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giovedì 21 dicembre 2017

Rame dal Sinai e dal Negev: dopo Funtana Coberta anche il nuraghe Arrubiu

di Atropa Belladonna

"Dentro la torre centrale, nella nicchia a gomito di sinistra, facendo dei lavori di consolidamento abbiamo rinvenuto tre lingotti di rame". Niente di troppo strano, se non la posizione in una nicchia della torre centrale. E se si eccettua il fatto che i lingotti non sono fatti con rame della Sardegna o cipriota, ma con rame proveniente "dalle miniere del Monte Sinai e dalle miniere del deserto del Negev" Mauro Perra, TGVideolina del 19.12.2017)

Fig.1 Uno dei lingotti di rame, non molto puro e con un'alta percentuale di ferro, rinvenuti in una nicchia della torre centrale nel nuraghe Arrubiu di Orroli. 

Quali siano esattamente le miniere non è chiaro, occorrerà leggersi il libro appena uscito. Nel libro si menziona una datazione probabile per l'inserimento dei lingotti negli interstizi della nicchia: tra la seconda metà del XIV e il XII sec. a.C..

La scoperta della provenienza da Egitto e Vicino Oriente del rame (vd. figura 2 per le miniere della zona) fa seguito a una analoga novità, che abbiamo pubblicato su queste pagine: il rame da un  ripostiglio di Funtana Coberta di Ballao (CA), in uno strato indisturbato di fine XIII-inizi XII secolo a.C (1,2). Il rame proviene dalle zone attorno al Mar Rosso, nello specifico dalle miniere del Sinai meridionale (correlazione particolarmente evidente), da quelle del deserto egiziano, Arabia Saudita e ed Etiopia. Oggetti di rame dallo Yemen, risalenti al periodo tra il XIV e IX sec. a.C., hanno la stessa "firma" isotopica di parte del rame di Funtana Coberta.


Fig.2: dal rif. 3
Siamo ancora nell'epoca d'oro per i nuragici, e questi commerci e scambi in cui ormai è più che certo che i nuragici avessero parte attiva, e in epoca di molto pre-fenicia, collocano in modo definitivo una delle più impressionanti e criptiche civiltà dell'Età del Bronzo nel mezzo del mondo Mediterraneo contemporaneo. Assieme a Cananei, Egizi, Ciprioti, Minoici. Le 53 "cose" nuragiche di Kommòs a Creta le abbiamo viste (4). In questi giorni, per una coincidenza stiamo perfino discutendo dei lingotti oxhide del relitto di Uluburun (fine XIV secolo a.C.), e delle somiglianze rivelate con quelli trovati in Sardegna, sia nella microstruttura che in quei segni lineari incisi sui lati-non presenti nei lingotti ciprioti (5).

(1)Ruiz, Ignacio Montero. "A strange lead isotopic signature: the Funtana Coberta-Ballao hoard (Sardinia)." 41esimo "International Symposium on Archaeometry (ISA)", 15 – 21 Maggio  2016, Kalamata (Grecia)
(2) A. Belladonna, Dal Mar Rosso alla Sardegna nel XIII sec. a.C., 5.6.2016, http://maimoniblog.blogspot.i
(3)Abdel-Motelib, A., Bode, M., Hartmann, R., Hartung, U., Hauptmann, A. & Pfeiffer, K., 2012, Archaeometallurgical expeditions to the Sinai Peninsula and the Eastern Desert of Egypt (2006, 2008). Metalla 19.1/2, 3-59.
(4) A. Belladonna, Kommos (Creta) e le sue 53 "cose" nuragiche del XIV-XIII sec. a.C., 13.8.2017, http://maimoniblog.blogspot.it  
(5) Hauptmann, Andreas, Ralf Laschimke, and Maria Burger. "On the making of copper oxhide ingots: evidence from metallography and casting experiments." Archaeological and Anthropological Sciences 8.4 (2016): 751-761.)

8 commenti:

  1. Già. Lo scrivevamo 20 anni fa una volta scoperti i documenti di Tzricotu. I modani altomedioevali per cinture da parata! E dire che ancora oggi gli irriducibili 'vecchioni' continuano su quella orrenda sciocchezza di Paolo Benito Serra. Ma lui cosa poteva capire allora di protosinaitico e di protocananaico? Cosa poteva capire di quelle 'mem' antichissime, dei 'vaw',delle 'nun' a serpente o dei segni a trattino orizzontale? Tanto che sbagliò di quasi 4000 anni sull'interpretazione dei sigilli dei piccoli faraoni o giganti shrdn. Forse l'errore cronologico più colossale fatto da uno studioso. Credo che costituisca un record in assoluto!

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    1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    2. Riproponiamo il commento della Signora Pintore,cancellato dall'amministratore perché squinternato.
      «Caro Gigi ed Aba,l'augurio che faccio ,in questo Natale,ai così detti esperti,di pensare prima di scrivere e parlare di argomenti a loro sconosciuti,eviterebbero brutte figure,ma per loro è impossibile,purtroppo.»

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    3. Il termine squinternato, non si riferisce naturalmente al commento, ma al fatto che all'interno di esso c'era una esorbitante spaziatura. Con questa precisazione spero di aver dissolto eventuali dubbi e fraintendimenti.

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    4. Signor Angei,ho una tale stima per lei,che non ho avuto il minimo dubbio.In questa occasione bos doe s'auguriu che su Nadale siata de salude e serenidade pro tottus sos amigos de su blog e pros'umanidade.

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  2. Buongiorno,
    Sì rende sempre più necessaria una azione pubblica e forte, per divulgare le nuove teorie. Gli archeologi (istituzionali) fanno passi da gifante, ultimamente...Una serie di eventi di divulgazione, potrebbero essere ideali per iniziare....buon lavoro e complimenti a tutti.

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    1. Grazie Giorgio; passi da gigante in che senso? Per me quello che invece è necessario, da parte dell'archeologia della Sardegna, sono una serie non di eventi di divulgazione (di quella se ne fa fin troppa), ma una serie di pubblicazioni su riviste internazionali (anche di libri in italiano se ne scrivono fin troppi). E' assurdo che le statue di Monte Prama non abbiano ancora raggiunto riviste scientifiche di alto livello, in inglese. Verba nelle conferenze volant, i libri in italiano hanno la diffusione che hanno, i social ormai sono terreni di guerra o-anche peggio-di prese per i fondelli. E poi eventi di divulgazione per cosa, per diffondere sempre le stesse teorie? hai mai sentito nessuno divulgare ulteriormente un risultato di archeogenetica su Monte Prama? nessuno tranne la nostra pagina di Monte Prama Novas; anche se l'articolo è Open Access (Olivieri, Anna, et al. "Mitogenome diversity in Sardinians: a genetic window onto an island's past." Molecular biology and evolution 34.5 (2017): 1230-1239). Eppure è una notizia bobma, ma non va bene: in Sardegna parlare di archeogenetica è vietato, ecco che si diventa subito razzisti (SIC!).
      Altro che eventi divulgativi, c'è ben altro da rimediare.

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    2. Sono d'accordo con la signora Belladonna, sarebbe bello avere più testi e articoli in inglese. Anche traduzioni degli articoli di ottimi blog come questi sarebbero un'ottima cosa per superare le limitazioni alla diffusione delle informazioni, delle teorie e delle scoperte causati dalle barriere linguistiche. All'estero sono molto interessati alla storia sarda, e se potessero vedere il quadro completo lo sarebbero sicuramente ancora di più.

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