La rubrica di Maymoni

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giovedì 11 febbraio 2016

Scrittura nuragica: il mare talvolta regala ma poi prende. La singolare scritta del serpente, oggi sotto la sabbia della scogliera di Tharros.

di Gigi Sanna
                                Fig. 1                                                                                             fig.2                                                                           
  Le mareggiate di questi ultimi anni sono state impressionanti e si può dire che abbiano sconvolto del tutto la costa di San Giovanni (Tharros), particolarmente  nel lato esposto al maestrale, tra la nota spiaggia di San Giovanni e la punta di Capo San Marco. Ondate su ondate hanno divorato tonnellate di sabbia cambiando il paesaggio (1) e lasciando oggi più nuda e molto più aspra la scogliera dove però, inopinatamente, sono comparse, quasi per ricompensa agli amanti della natura, i reperti straordinari, epigrafici e non (figg. 3-4), di cui altre volte si è parlato (2).
 
                                     fig. 3                                                               Fig.4                                                                                                                                                               
   Una cartina può aiutare ad orientare sui luoghi interessati dal fenomeno che ha permesso di vedere documentazione iconografica ed epigrafica di tipologia prettamente nuragica e persino tre ‘cartigli’  con i caratteristici geroglifici egiziani (3)
  In questa documentazione spicca una scritta insistente su una grossa pietra (figg. 1 e 2) che il mare, in una delle mareggiate del 2013,  ha restituito per un po’ di tempo alla luce per poi farla scomparire dopo qualche mese di nuovo al di sotto della sabbia. E’ stata trovata, durante una passeggiata domenicale d’aprile successiva ad una grande maestralata, dal signor Paolo Mulas e dal figlio Antonio che incuriositi dai segni hanno pensato di fotografarla e, successivamente, di segnalarcela.
  Come si può vedere dalla trascrizione seguente (fig. 5) il masso riporta sei segni di scrittura su due linee di cui quattro ben visibili e due molto meno.
Quelli  chiaramente visibili, partendo dalla sinistra in alto, sono nella prima linea  il primo (shin), il secondo  (taw)  e il terzo ( ‘ayin) e nella seconda linea, partendo dalla destra, il sesto (he); quelli poco visibili, nella stessa linea, sembrerebbero  una ‘dalet’ e una ‘lamed’ 
 
Fig. 5
    Non comparendo sulla superficie del masso altri segni, le possibilità interpretative si riducono a due. Se la sequenza  fosse, in lettura bustrofedica con partenza dalla sinistra, sh t ‘/ d l h , essa renderebbe in semitico ebraico arcaico l’espressione ‘temi (4) il penzolante’: שתע דלה . Espressione  monca che ovviamente andrebbe a completarsi, per avere il complemento diretto,  con il pittogramma ‘serpente’ dato dalla frequente (5) lettera nuragica ‘hē’ semilunata lievemente dilatata. Si tenga presente  che tale  accorgimento per raggiungere lo stesso obiettivo e cioè la lettera lineare fusa con il pittogramma serpente,  si trova nella pietra (fig. 6) di Terralba (6) dove c’è scritto come ‘base’ di lettura  ’AG H NL Quindi  si avrebbe sht‘ / dlh / nachash, sequenza nella quale insieme ai caratteri lineari si registrerebbe l’aggiunta del pittogramma logogramma serpente. Ma anche se dette lettere dalet e lamed non fossero presenti il senso dell’espressione non cambierebbe di molto perché si avrebbe  sht‘/ he nachash (verbo + determinativo + logogramma) che significa ‘ temi lui il serpente’. La scritta avverte che la divinità (yhwh) serpente (7)  sta nascosta, non si vede e se si va facili e incuranti di essa si possono avere delle brutte sorprese. Certo la presenza di un ‘penzolante’ דלה  renderebbe esplicita l’espressione che invece  abbiamo dovuto esplicitare.
Fig. 6                            
Trascrizione e interpretazione
    Resta da dire sulla tipologia delle poche lettere presenti nell’incisione del masso. Fanno parte tutte del consueto alfabeto nuragico. Si consideri, per poterle comparare e individuare subito, che a breve distanza dal luogo del rinvenimento si trova, incisa in basso sulla scogliera  (anch’essa  restituita dalla mareggiata attraverso la sottrazione della sabbia), la scritta di tre lettere (fig. 8)  in mix tipologico alfabetico   sh‘r  che significa ‘porta’; scritta a sua volta non distante da un’altra scritta  con un pittogramma (‘alep) + una  nun e una resh, lettere tutte inserite in una piccola cornice quadrata (8).
 
Fig.7. Si noti la scritta sh‘r in basso nella scogliera a pochi metri dal mare. Con ogni probabilità  essa si completava sotto con dei segni alfabetici che l’onda del mare ha cancellato ormai definitivamente. 

     Ebbene, come ognuno può notare, due delle tre lettere, le iniziali shin e ‘ayin  sono della stessa precisa tipologia  alfabetica della scritta oggi sommersa dalla sabbia. Indizio questo che induce a ritenere che, con ogni probabilità, le due scritte appartengano alla stesso periodo.
    Altri documenti importanti nuragici per l’attestazione della tipologia della ‘shin’ in forma apparente di ‘emme’ latina sono la più volte da noi citata scritta (con incipit ‘shrdn’)  del coccio (fig.8)  del Nuraghe Alvu di Pozzomaggiore (9), quella  del  concio (fig.9) di Bidda Majore (10) del Sinis  e le due di Is Aruttas e de su Crastu biancu, ancora  del territorio della penisola del Sinis, con la straordinaria voce biblica  ’sh. Data  l’importanza linguistica oltre che epigrafica dei due ultimi documenti, forniamo di essi  solo le foto (figg. 10 -11)  mentre lasceremo ad altra data, il loro commento.

 
Fig. 8                                                                                                 fig.9

 
Fig.10                                                                                            Fig.11




Note e riferimenti bibliografici

1) Stesso fenomeno, quasi speculare,  è accaduto nel litorale poco più a Sud di Capo Frasca dove il mare ha guadagnato notevolmente in metri asportando  un terzo della sabbia della spiaggia di S’Arena de s’acqua ‘e s’ollastru, tra Pistis e il villaggio turistico di Torre dei Corsari.
3) Diaz - Montexano G., 2013, El nombre egipcio de Tharros; in Monti Prama. Rivista semestrale di cultura di Quaderni Oristanesi, n.65, pp. 19 -32.  I ‘cartigli’, l’ultimo dei quali oggi in via di annullamento perché si trova in un grosso masso incessantemente colpito ed eroso dalle onde, sono in realtà dei geroglifici inclusi in un ovale che richiama ma non è il noto ‘cartouche’  egizio. In uno di questi, con buona probabilità, c’è scritto in egiziano il nome di Tharros. V. Diaz –Montexano, El nombre egipcio ecc. cit. pp. 25 -26. 
4) Isaia, 41, 10 (Non temere perché io sono con te/non smarrirti perché io sono il tuo Dio); 41, 13 (Non temere vermiciattolo di Giacobbe, larva d’Israele).
5) Detta lettera ‘nuragica’ ricorre nella pietra di Santa Caterina di Pittinuri di Cuglieri, nella scritta del Nuraghe Aidu Entos di Bolotana, nel coccio del Nuraghe Alvu di Pozzomaggiore, in tutti e quattro i sigilli del Nuraghe Tzricotu di Cabras  e, ancora, nella ormai nota barchetta fittile di Teti del IX secolo a.C.  
6) Sanna G. 2012, Ed ecco finalmente la parola "Nuraghe". In una scritta a Terralba ;in gianfrancopintore blogspot.com  (mercoledì 4 luglio)
7) La simbologia del serpente per notare yhwh è più volte attestata nella scrittura religiosa nuragica. In questa, così come nella religione cananaica,  il toro e il serpente sono spesso accomunati, indicanti l’uno la potenza fisica e sessuale  e la vitalità – eternità l’altro. La successiva ‘religio’ di Israele del V.T., con l’intento di emendare, perlopiù per meri scopi nazionalistici, il precedente testo (non ebraico, quindi) non solo tolse alla divinità originaria  l’androginia, non solo cassò  ogni riferimento astrale della coppia sole – luna  nonché il simbolismo taurino sessuale,  ma addirittura trasformò la natura del serpente da positiva in negativa indicandolo come simbolo assoluto del male, del peggior ‘nemico’,  satanico antagonista di yhwh e di Israele . Attraverso la testimonianza della  ormai cospicua documentazione arcaica scritta sarda si evince che la coppia toro-serpente, simbolo supremo della divinità,  durò in Sardegna molto  a lungo. Dall’età del bronzo medio sino alla tarda età del ferro. Tanto che la si trova, ben chiara,  nelle scritte ‘calendariali’ recenziori tharrensi della cosiddetta ‘sala da ballo’ di San Giovanni e di Murru mannu e in quella di Punta Maimoni nel Sinis. Quindi in Sardegna non solo rimasero ben saldi, cioè di antichissima  ispirazione cananaica,  i simboli zoomorfi e astrali della divinità, ma rimase inalterato, per manifesta organicità,  anche il complesso codice in mix di scrittura di ispirazione orientale,  quello non a caso classificato dagli studiosi, per le iscrizioni siro  -palestinesi, come ‘protocananaico’.
   Ovviamente nel nostro specifico caso il serpente non va inteso in senso negativo in quanto si vuole dire semplicemente che il dio ‘nascosto’ e invisibile  va rispettato e tenuto sempre ‘presente’ nel cammino e nelle azioni degli uomini, altrimenti il  rischio di trovarlo è altissimo e il suo morso può essere letale. A ben vedere è  lo stesso avvertimento insito nella bella scritta del  concio della chiesetta  campestre di Sant’Antonio di Tresnuraghes. Nell’immagine non v’è alcuna intenzione di dare un senso negativo al dio YH (stavolta anche ben esplicitato come nome) che stende e tende la rete e, in guisa di  uccellatore, sorprende gli ‘uccelli incauti’ e incapaci di vedere la trappola mortale. Si vuole solo consigliare, con metafora differente ma che si propone lo stesso identico scopo, un atteggiamento prudente e circospetto perché yh è sempre in agguato  e tende insidie invisibili; invisibili però  per tutti coloro che non lo rispettano e procedono incautamente.
8) Il quadrato è ovviamente ‘scrittura’ (simbologia numerica) e non va disgiunto dalla lettura degli altri simboli fonetici.
9) Sanna G., 2010, Il documento in ceramica di Pozzomaggiore; in Melis L., Shardana, Jenesi degli Urim, PTM ed. Mogoro, pp.153 -168. 

10) Sanna G, 2014, Il nome di Tharros (THARRUSH) in un' iscrizione nuragica, etrusca e latina del III - II secolo a.C. Un Lars di nobile origine etrusca 'curulis' di Roma in Sardegna; in Monteprama blog.it  (27 Aprile)


   



35 commenti:

  1. Voglio farmi lapidare!
    Se, ripeto se, le lettere sul masso affiorato le avessi notate su un'altra spiaggia, non sarda, avrei pensato a M e (+) V di G... (la provenienza)= M e V si amano o qualcosa del genere, soprattutto visto il bel posto che induce a lasciare un segno perenne.
    Insomma quelle lettere non mi avrebbero spinto a maggior curiosità, così come la faccia della figura 3 che ha come particolarità, abbastanza diffusa, anche modernamente, la continuità sopracciglia-naso. Invece la fig. 4 è davvero intrigante, non saprei da che parte cominciare e mi farei condurre per mano da chi mi offre spiegazione. Stessa cosa per le fig. 8 e 9, per le quali è evidente la scrittura, così come è evidente che io non capisco nulla! Tutto ciò per dire: Perché non accantonare per un po' le scritte che si prestano a forzate e tirate interpretazioni, criticabili proprio da chi non capisce una mazza come il sottoscritto e proporre con insistenza le convincenti scritture, dico ad esempio quella del concio all'entrata del Losa o altre che compongono la scrittura nuragica, pur ricorrendo a rebus?

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  2. Perché lapidarti? In fondo la tua obbiezione è più che legittima perché ovviamente si pensa alla presenza di scrittura arcaica quanto più essa si distacca dalle lettere contemporanee o recenti o abbastanza recenti. Ma le cose non stanno così perché la scrittura nuragica nel suo dinamismo (il prestito delle lettere dagli altri codici) prese anche lettere greche, etrusche e latine. Giocando naturalmente sempre sul lusus del mix. Io credo che questo tu l'avessi già capito anche dall'ultimo documento che ho presentato, ovvero quello della lastra dell'antiquarium arborense. Lì le lettere sono davvero tutte 'strane' tanto che gli studiosi, non avendo potuto pensare alla presenza di ben tre codici, le hanno ritenute (davvero a scavolo perché inesistenti) lettere maiuscole ebraiche. Lo stesso qui, se uno con conosce bene i significanti usati dai nuragici nel corso di tantissimi anni, corre il rischio di scambire una ''ayin per una 'V' e una 'shin' per una 'M'. E' lo stesso madornale errore commesso da Alfonso Stiglitz che, non comprendendo nulla del fenomeno della scrittura nuragica, ha scambiato la famosa 'shin ' della parola SHRDN per una ‘emme’ latina. O se vuoi è lo stesso errore di Raimondo Zucca che nella barchetta (trafugata) dell'Antiquarium arborense ha scambiato una 'nun' per una 'S' romana e una 'resh' per una 'P'. Bisogna stare molto attenti, ma al 'contrario' di quanto tu pensi e cioè a non scambiare 'fiaschi per fischi' vale a dire a prendere, ad es., per sigle, voci che invece sono del semitico. E perché questo non accada bisogna studiare più documenti e capire da più documenti Pertanto solo se si è consapevoli di ciò, ovvero del mix permanente, uno comprende che cosa ci stanno a fare, nella Sala da ballo di San Giovanni del Sinis, due 'ERRE' di tipologia solo romana con delle lettere come la ‘nun’ pittografica a serpente, come la ‘he’ a bambolina, o addirittura come la 'shin' di tipologia protosinaitica, vale adire una lettera usata di più di mille anni prima! E' incredibile,lo so, ma le cose stanno così. E naturalmente non sapendo uno è portato a leggere RVM e non 'Sh'R (Shin + 'ayin + resh) la scritta della scogliera che presento in foto alla fig.7.

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  3. Certo, potrei, come tu suggerisci, trattare alla lunga o proporre nuovi documenti meno 'imbarazzanti' e che si prestano ad essere fraintesi da chi non è consapevole di come procede nel tempo la scrittura nuragica. Ma ora mio compito, caro Franco, non è più quello di far capire attraverso documenti su documenti arcaici o molto arcaici che i sardi nuragici scrivevano. Questo ormai lo sanno anche le pietre. Ora mio compito mi sembra essere quello di far vedere in diacronia (e possibilmente in bell’ordine) tutto il percorso di quella singolare scrittura. Del rebus e mix nel XVI -XV secolo a.C. e del rebus e mix nel III dopo Cristo! Bada che però che lo sforzo che faccio non può celare una certa ambizione perché la scrittura in mix (la solita, con qualche variante, della 'griglia di Sassari') è sempre del solito dio androgino soli -lunare YHWH, cananaico. Sia il dio ispirazione cananaica sia la scrittura non a caso detta ‘protocananaica’ fanno capire che in Sardegna il dio siriano (e ovviamente la bibbia siriana) fu venerato in Sardegna quando in Siria si era perso ormai totalmente il ricordo di esso. Era venerato quando quel dio e quel libro sacro furono fatti propri dagli israeliti con la conquista della cosiddetta 'terra promessa' e cioè Canaan.
    Ti dirò di più. Ora la documentazione recente, proprio quella che ti turba per una certa ambiguità delle lettere, è quella che fa vedere che lo YHWH nuragico durò quando ormai il V.T. faceva posto al Nuovo Testamento. Cristo è morto da tre secoli e ancora in Sardegna YHWH ( ovvero suo padre e Lui stesso) e' il dio padre e madre sardi, Sole e Luna, di quasi 2000 anni prima! Sono cose incredibili ma i documenti non mentono! Naturalmente non bisogna fermarsi qui, con una ventina di documenti tardo nuragici. E qui non ci fermiamo. Proprio per il motivo del mix con lettere greche, latine e semitiche sarà presentato tra poco un altro documento epigrafico interessantissimo. Interessantissimo perché spiega (nel piccolo) il perché del famoso documento trilingue (greco,latino, semitico) di Santu Jacci di San Nicolò Gerrei.
    Pertanto abbi solo un po' di pazienza e vedrai che capirai. E se vorrai, riprenderemo ancora con più ‘carne arrosto’ la discussione.

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  4. Bene! quello che mi è venuto da osservare l'ho osservato e ti ringrazio per la pazienza e anche perché pensi che prima o poi capirò. Temo di doverti smentire!
    Comunque seguo con ammirazione i tuoi risultati. Per ora ho imparato a fare le aste, che per i bambini di prima era già un successo. Spero che non mi boccino già in prima!

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  5. Se Iddio lo vorrà spero di concludere con il mio testo di introduzione allo studio della scrittura nuragica. Ho dovuto farlo tre volte perché i documenti via via crescenti (soprattutto gli ultimi tardi di cui ora parliamo) aprivano degli scenari inediti. E i dubbi diventavano talvolta, con soddisfazione, certezze e le certezze, con delusione, dubbi. Ma ora, anche se ci saranno ovviamente delle novità, il quadro è delineabile non solo per approssimazione. Si tratterà forse di aggiungere ma non di cambiare. Il codice si ripete: quasi per 2000 anni! Semmai si tratterà di allargare il discorso e di vedere quanto i nuragici presero e quanto diedero nella loro magnifica avventura scrittoria. Un discorso che, come sai, è stato appena avviato. Vedere ad esempio quanto del nuragico è egiziano e quanto dell'etrusco è nuragico. Perché la 'griglia di Sassari', secondo me, non era solo degli scribi di Tharros o di Nora ma era anche degli scribi dei santuari dell'Etruria.

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  6. Da oltre due anni guardo le fotografie scattate al masso il 29 dicembre 2013 e più ne guardo i segni più questi sembrano sfuggire ad ogni tentativo di identificazione. Più che ad un solo alfabeto sembrano appartenere a più linguaggi. Nella prima riga (in alto nell’immagine ma la pietra potrebbe anche essersi capovolta ) le lettere sembrano quattro e stupisce quella croce così retta, abituati come siamo a vederla sempre con i bracci inclinati (tipo Sant’Andrea), mentre quella G sulla seconda riga, simile all'iniziale del mio nome che sembra incisa con un normografo, appare sola in quando le altre due, che non si leggono proprio, appaiono essere gobbe della pietra che non è spianata. Un’ultima considerazione: la scritta è inclinata rispetto al bordo della cornice molto ben lavorato.

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  7. Sì per analogia con il segno di quel documento. A parte che non avrebbe alcun senso una 'lamed' in quella posizione bisogna considerare (ho messo la tabella apposita:fig.6) il prolungamento della 'he' lunata (quella agglutinata)di Terralba che tende a dare senso ai tre serpentelli e non a due soli (che non possono essere). C'è un serpentello significativo per ciascuna voce: N(chsh) 'AG/ N(chsh) HE/ N(chsh) NL. Cioè 'immortalità del toro/ immortalità di Lui o YHWH/ Immortalità della luce'. Per l'assunto ho ritenuto sufficiente quell'esempio epigrafico-paleografico ma bada che quel serpente a 'ricciolo' è presente anche nella G (in realtà 'C'), ugualmente prolungata, della lastra di GIORRE (CIORRE) UTU URRIDU di Allai, dove i due serpenti dell'immortalità abbracciano nascostamente il terzo, l'unico realizzato non cripticamente. Comunque, dalla documentazione che si può portare a supporto questa interpretazione è l'unica che dia senso. Se ce ne sono altre ben vengano. Attenzione però: detta interpretazione non è solo di natura epigrafico - linguistico. Il senso è avvalorato (e direi quasi confermato) dal mio ricorso al significato evidente della scritta del concio di Tresnurahes. Chiaro avvertimento su YHWH lì e chiaro avvertimento su YHWH qui. Il dio è predatore e uccide chi non procede cautamente, ma soprattutto cattura e morde chi pensa che non ci sia. Bada che non a caso ho messo per ultime le due foto scattate da Stefano Sanna che contengono due scritte con due sole consonanti. Una si legge da destra verso sinistra e l'altra da sinistra verso destra. Il resto lo vedremo tra non molto.

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  8. Purtroppo devo darvi una brutta notizia. Ieri sono andato a San Giovanni, ai piedi della scogliera il mare davvero a sconvolto il litorale portandosi via tutta la sabbia davanti ai geroglifici. La forza è tale e l’azione del vento tanto veemente che l’aleph contornato dal quadrato si sta lentamente disgregando.

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  9. Non bastassero i vigliacchi che hanno 'martellato' la prima ( la 'resh') di quelle tre stupende lettere racchiuse nei quadrati! Sicuramente dell'azione del mare e del vento avrà sofferto il terzo dei 'cartigli' geroglifici già dalla scoperta appena visibile. E la Sovrintendenza che fa? E gli archeologi che fanno? E le Università 'sempre aperte al nuovo' che fanno? Avete mai sentito una parola spesa pubblicamente su tutte le numerose scritte del Sinis? E poi si lamentano che sono sotto tiro e addirittura minacciati (?!?)dalla gente!

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    1. Professore, poco fa ho scaricato le fotografie che scattai ieri sera, guardandole con attenzione mi viene il sospetto che non sia stato il vento né l’acqua ad aver agito su quella scritta. Spero di sbagliarmi. Domani se mi sarà possibile, farò un nuovo sopralluogo.

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    2. pare anche a me che non sia stata l' acqua , ancor meno il vento..

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  10. Nella pietra rettangolare della spiaggia, ora emersa ora sommersa, le due stanghette centrali della M in alto a sinistra, letta come SHIN con andamento bustrofedico, proprio non si uniscono a formare un'unica lettera e inoltre paiono poco inclinate. Quindi, avrebbe senso esplorare l'ipotesi di 2 lettere separate anche alla luce del ricciolo in basso a sinistra davvero insolito.

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  11. Parliamo di cose serie, molto serie. Ho molta paura per quelle scritte recenziori e per gli stessi geroglifici. Tanto che provo quasi piacere che il mare qualcuna di scritta se la sia ripresa. Cosa fare? Per ora denunciare verbalmente. Come denunciammo la deturpazione della 'resh' quadrettata della scogliera e il tentativo di falso attuato nella cosiddetta 'Sala da ballo'. Se Sandro e Stefano hanno nuove prove di nuovi tentativi di deturpazione li denuncino pubblicando le foto. Altro non possiamo fare.

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  12. Invito tutti i commentatori di questo blog ad astenersi dal commentare articoli pubblicati in altri blog ed astenersi altresì da qualsiasi commento e allusione nei confronti di persone che possano sentirsi offese. Quello che vien detto in altri siti non ci tocca minimamente. In questo blog non si offende nessuno, si discute solo dei temi trattati. Grazie.

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  13. Scrivo alcune riflessioni, sperando che non siano cancellate.
    Intanto ho preso il commento di Francu, al di là dei termini, spiritoso e incisivo e mi dispiace che sia stato cancellato! Credo che il mio linguaggio sia assai peggiore e non mi sono affatto adombrato. Anzi, ho cercato di capire il senso.
    Non uso il mio consueto linguaggio in questo blog, per motivi di accettata educazione. In fin dei conti entro in casa d'altri e per restarci ovviamente accetto le regole. Francu in sostanza mi dice che sono l'ispiratore e aizzatore di MPZ. Allora non ha capito né Mauro, né me!
    Ho qualche potere nascosto, ma questa facoltà proprio, in fede, non ce l'ho proprio!
    E' ben vero che fra un sardo e un cruko in quanto a testardaggine è una bella gara, ma temo di perdere!
    La cosa che davvero mi amareggia è che il confronto così pesante, a parole, avvenga fra di noi, quasi una guerra fra poveri e l'oggetto vero sia sempre più sullo sfondo.Fuzzy!
    Al di la dei toni, emergono cose importanti. Che poi siano anche scientificamente importanti, come si auspica Sandro, non lo so, perché non mi piace scomodare LA SCIENZA come asse portante di un dibattito in un blog che cerca -questo sì lo condivido- di dare un contributo allo stato dell'arte dell'archeologia isolana, che langue, al fine di valorizzare un patrimonio culturale ed anche economico.
    Sostenere argomenti facilmente criticabili penso che ci danneggi. Ognuno sostenga ciò che pensa sia giusto, ma non trascenda se qualcuno glielo fa notare! E soprattutto non si formalizzi troppo se l'osservazione giusta è espressa da cane!
    Per me conta la sostanza. Altrimenti è da sepolcri imbiancati trascurare la sostanza e fermarsi alla forma.
    Sono ultimamente emersi dalla discussione due interessanti argomenti, sui quali sto preparando la mia versione. Uno riguarda il modello di nuraghe su cui sono stato criticato. Cercavo qualche argomento a mio favore e penso di averlo trovato.
    L'altro riguarda il copricapo a cono. Pensavo che l'idea fosse solo di Minoia e Compagnia bella, è invece sostenuta anche da Starfighter -belle le sue immagini al computer, anche se bello non è = a vero!- e poi da Aba che mi ha invitato a guardare un post che mi era sfuggito del novembre passato su Maymoni.
    Allora chiedo tregua, che si può avere per convinzione, non per imposizione come può fare Sandro. Tregua non significa lasciar perdere, ma capire che così nessuno di noi ne trae alcun vantaggio. E' necessario difendere tante cose che, ognuno per la sua disciplina, ha con sudore messo in bella!

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  14. Grazie per aver censurato il mio!!Non ho fatto altro che riportare cose pubblicate su altro blog!!E di aver dissentito su quanto scritto!!Quanto al linguaggio pubblicato si può leggerlo sul blog.

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  15. Restare nel tema , prego! Il tema riguarda la scritta. C'è un articolo intero su quei segni! E c'è un mondo su quei segni. DSono quattro segni che richiamano altri quaranta segni, alcuni di mille anni fa! Coraggio. Perché di tutto il resto, almeno qui, in questa sede, a me non interessa nulla.

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  16. Per restare in tema invece. Se uno vede scritto RF (ERRE -EFFE) in caratteri latini in una parete dell'ipogeo di San Salvatore di Cabras, in una roccia di San Giovanni, in un monile, in un vaso, ecc. cosa mai potrà significare? E se vede scritto AM oppure MA?

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  17. E se vede scritto IAI? Oppure IR? E se vede scritto PSA?

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  18. Chiunque guardi quella scritta può pensare che siano le iniziali di due innamorati che abbiano voluto lasciare le loro iniziali in perpetua memoria; questo pensa Franco Laner, M + V [provenienti da] GLA[SGOW], magari. Potrebbe anche essere, come potrebbe essere che FIAT tra 2000 anni non sia interpretata come acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino, ma come parola latina.
    La più simpatica deturpazione di acronimi però era quella in voga ad Oristano tanti anni fa (ero ancora bambino ed allora la UPIM era una istituzione), e noi ragazzini ci divertivamo a scomporre quell’acronimo dal significato bruttissimo ma in linea con i tempi: “Unico Prezzo Italiano Milano”, in modo alquanto scherzoso in: “Unione Per Imbrogliare Meglio”, visto che oltretutto non sapevamo cosa significasse veramente quella sigla. Certamente dopo 2000 anni dovesse sopravvivere la memoria verbale, non penso che qualcuno potrebbe dar credito a tale significato associandolo ad un grande magazzino. Ecco che, tornando alla scritta proposta dal Porf. Sanna, possiamo tirar fuori tutte le varianti interpretative che vogliamo, fatto sta però, che quei tre grafemi della riga superiore hanno, guarda il caso, un significato in ebraico biblico e guarda ancora il caso, l’ebraico biblico, si sta scoprendo essere la lingua usata in gran parte nella scrittura nuragica, dedicata ad un dio, guarda ri-ancora il caso, di nome yhwh, non quello ebraico ben inteso, ma quello più antico, quello Cananaico.
    Che combinazione!

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  19. Sandro, lascia che ci divertiamo. Gli specialisti di sigle con caratteri arcaici si facciano avanti. Su è così facile! RF, MA, AM, IAI, RVM, PSA, CLN, SLT. Anzi facilitiamo il compito: traducete solo RF!

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  20. Caro Franco Laner, caro Zedda e quanti tifano per le sigle. Vi prego: traducete RF. Perché così, in un secondo facciamo capire cos'è una presunta sigla di una scogliera sepolta per secoli e secoli. Per due millenni e più!

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  21. Siamo in attesa di un affascinante gioco scientifico.
    Che sarà, lo scopone?

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  22. Coraggio ZEDDA se ci sei, come epigrafista degli autorevoli 'rudimenti', batti un colpo sulla tastiera. CHE sarà mai 'RF'? Cosa sono quelle due lettere?

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  23. Mauro Peppino Zedda ha detto...

    Non sono un linguista, ma ho letto Wagner, Pittau, Pualis, Sardella, Dedola, Ligia, Areddu, Alinei, Blasco Ferrer ( a proposito vi avviso che è alle stampe il suo libro sulla lingua dei nuragici), Alinei mi ha convinto più di altri e penso che gli studi di Areddu possono essere collocati entro il paradgima di Alinei, e che abbiano il conforto degli studi di Archeogenetica.

    Sugli studi di Gigi Sanna, non sono un paleoepigrafista dunque non posso entrare nel merito, però visto e considerato che in Sardegna a partire dal XIV-XIII secolo sono arrivate genti levantine è verosimile che quelle genti abbiano portato anche la scrittura.

    PS: faccio notare , come ho già detto altre volte, che non ci sarebbe persona più felice di me (in onore a Sardella)se si dimostrasse che i nuragici erano sumero-accadici parlanti, ma allo stato attuale delle conoscenze mi pare più verosimile la pista indoeuropea.

    22 maggio 2010 01:54

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  24. Ecco bravo, ci sei cascato! Tu solo come epigrafista non conosci quello che sanno tutti gli epigrafisti. Il contesto. Un famosissimo contesto. Noto ormai in tutto il mondo. Fatelo dire da qualcuno che conosce almeno un po' l'archeologia e la cultura religiosa del Sinis. Bai a marrai cupetta! E che il Dio 'su merre', ti 'salvi' e ti 'guarisca' dalla follia di voler fare scienza dove non puoi! In 'facebook' dove ho fatto la domanda ai miei amici essi hanno detto quasi subito cosa vuol dire 'RF'. Senza bisogno di contesto, comprendendo subito dove volessi parare. Come ci sono riusciti? Semplice: hanno cercato con modestia dove solo potevano cercare non avendo i 'rudimenti'. Spero che tra le righe abbia afferrato dove puoi trovare il contesto della salvezza. Ma stai attento! Tra poco ne forniremo un'altra ancora più bella di ...sigla degli innamorati. Per la quale potrai sbizzarrirti nelle sciocche titolature del tuo Blog, altamente scientifico dato lo specialista... 'rudimentale'.

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  25. Questo a mio parere è squalificante, da cartellino rosso scientifico, sconcertante e imbarazzante per uno che insiste nel dire che lui anche se fa qualche sbaglio grammaticale...bla bla...comunque si basa su basi scientifiche e attenzione attenzione rincarando la dose, con un ...anche l'accademia internazionale non riconosce il lavoro di Sanna Su Maistu, non continuo sennò mi altero e te ne dovrei dire tante ma tante...sai.
    Stai facendo perdere tempo alla scienza e a chi ne vuole usufruire.
    Devo aggiungere qualcosa in sua difesa, si comporta esattamente come l'accademica dei nulli che invade e prevale la Sardegna, MPZ-D.
    Quella D ve la dovete ancora guadagnare, molti credimi ma non solo in Sardegna ma nche a livello internazionale, poichè lontani dalla più semplice realtà, i Sardi erano e sono Cosmopoliti, sono le menti bacate degli stipendiati per leggere la storia e raccontarla al mondo, cioè noi, gli eterni studenti.
    Verrà il giorno che dall'oscurità scientifica Europea, Internazionale, Gratzias Aba de su postu subra Sweden.
    Po torrare a su contu chi deo dae paritzos annos soe narande chi cussa es s'HIstoria manna de su mediterraneu dhe SardYnna. Ata a bessire a campu cussa Lamina dhe Horo inue best su Sardu Toro.
    No es solu in cussa foto dhe tre miza annos es propriu umpare, fintzas si azicu in disparte, namus atesu, ma es su cuntrariu meda dhe su Sardu Toro, ka issu es tundedu tundedu de carena e de Conca, Su Sardutoro este unu Gigantinu, Korros in Conca e punnale a gamma in su Koro.
    Gianni Canu Amadore.

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  26. A Cabras lo sanno anche i muri, anzi soprattutto i muri, cos'è quell'apparente RF; se non altro perchè una volta l'anno sono tutti lì! e di corsa

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  27. Sì, lo sanno tutti. Tranne Zedda che meschinamente cerca di prendere per il culo proprio quelli che dovrebbe rispettare. RF è come RP (variante alfabetica per richiamare meglio il suono del 'pe' semitico); RF è esclamazione come IAI; RF è grido come 'ASH; RF è testimonianza epigrafica di YH come lo è YH ISH. Dobbiamo continuare con costui che dice di essere 'immensamente meglio di quanto lo dipingiamo'? Cioè di animo buono quanto nessuno mai?. E che, pur essendo quello che è, uno zero assoluto dal punto di vista scientifico, del tutto incapace di usare la dialettica, si permette di trinciare giudizi mostrandosi maestro a tutto il pianeta? E per giunta tentando di prenderci tutti tutti per il culo?

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  28. Il nostro antivirus ha di recente eliminato in questo areticolo il commento di uno “ZORRO” che parrebbe conoscitore della lingua albanese, che pensava di entrare in questo blog con gli stivali sporchi di אדךהמ.
    Fatto molto strano, che si ripete ormai da lungo tempo in questo blog, ereditato però da Monte Prama blog, è l’intervento in termini canzonatori, da parte di personaggi conosciuti e sconosciuti, in merito all’epigrafia nuragica, per la quale questi, NULLA hanno da opinare, essendo alquanto digiuni di quel che riguarda il bagaglio epigrafico nuragico, che si rifà ad alfabeti e modalità scrittorie rilevate in contesti documentati in altre civiltà e ben lungi da essere archiviati (tali dati) nella mente di costoro, che nulla hanno letto di pertinente.
    Questi personaggi ritenendo inesistente, a priori, la scrittura nuragica si arrogano il diritto di dileggiare un serio studioso che, forte di innumerevoli attestazioni epigrafiche interpretate con carattere scientifico, porta avanti con mero metodo filologico lo studio comparato della scrittura nuragica.
    Detto ciò, perché questi personaggi conosciuti o sconosciuti che siano, non si confrontano in altre discipline che qui vengono trattate? Si ha PAURA forse di far brutta figura lì dove obiezioni che possono sembrare di alto livello, vanno a scontrarsi con un muro di dati inopinabili?! E’ evidente che risulta a questi, più facile fare obiezioni di BASSO profilo in ambiente meno rigido, pensando di strappare, a livello goliardico, ilarità infantili in chi legge (poveri!).
    Perché costoro non si confrontano con dati topografici, astronomici, architettonici e modellazione 3D, archeologici e antropologici, visto che il sottoscritto né ha dato di recente l’opportunità in un articolo che investe tutte queste discipline? E’ più facile attaccare l’epigrafia lì dove risulta astrusa per menti semplici, che si limitano al conosciuto, piuttosto che entrare in un dibattito dove la rigidità di dati concreti mal si presta alla opinabilità e infine al dileggio.
    Ma con rammarico penso che per questi personaggi la “postierla” di Murru mannu rimarrà tale, benché corrano il pericolo di scivolare sul suo ripido pavimento e stampar la fronte nel suo architrave nell’uscir da quella.

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  29. Prosima volta mi preseto con nome cognome la residenza e con la traduzione e tutti i dati necesari per fare un confronto

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