La rubrica di Maymoni

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mercoledì 25 luglio 2018

Scrittura nuragica. Antonella Lutzu: nonno Pietro e la ricerca sulla scrittura arcaica (nuragica) dei sardi alla fine dell'Ottocento e all'inizio del Novecento.




 (Oristano, Teatro San Martino. 30 Giugno 2018. Convegno interdisciplinare su 'LA MANO DESTRA DELLA STORIA'. Prima giornata, ore 11, 30) 
(trascrizione dall'immagine del  dattiloscritto )
      [...] La curiosità e lo spirito della ricerca spinse nostro nonno, il maestro Pietro Lutzu,  ad interessarsi, negli anni della fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, di un argomento oggetto di qualche pronunciamento da parte degli studiosi sardi di allora ma mai trattato scientificamente: l’esistenza di una qualche documentazione sulla scrittura arcaica dei Sardi. Un’impresa assai difficile che avrebbe dovuto contare su mezzi (anche economici) adeguati se estesa al territorio di tutta l’Isola. Per questo lo studioso pensò di limitare l’indagine archeologico - epigrafica al territorio che meglio conosceva, ovvero quello dell’Alto oristanese, forse con la speranza che essa venisse in seguito accresciuta dalla sovrintendenza di allora guidata dall’archeologo Antonio Taramelli.

venerdì 20 luglio 2018

Il cerchio, l'ovoide, le geometrie nuragiche e... il rito di fondazione

di Sandro Angei 

   E' giunto il momento, finalmente, di approfondire lo studio del sito di Santa Marra[1] di Busachi.
   Nell'articolo Pietra su pietra parte 5°, glissai sulla descrizione del recinto megalitico che circoscrive il sito cultuale costituito dal possente nuraghe polilobato, le muridinas e vari altri segnali cultuali. In quell'occasione l'oggetto di studio erano le muridinas, per tanto il mio obiettivo era rimarcare aspetti archeoastronomici ad esse legati ed ero ben lungi dal voler essere esaustivo. Ancor oggi sono lontanissimo dall'esserlo, esaustivo; però con questo saggio presenterò delle nuove acquisizioni, spero interessanti, per le quali fino a poco tempo fa non avevo termini di paragone da esporre.
   In seguito alla pubblicazione del saggio sul sito di Giorrè di Florinas[2], posso ora proporre la continuazione dello studio del sito di Santa Marra. Studio che cerca, come già detto, di completare ed arricchire di nuovi particolari quello già pubblicato (nota 1), ma cosa più importante: fa emergere con grande evidenza il dato geometrico che darà modo in futuro di studiare altri siti archeologici con nuovi occhi e nuovi dati.
   La particolare conformazione “ovale” del recinto di Giorrè di Florinas mi ha dato modo di valutare la possibilità che pure a Santa Marra il recinto che racchiude il possente nuraghe e le muridinas fosse concepito in maniera simile.

Fig.1 - Il recinto ovale di Giorrè



martedì 3 luglio 2018

I SHARDANA DI ENNIO PORRINO


07 settembre 2018
anfiteatro di Tharros
opera lirica


 Nel 2009, edito da Giovanni Masala Verlag, fu pubblicato il libro “I SHARDANA, GLI UOMINI DEI NURAGHI, dramma in 3 atti del compositore sardo Ennio Porrino, a cura di Giovanni Masala.
L'opera rappresentata per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli nel 1959, e nel 1960 al Teatro Massimo di Cagliari, fu riproposta sempre a Cagliari nel 2010 in forma di concerto e nel 2013 sempre a Cagliari, questa volta come opera al Teatro Lirico.
  La rappresentazione, a cura ancora una volta del amico Giovanni Masala, quest'anno sarà ospitata in uno scenario del tutto particolare, quale è l'anfiteatro di Tharros.

lunedì 2 luglio 2018

Sardegna. La mano destra della storia. Brevi considerazioni a caldo sulla 'due giorni' di relazioni e di dibattito al Teatro San Martino di Oristano.

di Gigi Sanna


      Credo che si possa dire che quello di ieri  e di avantieri, il Convegno organizzato dall'Associazione 'Aleph' di Oristano, è stato il primo incontro di ' intellettuali sardi', studiosi di varie discipline,  che non ne possono più della storia 'negata'. E necessariamente reagiscono, si trovano, dibattono, si confrontano. E stavolta quella storia è stata trattata a più voci non in un Convegno di 'rivendicazionisti' sterili, adusi a chiedere con il cappello in mano dei diritti culturali più che politici (che sono poi la stessa cosa),  ma di studiosi che impietosamente hanno denunciato come, quando e perché una storia cosiddetta 'nazionale' di continui tentativi di coesione, tramite una martellante simbolistica di persuasione, tenda a controllare prima ed ad annichilire poi altre storie 'nazionali' periferiche.