingiu a is cambas pigada a ammacchiadura de sa gana ‘e mi scraffi , ndi seu bessiu tottu sudau a bubbusonis e is piscionis insanguentaus, ma bincidori! Ecco le misure.

   Per i diversamente Sardi è stata predisposta la versione in lingua neolatina.

   «I moscerini si tagliavano a fette nel Sinis questa sera, il prurito alle gambe faceva impazzire dalla voglia di gratarmi, ne sono uscito tutto sudato pieno di ponfi e i polpacci insanguinati, ma vincitore! Allou is mesuras.»



La pianta della vasca è nuda e cruda, non era il caso di affollarla di misure, ho inserito però un metro di paragone.

2° AGGIORNAMENTO
La vasca presenta un foro di scarico, come già evidenziato nella ricostruzione grafica.




La vasca è ubicato in una antica cava e questo giustificherebbe la forma del suo perimetro esterno, ma non certamente di quello interno.

Questa è la seconda vasca, anch'essa provvista di foro di scarico.


16 commenti:

  1. Sarà, ma io ci vedo una specie di maschera (sembra proprio la maschera di un sub!) del dio domestico Bes in negativo..Ma la foto potrebbe ingannare e bisognerebbe capire se il triangolo ( che risulta rotto) è la solita bocca storta (sfalsata) del grottesco dio tutelare. Bisognerebbe tentare e fare un calco per vedere il risultato in positivo.

    RispondiElimina
  2. Non sarà certo la prima volta, ma situazioni come questa mi sembrano ancora stimolanti e salutari. Non è la prima volta, intendo, che ci si trova a commentare un reperto senza poter muovere dalle interpretazioni degli studiosi accreditati, cui altrimenti possiamo crederci bravi (a volte in un impreciso insieme lo siamo) a fare le pulci. In genere, però, si tratta di reperti in cui da interpretare c’è della scrittura (reperti sui quali gli accreditati si guardano dal pronunciarsi, se non per mettere in dubbio l’attendibilità del reperto tout court o in particolare quella dei segni di scrittura). Poi ci sono i reperti strani, come ad esempio quelli nel tritatutto di Bruncu Suergiu. E tra i reperti strani credo debba annoverarsi anche questo, in cerca di un titolo.
    Stimolante e salutare mi sembra l’occasione che abbiamo di lanciarci e rischiare cavolate senza appoggi. Questo, ritengo, potrebbe farci comprendere più di altri approcci la difficoltà degli studiosi accreditati a pronunciarsi mettendo in gioco, loro, la reputazione guadagnata (o non dissipata, dall’iniziale bonus assicuratosi con i titoli). Noi, insomma, possiamo parlare come al bar dell’archeologia, un po’ come sempre; ma farlo senza una tesi cui appoggiarci, anche solo per contrastarla, ci può far avvertire ancor più il peso specifico del nostro bagaglio; e, se siamo generosi (il giusto, a mio parere), ci può far avvertire anche la responsabilità di chi debba invece esprimersi con ben altro impegno.
    Cosa sono capace, al bar dell’archeologia, di dire io su queste foto (esponendomi “nature”, almeno idealmente, alla critica anzitutto di quanti abitualmente da noi avventori vengono giudicati)? In fondo spero appena di rimanere nel solco del buon senso, non aspiro a chissà quali colpi d’ala: mi colpisce, nella seconda foto, quella che non saprei che altro possa essere se non una stele con arco centinato di una “tomba di giganti”; e allora penso alla piccola apertura alla sua base, che era verosimilmente (si legge) chiusa da un masso.
    Può essere la nostra strana pietra una originale “anta” che chiudeva l’apertura sotto la stele centrale della “tomba”? Non so quanto una tale funzione potesse risultare pratica, ma allora la lavorazione della pietra avrebbe il suo perché nel pendant con la stele centinata. Di fatto la pietra in sé mi farebbe pensare, però, più ad un altare per sacrifici atto a raccogliere il sangue degli animali offerti (eventualmente con un foro nel punto più declive per raccoglierlo in un sottostante recipiente).
    Quella forma avrebbe un significato? È forse particolarmente adatta ad ospitare un certo animale sacrificale? Derivava da una pietra con quella certa forma che per qualche motivo è piaciuta a chi l’ha lavorata (forse anche perché permetteva a più persone di trovarvi intorno il loro posto preciso?)? Ha parti del “bordo” più larghe per consentire agli operatori un utile “piano lavoro” su cui, tra l’altro, poggiare quanto doveva servire al rito? Non so proprio, temo mi sarebbe necessaria qualche altra archeobirra per fare a meno di qualche punto di domanda.
    Quanto a maschere del Dio Bes e a triangoli rotti la mia vista (su queste foto) non ci arriva. Non escludo certo l’utilità di un calco per vedere se ne esca qualcosa di significativo, ma penso anche che per procedere a qualcosa di attendibile occorra una pulitura che nessun appassionato potrà sognarsi di operare in proprio.

    RispondiElimina
  3. Dimenticavo un riferimento a quella che sembra una chiusura in cemento con finestrella chiusa a catena; chiusura di cos’altro (per quanto l’apertura parrebbe così piccola) se non di un pozzo?

    RispondiElimina
  4. Non mi addentro ad interpretazioni ma posso dire che vedere queste foto sono veramente belle e,tutte le volte che vedo foto della Sardegna provo grande emozione.Potrei sapere il significato delle parole"tzuchittu no mindi pappada".Grazie.Ma che meraviglia è la nostra lingua!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nel campidano di Oristano, per tzughittu, diminutivo di tzuga, s'intende un moscerino molto fastidioso che a nuvole, aggredisce chiunque osi inoltrarsi al calar della sera in campagna. Il nome sicuramente deriva da tzugu, ossia "collo" in quanto il primo luogo assalito da queste bestioline è proprio quello e proprio lì interviene la mano dell'uomo con una bella tzugada, ossia una bella manata sul collo. La frase si traduce: ...forse questa sera stessa "se i moscerini non mi mangiano vivo".

      Elimina
    2. Signor Sandro la ringrazio della traduzione molto chiara.

      Elimina
  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  6. COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
    L'articolo è work in progress per tanto suscettibile di aggiornamenti di carattere scribale e/o iconografico.

    RispondiElimina
  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  8. L’aggiornamento del post non è completo e me ne scuso, ma non potevo aspettare oltre, devo ancora inserire alcune fotografie, ma prima devo togliere tutti i moscerini altrimenti non si vede nulla.

    RispondiElimina
  9. Ero di fretta, ma pensavo si sarebbe capito: scopriamo che la “vasca” (? questo il titolo guadagnato?) ha un foro, come precisi nel disegno; quindi intendevo richiamare quanto avevo scritto sopra, “la pietra in sé mi farebbe pensare ad un altare per sacrifici atto a raccogliere il sangue degli animali offerti (eventualmente con un foro nel punto più declive per raccoglierlo in un sottostante recipiente)”.
    Non avrei, tra l’altro, buttato via (siamo, s’è detto, al bar dell’archeologia, smanicati) quanto già avevamo potuto leggere, una certa somiglianza della sagoma con quella di un fegato (e con cos’altro?). Comunque un design sorprendente a fronte di quanto ci impegniamo a capire dei manufatti sardi antichi.
    E il resto lì intorno? Vogliamo sbilanciarci in un crono-programma che ci dica quando potremo saperne di più?

    RispondiElimina
  10. Finalmente son riuscito a togliere tutti i moscerini dalle fotografie.
    Corrado mi manda una mail dove scrive "A me sembra di vedere la testa di un toro con le corna nell'escrescenza. no??"

    Vedo con piacere che l'aria di mare fa cambiare i punti di vista, tanto che per una volta, anche il Prof. Sanna (o Shannah?) vede nella vasca una maschera da sub. Da quel punto di vista privilegiato che è Torre dei corsari, i giganti di Monte Prama potrebbero essere dei palombari? Scherzando e ridendo, però una qualche funzione logica quelle vasche dovevano pur averla o forse ci stiamo scervellando a capire una forma dettata solo dal caso o dall'estro di uno scalpellino annoiato? A ben vedere anche quest’ultima soluzione è dettata dalla poca voglia di scervellarsi a capire in questi giorni di caldo afoso.
    Felice e ristorante bagno a tutti.

    Il sottoscritto però sta lavorando per voi, anche se spalmato su un telo da mare nella magnifica spiaggia di San Giovanni, dove all’ombra dei geroglifici, sta studiando e connettendo, connettendo e scrivendo per dare un piccolo contributo al sapere umano e rendere voi i primi edotti.
    Siete curiosi vero?
    Vi posso anticipare che a settembre parleremo di caducei.
    Cosa sono i caducei? Beh andate a leggerlo in una qualsiasi enciclopedia, vi renderà edotti… più o meno… più meno che più! In somma… boh?!

    RispondiElimina
  11. Ciao Sandro, nella calma di questi giorni saperti al lavoro per noi è già abbastanza. Potevi però dirlo subito che quello che non sapevo come interpretare se non come una stele centinata, nel mio primo commento in questa discussione, è invece solo un altro "piatto doccia" (termine quasi più appropriato di "vasca", finché almeno non se ne capisse qualcosa di più); perché della stessa pietra staremo parlando. In quella foto d'insieme (quella postata per proporre il confronto con la misura nota del blocchetto da costruzione) mi era sembrato che questa "cosa" (pietra, vasca, piatto doccia) si continuasse con una ipotetica "base" più o meno lunga (più o meno integra).
    Magari avrò (avremo) indotto qualcuno a crederlo, per più ore del necessario.
    Certo è che nulla ha tremato per questo (e che in questi giorni gli argomenti caldi, là dove si parla, sono decisamente altri, tra benne e Voyager).

    RispondiElimina