SEMIOTICA NELL’ABBIGLIAMENTO
SA ESTE
Di Giancarlo Casula
6 - GENTI E COSTUMI ROSSO PORPORA
rollas,
rollinas e murrales,
peales
e cannittas po mantennede sa ruge
………punt’e
ruge, punt’e filau, puntu ‘e trese
Non era un capo ricco ma le sue caratteristiche dovevano essere
l’eleganza, la sobrietà e la leggerezza.
Concetti e
valori che vengono ribaditi in ogni parte del mondo nella giornata cui si
celebra l’impegno del matrimonio.
Sa este contiene tuttavia il simbolismi
sacrali legati al vincolo matrimoniale:
-
l’azzurro
rappresenta l’uomo
-
il rosso è la
donna
-
il giallo è il
ricamo che si inserisce fra questi due colori simboleggia il vincolo
matrimoniale e sancisce la spiritualità di questo unione le trame orizzontali
sono l’auspicio di una famiglia numerosa fatta di
-
femmine (trine
dorate)
-
maschi (trine
argentate)
Seta
e tessuti trasmettono alle donne energia e sensazioni, evocando ricordi,
provocando desideri ed emozioni. Era la magia del colore che dava suggestioni,
ma che racchiudeva profondi significati, fino a diventare l’essenza stessa
delle cose. Era però il giallo della seta che rappresenta la luce di Dio,
quello che marca il disegno dell’abito, faceva da cornice ad ogni bordatura e
che illuminava ogni ricamo. Lo splendore del giallo era aumentato dal binomio
giallo-oro e giallo-limone, che si realizzava frapponendosi sempre fra due
colori diversi. L’azzurro ed il nero delle bordature, così come i drappi dei
broccati e dei damaschi si inserivano, ogni volta, nel costume, con una cornice
di seta gialla. Questa, evitando che i due diversi colori arrivino in contatto
diretto, con un effetto sorprendente, ne aumenta lo splendore. L’abbinamento
rosso-azzurro veniva esaltato dalla lucentezza del giallo. Come la luce del
sole, il giallo da vitalità agli altri colori e, poiché la sua caratteristica è
l’immutabilità, esso è simbolo di
forza, resistenza, incorruttibilità e di immortalità. Il giallo è, in
definitiva, nel costume, il colore sacro che rappresenta la ricchezza morale e
la luce di Dio.
Caro Casula,
RispondiEliminala ricercatezza nell’esprimere semplicità monumentali del Sardo Tempo Vissuto, leggo quale testimonianza (insieme alla sapiente descrizione) essere il tema trattato, l’esito finale d’una molto ampia serie di millenni, lungo i quali la tradizione si è compiuta, attraverso aggiustamenti, ritocchi, miglioramenti nella ricerca, pacata e al tempo spasmodica, dei colori che meglio esprimono stato d’animo, significati e speranze! Un risultato che fosse perfetto ed inamovibile agli occhi della società e di Dio!
Una Società, quella degli Antichissimi Sardi della più lontana Antichità, talmente complessa, nel suo sviluppo sociologico che coinvolgeva milioni di individui amanti d’un Amore Infinito la propria Terra che, al massimo della sua evoluzione, era in grado di generare un sontuoso (ancorché “normale”) abito della Sposa, ch’era nulla più che una elevata Espressione Spirituale! Grazie d’avercene dato conto!
mikkelj