La rubrica di Maymoni

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lunedì 19 luglio 2021

E IL PICCOLO CROGIOLO PER METALLI DEL NURAGHE ADDANAS DI COSSOINE? PERCHE' QUELLA SINGOLARE ESPRESSIONE IN NURAGICO CHE RECITA ' CROGIOLO PER RA (SOLE) LUCE DI YH? CHE COSA INTERESSAVA QUELLA PARTICOLARE FUSIONE?

 di Gigi Sanna

Oggi si parla di crogioli sardi per il vetro, risalenti addirittura al 1700 a.C. Ma sarebbe bene non dimenticare il crogiolo scritto rinvenuto nei pressi del Nuraghe Addanas di Cossoine. C'è la scrittura da calcolare che vale quanto e più del vetro. A noi il reperto (frammento di crogiolo) ha interessato ovviamente il particolare dei segni incisi (di tipologia protocananaica) e la lingua, al solito semitica con lessico del V.T. 'ALIL è voce rarissima del Vecchio Testamento per significare 'crogiuolo'.
Ne abbiamo parlato più volte e non è il caso questo di ritornare su quella lingua e sull'alfabeto arcaico dei sardi. Io penso che il piccolo crogiolo di Addanas servisse per realizzare una lega metallica singolare, quella sola che potesse fornire una lucentezza degna di essere accostata alla luce (nr) di Ra (il sole). Forse un bronzo con la presenza di molto rame. E probabile che anche il crogiolo di Siddi ubbidisse a questa indefessa ricerca, cioè quella di trovare prodotti 'brillanti' e che in qualche modo riuscissero ad imitare la luce. Il vetro quindi potrebbe essere stato l'esito dello sforzo di realizzare l'essenza della divinità luminosa, motore continuo del mondo. 'Luce' quindi nella fucina di Cossoine e 'luce' ancora in quella di Siddi.
Se così è, il vetro nuragico non avrebbe nulla di ricerca 'laica' ma sarebbe uno dei tanti tentativi di celebrare il sacro da parte dei 'sapientes' sacerdoti nuragici maestri di alchimie, scrittori di 'religio' e costruttori dei nuraghi. In particolare scienziati impareggiabili della fusione.
In all. Il Nuraghe Addanas e la scritta del coccio del crogiolo. Si noti la scrittura 'obliqua' tipica di non poca scrittura del system nuragico.
Orni Co 1

domenica 18 luglio 2021

Il Sarcasmo fantarcheologico - storia di un palafreniere dell'Accademia che ha cercato di ridicolizzare il fallo di S'Uraki.

 

Nessuna immagine mostreremo in questo articolo, perché non ne abbiamo trovate di appropriate né che evitassero fraintendimenti di sorta

di Sandro Angei

Eccomi qua finalmente.

 Ero indaffarato nella ricerca di questa fantomatica MARIANNA AUSILIA FADDA che si propose tempo fa di redigere una relazione ausiliatrice alla natura fallica del reperto di S'Uraki a sostegno e aiuto dell'amico Andy Bostro.

TENGO A PRECISARE CHE QUESTA MARIANNA AUSILIA FADDA nulla a che fare con l'archeologa Maria Ausilia Fadda che, suo malgrado, è stata tirata in ballo per una “calcolata” omonimia.

Ciò mi ricorda tanto il metodo di un certo “Untore” che, mischiando enormi falsità con pochissime verità incastonate, lì, a bella posta, metteva tutti contro tutti.

Chi è costui un nuovo untorino?!

Il cialtrone che si firma MARIANNA AUSILIA FADDA, forse pensava di prendere due piccioni con una fava, ma il tiro non gli è riuscito.

Vediamo un po' cosa è successo.