La rubrica di Maymoni

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martedì 12 maggio 2020

Il circolo megalitico di Busachi - prima parte

Cuguzza Aiola, un osservatorio astronomico
atrus circuìttus
di Sandro Angei


Fig. A - Origine del canalone – la cascata

Riassunto
   Questo studio prende l'avvio da un flash panoramico. Proprio così. Un flash dato da particolari condizioni di luce in un dato momento e in un dato luogo, durante il quale il panorama che si para agli occhi dell'osservatore sembra fuori dal tempo e dallo spazio normalmente percepito.
   Sarà stato l'occhio ormai esperto, o il caso, o se vogliamo il destino (a cui non credo), ma sono entrato subito in sintonia con quel luogo, tanto che sin da subito quei macigni stranamente disseminati nel terreno mi hanno fatto sospettare qualcosa di anomalo. Già, un'anomalia rispetto alle condizioni che la natura appronta.
   Lo studio descrive la posizione di queste emergenze naturali manipolate dell'uomo in un dato periodo; e le particolarità geometriche che quella manipolazione ha indotto allo scopo di registrare degli eventi astronomici. Per tanto lo studio è di carattere geometrico da una parte e archeoastronomico dall'altra, alla ricerca di significanti e significati antropologici.

***
   Sono sovrappensiero mentre percorro la Strada Provinciale 23 provenendo da Fordongianus, quando all’improvviso da dietro i cespugli a bordo strada mi appare un "miraggio". Il canalone si para davanti ai miei occhi con le sue pareti che convergono e si uniscono lì dove la tavola basaltica crea quasi un inghiottitoio d’acque piovane. La roccia spianata dalla gravità è solcata da rivoli ora tortuosi, ora più diritti di piccoli canali; questi si allargano in pozze d’acqua lungo il tragitto verso i gradoni della cascata; da qui l’acqua cade e, lasciato il basalto, avanza in leggero declivio sotto la fitta vegetazione fino ad una gola di duro basalto, alta e stretta, scavata nella roccia.
  Dalle caratteristiche superficiali si capisce subito che quella gola non ha nulla di naturale, ma è stata scavata dall’uomo a formare una sorta di scivolo a gradoni, dove le acque non sono libere di cadere giù a cascata, ma costrette a seguire un percorso inclinato, interrotto a metà da un macigno che, incastonato a bell’apposta ad imbrigliare l’impeto acquifero, ne rallenta la corsa fino ad arrivare ad un ampio terrazzamento dove si apre, insospettata, la bocca di una grotta. I pastori del posto la conoscono da sempre quella grotta, o meglio una sorta di riparo sotto roccia, dove le pecore a volte rimanevano intrappolate per giorni durante le piogge che ingrossavano l'incipiente torrente. 
Fig. B - i basalti colonnari


Fig. C - la spianata di basalto



  

Fig. D - Le canalette naturali prima asciutte e dopo la pioggia
    

 
Fig. E - Le vasche 

Fig. F - Qualche segno antropico

Fig. G - I gradoni all’apice della cascata-inghiottitoio

Fig. H - La gola scavata nella roccia

Fig. I - La grotta



Fig. L - vista dall’alto (immagine da Google Earth) - ciglio della cascata


Risalgo, mi guardo attorno ripercorrendo i miei passi. Al di là del muro a secco che lo separa dalla strada, vi è un ricovero temporaneo di pecore, che serve loro per ripararsi dalla calura all'ombra di bassi alberelli. Lì dentro sparuti macigni si ergono dal piano di campagna, distinguendosi da altre pietre e più piccoli massi sparsi all’intorno. Uno, due, tre, quattro macigni informi, alcuni con cappello di qualche pietra. Dietro un muretto avviluppato dall’alta vegetazione spunta un macigno di forma inusuale che ricorda le corna di un toro. Sopra il corno sinistro, una protuberanza, quasi a voler rimarcare quel corno.

   
 
Figg. M ed N - L’immagine di sinistra mostra il macigno visto da sud-ovest, l’immagine di destra è inquadrata da nord-est.

   Suggestione… solo suggestione!
   Scatto una serie di fotografie. Aspetto il tramonto. Voglio assaporare quel momento; è sempre lo stesso il tramonto, ma sempre diverso tutti i giorni, da sempre.
   Tornato a casa con un senso di benessere nell'animo; individuo su Google Earth il luogo della mia escursione. Quattro macigni sono ben visibili, il quinto oltre la siepe, con quella strana forma cornuta, appena lo intuisco. Faccio uno screenshot, lo carico sul CAD e con grande sorpresa i quattro massi ben visibili sono posizionati in modo da tracciare una circonferenza del diametro di 70 m.

  Mi viene subito in mente il cerchio megalitico di “Is circuìttus” di Laconi; quello ha un diametro di circa 52 m, definito da quattro massi.

Fig. O - Posizione dei macigni

Fig. P - Definizione dei cerchi

  

Fig. Q - Cerchio megalitico di “Is circuìttus” definito dai massi A, B, C, F.

   L’immagine di quella strana pietra a forma di corna (taurine), è ancora viva nella memoria ma non riesco ad individuarla nitidamente sulla immagine sgranata di Google, però individuo nell’immagine un’altra macchia chiara attraversata dal cerchio che potrebbe essere un masso, per tanto decido di tornare sul posto per constatare la precisa ubicazione dell’affioramento di forma taurina sia dell'emergenza rilevata nell’immagine satellitare.

   Il macigno è lì adagiato con le corna rivolte a sud ovest e disposto, come intuivo, lungo la linea di quella circonferenza; l’altro (la macchia chiara dell’immagine satellitare), è un gruppo di massi raggruppati oltre il recinto che dà sulla strada.  Quelle pietre non possono essere state buttate a caso dalla forza della natura; furono lì disposte dall’uomo per formare un cerchio, un cerchio megalitico, probabilmente legato a riti ancestrali. Torno al macigno "taurino" per scattare ancora qualche fotografia e mi accorgo di un altro masso mezzo nascosto dall'erba, spostato da quel macigno di pochi metri. Spinto dalla brama della ricerca, che impone di non lasciare nulla di intentato, ne prendo nota... e con buona ragione.

Alla ricerca di qualche notizia
   Cerco su internet un qualche riferimento a questo sito "archeologico"… nulla! Chiedo in giro se vi è notizia di una qualche antica struttura nella zona indicata… nessuna risposta affermativa se non quella della presenza della grotta, che mi diede un pastore che ha l'ovile lì vicino e a parte, naturalmente, il sito nuragico di Santa Marra (sul quale a suo tempo faci due studi) che dal nostro dista meno di 1 km.

   Cerco sulle mappe catastali un qualche toponimo che possa ricollegarsi in qualche modo al circolo megalitico… ma trovo "solo" che quella piccola porzione di territorio è chiamata nella cartografia catastale "Cuguzza Aiola" (Fig. R), da dove ha origine il rio Cuguzza Aiola (Figg. C, D, E)1. Nel quadro d'unione dei fogli di mappa del comune di Busachi la regione è invece denominata "Cuguzzaiola" (Fig. S). Visito la tavoletta IGM (Foglio n°515 sez. II - Busachi) e vi trovo che lì il rio è denominato "Cugutzu Aiola".


Fig. R - stralcio del Foglio 15 originale del Comune di Busachi

Fig. S - stralcio del quadro d'unione dei fogli di mappa del Comune di Busachi

Il toponimo
   Abbiamo riscontrato tre diversi modi di scrivere il toponimo: Cuguzza Aiola e Cuguzzaiola nella cartografia catastale e "Cugutzu Aiola" nella carta IGM, benché quest'ultima sia una semplice variante del primo.
 E' possibile che i due toponimi catastali abbiano diverso significato, avendo la prima la struttura minima di una frase di senso compiuto, mentre il secondo sembrerebbe un diminutivo.
Mi chiedo cosa possa significare in sardo "cuguzza aiola"?! Nel vocabolario di Antonino Rubattu trovo la parola "cuguzare" col significato, in Logudorese, di "nascondere". La parola "aiola" invece è riportata dal Rubattu nella parlata Campidanese col significato di "cuffia". Nel vocabolario Treccani alla voce "cuffia" leggiamo tra le altre definizioni: "3. Con significato generico di copertura, riparo e simili".

   Questa piccola ricerca mette in luce un significato attinente una caratteristica specifica di quel luogo. Siamo in un territorio de "limba de mesania",  ossia un insieme di dialetti riconducibili alle due principali varianti della lingua sarda, il logudorese e il campidanese, in quanto sono presenti, in diversa misura, elementi linguistici sia dell'una che dell'altra parlata. In ragione di ciò è possibile una continuità filologica nella commistione di un termine logudorese e uno campidanese.
   Per tanto avendo acclarato che il rio "Cuguzza Aiola" o "Cugutzu Aiola" fiancheggia una sorta di grotticella, è più che plausibile che il toponimo "Cuguzza Aiola" che significherebbe "copertura nascosta", si riferisca proprio a quel riparo sotto roccia.

   Per quanto riguarda la variante al toponimo riscontrata nel quadro d'unione, si noti che con ogni probabilità chi realizzò la mappa catastale scrisse con alcuna cognizione di causa quel toponimo; infatti la regione la chiama "Cuguzzaiola", come pure il rio, ma la strada la chiama "Cuguzza Aiola".
   Comunque sia, per non lasciare nulla di intentato ho cercato di capire se "cuguzzaiola" in sardo possa avere un qualche significato.

"Cuguzzaiola"
    Nel vocabolario di A. Rubattu e in quello del Canonico P. Casu il termine "cuguzaiola" non esiste a meno che non venga inteso, come in italiano, quale diminutivo di "cuguza", come ad esempio la parola italiana "aiola o aiuola" che deriva da "aia" e per tanto in origine significa "piccola aia". Nello specifico del nostro termine, se il logudorese "cuguzare" significa "nascondere" si potrebbe pensare che il significato di "cuguzaiola" sia quello di "nascondiglio" (luogo angusto e appartato, e per tanto "piccolo luogo" appartato ossia "nascosto") e anche questo potrebbe ben adattarsi al riparo sotto roccia.

   Naturalmente, consci del fatto che certi toponimi possano essere stati travisati dal redattore della mappa, che potrebbe aver scritto, interpretando, ciò che altri riferirono (lo abbiamo appena constatato), è necessaria la massima prudenza nel prendere per "oro colato" questi significati, non foss'altro per evitare di "prendere un granchio" come quello ormai famoso di Golfo Aranci (dove sarebbero gli aranceti poco sopra Olbia tali da giustificare il toponimo), o quello dell'isola dei Cavoli (quali cavoli si potevano coltivare in quell'isolotto disabitato a meno di un chilometro dalla costa sarda!). Per non parlare dell'isola di Maldiventre (quali dolori addominali potrebbe mai indurre l'isola in questione). Però nel nostro caso abbiamo una formazione geologica che giustifica il nome. Per tanto possiamo ritenere con buona probabilità il toponimo coerente con la caratteristica del luogo.

Note e riferimenti bibliografici
1 Il luogo rivestiva in antico sicuramente un carattere religioso speciale, perché proprio lì aveva inizio il rio Cuguzza Aiola, che prendeva come oggi prende, benché interrotte dal nastro stradale, le acque che affluiscono dall'altipiano a ovest della SP 23. L'individuazione del circolo megalitico che racchiude al suo interno l'origine di quelle acque, e per tanto della vita, ha valore antropico di grande valenza... un luogo per così dire... magico, con tutto ciò che comporta nelle credenze di popolazioni vissute in un lontano passato.

18 commenti:

  1. Perché non hai chiesto al pastore cosa volesse significare cuguzzaiola?
    Sai che cuguzzua o cuguzzula è il carciofino del cardo selvatico. Ove si trattasse di un luogo dove cresce su gureu, cuguzzaiola potrebbe significare luogo pieno di cuguzzua.
    Lo dico perché la tua interpretazione mi è sembrata paria un triplo salto mortale, dal logudorese al campidanese per atterrare sulla Treccani, notoriamente in uso nelle popolazioni dei pastori e dei contadini sardi de secoli addietro.
    C'è invece un altro toponimo "Sa ia isterrida" "la via acciottolata" o qualcosa di simile che sembra molto intrigante. Che dici? Una sorta di red carpet sulla via del cerchio magico?

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  2. A ogni modo, a stare al Wagner - pag. 420 del DES - cuguzza e cuguzzula sono il frutto del cardo selvatico, con significato esteso a cosa di poco valore. No ballit una cuguzzula = non vale nulla.
    Parla anche di un vocabolo settentrionale cuguzzai o accuguzzai che considera voci aberranti del capidanese accuguddai, cioè mettersi su cuguddu, che era il cappuccio che aveva il pastrano d'orbace, né più, né meno di come lo hanno certe odierne felpe. Perciò il significato di "nascondere" è secondario, nel senso che uno che si cala il cappuccio in un certo modo si nasconde pure.
    Aiola: mi sono ricordato che ad Ales c'era un Peppaiola, che era il banditore del comune sino alla sua morte, avvenuta nei primi anni Cinquanta del secolo scorso. Ma Peppaiola era il frutto della contrazione del nome che in effetti era Giuseppe Deiola = Peppi 'Aiola = Peppaiola.
    Anche nella cartina c'è confusione nella trascrizione visto che una volta è Cuguzzu Aiola e un'altra Cuguzzaiola. Dunque potresti considerare che cuguzzu/a sia il nome del sito e 'Aiola indichi il proprietario o chi ci vive o ci pascola o magari c'è morto.
    Al mio paese c'è un sito che si chiama Motroxenigò, contrazione di un Motroxu de Nigola, vale a dire il luogo dove un certo Nigola fu ucciso. Nessuno in paese chi fosse Nigò, quando, perché e da chi fosse stato ucciso. Ma una cosa è chiara: motroxu significa uccisione e non morte naturale.
    Se Aiola/Deiola fosse nascosto là come latitante, chedo che avrebbero trovato un altro vocabolo più esplicito di cappuccio/ cuguzzu/cuguddu per indicare la grotta, che poi non pare non sia neppure tale e così vicina alla strada. Almeno che non facesse pagare per il transito, tipo Ghino di Tacco.
    Forse, invece che aiutarti, ti ho ingarbugliato le idee. Mi dispiace, anche perché ho notato il tuo entusiasmo.

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    1. Concordo fancu. nel giudicare frettolose le soluzioni di Sandro Anche perchè analoghi toponimi possono intendere differenti matrici d'origine .....Es. Mont'e palla e mont'e pazza, compagni con mont'e trigu in entrambi,. si trovano sia nel Sinis di Cabras come in territtorio di Sedilo. I due contesti sono molto differenti però anche se tutti sappiamo cosa significhi pazza o palla così come trigu. Quanto alla differenza tra cuguzzu Aiola e cuguzzaiola è plausibile fare due considerazioni . 1 Cuguzzu= nascondiglio o monticciolo appuntito, aiola.,ma il luogo non presenta un monticello appuntito 2 Cuguzz'aiola = nascondiglio dae Yola poi Giola. nome di persona diventato appunto deiola. A a cabras fa Deiolla in sardo Deiala in italiano Sa Popaiolla era un bavaglino o il pettorale dei preti. ma poteva anche essere usato come soprannome.

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  3. Caro Francu, non ho chiesto al pastore per un motivo fondamentale.
    Quando parlai con lui non conoscevo il nome del luogo, che ho appreso dalle carte catastali e da quella IGM. Lui, in quell'occasione, mi disse della grotta, che poi originariamente, a detta sua, erano due (una è crollata in occasione della coltivazione di una cava d'inerti). In seguito non ho avuto modo di incontrarlo. Ciò non mi solletica comunque la curiosità, visto che probabilmente va' a finire con la solita formula “mio padre, o mio nonno, o mio bisnonno che lo disse a mio padre, diceva che...”. Per tanto se devo aggiungere dubbio a dubbio, preferisco dar retta solo a documentazione, per così dire, “neutrale”. Ciò non toglie che, se avrò occasione nell'imminente futuro di contattare il pastore, potrò pure chiedere del toponimo. Ma, come sei arrivato tu ed io all'inizio, ad appioppare quel nome al carciofo del cardo selvatico, nel 90% dei casi, così sarà pure per il pastore.

    Al di là di tutto, come vedi, Francu, nei toponimi la mente vi sguazza alla grande, tant'è che puoi aver ragione tu, ma potrei aver ragione io. Ma questo poco importa. La cosa importante è che a Cuguzza Aiola o Cugutzu Aiola o Cuguzzaiola o qualsiasi altro “strabenedetto” nome che sia, vi è un circolo megalitico che potrebbe risalire al 4° millennio a.C., e a 60 metri da quella circonferenza vi è una grotta accessibile da una sorta di canale scavato nel duro basalto, che prende le acque da un rio che nasce proprio dentro il cerchio megalitico.

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  4. Dopo aver letto attentamente il post, la curiosità mi ha spinto a guardare il territorio interessato con Google Earth, provando a sollevarmi da terra. Con sorpresa, mi è sembrato di cogliere una corrispondenza con altri due siti di cui ti eri già occupato. Quello che sto per dire è una sensazione e,tuttavia, potrebbe essere facilmente smentito dai tuoi potenti mezzi di indagine che io non possiedo. Dati: 1) sulla destra del sito con il cerchio di pietre di cui parliamo oggi, non lontano, si trova la forma geometrica a uovo di Santa Marra di cui ti eri occupato il 20 luglio 2018, con all'interno i cerchi delle muridinas. 2) sulla sinistra, invece e molto più lontano, si trova il recinto sacro di Santa Cristina, di cui ti eri occupato il 25 aprile 2019. Ora, a me sembra, ma andrebbe verificato, che prolungando l'asse A B della figura 7 congiungente il nuraghe ed il pozzo di Santa Marra (riferimenti del tuo post) si incontri l'asse I H del recinto sacro di Santa Cristina. E su questa stessa retta sembra si incontri anche il centro del cerchio di pietre di Cuguzzaiola. Ma con quale precisione lo ignoro.

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    1. Caro Ergian45, mi avrebbe fatto molto piacere fosse così, però i tre siti non sono collegati da questa linea immaginaria. Lo puoi verificare tu stesso su Google Earth usando il comando “righello” mandando una linea dal nuraghe Santa Marra al pozzo di Santa Cristina. Ti renderai conto che l'asse del glandoide di Santa Marra e di quello di Santa Cristina non giacciono sulla stessa linea; e non fa parte di quella neanche il centro del grande cerchio di Guguzza Aiola.
      D'altronde se pure ciò si fosse verificato bisognerebbe dimostrare materialmente e con i mezzi disponibili a quelle genti, un tracciamento di tali dimensioni (stiamo parlando di oltre 11 Km di distanza tra Santa Cristina e Santa Marra). E' un po' come l'ipotesi avanzata da Augusto Mulas sulla rappresentazione dell'ammasso delle Pleiadi nella valle dei nuraghe Santu Antine. Potrebbe anche essere come dice lui, ma bisogna dimostralo in modo pratico se ciò sia stato possibile.

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    2. Peccato, sarebbe stato bello. L'errore angolare non mi sembra però enorme e, tenendo conto dei sistemi di tracciamento del tempo e della presenza di un rilievo in mezzo, in fondo sarebbe quasi giustificabile.

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    3. Ergian45, la differenza angolare tra la direzione AB di Fig. 7 di Santa Marra e la direzione al sito di Santa Cristina è dell'ordine di 15°, mentre la medesima direzione rispetto al centro del cerchio di Cuguzza Aiola differisce di 3°30'.
      Ritengo che non vi sia alcuna correlazione fra i tre siti. E a questo punto scopriamo le carte. Se le genti nuragiche avessero voluto orientare l'asse del glandoide verso Cuguzza Aiola avrebbero di certo ottenuto un buon risultato con la tecnica del segnale di fumo, col quale avrebbero raggiunto un orientamento estremamente preciso. Lo stesso risultato, forse , lo avrebbero ottenuto anche da Santa Cristina con la medesima precisione. Ma evidentemente questi orientamenti non furono realizzati da quelle genti.

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  5. Hai ragione che il pastore probabilmente si "difenderebbe" con babbu naràt, ecc.
    Non dimenticare però che i nomi ai luoghi glieli hanno dati gli uomini del posto e con una ragione specifica. Non credo che abbiano consultato il DES o i vocabolari di chiunque altro, perché le parole le avevano già, anche 4000 anni fa, anche se noi ne abbiamo perduto la maggior parte.
    Vedi, a stare ai linguisti, la maggior parte dei termini delle parlate sarde deriverebbe dal latino o dallo spagnolo, catalano o castigliano che sia. Ma quanti toponimi trovi di derivazione spagnola?
    Io credo che un linguista, per essere credibile, dovrebbe indicarmi la parola sarda che fu dismessa quando la nuova d'importazione fu preferita. Diversamente sarebbe corretto dire che in un'altra lingua si usa un vocabolo che assomiglia. Ciò non stupisce nessuno, visto che sono lingue derivate da un unico ceppo antico.
    Questo è un fuori programma e me ne scuso.
    Il circolo sacro di 70 metri è una cosa notevole. Aspetto il seguito.
    Ultima cosa: mi stupisce il canale profondo scavato nella roccia basaltica, in considerazione della durezza e compattezza del materiale e del così breve percorso del fiumiciattolo.

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    1. Francu, il vocabolario l'ho consultato io, vista la mia ignoranza sulla lingua sarda. Il fatto che Cuguzza Aiola possa essere formato da due parole, una logudorese e una campidanese, lo attribuisco al fenomeno delle parlate de “limba de mesania”, come scrivo.
      Per il resto son d'accordo con te sul fatto che i linguisti riducano il tutto a parole di derivazione latina o spagnola. Che poi, vai a vedere che scava scava, con lo spagnolo lingua neolatina, certe parole potrebbero essere solo di rimbalzo, come la parola “super” che in molti ritengono sia parola inglese per via delll'americanissimo super eroe Supermen.

      Per quanto riguarda il tuo stupore ultimo, posso dirti che io ritengo che quella gola fu realizzata perché non vi è altra via d'accesso alla grotticella. Per tanto essendo il rio a carattere stagionale, quella sorta di canale è anche strada percorribile oltre a essere letto del rivo.

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  6. La limba de mesania non è un fenomeno linguistico, ma un'invenzione.
    Se vai a vedere le parlate di quella zona supposta d mesania che andrebbe dal Mar di Sardegna a Ovest al Mar Tirreno a Est, le trovi più tra loro più diverse tra quelle confinanti, sia a Est che a Ovest.
    Per quanto riguarda il canalone, che tu dici percorribile, se si tratta quello della foto H, credo che si possa percorrere solamente a piedi e, dunque, poco influisce sull'erosione dello stesso.
    Nella stessa foto, a destra, si scorgono dei massi con la faccia senza licheni, si direbbero spaccati da non tanto tempo. Il fatto è che appaiono biancastri, mentre il basalto è solitamente scuro, se on proprio nero. Inoltre è una roccia che non soffre le intemperie, tipo caldo/freddo, vento, umidità ecc., per cui la spaccatura che la faccia mostra è opera dell'uomo con una mazza, o non è. La cosa on mi convince molto.
    Però vai avanti.

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  7. Mi sono sempre sentita in stato di inferiorità per la mias ignoranza generale,in questo momento ne sono contenta,sono affascinata dai vostri studi profondi e,come sempre,ancor di più dal signor Francu che ha una cultura sulla Sardegna smisurata e mi affascina che questa viene ,sopratutto,dall'esperienza pratica,dall'aver ascoltato con grande interesse ciò che affermavano gli anziani,dai quali c'è sempre da imparare.Complimenti a voi.

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  8. Ciao Sandro,
    ho visto che non hai pubblicato foto della fonte nuragica di Cugutzu aiolla (parlata di Busachi)...
    La fonte penso che sia ancora sotto un cumulo di
    terra ma sono ben visibili alcuni conci di canalette perfettamente scolpiti in pietra trachitica con gli incastri...

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    1. Non conosco questa fonte. Puoi darmi qualche notizia più precisa?

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    3. Nel ringraziare l'amico MyAido per aver segnalato l'esistenza di un probabile pozzo sacro in agro di Busachi, ritengo doverosa la eliminazione del commento da lui postato perché questo potrebbe dar modo di individuare il sito a persone di malaffare.

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