La rubrica di Maymoni

Informazioni e invio articoli

martedì 5 novembre 2019

Di tutte l'erbe un fascio.


Imagen
di Sandro Angei

La conferenza-dibattito “STORIA, MEMORIA, IDENTITA' E MERCATO – Uso e abuso pubblico della storia e dell'archeologia”, tenutasi ieri in Oristano nei locali dell'Hospitalis Sancti Antoni, è stata edificante... in tutti i sensi. Da un lato ho assistito alla spiegazione di uno storico a riguardo della “memoria europea” e del contrasto che si può avere in seno all'Europa a riguardo del fascismo e del comunismo visto da due diverse realtà storiche che hanno vissuto quelle ideologie. Dall'altro, è stato edificante per me, scoprire che a tutti i livelli vi sono spiegazioni serie e intelligenti (che si possono più o meno condividere, bene inteso) e... spiegazioni.
In queste ultime, senza il minimo discernimento di ciò che si andava a criticare, si è fatto di tutte le erbe un fascio: scie chimiche, extraterrestri, Atlantide, Voyager, Shardana e scrittura nuragica. Che bel modo di procedere. E che bel modo di esporre le obiezioni (?), almeno per quanto riguarda la scrittura sacra nuragica e i sigilli di Tzricotu. Obiezioni basate sul nulla, cavalcando l'onda del risibile, all'insegna di “son tutte stupidaggini”, sull'enfasi del ridicolo senza spiegare, benché in maniera minima, il “perché” delle obiezioni... e tutti lì a ridere, quasi a esorcizzare “la fantarcheologia, questo demone”. Che questo appellativo – fantarcheologia - venga attribuito a scie chimiche (cosa c'entrano poi con la fantarcheologia le scie chimiche me lo devono spiegare per benino), teorie extraterrestri e civiltà atlantidea, ci può anche stare, perché basate praticamente sul nulla o quasi. Discorso ben diverso è quello della scrittura nuragica che il Dr. D'oriano affronta in modo piuttosto superficiale direi (ma è un eufemismo il mio); perché lo studioso è per nulla documentato sul tema “Tzricotu”, tant'è che si limita a passar per verità assoluta ciò che il suo collega medievalista (P. B. Serra) espose nell'ormai “famoso” studio sulla matrice per mòdani atti, secondo lui, alla realizzazione in serie di guarnizioni di cinture da parata in epoca altomedievale; ed espone al pubblico ludibrio la ormai famosa diapositiva che confronta il sigillo di Tzricotu col puntale del fodero di spada da Castel Trosino. Naturalmente nessuno poteva cogliere in pochi secondi che la forza della indiscussa (?) dimostrazione sulla natura medievale del reperto fosse del tutto inconsistente, visto che le decorazioni non tornano con la postura dei due reperti. A proposito di decorazioni, una perla: tutta l'assemblea in coro ha risposto “DECORAZIONI” alla domanda di rito “Cosa vi sembrano quelle all'interno della figura? E non poteva essere che così, visto che la domanda era un tantino tendenziosa, rettorica e rivolta ad un pubblico perfettamente digiuno di quel tema. Di certo se metti il sigillo di Tzricottu con la curvatura in giù per equipararlo al puntale da Castel Trosino, noti un bel giardino con tanti alberelli foliati, però per vedere alberelli foliati nel reperto medievale, è necessario che questo sia orientato con la curvatura verso l'alto. In questo caso, però, mi viene difficile pensare un fodero di spada con relativa lama inguainata, indossato a punta in su, un po' perché il gesto nello sguainare l'arnese sarebbe stato meno ergonomico, ma motivo più ostativo: la spada sarebbe caduta per forza di gravità. A meno di non inventarsi un congegno a scrocco. E tutto questo per evitare che l'immancabile sarcastico cavalier di turno potesse chiedere al suo parigrado, che foggia fosse quella del puntale del suo fodero. Ci voleva nulla a provocare un duello alla risposta: “Messere, non rimira? Sono alberelli!” Al che quello poteva controbattere “Messere, così come suolsi porla, l'arma vostra non puote farmi rimirar bucoliche fronde d'alberi!”. Di conseguenza a scanso di sbudellamenti e amor delle interiora, si pose il fodero a punta in su.

Tutto questo per privilegiare l'aspetto iconografico a dispetto dell'uso e della postura dei due oggetti.

Un bel guazzabuglio quello della spiegazione medievalista del sigillo di Tzricotu, che tutto ha tranne che applicare quel metodo scientifico con grande sventolio sbandierato. Però, lì per lì, chi ascoltava non poteva di certo fare 2+2, per tanto l'intelligenza è passata in cavalleria, con buon pro del relatore che si è beccato una bella sfilza di applausi accompagnati da risolini di prona approvazione. Nulla da obiettare in tal senso, visto il livello audente che, di certo, poco o nulla conosce del tema “scrittura sacra nuragica”. Per tanto chi ha assistito con cognizione di causa (ben pochi in verità) ha avuto la sensazione di esser capitato, in quel dato momento e quel dato tema, in una congrega (in senso buono) di proseliti.
In sostanza mi è parso di capire che il tema scrittura nuragica non fà breccia in certi sistemi neuronali per via di un fuorviato recepimento del messaggio che intende questa, quale scrittura laica.
   Chi ha mai parlato di una scrittura laica nuragica. Si è sempre parlato di scrittura sacra nuragica e d'ora in poi, fatemi la cortesia, quando si parla di questo tema non si pensi, si dica o si scriva “scrittura nuragica”, ma si pensi, si dica e si scriva “scrittura sacra nuragica”.

Per saperne di più su Tzricotu: Il sigillo A1 di Tzricotu: matrice per modani medievali? No, modello per matrici nuragiche! Una indagine

11 commenti:

  1. Che tristezza,signor Angei,penso che per lei assistere a questa conferenza sia stata una gran pena.Non rieco a capacitarmi come mai ci sia tutta questa ostilità sia verso la scrittura nuragica che sulla tesi di Atlantide.Com'è brutta la diffidenza e l'ignoranza dei così detti esperti!

    RispondiElimina
  2. No Signora Grazia, nessuna pena ho subito anzi, come ho scritto su facebook in risposta ad una amica che, pure lei ha scritto: “Sei andato per rovinarti il fegato?” rispondendole: “Macché, è stata una goduria. Si rimane sconvolti nello spirito e sconquassati nelle membra nel trattener le mandibole che tendono a sganasciarsi dalle risate, quasi una rivelazione mistica, direi. Sentivo l'acquolina in bocca; pregustavo già le frasi di questo articolo, quasi un onanismo mentale. Che bella esperienza!”.
    Ecco qui non dirò le stesse cose (?), però rispondo che le assicuro di aver dormito un sono tranquillo all'idea che, se l'opposizione alla scrittura sacra nuragica si riduce a quello affermato in conferenza dal funzionario della Soprintendenza Archeologica, possiamo dire di buon grado di essere su un gradino un tantino più alto. Non si può in una conferenza esporre un tema come quello al quel modo, sull'onda del puro dileggio, mica si era al bar!

    RispondiElimina
  3. O Sa', lassaddu in su 'furrungoni' cosa sua. Si unu narat a sos amigos de rebotta. E ite sunt custas? Ello ca nono! Decoratziones ebbia! E si su matessi pregontat apustis a sos chi irrient a iscracagliu e a lambrigas: 'E chie seo jeo? Ello ca nono! Unu zullare mannu mannu ebbia. E ite ateru si podet narrere in totu sinceridade?

    RispondiElimina
  4. Spero che l'abbiano pagato per dire quello che ha detto in conferenza, altrimenti, se è andato gratis, vuol dire che ci crede. Le sue stesse parole lo rincorreranno fino alla tomba e anche oltre.
    Bisogna dire però che non tutti hanno paura del ridicolo.
    E se ha percepito un compenso, in danaro o in natura, bene, Sandro, credimi: mai avrei voluto essere io il pagatore.

    RispondiElimina
  5. Caro Sandro, hai detto dove, ma non hai detto da chi è stata organizzata la conferenza.
    Se dovesse essere stata la medesima organizzata dall'ANPI - se non erro ANPI = Ass. Naz. Partigiani d'Italia - e se si è parlato, come riferisci tu stesso, di " scie chimiche, extraterrestri, Atlantide, Voyager, Shardana e scrittura nuragica", pare assodato che abbiano dato per assodato quanto il clima culturale nazionale navighi in mari tranquilli, senza rigurgiti di fascismo e intolleranze di vario genere.
    Chiamando il personaggio a cui ti riferisci, d'altra parte, l'ANPI è stata coerente perché comunque trattasi di chi la Resistenza, costi quel che costi, la esercita comunque contro la storia, contro la scienza, contro la scrittura SACRA nuragica, prendendo a calci in faccia le povere tavolette dei Giganti, ancora una volta assimilate a puntali medioevali.
    Non ostante quello che ha scritto Gigi Sanna; non ostante quello che hai spiegato tu.
    La prossima volta, vi prego, parlate in termini più semplici, come ci si rivolge ai bambini. Perché?
    Mi viene il dubbio che non vi abbiano capito.

    RispondiElimina
  6. No,signor Francu,non li vogliono capire,credo che abbiano qualche interesse a fare i negazionisti.Ad ogni modo l'importante è reagire come ha fatto il signor Angeri che ha dormito sonni tranquilli.Andiamo avanti così e lei,mi raccomando continui con la sua ironia è una cura per la psiche eccezionale.

    RispondiElimina
  7. Caro Francu, l'hai azzeccata in pieno: lampu! E' proprio l'ANPI!
    A parte i cosiddetti giochi di parole, che sono indice di grande intelligenza (?), nonché fantasia (!)... o forse di semplice spiritosaggine di bassa lega (ognuno lo percepisca come vuole), ti dirò che la qualità di “resistenza” in tale accezione non l'avevo presa in considerazione; piuttosto pensavo alla “resistenza” di una lampadina, o meglio: una lampadona (si può dire?) da faro, visto che il “nostro” è punto di riferimento nella strenua battaglia contro la fantarcheologiasardonuragicaindipendentistareazionariaechipiùnehapiùnemetta (eh! pagu longu!). Dicevo (stavo per perdere il filo del discorso), faro che fà e farà illuminare le menti di elementi a lui confacenti (questa è una perla... poesia pura e pure con rima).
    Per il resto, ti dirò, sono contento che tu per primo abbia risposto al mio appello, scrivendo nel tuo intervento “scrittura SACRA nuragica”. Così le memorie corte non avranno alcun alibi.

    RispondiElimina
  8. caro sandro, la superficialità d'indagine è la loro arma vincente. ridicolizzare tutto facendo proprio di tutta un'erba un fascio. Ma allora bisognerebbe chiedere al dr. d'oriano cosa ne pensa dei "florilegi", delle "decorazioni" e degli "ornamenti" che stanno dentro alle monete tunisine da 1 dinaro e 100 millimes. Saranno forse per abbellirle? mah
    un saluto
    ps.: avrei voluto postare le 2 immagini per maggiore chiarezza ma non so come fare. Potresti postarle tu se ritieni opportuno. Le porto sempre con me proprio come dimostrazione della varietà di scrittura che si può trovare in ambiti culturali diversi dai nostri. Alcuni caratteri scrittori ancora oggi sono molto simili a quelli che ritroviamo nei sigilli di Tricottu.
    spero di non essere uscito troppo fuori tema. Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sarebbero tante le domande da fare al Dr. D'Oriano e tanti gli esempi da sottoporgli, ma necessitano di un confronto pacato, non certo il clima da stadio che si “respirava” in quel frangente dentro l'Hospitalis.

      Elimina
    2. Capisco Sandro, hai perfettamente ragione. Certo che se per un momento abbiamo pensato che il clima fosse cambiato, almeno in parte, sperando in una maggiore apertura, dobbiamo forse almeno un pò ricrederci. Ma noi non molliamo di sicuro. a presto

      Elimina