La rubrica di Maymoni

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venerdì 1 dicembre 2017

IMMINENTE USCITA DEL SAGGIO DI FRANCESCO MASIA

6 commenti:

  1. Caro Francesco. Sono stato in libreria stamane. Non è ancora arrivato. Vedremo domani. Nel frattempo l'ho annunciato nella mia pagina di facebook. Ti auguro buona fortuna in questa e nelle future tue pubblicazioni. Stante il clima di negazione che i 'giacobini' ( quei quattro soliti gatti della mitopoiesi al rovescio) vogliono mantenere comunque caldo (il motto loro è resistere, resistere, resistere!)non mancherà di certo l'occasione per ritornarci. Come 'storico' ormai della vicenda ti prego di sintonizzarti, tra qualche giorno, al fine di conoscere il mio regalino di Natale. Il solito. Peccato che tu abbia pubblicato prima di questo post. Vedrai quanto erano bravi i nostri scribi nuragici con la scrittura. E a quel regalino seguirà un regalone (un autentico capolavoro di scrittura) per il nuovo anno. E poi tanti altri regali ancora: sardi ed etruschi, etruschi e sardi, sardi ed etruschi. Sino alla noia. Tutti documenti di 'scavo' bada bene!

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  2. Grazia Sandro e grazie Gigi.
    Voi l’avete visto nel suo sviluppo, per gli altri varrà aggiungere questo: il libro vuole essere, nel testo principale, un breve saggio divulgativo, che approfondisce però a sufficienza con le corpose note e rimanda inoltre a tutto quanto si sia studiato fino ad Ottobre attraverso una nutrita biblio- e sitografia, corredata dei link attivi disponibili sul sito della casa editrice (e attivi nella versione ebook).
    Si tratta del distillato degli studi apparsi sui blog GFP, Monte Prama e Maymoni, dove si mettono in risalto i dati oggi più proponibili al confronto con i poco informati, i dubbiosi, gli scettici e, se mai servisse, i negazionisti.
    Siamo d’accordo con l’editore, da contratto, che tutti i miei diritti, raddoppiati dall’editore (che in sostanza rinuncia a una percentuale sul ricavo quale a un esordiente non verrebbe mai riconosciuta), saranno a disposizione per contribuire al finanziamento di indagini archeometriche sui reperti in discussione. Per questo due giorni fa ho consegnato la prima copia che ho avuto al Soprintendente di Gennaro, avanzandogli subito questa richiesta con la disponibilità a formalizzarla nei modi necessari. Sarebbe bello se questo si rivelasse possibile; comunque è già dichiarato (sempre da contratto) che se questo contributo non verrà accolto dalle autorità competenti andrà devoluto nel campo dell’assistenza a minori con disabilità (che poi, senza avervi alcun conflitto di interesse, è più il mio campo). Tali impegni non si leggono sulla scheda editoriale qui riportata, ma sono dichiarati nella IV di copertina del libro.
    Questa iniziativa riguardo ai diritti d’autore mi piace per diversi motivi: anzitutto dovrebbe sollevarmi almeno dall’accusa più becera (che non mancherebbe) di puntare a guadagnare qualcosa “sulla credulità/emotività popolare”; ma soprattutto mi fa sperare si capisca e prenda piede che la misura della diffusione di questo saggio rifletterà nettamente la pressione, positiva, che si vuole esercitare sulle nostre soprintendenze e sulla nostra Accademia. Qualcosa insomma per cui si sa che non si ingrassa nessuno, mentre si partecipa a una campagna civile con un significato ben preciso: ampliare la conoscenza e la consapevolezza chiedendo al contempo risposte che fondino sugli esami attuabili.
    Quindi, ancor più di quanto avvenga normalmente, questo piccolo libro che da ieri ha iniziato a essere distribuito non è più mio, o di Gigi e Aba (gli autori più citati), ma di tutti quelli che ci volessero tenere. Non sono certo un autore di libri che appena data alle stampe un’opera può impegnasi nella promozione con tutte le possibili presentazioni: semplicemente non posso. Con questo non voglio sottrarmi alla mia parte, ma mi piacerebbe che ognuno che (letto il libro) ne condivida gli intenti facesse la sua, anche impegnandosi a presentarlo dove io o altri non potremmo arrivare o comunque non fossimo ancora arrivati. Non voglio usurpare formule come fortza paris, a manu tenta, né voglio complicare le letture richiamandomi a un’unda manna; semplicemente mi auguro che qualcosa di semplice e spontaneo, di disinteressato e insieme impegnato, possa (miracolosamente?) dare segno di sé.
    Questo è l’intento, non credo mi pentirò, comunque, per averci provato.
    (E mi scuso per la latenza qui: ho postato ieri sulle pagine di Gigi e di Monte Prama Novas perché dal nuovo smartphone ho ancora problemi a pubblicare commenti sul blog –tutto liscio su facebook–, dunque devo trovare libero il PC di casa …)

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  3. Ho letto il libro. Credo che non sortirà l'effetto da te (e da Fiorenzo Caterini) tanto desiderato (e non da oggi). Purtroppo. Proprio per i motivi di resistenza che hai denunciato qui e là. In fondo un certo atteggiamento di negazione è comprensibile. A nessuno piace essere smentito così clamorosamente e dolorosamente. Se ci pensi si è azzeccato poco o pochissimo della storia arcaica (nuragica) dei Sardi tanto che bisognerà scriverla di nuovo. Con molta pazienza e con tanta, tanta, tanta meno supponenza. Sull'efficacia dell'impostazione del saggio non avevo dubbi, anche se hai dovuto ridurre di molto l'esame della documentazione e forse 'aprire', per un generoso confronto, a gentucola che non se lo merita e per capacità di studio e, soprattutto, per condotta morale. Bella la postfazione di Caterini. E' un intellettuale che non fa lega con 'il giacobinismo' degli illuminati (così li chiamava Gianfranco Pintore) e sa distillare succo essenziale dagli avvenimenti. Ti ha contestato ' il non terremoto in sè' e con ragione (lo 'stravolgimento di anni di acquisizioni stratificate e rielaborate in forme egemoniche'). Quanto all'introduzione dell'archeologa Caterina Bittichesu, può sembrare un ripetitivo del tema che tratti. No, è un suo generoso trarre profitto dall'occasione per riconfermare per iscritto il suo appoggio incondizionato alle mie ricerche e alle mie scoperte. E non da ieri. E di questo la ringrazio. E' stata lei per prima a sdoganare la questione scrittura nuragica e a far conoscere con la mostra di Macomer e con le tante conferenze quanto fosse presente la documentazione scritta arcaica dei Sardi (quella che in piccola parte hai messo in appendice al tuo libretto). Insieme alla dott. Maria Rita Piras e alla prof. Aba losi. Francesco Cesare Casula è un altro generoso che ha voluto, direi con un bel dribling (alla sua età!), invitare 'non solo' gli intellettuali a riproporre la storia sarda dell'antichità, anche e soprattutto alla luce delle nuove acquisizioni.
    Comunque, avremo modo, spero di aggiungere qualcosa sul tema da te trattato e sulle tue considerazioni. Soprattutto alla luce di una stupefacente nuova documentazione che farà montare ancor di più (la comprensibile e incomprensibile assieme) rabbia di alcuni che fanno i 'giapponesi' di qualche isola del pacifico con la guerra finita da un pezzo.

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  4. Complimenti vivissimi per il tuo libro Francesco. Mi incuriosisce molto e vorrei acquistarlo come e-book ma non riesco a trovarlo. Mi dai qualche dritta.
    Un doveroso saluto anche a Gigi, Sandro e agli autori del bellissimo blog.
    cristiano

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    1. Grazie Cristiano, anche per il tuo input sono riuscito appena adesso a inviare all’editore ulteriori correzioni relative all’attivazione dei link agli articoli (spero tutti), per cui mi auguro di non ricevere altre richieste di verifica e che l’ebook possa essere rilasciato a breve.

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