SEMIOTICA NELL’ABBIGLIAMENTO
L’ASTRAZIONE DEL SEGNO
Giancarlo Casula
ovrettos,
orrosolos e tesones
manefide,
dominariu e matripellas
cancios, buttones de prata e de oro……
La mancanza del segnale è uno degli elementi forse più importanti e più complessi del codice. Senza la presenza del segno emerge la sua assenza. Le considerazioni che si fanno circa l’elemento assente valgono simmetricamente per l’elemento presente. L’astrazione del segno è per certi versi, il segnale più elaborato, più meditato e più sofferto.
La donna, normalmente, non decide di impeto ma attenua l’emotività del momento evitando di rimarcare i segni di gioia o di dolore, di vanità o di delusione, cercando una sobrietà proporzionata alla circostanza ed al momento. Il segno e la sua mancanza sono i poli su cui si articola, in tutta la sua complessità, il valore espressivo del vestito. La mancanza del segno rappresenta anch’essa una precisa presa di posizione positiva o negativa. Per esempio se c’e’ un evento lieto nel parentado (una nascita, un matrimonio, una festa), la donna può trasmettere le sue divergenze ed il suo distacco vestendo al rovescio palettas, cippone, cammisedda e saucciu. Nascondendo ogni ricamo, esprime la sua opinione, che è di dissociazione o di protesta, oppure un segnale che rivela l’esistenza di altri problemi trasversali che non la possono rendere partecipe a quell’evento (malattie o preoccupazioni, luti vicini e lontani, vincoli legati a s’arèu, ad amicizie ecc.).
L’assenza del segno, al contrario, può anche voler rappresentare un gesto positivo come il sostegno, la partecipazione o la solidarietà. E’ il caso in cui la donna, nascondendo i ricami e colori luminosi, propri di un evento felice, notifica la solidarietà verso una parente, un’amica o una vicina che versa in disgrazia.
La complessità del “non segno” è anch’esso un segnale importante ed è tale da trasmettere, immediatamente, alla collettività un messaggio di alleanza o di dissenso, d’amicizia o di rancore, di felicità o di dolore, nel modo più chiaro, comprensibile e plausibile. Il non segno può essere la risposta più espressiva e più chiara alle domande della collettività. Ma anche la dimostrazione di come l’astrazione del segno possa essere, in certi casi, più potente del segno stesso.
Ma l’astrazione del segno, per quanto possa contenere i grandi significati di solidarietà e di diplomazia, di sostegno e di partecipazione, di dissenso e di emancipazione, rappresenta, comunque, una forma “laica” e “politica” di comunicazione. Il rapporto con Dio avviene, viceversa, sempre attraverso il segno. E’ così che la donna, si presenta (a “cara ona”) nei riti religiosi più importanti della propria vita ma, soprattutto, nel giorno della morte.
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