Questa mattina ho avuto una brutta sorpresa: Facebook ha inibito il mio post dove facevo alcune riflessioni sul convegno tenutosi ad Oristano sabato 13 novembre “Sa Sardigna scuntra ‘a Sicilia” corredato del link relativo al filmato integrale della conferenza.
In modo retorico posso dire che non ho ben capito quali siano i motivi di questa "inibizione”, ma li intuisco.
Questo è il testo del post:
Ieri sera si è svolto un bell'incontro divulgativo.
Un bell'incontro tra due isole cariche di storia.
Da una parte e dall'altra si è cercata la chiave per illuminare la grandiosità di queste due isole dal punto di vista archeologico, cercando di puntare l'attenzione su quei percorsi alternativi che difficilmente il “turista” include nei suoi luoghi preferiti; non perché non li preferisca ma perché non li conosce.
Che brutta parola “turista”, ha origine da “tour” evidentemente, ma essendo diventato un “brend” non possiamo più modificarlo. Cosa potremmo utilizzare in alternativa: viaggiatore? Certo sarebbe più sobrio perché non ricorda, come fa “turista”: capello ombreggiante, bermuda e infradito. Ma vi immaginate di leggere nei documenti che servono per entrare in alcuni paesi: visto per viaggiatori? Sarebbe un orrido quanto ridicolo pleonasmo.
Per tanto teniamoci “turista” ma per favore cerchiamo di toglierci di dosso tante altre parole, brutte, insulse, macchinose, ingiustificate. Parole che allontanano il “turista” dai siti archeologici perché gli fanno capire quanto sia ignorante e digiuno di quel parlare accademico che straborda in certe descrizioni “turistiche”.
Questo è uno dei messaggi lanciati da Andrea Riccio nel suo intervento; e questo ho scritto nella sua pagina Facebook:
Il tuo intervento mi ha colpito, e divertito direi, in modo significativo.
Un fare, il tuo, inizialmente anche sornione, che però è sfociato in un coinvolgimento del pubblico che avrebbe seguito il tuo discorso per ore... altro che i fisiologici 30 minuti!
Il tuo intervento mi è stato di lezione: mi ha coinvolto, e stare affianco a te mi ha reso partecipe di questo coinvolgimento... della tua professionalità.
La necessità di utilizzare termini il più possibile semplici quando si fa divulgazione è proprio la spina nel fianco di chi, oltre a studiare, vuole divulgare: compreso il sottoscritto; tant'è che a certe insolite (eufemismo) parole da te indicate in talune didascalie “archeologiche” aggiungerei: azimut, altezza all'orizzonte, zenit, georeferenziazione.
Ne terrò conto e cercherò in futuro di privilegiare questo aspetto.
Grazie Andrea.
Parole che, scritte in un altra situazione sono innocue, ma utilizzate in questo contesto evidentemente fanno paura a qualcuno.
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