La rubrica di Maymoni

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domenica 22 maggio 2016

UNTORE BLOG. L’UNIVERSITA’ SAPEVA MA NULLA HA FATTO PER FERMARLO. ANZI. ECCO LE PROVE (LA PRIMA).

di Gigi Sanna

Le Università di Cagliari e di Sassari sapevano chi era l’Untore. Ne conoscevano bene la ‘scrittura’. Sapevano cioè chi era  il cagliaritano arrestato per tentato duplice omicidio e denunciato per calunnia e diffamazione, attuate reiteratamente, attraverso nomi fasulli, in vari blog godenti dell’assoluto anonimato perché operanti su piattaforme web americane.
Eppure nulla hanno fatto per impedire che un vero e proprio mostro ‘letterato‘ ed esperto di comunicazione a scopo criminale imperversasse e continuasse a imperversare. per anni e anni, colpendo a piacimento e sempre di più  archeologi, studiosi di varie discipline, docenti universitari, giornalisti, amministratori di Comuni e  di Fondazioni.  
Le prove? Le hanno (o le avranno) la polizia e i magistrati se solo osserveranno chi sono i pochi o pochissimi che sono entrati con post a commento per agevolare, in qualche modo, il suo modo orrendamente truffaldino per mettere in cattiva luce questo o quello.
   Ma le prove ‘private’ le abbiamo anche noi. Ricordate il ‘primo tempo’, ovvero il primo tentativo (andato a vuoto)  all’Università di Medicina di Sassari per impedire, tramite la nota famigerata lettera di Maurizio Feo (indirizzata al Rettore Attilio Mastino e da noi integralmente pubblicata), che tenessimo il Seminario interdisciplinare sulla scrittura (nuragica e in generale) e l’elaborazione dei simboli dalla e nella mente?
    Ebbene, quel tentativo, come il secondo (andato purtroppo, stavolta quasi a buon fine) fu architettato giorno dopo giorno, articolo dopo articolo, dall’Untore’ con l’aiuto di quella parte dell’Università retriva, negazionista ad oltranza,  che non intendeva cedere minimamente (prove o non prove) in tema di esistenza della scrittura arcaica sarda e che non voleva che il sottoscritto fosse ulteriormente legittimato dal mondo accademico (in nessuna parte di esso e in nessun luogo di esso)  con lezioni o conferenze, come quelle che, come tutti sanno, ci furono negli anni precedenti, addirittura di caratura  ‘internazionale’. Del secondo tentativo è inutile il parlarne perché è storia tristissima di questi mesi e questi giorni e non è il caso di ripetere quello che già è arcinoto.
    Ma non tutti ricorderanno i pretesti che, in un articolo folle, furono accampati dall’Untore (in combutta  con altri ancora) per impedire il regolare svolgimento del Convegno a Medicina: fantasia e inconsistenza degli studi del sottoscritto e della dott. Maria Rita Piras (studiosa e docente apprezzata della Facoltà di Medicina), non riconoscimento di essi sul piano nazionale e internazionale e, soprattutto, uso di locali pubblici (Aula Magna) pagati dai soldi dei contribuenti per incontri bufala e di nessuna valenza scientifica.
    Nei pochi post a commento di quegli articoli 'inno'  alla diffamazione dell’ormai (sembra)  individuato 'Untore'  però ce ne fu uno che mi turbò particolarmente (anzi mi addolorò)  perché una docente dell’Università di Cagliari, con la quale tenevo da tempo un rapporto epistolare d’amicizia, improntato alla massima correttezza e alla cordialità, appoggiò ipocritamente, con mia sorpresa, l’iniziativa del diffamatore, bocciando apertamente, nella sostanza, l’utilità del mio intervento e dello stesso Convegno promosso dalla dott. Piras e dalle sue assistenti. Risentito per lo sgarbo chiesi subito spiegazioni che qui riporto  quasi per intero, omettendo, ovviamente,  le frasi che possano svelare in qualche modo la sua identità:
‘ Cara M…
Vedo che sei intervenuta  sul Blog di quel criminale di Ainis (l’anonimo che non ha fatto altro per anni - mica mesi e giorni! – che gettare addosso sterco sul sottoscritto cercando di fermarmi: figurati!)….Ho risposto a X (è l’unico che si firma, purtroppo!) sull’espressione  ‘famigerato Gigi Sanna’, roba da codice penale, e lui mi ha chiesto scusa, anche perché non sa niente di me. E allora perché scrive a ruota libera? Puoi capire bene perché. C’è il solito motivo della solidarietà, cercata disperatamente, a chi spara da dietro il muretto a secco, perché una certa ‘ricerca’ pizzica assai, anzi fa molto male. Ora vedo che anche tu …sei entrata in quell’arengo bestiale dove chi non è d’accordo con quello psicopatico viene riempito subito d’insulti (imbecille è il titolo più benevolo)….. Ma ti faccio una domanda schietta ora che è esploso il bubbone di Sassari. Cosa ne pensi? Mi ritieni un ciarlatano e un falsario? Uno che deve essere bandito dall’Università quando vengo invitato perché la disonoro? Dimmelo con franchezza perché è una domanda che sto facendo a tutti (ai docenti universitari soprattutto, a quanti (i più) se ne stanno alla finestra e aspettano non so che cosa!) Se si pensa a 150, a 200 o mille firme per respingere con la ‘scienza’ quello che vado dicendo, io posso anche avere il consenso ‘popolare’ e anche di una parte del mondo accademico che medita su quello che affermo, ma non ho la corazzata Repubblica e nemmeno uno come Carandini. Io ho solo i miei (e vostri) 130 documenti come difesa e solo quelli. E, se vuoi, la mia professionalità di 50 anni di studi, anche nel mondo universitario, matti e proprio ‘disperatissimi’. Figurati quanto contano per chi mi detesta! Per chi addirittura dice, anonimamente o non, che sono un truffatore e un falsario! Ciao, con sconforto immenso.
Ed ecco la risposta :
Caro Gigi,
Credo che anzitutto nel caso di Ainis non si tratti di pseudonimo, ma è irrilevante. Conosco bene il suo linguaggio, ma conosco anche quello di B….Non so niente di scrittura nuragica né mi intrometto. Non so che competenze ci vogliono per sostenerla o confutarla….Auguri per le ricerche. Vorrei poter leggere anche la lettera ricevuta da Mastino …Non caricherei troppo Ainis della responsabilità di quello che è successo. Ma soprattutto non coinvolgerei scolaresche nella discussione di argomenti controversi che fanno presa sull’immaginazione di persone troppo giovani e impreparate. Ancora auguri e un cordiale saluto da M.
Non continuo perché chi mi dice ‘caro’ non risponde alla domanda di fondo, non offre quella risposta che avrebbe potuto  rivelare se lo ero veramente. Preferisce parlare abbondantemente d’altro. Ho omesso di che cosa (una tematica con ideologia ‘giacobina’ mai palesata prima nella corrispondenza ) perché altrimenti chi corrisponde ci diventa facilmente individuabile. Ma quello che importa è detto nelle prime righe. Infatti, Ainis non è uno pseudonimo: è un nome ben preciso di un protagonista di un romanzo  (quello che solo dopo abbiamo conosciuto!) del sedicente Untore.  E la nostra M. ci dice papale papale che conosce ‘bene’ quel ‘linguaggio’ e cioè che conosce ‘bene’ anche l’autore di quel linguaggio! Sì…non bisogna ‘caricare troppo’ Ainis della responsabilità’ di quanto è successo (o meglio, per fortuna, non successo). Poverino e poveraccio! Quanto poi alla tutela sui minori (i 'troppo giovani')’, ovvero i liceali,   gli studenti  degli Istituti Superiori e  quelli dell’Università) lascio giudicare a voi. Meglio non averla la ‘immaginazione’ oppure averla a senso consentito.    
Ora  pensate voi che davvero l’Università (non solo quella ‘giacobina’) non conoscesse chi era Ainis? Che non conoscesse l’autore di un certo caratteristico linguaggio riconoscibile fra mille? Pensate davvero che l'Untore dai mille nomi  agisse in segreto o fosse invece, in certi ambienti, il segreto di Pulcinella? Uno che forse (o senza forse?) aveva regalato ai suoi amici ‘giacobini’ il romanzo con il nome del protagonista Gabriele Ainis per far vedere agli ‘amici’ quanto era ‘balente’ alla macchia e quanto ci prendesse per il culo?
Se dunque l’Università conosceva il lestofante, se soprattutto archeologi, antropologi, giornalisti, politici e scrittori di romanzi lo conoscevano (e bene), cosa hanno fatto per fermarlo? Nulla. Nulla di nulla. Anzi si sono serviti dei piccoli (e piccole) mostri per farlo diventare ancora più mostro. E chi sono allora, pensandoci bene, i ‘veri’ mostri? I ‘mostri’ dell’intolleranza e della violenza?   


8 commenti:

  1. Non so in quanti sapessero; sicuramente nei circoli degli scrittori quei due romanzi, "Neri per Celesti" e "Roch" con protagonista Gabriele Ainis, non potevano essere sconosciuti. Non ci credo neppure se lo giurano, impossibile. Prima di tutto perchè sono ben scritti, tragici e con un certo humour nero e accompagnati da una biografia dell'autore che non può essere passata inosservata.
    Sicuramente nessuno ha mosso un dito per fermarlo, basterebbe la sostanziale assenza di una qualsivoglia aperta condanna di quei metodi, se non qualche debole gemito quando sono state toccate alcune persone o categorie di persone.

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  2. Credo che in molti conoscessero 'quella scrittura' e si divertissero un mondo per l'audacia di una persona spregevole che 'gambizzava' in clandestinità protetta ora questo ora quello. Figurarsi gli applausi! Solo quando si è saputo dei romanzi abbiamo capito tutto o quasi tutto. Il gioco pazzesco, basato sul cinismo più spinto e sull'arte del depistaggio, per far fuori una parte 'politica' sgradita. Gianfranco Pintore aveva compreso subito tutto (ma allora si giocava ancora nella penombra e non nell'ombra) circa la la matrice politica violenta e manichea di una certa opposizione. E la contrastava con la sua penna magistrale e con il suo apposito 'Blog contro'. Violenza acuitasi sino alla denigrazione perché anche Gianfranco era uno 'scrittore', un bravissimo scrittore e un formidabile intellettuale, da 'far fuori' perché pericoloso, non allineato né linguisticamente né ideologicamente. Anzi era un traditore, tanto traditore della sinistra da augurargli che 'crepasse' (tutti ricordano l'esternazione vigliacca e disumana di Ainis) quando lottava tra la vita e la morte. Un giorno, cara Atropa, credo che si farà la storia sulla sinistra deviata (giacobina) in Sardegna, sul suo tentativo di 'egemonia' della cultura, sul suo antisardismo viscerale (praticamente, durante il regno Ainis, non c'era nessun 'sardista' scrittore che non fosse sotto tiro) e sullo sforzo di condizionare in ogni modo (soprattutto con la stampa) la 'politica' in Sardegna. E se non era possibile eliminare i 'mitopoietici' bisognava in qualche modo resistere, resistere, resistere. Anche con mezzi non leciti. Naturalmente non tutto è così 'lineare' e tanto semplice da interpretare. Bisogna aggiungere nel calderone politico le meschinità, i 'veleni' e le rendite di posizione di una certa parte invecchiata dell' Università, patologicamente chiusa, quella de 'is de nosu', sempre con la puzza al naso e diffidentissima se non nei confronti dei pochissimi pazientissimi per fare la fila e attentissimi alla proscinesi. E bisogna aggiungere anche la sostanziale stupidità nel pretendere di voler rendere stabile nel mondo scientifico quello che per la natura stessa della scienza stabile non può mai essere.

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  3. Ma l'Untore chi è ?
    Sergio Abis a gennaio è stato rinviato a giudizio solo per bancarotta fraudolenta.
    Non ho trovato la pubblicazione di altri rinvii a giudizio.

    http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/01/26/oristano_sergio_abis_rinviato_a_giudizio_per_bancarotta_fraudolen-68-462152.html

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  4. Vedo che la Dottoressa è sensibile a certe tematiche più di altre.
    Elude le mie domande dirette con la scusa che io non sono laureato in archeologia, come se l’intelligenza avesse bisogno di un titolo per essere onorata e cerca invece di inserirsi in un argomento doloroso, con domande retoriche che altrimenti solo una mente miope potrebbe formulare; a meno che abbia non letto tutto il pregresso della vicenda.
    Ma potrebbe anche aver ragione a domandarci “l’untore chi è?” Perché dietro quella che sembra una domanda provocatoria, potrebbe esserci il fondo della verità. L’untore potrebbe non essere una persona fisica, ma una corporazione della quale è stata scoperta solo la parte fisica, per così dire: il legale rappresentante, che legalmente si è assunto tutte le responsabilità civili e penali assieme a quei chierichetti che in quel momento con lui officiavano il rito.

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  5. Ciao Sandro,non vorrei sembrarti provocatorio,ma neanche io so chi è l'untore al quale fate riferimento.Ho capito il problema tipico dei sistemi che vogliono affossare verità o persone scomode.

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    1. Sei rimasto ibernato per gli ultimi 2 anni? :)
      Guarda, la vicenda è così penosa che meno ne sai e meglio stai. Ma la conoscono perfino i Sardi che vivono qui, non so davvero come tu faccia a non conoscerla; è stato l'input per la nascita di questo blog dopo che io e la mia collega abbiamo chiuso il nostro, proprio a causa di quella vicenda.
      Che tra l'altro va avanti dal 2010-non da 2 anni soltanto. Ho un dossier che non mi entra nel baule della macchina (si fa per dire)

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    2. Buondí Belladonna,vi ho conosciuto nel momento del trapasso di Monti e nascita di Maymoni.Ho capito quello che succeddeva a grandi linee,anche perchè a volte causa linguaggio criptico e il dialetto non riesco a capire tutto.Non importa anche perchè alla fine dei conti dell'untore non me ne frega niente e niente può fare il suo ungere........Sarò noioso nel ripeterlo,ma a vivere in un piccolo paese ti fai il"carapace" perchè il potere tI unge e ti priva dei tuoi diritti quotidianamente con l'arroganza che lo contraddistingue.Alla fine...........Salüi

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  6. I piccoli mostri (i realtà i veri mostri) senza l'Untore non ce la fanno. Anche perché sono vigliacchi. Cioè non ce la fanno senza uno che goda delle rendite di posizione dell'anonimato di uno psicopatico criminale. Vi ricordate il casino messo in atto, oltre a quello di Sassari e del De Castro, a Cabras per non farmi parlare? Per l'aula messa a disposizione per la festa di Maggio degli Istentales? Tutte alule 'pubbliche', tutte aule pagate dai contribuenti! Il criminale allora dirigeva l'orchestra dei peti e delle pernacchie e il coretto batteva la grancassa. Guarda guarda, a Olmedo (aula pubblica anch'essa) tutto è andato senza che volasse una mosca. C'era l'Università e c'era il sottoscritto. E indovinate perché. Il nostro vignettista franco Tabacco lo ha fatto capire, qualche mese fa, con una vignetta magistrale. I topi sono topi.

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