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sabato 26 dicembre 2020

Parafrasando le parole di Yehoshua Ben Yosef: "La Sardegna ai Sardi e a Cesare solo il suo".


 CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Mozione n. 312

MULA – GIAGONI – COCCIU – SALARIS – SECHI – MURA – CAREDDA per ottenere il conferimento alla Regione in via esclusiva della tutela e valorizzazione dei beni archeologici di cui al titolo I e al titolo II del Codice dei beni culturali e dei paesaggio, richiedere il trasferimento, in applicazione dello Statuto speciale e del decreto legislativo n. 267 del 2006 degli immobili statali, dei beni archeologici mobili, istituire una soprintendenza archeologica regionale, richiedere il trasferimento alla Regione del Centro di restauro di Li Punti.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

– la Regione autonoma della Sardegna vanta sul proprio territorio un patrimonio archeologico imponente per quantità, qualità e stato di conservazione che rappresenta per l’Isola un fattore di crescita culturale ma anche economica, in quanto settore potenzialmente trainante e vocato a fungere da attrattore se dotato degli adeguati investimenti e interventi, determinando positive ricadute di tipo economico ed occupazionale, a vantaggio anche della popolazione residente;

– tale patrimonio archeologico necessita di una struttura tecnica territoriale dedicata, con personale specializzato nella tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico, munita di idonee figure professionali e completamente orientato alla conservazione, manutenzione, ricerca, tutela e valorizzazione dell’archeologia sarda;

CONSIDERATO che:

– in forza della legge regionale 20 settembre 2006, n. 14 (Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura), la Regione autonoma della Sardegna «persegue la tutela, la valorizzazione e la fruizione dei patrimonio culturale materiale e immateriale della Sardegna» (articolo. 1, comma 1) ed «esercita le funzioni di tutela e valorizzazione dei beni culturali ad essa attribuite dalla Costituzione, dalle intese ai sensi del comma 3 dell’articolo 118 della Costituzione, dall’articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, dallo Statuto speciale per la Sardegna e successive norme di attuazione, dal decreto legislativo n. 42 del 2004 e le funzioni di indirizzo, coordinamento, programmazione generale e valutazione in materia di beni, istituti e luoghi della cultura degli enti locali o ad essi affidati» (articolo 4, comma 1);

– orienta, inoltre, la sua azione a finalità di tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale della Sardegna, quale fattore di crescita civile, sociale, economica e significativa componente della civiltà del popolo sardo, nonché della sua specialità nel contesto delle culture regionali del Mediterraneo ed europee;

– intende, infine, favorire l’integrazione delle funzioni e dei compiti concernenti la tutela, la valorizzazione, la fruizione dei beni culturali e il coordinamento degli interventi anche in armonia con le politiche di governo del territorio, di tutela del paesaggio, dell’istruzione, della ricerca, del turismo e promuovere l’organizzazione di un sistema regionale di istituti e luoghi della cultura, nonché la qualità dei relativi servizi;

RILEVATO che:

– la Regione autonoma della Sardegna «promuove e coordina interventi di restauro dei beni culturali sulla base di metodologie definite d’intesa con gli organi statali competenti, ai sensi dell’articolo 29 del decreto legislativo n. 42 dei 2004» e (articolo 4, comma 1, lettera h) «promuove, d’intesa con gli organi statali competenti, con le università e gli istituti di ricerca, interventi di ricerca archeologica e paleontologica nel territorio della Sardegna»;

– ha avviato azioni e investito risorse importanti nella creazione del Sistema museale regionale, nella istituzione di un centro di ricerca e conservazione dei Beni culturali avente anche funzione di Scuola di alta formazione in località Li Punti;

CONSTATATO che:

– il Ministero dei beni e le attività culturali e per il turismo ha abolito le soprintendenze archeologiche a favore di uffici misti vocati a una mission prevalentemente amministrativa, nelle quali sono state operate negli anni drastiche riduzioni di personale che ne hanno ridotto la capacità di incidere sul territorio regionale;

– la Regione, che finanzia la maggioranza dei siti e dei beni archeologici sul territorio regionale, investe importanti risorse negli scavi archeologici, nei restauri e nella conservazione dei beni archeologici mobili e immobili;

– la maggioranza dei beni archeologici è di proprietà regionale, comunale o privata;

– l’esercizio della tutela archeologica da parte della Regione è in linea con i principi di sussidiarietà, efficienza e adeguatezza, nonché con lo stato di specialità della Regione Sardegna,

VISTI:

– gli articoli 117 e 118 della Costituzione, con particolare riferimento al comma 2 dell’articolo 118, che recita che la legge statale disciplina forme di intesa e di coordinamento fra Stato e regioni nella materia dei beni culturali;

– l’articolo 5, comma 1 del decreto legislativo n. 42 del 2004, e il ruolo di cooperazione della Regione con il Ministero dei beni e delle attività culturali nella tutela e valorizzazione dei beni culturali;

– l’articolo 5, comma 4 del decreto legislativo n. 42 del 2004, che prevede che sulla base dei principi di differenziazione ed adeguatezza, possono essere individuate ulteriori forme di coordinamento in materia di tutela con le regioni che ne facciano richiesta oltre quelle già previste;

– l’articolo 5 della Legge Costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), per la quale la Regione ha facoltà di adattare alle sue particolari esigenze le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione ed attuazione, in materia di antichità;

– l’articolo 14 della legge costituzionale, n. 3 del 1948, che prevede che la Regione succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo;

– il decreto legislativo 18 settembre 2006, n. 267 (Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna recanti modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, n. 250, in materia di demanio e patrimonio);

– gli articoli 822, 823, 824, 825, 826 del Codice civile,


impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale


a porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di:

1) ottenere il conferimento alla Regione in via esclusiva della tutela e valorizzazione dei beni archeologici di cui al titolo I e al titolo II del Codice dei beni culturali e del paesaggio, comprensive di tutte le funzioni e di tutte le attività dirette ad individuare, sulla base di una adeguata attività conoscitiva, i beni costituenti il patrimonio culturale e a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione;

2) richiedere il trasferimento, in applicazione dello Statuto speciale e del decreto legislativo n. 267 del 2006 degli immobili statali (uffici, depositi, musei) legati all’esercizio delle funzioni di tutela e valorizzazione dei beni archeologici;

3) richiedere il trasferimento dei beni archeologici mobili, compresi quelli che verranno rinvenuti nel sottosuolo, nel patrimonio regionale;

4) istituire una struttura dedicata, ovvero una soprintendenza archeologica regionale, dal profilo altamente specialistico e munita degli idonei profili professionali, cui affidare l’esercizio esclusivo delle competenze in materia archeologica;

5) richiedere il trasferimento alla Regione del Centro di restauro di Li Punti, finanziato dalla Regione con 6,5 milioni di euro a valere sul POR-FESR 2007-2013 per la costituzione di una scuola di alta formazione e restauro e attualmente in fase di dismissione.


Cagliari, 6 agosto 2020

venerdì 25 dicembre 2020

ECCOLO, COME PROMESSO, IL MIO CONSUETO REGALINO NATALIZIO.




  Questi alberi di Natale all'apparenza sono spogli, ma non importa ciò che i nostri occhi percepiscono. Importa invece quel che la nostra mente può riuscire a percepire.
  Guardando oltre il consueto notiamo che essi sono carichi di addobbi... sono carichi di vita.

   Allo stesso modo, ciò che andiamo dicendo a non finire: da decenni uno, da pochi anni l'altro, e pochi altri, ahimé, con cognizione di causa, parrebbe, a detta di altri, inesistente rispetto al consueto

Attenzione però, perché il consueto ricade nella sfera del condiviso, la scrittura nuragica è circoscritta alla sfera del sacro e non può essere condivisa, ciò equivarrebbe ad una profanazione. 

Ahinoi Professore, noi proprio questo stiamo facendo! Di questo stiamo pagando il fio?

Fatto sta che tutti quegli "alberi" che altri ritengono spogli di significato, sono carichi di vita.

Buon Natale a Tutti dalla redazione di Maymoni blog

   Il Prof. Sanna quest'anno ha messo sotto l'albero un bellissimo regalo, di quelli che per scartarlo, però, è necessaria la giusta precauzione.

Leggiamo, leggiamo...

ECCOLO, COME PROMESSO, IL MIO CONSUETO REGALINO NATALIZIO.

Stavolta non è epigrafico ma ha a che fare con l'epigrafia. E' il ripostiglio 'nuragico' (un vero e proprio nuraghe interrato) nel quale nel 1995 (o '94, non so), ormai tantissimo tempo fa, vennero trovati gli ormai notissimi sigilli di bronzo di alcuni dei Giganti di Monte 'e Prama. Detti sigilli stavano in un recipiente di ceramica, forse un'olla  che pare sia stata spezzata nella fase di recupero degli oggetti, evidentemente avvolti dal fango, induritosi nel corso di due millenni e più. Durante il confronto di due anni fa circa la scrittura dei nuragici, avvenuto in Villanova Forru tra me e l'archeologo Raimondo Zucca, ho già parlato molto brevemente, come si ricorderà,  dell'esistenza di detto ripostiglio  costruito in forma di tholos (con pietre non isodome). Esso, come da me affermato numerosissime volte in questi anni, si trova nei 'pressi' del Nuraghe Tzricotu di Cabras. Mi portò a vederlo il compianto Gianni Atzori che mi esortò, quasi con giuramento, a non fare mai menzione ad alcuno circa la sua ubicazione. Dopo la morte di Gianni (Atzori) però ritenni opportuno, per ovvi motivi (nessuno è immortale)   rivelare il luogo (il punto) del ripostiglio a due persone di fiducia, a Giorgio Cannas di Terralba e, molto più tardi, a Sandro Angei. Oggi però ritengo necessario, per motivi comprensibili, dato il valore altissimo di scrittura arcaica sarda dei sigilli ivi rinvenuti, di comunicare a tutti, per lo meno, la forma del singolare ripostiglio. Edificio  questo che, in tutta evidenza,  dato il luogo, la sua configurazione e la sua inconfondibile struttura, non ha niente a che fare con la cultura bizantina.


  

AUGURI A TUTTI E BUONE FESTE PER IL NATALE E PER L'ANNO CHE VERRA'

giovedì 10 dicembre 2020

A Busachi la cascata di Cuguzza Aiola...

 di Sandro Angei


   Non è facile vedere questo spettacolo; un po' perché è necessario che piova per molti giorni, un po' perché le "gradinate" riservate al pubblico sono lontane dal palcoscenico e pure nascoste; come è nascosto, del resto, lo stesso palcoscenico.
   Siamo nel territorio di Busachi, vicino al circolo megalitico di Cuguzza Aiola. Circolo all'interno del quale ha origine il rio Cuguzza Aiola che principia la sua corsa verso il fiume Tirso con alcuni balzi; uno di questi è artificiale perché nella gola, scavata artificialmente dall'uomo, fu posto un macigno dal quale l'acqua fa un saltello non molto più alto di un metro e mezzo. l'ultimo salto, il più imponente, è naturale e getta le acque dal livello del riparo sotto roccia fin sotto il piede della parete di basalto. Dopo questo salto l'acqua scorre placida verso il grande Fiume.

Il macigno posto nella gola

   Quali considerazioni può trarre un antropologo?!
   Io da profano penso che abbiamo di fronte un sito archeologico di grande valenza cultuale. Vi sono in questa zona tante emergenze archeologiche di notevole interesse, alcune delle quali assolutamente sconosciute, altre assolutamente snobbate benché indicate a chi di dovere, altre ancora assolutamente dimenticate, come il complesso monumentale del nuraghe Santa Marra (distante poco meno di un chilometro in linea d'aria da questo sito). Emergenze che di fatto sono testimoni della valenza sacra di questo territorio.

   Ma questa è solo una mia impressione.

domenica 6 dicembre 2020

Enoch, le porte del sole e il 21 di aprile. Terza parte


Enoch al lavoro

di Sandro Angei


7. Enoch gioca col Genesi, yhwh non bara ma lui si!

    A questo punto della trattazione si pongono altre domande:

 Perché Enoch fece iniziare l'anno proprio il giorno dell'equinozio di primavera?

 E perché proprio l'equinozio di primavera piuttosto che quello d'autunno?

 Come fece Enoch a stabilire con esattezza il giorno dell'equinozio?


   Partiamo col rispondere alla 2° domanda. E' evidente che, dal punto di vista antropologico, l'inizio dell'anno debba coincidere con la ripresa del ciclo vitale della natura, che ha inizio appunto a partire dell'equinozio di primavera.

   La risposta alla 1° domanda è di carattere astronomico e ideologico, ma anche e soprattutto di carattere antropologico.
   

giovedì 3 dicembre 2020

Sardegna -Penisola del Sinis -Un antico porto sommerso a "S' Anea Scoada" (S' Arena Scoada)?

 di Stefano Sanna

 




Nel corso della storia della Terra, la superficie del mare ha più volte cambiato posizione, scendendo e risalendo rispetto ad oggi, scoprendo e ricoprendo vaste zone di costa. Nell’antichità le coste della Sardegna erano costellate di approdi marini battuti dai naviganti che, solcando le acque del Mediterraneo, ormeggiavano nelle pacifiche insenature sparse sui litorali.

Ad attenderli il più delle volte c’erano spiagge dorate e una terra dalla natura ricca di boschi, sorgenti e