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sabato 9 luglio 2022

I documenti di Desula. 1

 

- GIANCARLO CASULA

LA STORIA, LE DONNE E I VESTITI


Bronzo di Urzulei “madre dell’ucciso” - gonna lunga a balza


Gli uomini rosso-bruni delle isole che si presentano ai funzionari di Tuthmotis III vanno riconosciuti nei Sardi vissuti al tempo dei nuraghi. Insieme a loro compaiono con quelli di Keftiu (Creta). Fin dal loro primo apparire, mentre sfilano a petto nudo sulle pareti della tomba di Senemut e di Useranom e negli affreschi di prima stesura del sepolcro di Rekhmira, gli invitati delle isole del Grande Verde sfogliano un vivace gonnellino di stoffa policroma bordata e ricamata con motivi geometrici (spirale, onde, S, zig-zag, puntini, ecc.) tenuto mediante una larga cintura di stoffa, pur essa policroma, dipinta a bande con l’appariscente sintassi geometrica.

Tutto il lavoro deriva dai quaderni che sono serviti, in parte, per scrivere il libro Desula. Si tratta di una serie di documenti, ricerche, schede, letture e materiali acquisiti nel corso di una vita, che descrivono un’ambito culturale completamente inedito partendo da un elemento che è sempre stato poco approfondito e soprattutto non rappresentato adeguatamente: le donne.

 Mi sono infatti mosso viaggiando in epoche antiche nelle coste del Mediterraneo alla ricerca di elementi che individuassero parentele culturali o semplici affinità tra società, abiti, colori in cui protagonista era il mondo femminile.

L’obbiettivo del mio lavoro era molto ambizioso.

  • Studiare il legame antico e misterioso donna- vestito

  • quello di cercare un’origine

  • quello di descrivere la storia dell’umanità basandomi sul vestito delle donne.


Il titolo Nuscas è oltremodo simbolico.

Dal bronzetto di Urzulei fino all’opera di Francesco Ciusa, la cultura sarda celebra la figura della madre dell’ucciso.

In desulese “nusca” rappresenta la donna che ha perso tragicamente un figlio o una figlia. Questo dolore è quello che non avrà mai fine e conseguentemente sarà il simbolo dominante anche nel cromatismo del suo vestito.


In questo lavoro si concentra l’attenzione sull’origine e sulle parentele culturali del costume sardo.

Alla teoria dominante che fa nascere i costumi sardi intorno al 1600-700 facendoli arrivare dalla Spagna io, pur ammettendo l’influenza di nuove mode facilmente individuabili, rispondo che l’origine è decisamente più antica. La tipologia del vestito presente in gran parte dell’isola risulta diversa da ciò che arriverà con gli spagnoli. E’ infatti costituita da gonna a campana, un grembiule trapezoidale, un corsetto aderente e un giacchino a mezzo braccio. Questo schema era già presente nel Mediterraneo dell’età del bronzo. Le statuine minoiche, gli affreschi del palazzo di Cnosso sembrano descrivere in maniera precisa, anche nei ricami, nei disegni, nelle assonanze e nei contrasti dei colori, i vestiti di Desulo, di Belvì ecc. ma anche di Samugheo, Orgosolo e la gran parte dei costumi sardi.



I legami stirici e culturali fra Sardegna e Creta sono attestati già ai tempi della cultura di Ozieri. Gonna lunga, a volte a balza e plissettata.

Gli Egizi descrivevano Shardana e Cretesi come popoli alleati e li rappresentavano con i medesimi vestiti.

Questa tipologia scompare nel corso dei secoli resistendo solo in posti molto isolati come appunto la Sardegna.

Il vestito delle donne di Creta e della Sardegna (in questo caso di Orgosolo) hanno la stessa tipologia cioè quella costituita da gonna a campana, un grembiule trapezoidale, un corsetto aderente e un giacchino a mezzo braccio. Le varianti del copricapo sono le più varie sia a Creta che in Sardegna


Donne di Creta con gonna plissettata e gonna lunga a balze



Donne di Orgosolo con gonna plissettata e gonna lunga a balze

segue...












12 commenti:

  1. bellissima ricerca complomenti utile origini ,cultura e trdizioni👏👏🙋‍♂️

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  2. È indubbio: anche i vestiti parlano. Bravissimo. G

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  3. Giancarlo come sempre le tue ricerche sulla storia di Desulo e della Sardegna, mi appassionano positivamente. Grazie a te, e alle tue informazioni interessanti e dettagliate nei minimi particolari, arricchiscono la nostra curiosità del sapere. Grazie

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  4. Su Facebook alcuni commenti lamentano la indisponibilità del libro "Desula".

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  5. Gli anni di ricerca si leggono in specifici particolari del tuo libro, ma soprattutto nel tuo interesse, cresciuto nel tempo, alle tradizioni locali. Tesoro incalcolabile al quale pochissime amministrazioni contribuiscono a conservare. Ammiro tantissimo le persone come te che preservano una parte del nostro passato. È stato un onore averti conosciuto. F.C. Lula

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  6. Bellissimo e interessantissimo articolo frutto della passione di un grande ricercatore come Giancarlo Casula.

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  7. Complimenti bel lavoro degno di nota. 👏👏👏

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  8. Vedo che la prima parte dello studio ha entusiasmato l'animo degli appassionati. Vorrei dirvi quante siano le parti di questo studio, ma vi terrò sulla corda... eh, eh!

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  9. Giancarlo non finisce mai di stupirci con le sue ricerche e con i suo scritti per documentarci sapientemente su originali intuizioni che trovano riscontro ancora oggi sui costumi e usanze tra popoli affini che si affacciano sul Mediterraneo e non solo.
    Un sincero grazie!!!

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  10. Giancarlo Casula sempre un fuoriclasse in tutti gli ambiti !

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  11. Giancarlo ritrova quel filo conduttore che si muove nei ricami del costume femminile di Desulo, rivelando significati di antichi codici delle consuetudini antropologiche della sua "gente"... Tonino Loi

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  12. Bravo Giancarlo!!.... Quando la ricerca e la passione diventano.... Arte!!!

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