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venerdì 25 dicembre 2020

ECCOLO, COME PROMESSO, IL MIO CONSUETO REGALINO NATALIZIO.




  Questi alberi di Natale all'apparenza sono spogli, ma non importa ciò che i nostri occhi percepiscono. Importa invece quel che la nostra mente può riuscire a percepire.
  Guardando oltre il consueto notiamo che essi sono carichi di addobbi... sono carichi di vita.

   Allo stesso modo, ciò che andiamo dicendo a non finire: da decenni uno, da pochi anni l'altro, e pochi altri, ahimé, con cognizione di causa, parrebbe, a detta di altri, inesistente rispetto al consueto

Attenzione però, perché il consueto ricade nella sfera del condiviso, la scrittura nuragica è circoscritta alla sfera del sacro e non può essere condivisa, ciò equivarrebbe ad una profanazione. 

Ahinoi Professore, noi proprio questo stiamo facendo! Di questo stiamo pagando il fio?

Fatto sta che tutti quegli "alberi" che altri ritengono spogli di significato, sono carichi di vita.

Buon Natale a Tutti dalla redazione di Maymoni blog

   Il Prof. Sanna quest'anno ha messo sotto l'albero un bellissimo regalo, di quelli che per scartarlo, però, è necessaria la giusta precauzione.

Leggiamo, leggiamo...

ECCOLO, COME PROMESSO, IL MIO CONSUETO REGALINO NATALIZIO.

Stavolta non è epigrafico ma ha a che fare con l'epigrafia. E' il ripostiglio 'nuragico' (un vero e proprio nuraghe interrato) nel quale nel 1995 (o '94, non so), ormai tantissimo tempo fa, vennero trovati gli ormai notissimi sigilli di bronzo di alcuni dei Giganti di Monte 'e Prama. Detti sigilli stavano in un recipiente di ceramica, forse un'olla  che pare sia stata spezzata nella fase di recupero degli oggetti, evidentemente avvolti dal fango, induritosi nel corso di due millenni e più. Durante il confronto di due anni fa circa la scrittura dei nuragici, avvenuto in Villanova Forru tra me e l'archeologo Raimondo Zucca, ho già parlato molto brevemente, come si ricorderà,  dell'esistenza di detto ripostiglio  costruito in forma di tholos (con pietre non isodome). Esso, come da me affermato numerosissime volte in questi anni, si trova nei 'pressi' del Nuraghe Tzricotu di Cabras. Mi portò a vederlo il compianto Gianni Atzori che mi esortò, quasi con giuramento, a non fare mai menzione ad alcuno circa la sua ubicazione. Dopo la morte di Gianni (Atzori) però ritenni opportuno, per ovvi motivi (nessuno è immortale)   rivelare il luogo (il punto) del ripostiglio a due persone di fiducia, a Giorgio Cannas di Terralba e, molto più tardi, a Sandro Angei. Oggi però ritengo necessario, per motivi comprensibili, dato il valore altissimo di scrittura arcaica sarda dei sigilli ivi rinvenuti, di comunicare a tutti, per lo meno, la forma del singolare ripostiglio. Edificio  questo che, in tutta evidenza,  dato il luogo, la sua configurazione e la sua inconfondibile struttura, non ha niente a che fare con la cultura bizantina.


  

AUGURI A TUTTI E BUONE FESTE PER IL NATALE E PER L'ANNO CHE VERRA'

1 commento:

  1. I Bizantini utilizzarono quel ripostiglio, è evidente. A Cabras costruirono la bella chiesa di San Giovanni

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