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lunedì 24 aprile 2017

Sono stata a Goseck

di Atropa Belladonna

Sono andata a Goseck (Sachsesn-Anhalt, Germania) perchè l'ho sempre desiderato, da quando ne conosco l'esistenza, e perchè mi è capitata a Pasqua 2017 una congiuntura favorevole.
Il sito è ben noto: viene chiamato popolarmente "osservatorio solare" anche se il nome, come vedremo, è restrittivo. Certo è che quasi 7000 anni fa, ponendosi al centro del cerchio di 71 metri di diametro al solstizio d'inverno, si veniva illuminati dallla luce del sole che entrava da una delle "porte" lasciate aperte nella palizzata: all'alba da sud-est e al tramonto da sud-ovest. E' di certo il fenomeno astronomico predominante e più chiaramente evidente, anche se non il solo (fig.1). 
Se si pensa che, nella stessa regione- a poco più di 30 km di distanza- venne trovato nel 1999 il famoso disco di Nebra, che mostra diversi fenomeni celesti (tra cui anche i solstizi), questo lascia ben sorpresi: il disco di Nebra è più giovane di 3000 anni rispetto al cerchio di Goseck


Fig.1: al centro del cerchio di Goseck è stata posta questa grafica, per spiegare i fenomeni osservabili: Wintersonnenwende= solstizio d'inverno; Sommersonnenwende= solstizio d'estate; Frühlingsfest = festa di primavera (beltane nel calendario celtico, inizi di maggio); Sonnenuntergang = tramonto; Sonnenaufgang = alba. Foto dell'autrice, 17.04.2017
La visita al sito inizia dal Centro informazioni, allestito dentro il castello medievale di Goseck - prima dell'apertura del sito, l'unica attrazione turistica del piccolo paese. Lì si apprendono informazioni su come andarono le ricerche: dopo il 1990 fu possibile sorvolare la ex Germania est e altri stati (Repubblica Ceca, Slovacchia ecc.) per scopi archeologici. Dalle foto aeree risultò chiaro che a Goseck doveva esserci una costruzione circolare. Oggi di costruzioni simili se ne conoscono oltre 200 (fig. 2)- di cui 20 almeno nel Sachsen-Anhalt.

Fig. 2: Diffusione dei siti archeologici con impianti circolari, simili a Goseck. Stichbandkeramik, Ceramica decorata a punzone (ca. 4900- 4500 a.C.). Da: (1)


Si decise, agli inizi del XXI secolo, di iniziare a scavare a Goseck, anche perchè il sito, soggetto a coltivazioni intensive, era davvero in pericolo. I tempi moderni richiedevano che prima degli scavi si facessero delle prospezioni geofisiche: particolarmente utile fu il fatto che i microorganismi contenuti nel legno e nell' humus (luoghi dove l'attività umana era intensa), lasciano dietro di sé un segnale magnetico (1). Il risultato delle prospezioni magnetiche combinate con le foto aeree fu soprendente (fig. 3): non c'era un semplice cerchio, bensì qualcosa di ben più articolato, incluse strane aperture che sembravano porte. Le prime campagne di scavo, nel 2002 e 2003, portarono alla luce il sito: un fossato circolare racchiudeva due cerchi concentrici dove, indubitabilmente (dai resti racchiusi nelle fosse) erano in origine conficcati dei pali di legno. vennero alla luce resti ceramici e ossei contemporanei alla costruzione delle palizzate, precedenti e anche successivi. Il lavoro degli archeologi fu febbrile, intensivo, ricco di risultati anche sul fronte datazioni radiocarboniche. Dentro il cerchio si entrava da nord (fig. 4) e subito si potevano notare due ulteriori aperture, sia nelle due palizzate che nella delimitazione esterna del fossato. Fu un astrofisico dell'Università di Bochum a riconoscere che queste aperture erano esattamente orientate all'alba e la tramonto del solstizio d'inverno, a quella latitudine e alla fine del VI millennio a.C.. Goseck venne costruito agli inizi del V millennio, vale a dire millenni prima di Stonehenge e delle piramidi. Fortunatamente per i posteri con materiale organico, e non con pietroni impossibili da datare; in più i ritrovamenti ceramici confermano tipo di cultura e periodo dei costruttori (StBK = Stichbandkeramik, Ceramica decorata a punzone, ca. 4900- 4500 a.C.). 


Fig. 3. Goseck, Circondario del Burgenland (Sachsen-Anhalt, Germania); proiezioni che mostrano sovrapposte le foto aeree (dal 1991) e il risultato delle le prospezioni geofisiche (dal 1995) Da: (1). 



Fig.4 Goseck, Circondario del Burgenland (Sachsen-Anhalt, Germania); grafica dei ritrovamenti delle campagne di scavo 2002-2004. StBK = Stichbandkeramik, Ceramica decorata a punzone (ca. 4900- 4500 a.C.); Graben = fossato; Palisadengraben: incavi delle palizzate; Gruben: fosse; Befunde anderer Epochen: ritrovamenti di altre epoche; Reste von Rinderschädeln: resti di crani bovini; Hinweise auf Feuer: indizi di fuochi; Reste von Debäude: resti di edifici. Da: (1).

Ulteriori aperture-solo nelle palizzate, non nella delimitazione esterna- segnano il solstizio estivo e, con ogni probabilità, la festa di primavera di fine aprile, quella che oggi alcuni entusiasti festeggiano come la celtica Beltane (fig. 4). Un'altra, breve interruzione nella palizzata più esterna (quella prossima al fossato) fu inserita per "rispetto" di una sepoltura precedente (fig.5), una sepoltura definita "anomala", per le ossa solo parzialmente in connessione; la sepoltura, appena sopra alla porta solstiziale sud-est (fig. 4) risultò così inglobata nel cerchio, seppure in zona periferica. Un'altra sepoltura particolare è quella di un bambino di 1 o 2 anni, questa invece vicino al muro di una Langhaus (casa lunga), sepoltura più vecchia rispetto al cerchio di circa 500-700 anni (fig. 4, teschio sulla estrema destra. 
Fig.5: la sepoltura, precedente alla costruzione del cerchio, in prossimità della quale la palizzata più esterna si interrompeva.  
I ritrovamenti ceramici rimandano per lo più alla stessa epoca della costruzione del cerchio, ma non è certo tutto qui: le campagne del 2006 hanno evidenziato resti di costruzioni, fuori e dentro il cerchio. In particolare quella dentro sembra essere una costruzione successiva, forse della Gaterslebener Kultur (4300–3900 a.C.) (1). 

La palizzata del cerchio di Goseck venne ricostruita (con la nota che non se ne conosce l'altezza originale) e il sito venne aperto al pubblico al solstizio d'inverno del 2005 (fig. 6). 

Fig. 6. Il cerchio di Goseck visto da nord-ovest, come si presenta oggi, dopo la
ricostruzione del fossato e della palizzata; immagine da questo sito 
Appena si entra nel cerchio l'impressione è quella di un'arena; non ci si rende ovviamente conto delle implicazioni astronomiche, essendo giorno pieno e nuvoloso in data 17.04.2017. Le dimensioni del cerchio interno (71 metri in diametro, internamente) non aiutano certo a fare mente locale. La visita al centro informazioni prima di entrarvi, caldamente consigliata, è davvero d'obbligo. 
Romina appena ha visto le foto ha detto-con uno dei suoi soliti colpi di genio- "doveva essere un luogo dove si svolgevano riti con tori". Allora le ho mostrato la figura 4 di questo post: questi riti ci dovevano essere eccome, visti i ritrovamenti di frammenti di crani bovini, concentrati attorno alle "porte". Che cosa fossero e come si svolgessero è altra questione. Vi sono anche sicuramente tracce di fuochi, molto intensi, e deposizioni di lame vicino ad essi. socuramente potevano osservarsi da quel cerchio eventi astronomici, il solstizio d'inverno i primis, ma si faceva di certo anche altro. Gli archeologi e gli antropologi lo ritengono un luogo sacro multifunzionale, dove l'osservazione dei solstizi si accompagnava a feste e riti, che segnavano l'anno agrario e rurale; secondo le ultime interpretazioni le porte sono vere e proprie "porte" di comunicazione tra sacro e profano, tra sfera del cielo e sfera della terra, tra aldilà e aldiqua: non dimentichiamo che ci sono sepolture (1). Si veda questo post per i dettagli. 

Quando ero a Goseck e giravo nel cerchio e tra le due palizzate, ho immaginato di vederci un ballo tondo, in questa fantastica "piazza delle feste", un ballo che si snodasse dentro il cerchio ma anche tra le due palizzate. La rassegna stampa al Centro informazioni mostra tutte le feste che si svolgono a Goseck ai solstizi, per le quali l'amministrazione concede speciali permessi. Che bello sarebbe. 

Qui sotto qualche foto fatta da me, dalla parte più esterna con il fossato, fino a dentro il cerchio.

Fig. 7: il cerchio più esterno: il fossato


Fig. 8 Il cerchio intermedio: la strscia tra le due palizzate


Fig. 9. Il cerchio interno principale, visto da una delle aperture solstiziali. 
Si veda anche: Il linguaggio dei cerchi neolitici: Goseck, 7000 anni fa, monteprama.blogspot.it,  9 MAGGIO 2014

(1) F. Bertemes, A. Northe, Die Kreisgrabenanlage von Goseck, In: Goseck-neue Forschungen zum Ringheiligtum un zum Benediktinerkloster, Archäologie in Saches-Anhalt, 5/11, 2011, pp. 13-36 

13 commenti:

  1. Mi hai commosso e divertito tanto con la tua insuperabile ironia divulgativa (ma quanti lo avranno compreso?). Sto pensando tanto, dopo la lettura, alla grandezza della fantaarcheologia e fantaarcheoastronomia nostrane. Straccione, senza mezzi ma imbattibile per fiuto. Lì però, in Germania (patria del rigore scientifico e della filologia) la fantaarcheologia è scienza seria (e anche 'grana': quanto hai pagato per entrare?). Incredibile nel neolitico: Tori, sole, porte d'ingresso astronomiche (guarda guarda!), cerchi doppi, ecc. ecc. Perché non cogli l'occasione e ne parli a Olmedo? Per la conferenza -discussione su Monte Baranta? Così tutti capiranno una buoba volta cosa vogliono dire (anche) nell'eneolitico i monumenti con simbologie astronomiche e non militaresche. Se il circolo ligneo si fosse scoperto da noi in Sardegna m'immagino le pronte ipotesi su possibili assalti e difese. E cosa sarebbe stata una nostra Goseck? Immaginatelo un po'. Portiamo i corsisti ad Olmedo per far capire anche che la presunta scienza, senza capacità intuitive, è inconsistenza o danno.

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    1. Ho provato a immaginarlo, non so rispondermi. Certo quando leggo che le prospezioni geofisiche a Monte Prama sono poco utili e quando invece leggo sui pannelli a Goseck quanto importanti sono state, qualche dubbio mi assale- e non solo sull'intuito. Sai che non ho mai pensato al fatto (in realtà logico) che i batteri morti di humus e legno lasciano un segnale magnetico? che cosa bella-bisognerebbe viaggiare e leggere di più.
      In ogni caso l'invito rimane: mandate una delegazione a Goseck per il solstizio d'inverno, una cinquantina di persone che inscenino un ballo tondo e che sappiano anche raccontare cosa accade, nello stesso giono, allo Zuras, al Santa Barbara ecc. Che bello sarebbe.
      40 km a nord di Goseck si visita il museo di Halle, dove c'è il disco di Nebra: si deve proprio all'intuito dell'attuale direttore se il disco è lì ed è stato recuperato, analizzato, intepretato. Prima è passato sotto il naso di due direttori di museo: uno di un museo di Berlino e quello precedente di Halle; lo ritennero un falso.
      Purtroppo a Olmedo non posso venire, ho un congresso in quei giorni. E vabbè, almeno sono riuscita a scrivere questo post.

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  2. P.S.: ma come fa la mia socia a capire queste cose al volo sempre a proposito di intuito?

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  3. Semplice: perché è una tua 'collega' non una tua socia!

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  4. Romi è una delle più belle teste che al momento si occupa di archeologia, a livello di appassionati.
    Certo che Goseck ci dice una cosa ben precisa: che già da 7000 anni la vecchia Europa "celebrava" il solstizio d'inverno; che la "celebrazione" era associata a riti che includevano i bovini; che era associata allo "spettacolo" della luce solare in quel momento; che era associata-in modo ancora non chiaro-al culto o almeno al rispetto dei defunti; e infine che in quel cerchio magico e/o appena fuori qualcuno poteva perfino abitarci: quei punti neri che vedi dentro il cerchio sono tracce abitative, c'era dentro perfino una casa o altro edificio; che la celebrazione del solstizio era associata a una costruzione circolare, un concetto accentuato dalla concentricità (il fossato, le due palizzate): un qualcosa che torna su se stesso, ma anche la prima cosa che ci viene in mente guardando il sole.
    Tanti di questi ingredienti non si ritrovano forse anche nel nuragico? secondo me sì.
    Ti ricordi l'incipit -stupendo-del libro di Caterina Bittichesu? [(le tombe dei giganti)Sono i santuari più antichi della Sardegna nuragica[..].

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  5. Il quadro della civiltà'europea' è indubbiamente più complesso di quello che si poteva immaginare alcuni decenni fa. Ma anche quello della civiltà mediterranea vallo a definire!
    Caterina? Dottrina e intuito assieme. Rara avis. Ha avuto la fortuna di incontrare Contu da giovanissima. E di prenderne la sostanza: il coraggio ma anche il grande credito continuo al dubbio.

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  6. Chi sa quale ulteriore suggestione a vederlo appena imbiancato di neve!

    Riflettevo, nel recepire quanto hai scritto, che i Tedeschi capiscono poco di archeologia, ancor meno di valorizzazione dei giacimenti culturali. Per forza! Dovrebbero imparare dalla soprindendenza della Sardegna e dall'Assessorato regionale sardo alla cultura. Ma questi tedeschi, quando vengono in Sardegna, vanno ad arrostirsi sulle spiagge!
    Hanno iniziato a scavare nell'Anno Domini 2002, che è palindromo; hanno aperto il sito alle visite del pubblico nel 2005: vergogna!
    In tre anni cosa vuoi che siano riusciti a capire?
    Pensa che qui in Sardegna, solo per fare un parallelo, a Menti Prama, in ben 40 anni e passa, dal 1974 a oggi non ci hanno capito ancora una minchia, per dirla franca franca con Cammilleri.

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    1. Tu quoque L'Età del Dubbio ieri sera?

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    2. No, ho visto la partita della Roma.
      I dubbi mi assalgono di mattina: che cavolo faccio oggi?
      Questa è l'età ingrata del pensionato. Va a finire che faccio quello che mi va, senza rammarico.
      Un poco come Andrea Calogero Camilleri di Porto Empedocle, che io mi ostino a chiamarlo Cammilleri, come altri si scrivono ad Agrigento.

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    3. Anche io penso tutto è chiaro,ma gli interessi offuscano la vista e le menti....Se I terreni non fossero stati stati della chiesa il percorso sarebbe stato lo stesso?Balla ca nò......

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  7. No Franco! E' dopo due anni che hanno capito tutto. Gli altri 38 per 'resistere, resistere, resistere'!

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  8. Resistono alle datazioni scientifiche, resistono alla logica del tempo, resistono anche al ridicolo. Chi sa che non siano diventati anche idrorepellenti, a croxu grussu come i bovini?
    A forza di tenere fisso lo sguardo ab oriente lux, dimenticano che il retro è perennemente sposto a Occidente. E l'Occidente ha gioco facile e si piglia la rivincita. Per dirla con Cammilleri, ... lasciamo perdere!

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