di Francu Pilloni
Il dilemma non è angosciante,
ma è reale.
È evidente che chi è stato
messo in quarantena obbligatoriamente evita l’affollamento che si
crea in chiesa in occasione delle Quarantore e, al contrario, chi fa
le Quarantore non è in quarantena.
Ho parlato, due settimane fa,
dell’impiccio
del coronavirus e ho visto che, per fortuna, in pochi hanno preso sul
serio le mie parole: proprio per questo, consapevole di non essere
nocivo,
ritorno sulla situazione sociosanitaria.
Se io avevo accostato
l’attuale virus ai dipinti dei pittori naif, c’è chi ha mostrato
ben altra fantasia quando mi ha chiesto a bruciapelo: secondo te, è
peggio il coronavirus o il Governatore Solinas?
Non conosco il Governatore e
del virus ne ho sentito parlare soltanto; ho glissato rispondendo che
attualmente abbiamo il Governatore, ma non il virus.
Casomai si chieda ai lombardi,
piuttosto.
Quanto all’infezione, non
essendoci ancora un vaccino, né un antivirale specifico, si fa quel
che si può, lasciando alle risorse del nostro corpo il compito di
tutelarci, mentre ciascuno di noi, se possibile, si approvvigiona
delle materie prime più confacenti alla situazione.
E allora, se nelle Quarantore,
cuore della Quaresima cristiana per una rinascita spirituale, la
ricetta è consolidata da secoli, vale a dire innanzitutto D/A
(digiuno, astinenza) come basilari,
seguite
da: V/V/N (vergogna, voltastomaco, nausea per i propri peccati) +
C-A/B-C
(contrizione assoluta,
buona confessione) + C-M/F (comunione misericordiosa, fede), è
evidente come D/A non siano
consigliabili
nel caso di infezione, salvo che astenersi dai baci umidi.
Per
l’altro, qui da noi in Sardegna, troverebbe facile applicazione in
questo periodo dell’anno se quel V/V/N + C-A/B-C
+ C-M/F fosse
inteso come dieta per un pasto ordinario, prevedendo un aperitivo a
base di V/V/N (Vernaccia o Vermentino o Nuragus), un pasto tipico
C-A/B-C (cordula arrosto, bovale e/o cannonau) e, per finire, C-M/F
(casu marzu e filuferru). Il
P (pane) al posto della P (preghiera).
Questa
dieta è
stata abbondantemente sperimentata in vari paesi dell’interno e, a
quanto mi risulta, nessuno è deceduto, se non di vecchiaia.
Attenzione
però perché, come
per certi film, per i ragazzi sotto i dodici anni è consigliata la
presenza di un adulto.
Per
i poppanti, invece,
basta e avanza la dieta della madre.
Una
variante prevede, al posto della cordula, una tratalìa che è una
cordula rinforzata con fegato, polmone, stomaco dell’agnello e/o
capretto, il tutto avvolto con sa nappa, che italiano chiamano
peritoneo. Il tutto sempre allo spiedo e a fuoco lento.
Sono
sicuro che, quando uscirete per strada, nessuno vi scambierà per
cinese a
causa del
colorito del viso. E questo è bene dato che, parafrasando quanto
riferito sulla moglie di Cesare, per un sardo non basta essere sano,
ma bisogna anche sembrarlo!
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