La rubrica di Maymoni

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domenica 1 gennaio 2017

Auguri a me, a te, a lei, a lui. Auguri a voi. A loro. Auguri a tutti noi, alla Sardegna, alla lingua sarda.

Francu Pilloni


Perché questo titolo?
Mi è tornata in mente mia cugina dei bei tempi passati quando, a otto anni, io frequentavo la terza elementare, mentre lei navigava in quarta, pur avendo tre anni di più. 
Un giorno mi diede una dritta per aiutarmi a comporre i temi in classe: è facile – mi disse -, basta che tu ripeta il titolo all'inizio subito dopo "Svolgimento", e poi finisci allo stesso modo perché, se hai scritto largo, già ne hai fatto mezza pagina senza sforzo.
Allo stesso modo, il mio post: mi sa, mi sa che la metà sta nel titolo.

L'altra metà mi viene dal pensare alla notizia secondo la quale la Regione pare che abbia incrementato sino a 750 mila euro la disponibilità per le scuole che hanno presentato progetti per portare nelle classi l'insegnamento della lingua e della cultura sarda.
La prima considerazione sta nelle dimensioni dello stanziamento, rivolto all'estremo tentativo di salvare la nostra lingua (quella che si parla in ciascuna realtà, ha precisato l'assessore Firino ad Assolo), in relazione al bilancio regionale che ammonta a oltre 7 miliardi di euro. 
In percentuale, quella somma rappresenta lo 0,0001 del bilancio complessivo, vale a dire un decimillesimo.
Per comprendere meglio, se un lavoratore percepisce mille euro netti di stipendio mensile, è come se, con quella percentuale, mettesse da parte 10 centesimi al mese per salvare qualcosa che gli sta tanto a cuore.
Se fossi un infermiere, se non proprio un medico, paragonerei l'intervento regionale per la salvaguardia della lingua sarda a una sorta di terapia antidolorifica, solitamente riservata ai malati terminali.
Non sto accusando nessuno in questo giorno di festa; dico solo che mi rassegno a considerare la nostra lingua alla stregua di un gioiello che si è perduto, che è finito nell'onorevole cimitero dei cimeli delle battaglie perdute, dove giacciono i rottami di un'antica cultura.

Oggi però, usufruendo della dritta che mi allungò mia cugina in tempi ormai lontani, termino con gli auguri a tutti: a me, a te, a lei; a voi e a loro; a noi tutti, esclusa solamente, per pudore e per riguardo, la dolente lingua sarda.

3 commenti:

  1. Bonn'annu nou cun saludi e cun prexu a tottus.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Lo sforzo della regione sarda è veramente encomiabile....come presa per i fondelli-Augurios mannos e galanos a chi nos cherete bene.

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