di Gigi Sanna
Oggi si parla di crogioli sardi per il vetro, risalenti addirittura al 1700 a.C. Ma sarebbe bene non dimenticare il crogiolo scritto rinvenuto nei pressi del Nuraghe Addanas di Cossoine. C'è la scrittura da calcolare che vale quanto e più del vetro. A noi il reperto (frammento di crogiolo) ha interessato ovviamente il particolare dei segni incisi (di tipologia protocananaica) e la lingua, al solito semitica con lessico del V.T. 'ALIL è voce rarissima del Vecchio Testamento per significare 'crogiuolo'.
Ne abbiamo parlato più volte e non è il caso questo di ritornare su quella lingua e sull'alfabeto arcaico dei sardi. Io penso che il piccolo crogiolo di Addanas servisse per realizzare una lega metallica singolare, quella sola che potesse fornire una lucentezza degna di essere accostata alla luce (nr) di Ra (il sole). Forse un bronzo con la presenza di molto rame. E probabile che anche il crogiolo di Siddi ubbidisse a questa indefessa ricerca, cioè quella di trovare prodotti 'brillanti' e che in qualche modo riuscissero ad imitare la luce. Il vetro quindi potrebbe essere stato l'esito dello sforzo di realizzare l'essenza della divinità luminosa, motore continuo del mondo. 'Luce' quindi nella fucina di Cossoine e 'luce' ancora in quella di Siddi.
Se così è, il vetro nuragico non avrebbe nulla di ricerca 'laica' ma sarebbe uno dei tanti tentativi di celebrare il sacro da parte dei 'sapientes' sacerdoti nuragici maestri di alchimie, scrittori di 'religio' e costruttori dei nuraghi. In particolare scienziati impareggiabili della fusione.
In all. Il Nuraghe Addanas e la scritta del coccio del crogiolo. Si noti la scrittura 'obliqua' tipica di non poca scrittura del system nuragico.
Ricordo che un conoscente mi mostrò un bronzetto lucido e rossastro. Se lo trovò per casa, non ricordo se fosse eredità del nonno o del padre. Lo portò alla Soprintendenza e denunciò le circostanze. Gli dissero di tenerselo perché era un falso.
RispondiEliminaFui colpito dalla vicenda e mi incuriosì il fatto che un bronzetto fosse rossiccio e non color bronzo. Avevo un'enciclopedia scientifica (a quanto tempo risale la storia!) e mi sorbii una quarantina di pagine della storia e della tecnica della fusione del rame-stagno. Alla fine, proprio alla fine, parlò di varianti della sacra lega del bronzo: se per caso nella fusione fosse interessata una varietà minima di Alluminio, mi pare di ricordare meno dell'uno per cento, il bronzo avrebbe assunto un lucente colore giallo oro; se invece l'intruso fosse stato lo Zinco, in percentuale tra l'uno e il due per cento (vado a memoria), il bronzo sarebbe venuto fuori lucido e rossiccio.
Io l'ho solo letto, non me ne intendo, ma credo di aver capito bene allora e di ricordare bene adesso.
Pensai, mi venne da pensare subito che in Sardegna materiali che contengono Zinco abbondano ancora oggi, sebbene non vengano più estratti; e non mancano le terre da cui si ricava l'alluminio.
Un giorno ne riparlai col mio amico che si era tenuto ben stretto il bronzetto "falso". Gli esposi il risultato delle mie ricerche e mi rispose:
- E che ne so io, sono solo un ragioniere.
- Lo so; e io sono solo un insegnante.
- Già. E se l'archeologo non avesse mai letto nulla sulla fusione del bronzo? Per questo me lo tengo caro, anche grazie alla loro sentenza di falsità.
Come ho detto, io non m'intendo di fusioni, né di quelle a caldo, né di quelle a freddo.
In questo sono molto indietro ai "sapientes" di cui parla Gigi. E non solo io, suppongo.
Mi viene da pensare che nel momento in cui il bronzetto, ritenuto falso dal funzionario, si rivelasse autentico, chi sarebbe da condannare per mancata consegna del reperto: il nostro inconsapevole detentore, che a suo tempo si prodigò per la consegna, o piuttosto il funzionario che in modo sbrigativo sentenziò la falsità dell’oggetto per semplice ignoranza, o ancor peggio per semplice pigrizia?
EliminaIscrizione di Cossoine? E'stata tardotta? E' stata pubblicata?
RispondiEliminaI Sardi parlavano il protocananeo, quindi non erano Sardi!
RispondiEliminaPare accertato che i Sardi antichi, non solo non scrivevano, ma neppure parlavano. Si capivano a fischi, come i pastori con le pecore.
EliminaIl fatto che qualcuno oggi scriva e si firmi con una croce, la dice lunga sui fischi che ancora lo turbano.
Quando si scrive, benché in modo anonimo, è necessario prima di tutto leggere ciò che si vuole porre in obiezione. Chi ha mai detto e scritto che i Sardi parlavano il protocananeo. Il Prof. Sanna scrive che i segni incisi sono di "tipo protocananeo". Da qui a capire che i Sardi antichi "parlassero in protocananeo" ce ne passa! Santa pazienza ora pro nobis!
EliminaA dare retta a tutti i Sardi scrivevano e parlavano una lingua protocananea, ma anche accadico, oppure scrivevano in ogham. Ci si dovrebbe mettere d'accordo una buona volta, troppi galli nel pollaio!
RispondiEliminaAnche tu Gavino A., abbi pazienza, ma il tuo commento è del tutto inopportuno; dimostra che nulla hai inteso di quanto, da ormai 25 anni, vien detto sulla scrittura nuragica dal Prof. Sanna. Lo ribadisco qui sotto, benché lo abbia già scritto poco prima: i Sardi che scrivevano, innanzi tutto non erano tutti, ma con ogni probabilità una ristrettissima casta di scribi sacerdoti; questi scrivevano utilizzando “anche” grafemi dell’alfabeto protosinaitico ma non parlavano il “protosinaitico”; e questo perché quegli scribi scrivevano formule dedicate al loro dio, e in quanto tali, dovevano essere nascoste agli occhi di altri uomini per preservarne l’efficacia. Quello della scrittura era un mezzo di comunicazione a senso unico tra l’uomo individuo e la sua divinità. In questo contesto nessuno scriba sacerdote e nessun altro Sardo avrebbe mai parlato in protosinaitico con la sua divinità, anzi molto probabilmente non parlò mai apertamente con essa né in protosinaitico né in sardo.
EliminaIl problema di fondo è che Anonimo e Gavino A. (che sia la stessa persona che si moltiplica in fretta come una cellula cancerosa?) non capiscono la differenza tra lingua e alfabeto.
RispondiEliminaQuando si vede scritta la parola BALLE, chiaramente è scritta con l'alfabeto latino e io, da italiano, penso alle balle di foraggio o anche alle sparate di qualche blogger; un francese legge bal e pensa a una sfera, a una palla>; un inglese se lo legga come voglia, ma penserà al ballo, forse non a su ballu tundu, ma qualcosa che assomiglia quelli dei coloni che vediamo nei film western.
I bambini delle elementari, a questo punto, avrebbero capito una volta per tutte la differenza tra alfabeto e lingua. A meno che non fosse Gavina, l'anguria piccola e senza semi.
Se poi Gavino è un melone senza semi, pazienza!
Ma il fatto che non abbia i semi è un bene per tutti.
Caro Francu, l’ho scritto su Facebook, ma lo ripeto qui per ribadire il concetto: non vorrai insinuare che Gavinetto (mi piacciono i vezzeggiativi… e non azzardatevi a mutare semiticamente la “v” per cortesia) sia geneticamente modificato o peggio ancora senza padre e senza madre, e ancor di peggio, senza possibilità genetica di riprodursi?! Se ciò è, secondo la tua insinuazione, Gavino sarebbe un mostriciattolo senza passato e senza futuro: praticamente una nullità!
RispondiEliminaIo penso però che Gavinetto non abbia né semi né melone; penso piuttosto che sia un fanfarone che millanta l'appartenenza ad una qualche arma; si firma infatti "Gavino A puntato". che si voglia far grande facendoci intendere che sia appuntato dell'Arma, alla stregua di Marianna Ausilia Fadda - sempre da non confondere con Maria Ausilia Fadda che rispettiamo (guarda un po' cosa mi tocca scrivere ogni volta per evitare che qualcuno possa capire fischi per fiaschi), che millantava l'appartenenza alla Northwestern Univestiy. Comunque sia Gavino mira basso considerandosi A-puntato. Però penso sia A-puntato scelto. Si, proprio così, hanno "scelto" il più tonto per commentare in questo blog. Suvvia trovatene uno che sia all'altezza! E' mai possibile che non ce n'è sia uno, che sia uno, che riesca a interloquire senza far disastri?! In un altro articolo è arrivato francu, che non e Francu Pilloni (tant'è che l'ho scritto con effe minuscola per non far confusione), poi è arrivato Gianni di Abini e Maureddu (ohiamomia t'arrori), e dopo di questi "Noi shardana" che per non confondere le idee ai soliti imbecilli, ogni volta devo scrivere che "noi shardana" non siamo noi ma sono loro... eh che cazz! (Scusate lo sfogo, ma quando ce vo, ce vo!) Per tanto, ve lo chiedo con le lacrime fin sopra le orecchie, fatte commentare qualcuno in grado di assolvere il compito senza che sia preso per i fondelli.
Appuntato scelto Gavino e brigadiere Anonimus, ho rimosso i vostri quattro commenti perché se volete avere a che fare con me, io sto al gioco, ma non azzardatevi più a tirare in ballo altre persone. Lo so che vi rode li dove non batte il sole, ma così è!
RispondiEliminaHo cancellato il commento insulso di un anonimo. Se egli vuole commentare in questo blog deve dichiarare nome e cognome via mail. L'indirizzo lo trova in contatti e mail di questa pagina. Buon divertimento!
RispondiEliminaVengo accusato di cancellare i commenti che possano in qualche modo contrastare ciò che afferma il Prof. Gigi Sanna circa la scrittura nuragica: ciò non è vero nel modo più assoluto. I commenti che vengono cancellati in questo blog in genere sono relativi a personaggi che si nascondono nell'anonimato che, forti di ciò, ritengono di poter scrivere e sparlare di chicchessia senza pagare pegno.
RispondiEliminaSe i commenti, di qualsiasi natura essi siano (ci mancherebbe che approvassimo solo quelli a favore!), vengono da persone che dimostrano la loro identità, se non conosciuta all'amministratore del blog, sono bene accetti perché sono il sale della dialettica.
E' fin troppo facile sparlare protetti dall'anonimato: non si rischia nulla; come non si rischia nulla a scrivere in modo a dir poco puerile e risibile, magari anche sgrammaticato: tanto non si rischia nulla. Poiché io sono qui a viso aperto e il Prof. Sanna scrive qui a viso aperto, i vari cialtroni se vogliono perdere questa loro caratteristica devono tirar fuori le botarghe e presentarsi all'amministratore di questo blog, altrimenti i loro commenti saranno irrimediabilmente cancellati. A voi la scelta cari cialtroni; ora non avete più scuse.
Buon divertimento!
Un altro cialtrone anonimo ha postato un indirizzo mail dove è reperibile la "famosa*" relazione del Dr. Raimondo (Momo) Zucca circa la scrittura nuragica, pensando di renderci, lui, edotti sul pensiero dell'Accademia.
RispondiEliminaAnonimo, pezzo di tonto che non sei altro, cosa pensavi non conoscessimo quella relazione?! Rimanente porzione di tonto che non sei altro, allora non hai capito proprio nulla di quel che ho scritto non più tardi di sei ore fa. Io pensavo fosse solo una mia impressione, ma oggi tu, anonimo, mi fornisci la prova certa che voi anonimi palafrenieri e porta vessilli sapete scrivere (?) ma non sapete leggere.
In ragione di ciò, e mi rivolgo al Prof Sanna: come possiamo sperare che questi signori riescano a leggere la scrittura nuragica se non sanno leggere neanche quella corrente?!
Santa pazienza, ora pro nobis.
* https://www.filologiasarda.eu/files/documenti/pubblicazioni_pdf/bss5/01zucca.pdf