La rubrica di Maymoni

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martedì 4 ottobre 2016

Seduti in fila, ma perchè?

#Monte Prama-Maimoni
#Giants of Monte Prama-MontePramaBlog

di Atropa Belladonna

Quando ho visto per la prima volta il registro superiore della "Pietra di Palermo"  (ca. 2390–2280 a.C., V dinastia di re egizi), ho pensato ai defunti di Monte Prama. Sulla famosa stele sono scritti nel primo registro  i nomi dei re predinastici e sotto i nomi i determinativi per "re" (figura umana seduta con la corona del Basso Egitto e flagello, ger. A46). Sembrano tutti "inscatolati", in fila uno dopo l'altro e con le ginocchia sollevate verso il petto. Con un modo spartano di scrivere il loro nome, senza fronzoli e magniloquenti proclami  (fig. 1, da (1)); dal secondo registro in giù tutto cambia, i re delle prime 5 dinastie vengono celebrati per le loro imprese, anno dopo anno (fig. 2, da (1)). Siamo entrati nell'epoca dei re terreni; re se non proprio umani, certamente meno divini e mitici dei re predinastici, quelli che 2000 anni dopo la pietra di Palermo, il greco Manetho definiva "i morti semidei" o "gli spiriti dei morti" (νέκυες ὁι ἡμίθεοι) (2, 3). Il determinativo per "re" rimarrà lo stesso nei millenni: la figura seduta con vari tipi di corona e con o senza flagello (ger. A41-A46).
  
Figura 1: grafica di ciò che resta del registro superiore della pietra di Palermo (il davanti), con i mitici re predinastici. Si noti l'essenzialità con cui sono riprodotti i nomi, sotto i quali si trovano i segni determinativi regali (figura umana seduta con corona del Basso Egitto) (1).


Figura 2: grafica della parte anteriore della pietra di Palermo (1). Al di sotto dei re predinastici del primo registro, vi sono gli annali delle prime 4 dinastie: ogni riquadro è contrassegnato dal segno ricurvo per "anno" e si raccontano le gesta di ogni singolo re. 
I re delle prime dinastie non ci pensarono due volte a salire sulle spalle dei giganti, e quando Manetho scrive Aegyptiaca nel III secolo a.C., l'eco della mitizzazione è ancora presente nelle fonti egizie di cui si serve. Seppure Manetho usi un lessico tipicamente greco (fig. 3), ripreso in latino in certe versioni (3)
Fig. 3 (dal rif. 3)

Nel lessico egizio i re predinastici vennero anche definiti gli "Akh, seguaci di Horus" (Akh šmsw Ḥr), dove Akh è uno stato trascendente, la forma "bianca" e splendente dell'esistenza (3). Dopo aver regnato sulla terra, gli dei e i semidei passavano dall'esistenza temporale a quella eterna, un destino che i re egizi terreni vollero condividere fino al punto di arrivare a definirsi, con il Nuovo Regno, letteralmente figli di Dio  e divini essi stessi (è celebre la descrizione della nascita di Hatshepsut, figlia di Amun).  La memoria dei re predinastici, i "semidei morti", giustificava l'esistenza stessa e lo speciale status dei re successivi: riuscì a farlo per 2500 anni. 

La sequenza riportata in fig. 3- vita paradisiaca > deterioramento morale e materiale > venuta di eroi di stirpe divina-è ripresa in modo molto simile nella Bibbia (Genesi 6,1-8), con la descrizione dei Nephilim, i giganti figli dei figli di Dio e di donne terrestri: "C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi." 

*****
La figura umana seduta costituisce la base sia per il determinativo e ideogramma "re" (ger. A41-A46) sia per il determinativo e ideogramma più frequentemente utilizzato per "dio", il quale ultimo spesso e volentieri ha anche testa d'animale (4) (ger. C1-C8; C9-C10) (fig.4). 
Fig. 4: i determinativi più usati per "re" e per dio sono le figure antropomorfe sedute (qui due esempi)

Per come la pensavano i re egizi su se stessi non c'è da stupirsi, ma la nostra prossima domanda è ovvia: cosa significa -per un dio o per un uomo - stare seduti, accovacciati in quel modo, una posizione che in inglese si definisce "squatting"? ci sono tanti altri modi di stare seduti, anche molto più dignitosi di quello. Se capissimo cosa significava in Egitto, potremmo avere una idea su quello che significava inumare i defunti come a Monte Prama, seduti in verticale e con le ginocchia contro il petto? Una posizione di sepoltura che rimane per l'epoca rara e su cui nessuno osa pronunciarsi; sgombriamo subito il campo dicendo che quel tipo di sepoltura in Egitto non è documentato, quindi il legame -se esiste- non è certo il rito di inumazione, però forse è il "messaggio" che la postura vuole comunicare. Poichè in Egitto tutto è scritto e certi messaggi devono raggiungere anche chi non sa "leggere" in senso stretto ( da cui l'uso diffuso della scrittura con oggetti e monumentale, l'uso smodato di determinativi, allusioni, linguaggio simbolico ecc.), gli egittologi si sono fatti la stessa domanda che ci stiamo facendo noi, partendo da una formula del captiolo 104 del Libro de Morti per riuscire a "sedersi tra i grandi dei" (sitting among the great gods); analizzando il più integro tra i papiri del Libro dei Morti (una serie di procedure e istruzioni atte a far continuare l'esistenza dopo la morte nel mondo degli dei), quello di Nu (4). E si scopre, con sorpresa, che gli egittologi hanno solo ipotesi sul perchè proprio quel determinativo sia il più frequente nel denotare sia la regalità che la divinità: [..] what can these determinatives tell us about how the Egyptians understood their gods, and how they understood the category of divinity in general? While we cannot yet answer these questions, this study is one attempt to begin exploring their potentially far-reaching implications for many aspects of ancient Egyptian religion, art, and writing.[..]Orly Goldwasser has studied how the ancient Egyptians used determinatives to categorize and classify perceived phenomena as part of a structured framework for their system of world knowledge. In the case of divine determinatives, she suggests that perhaps the seated god may have been chosen as the generic divine indicator because it could ‘…provide a ‘gestalt’ general enough to stand for the whole category’ of deities (Goldwasser 1995, 87)." (4). 
Quindi in pratica non si sa: venne fissata questa forma all'inizio della civiltà egizia con la sua scrittura, e così rimase per oltre 2000 anni. 

I Giudici
Il Libro dei Morti, in gran parte derivato come immagini, simbolismo e fomule magiche, dai più antichi Testi delle Piramidi, fu in uso tra il 1550 a.C. circa (con l'inizio del Nuovo Regno a Tebe) fino al 50 a.C.. E' una composizione che dà istruzioni al defunto su come oltrepassare il "campo minato", tutte le prove che lo condurranno alla meta: la continuazione della sua esistenza dopo la morte terrena, nel regno degli dei (4). Uno dei più noti è il papiro di Ani, che illustra la morte di Hunefer e le prove che deve superare. In particolare nel capitolo 125 il defunto fa una confessione negativa (non ho fatto questo o quello) davanti a 42 giudici; a volte i giudici sono rappresentati tutti (fig. 5) a volte se ne vede solo una autorevole rappresentanza (fig. 6). E sono seduti, nella posizione di cui sopra, tutti in fila.  Non ci si può sbagliare sulla loro identità, perchè i nomi sono scritti così come i loro ruoli. 
Fig. 5. Dal capitolo 125 del "Libro dei Morti", papiro Ani: si vedono i 42 dei giudici. Da: http://www.touregypt.net/featurestories/egyptevil.htm?fb_comment_id=10150209923647669_28951796#f9a657ea7c0bf8





Fig. 6. In alto scena dal cap. 25 del libro dei Morti nel papiro Ani:  The papyrus of Hunefer. Above Hunefer kneeling before a table of offerings in adoration, in presence of fourteen gods, seated in order of judges. Below the Judgement, or weighing of the conscience; the jakal-headed Anubis examines the pointer of the balance, wherein the heart (conscience) of the deceased is being weighed against the feather of Maat, symbolical of law or of right and truth; on the left a jakal-headed deity is leading the deceased by the left hand. On the right are the monster Ammut, the Devourer, and the Ibis-headed God Thoth, the scibe of the Gods, who notes down the result of the trial. On the right Hunefer is ushered by Horus into the presence of the God Osiris enthroned within a shrine. Behind him are Isis and Nephtys. In front a lotus flower on which stand the four children of Horus, or gods of the cardinal points. New Kingdom (19th Dynasty). Immagine da questo sito. In basso, un particolare della scena dove Hunefer alza le mani davanti ad una tavola per offerte, di fronte a 14 dei in posa di giudici. Immagine da questo sito. I nomi divini sono (da sin.): Ra , Atem, Shu, Tefnut, Geb, Nut, Horus, Isis, Nephthys, Nutrimento, Conoscenza, Percorso del Sud, Percorso del Nord, Percorso dell'Ovest.  

Allora, per quanto possa sembrare audace e azzardato, a me è venuto da pensare ai Šrdn, parola che Gigi Sanna legge come "i signori giudici" sulla scorta dei documenti sardi di Bronzo Finale-Primo Ferro, alcuni trovati vicinissimi a Monte Prama (5). Quelli forse sepolti a Monte Prama, in fila e seduti, accovacciati come i "morti semidei" della pietra di Palermo, come i giudici divini del Libro dei Morti e come i figli divini che erano, sono morti in terra ma sempre vivi con e nel loro padre divino. E forse quella posizione è un piccolo indizio che ci rimanda all'epopea egizia degli Šrdn, finita all'inizio del IX sec. a.C., così come lì forse ci rimandano il sigillo della tomba 25 e il suo inumato (6). 

(1) Hsu, Shih-Wei The Palermo Stone: the Earliest Royal Inscription from Ancient Egypt, Altoriental. Forsch., Akademie Verlag, 37 (2010) 1, 68–89
(2) Edwards, I.E.S. (1971) ‘THE EARLY DYNASTIC PERIOD IN EGYPT’, in Edwards, I.E.S., Gadd, C.J., and Hammond, N.G.L. (eds.) The Cambridge Ancient History:. Cambridge: Cambridge University Press, pp. 1–70.
(3) Zabkar, L. V. (1968). A Study of the Ba Concept in Ancient Egyptian Texts (Studies in Ancient Oriental Civilization 34)
(4) Aronin, Rachel. Sitting among the Great Gods’: Denoting Divinity in the Papyrus of Nu, In:  Millions of Jubilees: Studies in Honor of David P. Silverman (Supplément aux Annales du Service des Antiquités de l'Égypte, Cahier no. 39), vol. 1, ed. Zahi Hawass and Jennifer Houser Wegner. Cairo: Supreme Council of Antiquities, 2010, 49-60."
(5) Gigi Sanna, Sardōa Grammata. 'ag 'ab sa'ab Yhwh il dio unico del popolo nuragico, S'Alvure Oristano 2004;
(6) A. Belladonna, a. Ma quali servi d'Egitto!, monteprama.blogspot.it, 24 APRILE 2014; b. Monte Prama e il pluridecorato della tomba 25: 1049-756 a.C., http://maimoniblog.blogspot.it, 12 giugno 2016

10 commenti:

  1. Bellissimo post! Penso che tu abbia ragione perché sembra abbastanza verosimile che la postura sia quella di 'giudici'. Ma data la non leggera differenza potrebbe essere che il loro essere accovacciati come animali e non come uomini sia dovuta al fatto che sono 'tori', soprattutto tori. 'ag e non solo 'ab shrdn. Nei sigilli di Tzricotu il toro è il simbolo più messo in evidenza e tutta la tavoletta è manifestamente taurina a cominciare dal supporto. Lo stesso antropomorfo centrale, il 'gigante' figlio di Giganti, ha 'tre' simboli taurini come la testa ( il segno ugaritico taurino del 'tre'), il fallo in basso ed il fallo in alto, sopra la testa. Mi sembra inconcepibile una sepoltura di un 'gigante' senza espressa simbologia taurina. Chi ideò quella postura da 'giudice' re (dietro influsso egiziano) ideò anche la postura animalesca taurina del toro ovvero l'accovacciamentoé Io penso di sì, ma dietro la scorta della scrittura metagrafica. L'ho scritto e lo ripeto. I tori 'morti' (riposanti) e l'inginocchiarsi degli animali hanno voci che, secondo me, danno una acrofonia inequivocabile: 'abd e brk che dà 'ab. I bronzetti, come sai, danno più volte tori e arieti accovacciati (basta scorrere il testo di Lilliu) e anche lì lo scopo è quello di scrivere metagraficamente 'ab per acrofonia: 'alph + brk oppure 'ayl + brk. Toro accovacciato e montone accovacciato. Insomma la tua intuizione mi sembra giusta circa i giudici ma direi che Monte Prama presenta 'giudici seduti' un po' particolari perché con il 'macrosegno' allusivo del 'toro morto che riposa'. La necropoli di Monte Prama stando a questa vostra scoperta presenta proprio una serie di 'shrdn' seduti ma tutti 'giudici' tori. Immortali, grazie alla forza del padre loro.

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  2. E' inutile dire che se, come sembra, siamo sul vero o sul verosimile, la voce shrdn ottenuta (come quella di toro) per via metagrafica, come tutte le altre voci offerte per scrittura 'lineare' (stele di Nora, amuleto di Pranu Antas, coccio di Orani, ecc.), ci dice che i nuragici erano i shrdn delle fonti egiziane e che essi furono per secoli e secoli in stretto contatto politico, militare, religioso e culturale in genere con gli Egiziani. Ma per affermare ciò basterebbero, come sostieni tu, solo gli scarabei! Non lo si vuole proprio capire! Ma la ...barca va!

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  3. Quanto alla tomba n° 25 e al suo inumato la simbologia taurina è ancora più marcata. Lo stesso scarabeo (ma vedremo anche il resto, quando possibile) come segno di immortalità solare è anche 'toro'. Lo scarabeo come 'toro' spinge il sole perché proceda nella sua corsa e con la sua luminosità. Lo scarabeo della tomba n. 25 è lo stesso magistralmente realizzato per la scrittura metagrafica nella scogliera di Sa Rocca Tunda. Altro che falso dei miei stivali!

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  4. Ti siamo grati, almeno io dovrei esserti grato per quanto ci regali con le tue ricerche. Solo che non posso esserlo sino in fondo, perché altrimenti dovrei regalarti qualche mese della mia vita che mi hai fatto risparmiare per poter acquisire simili inesplorate conoscenze.
    Da finto magnanimo, ti regalo il Sole e la Luna, il vento e la complicità della notte, oltre all'augurio che tu possa sopravvivermi di vent'anni in salute e allegria.

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  5. Grazie Francu (soprattutto del Sole e della Luna)!
    @Gigi, hai ragione le differenze sono altrettanto importanti delle analogie, non si possono capire le une senza le altre e mettendo vicino i dati forse si capiscono meglio entrambi egizi e nuragici.
    Non ho dubbi che le statue di MP siano animalesche, taurine e che forse questo sia anche uno dei motivi per cui la testa dei defunti si appoggia sul petto (ma con riserva, mancano le analisi tafonomiche); e la cosa buffa è che tutti i faraoni sono definiti esplicitamente tori, ma non vengono mai mostrati così (hanno solo la coda; a parte un paio, di cui uno molto importante era il padre di Akhenaten).
    Le statue dei faraoni sono "mostruose" in altro modo: eternamente giovani e eternamente si ripetono con lo stesso schema. Però come quelle di Monte Prama sembrano dire: "Guardate, guardate! E non solo me, ma oltre me per vedere oltre". Con Akhenaten poi il mostruoso esplode-lui ruppe tutti gli schemi, ma ancora più degli altri le sue rappresentazioni dicevano "Guardate, guardate!". In un modo le statue di MP sono "sfacciate", quelle dei faraoni pure, quelle di Akhenaten ....sfacciatissime. Ma tutto per attirare l'attenzione su Dio, sono esse stesse un tempio.

    A questo proposito, si ricorderà forse che Ramesse V (1149-1145 a.C., XX dinastia) dona un terreno per "Il dio degli Sherden" http://monteprama.blogspot.it/2013/09/il-dio-degli-sherden-in-egitto.html, indicando testualmente che gli Sherden avevano un Dio loro e che il culto veniva rispettato dal faraone. Non sono testi da poco questi.

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  6. Sì un Dio davvero loro, uno yhwh (lo Jacu poi nazionale) anche se, come vedremo ancora e ancora, di cultura strettamente cananaica e poi paleoebraica. Ciò che si dice del Dio sardo fa parte della letteratura (certamente letteratura ancora fluida) che offre il VT. Se ho letto bene vedremo nel prossimo documento nuragico un'espressione stupefacente circa l'eternità del Dio. E' tanto incredibile che dal punto di vista scientifico diventa impubblicabile o quasi. Sì un Dio davvero sardo, come aveva visto il Pettazzoni, un dio nazionale, ma...di cultura ed origine affatto sarde. Almeno da quello che sappiamo sulle origini antichissime della 'religio' di yhwh.

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  7. Ci sono anche i Nasamoni di Erodoto da considerare; erano una etnia libica che seppellivano i defunti seduti accovacciati, nel momento del trapasso chi assisteva stava bene attento che il morente rimanesse in quella posizione e non giacesse sulla schiena. Inoltre praticavano il sonno presso i grandi defunti, non a scopo terapeutico ma divinatorio. Pettazzoni li richiama a proposito del dormire presso gli eroi degli antichi sardi. Ma ovviamente non poteva conoscere l'altro punto di affinità, quello della seduta.

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  8. La postura orientale del 'riposo', simbolicamente della continuità della vita, e non quella supina della morte. Penso che nella posizione del 'seduto' c'entri anche la nota espressione omerica per dare l'idea della morte che viene indicata con 'gli si sciolsero le ginocchia'. Chi è 'seduto' nella tomba riposa e, prima o poi, si rialzerà di nuovo. Le ginocchia non sono ancora sciolte, inerti tanto da giacere rigidamente supino. Se così fosse si tratterebbe di una reazione simbolica al modo di consueto di alcuni popoli di seppellire i defunti. Ho notato che la stragrande maggioranza dei asrcofaghi etruschi non mostrano l'effigie del corpo dei defunti supini ma 'seduti', con il 'pulvinar' che simbolicamente li sostiene dato l'aiuto di Tin e di Uni. Anche la posizione da seduti dei coperchi etruschi deve far riflettere. Tanto più che i sarcofaghi sono in fondo 'urne cinerarie' e i corpi non ci sono. Con nessuna postura simbolica. Il messaggio di sopravvivenza e di rinascita è dato solo dall'immagine realizzata nel coperchio e non dal defunto stesso. Le urne cinerarie (quelle dette più propriamente 'urne') mostrano la stessa precisa simbologia. Il 'cenere' non dice, né può dire: parla solo l'urna con la sua simbologia.

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  9. Quindi dagli egiziani agli etruschi, passando per la Sardegna. Secoli e secoli, forse millenni, di ininterrotta simbologia del 'seduto' per esorcizzare la morte e dare l'idea della rinascita e della continuità della vita.

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  10. Bellissimo post Atropa! Ragionandoci su, mi ponevo questa domanda riferendomi all'ultimo commento di Gigi Sanna. È abbastanza diffusa l'idea che la deposizione supina, rannicchiata sia di fatto una posizione fetale, cioè una nuova promessa di parto da parte della 'madre terra' che dapprima accoglie (morte) e poi riporterà a nuova luce (rinascita) il defunto, secondo un andamento appunto ciclico. Nella continuità della vita e della rinascita del defunto stavolta inscatolato e seduto, cosa allora dovrebbe cambiare sotto il profilo simbolico?
    Una risposta potrebbe essere che il defunto resta ora comunque adulto, non può regredire alla dimensione del feto, e il rapporto spaziale (come la deposizione stessa del resto) non è più nemmeno orizzontale ma é verticale, nei termini di ascesa al cielo?

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