domenica 29 novembre 2020

Enoch, le porte del sole e il 21 di aprile. Parte seconda

  


di Sandro Angei


2. Enoch scriba e astronomo portatore di un sapere antico. Enoch sacerdote divulgatore delle leggi di yhwh

   Enoch da chi apprese questo sapere? Oppure fu lui ad elaborare in prima persona quel calendario? Non lo sapremo mai. In ogni caso il calendario di Enoch fu il risultato di un sapere antico elaborato in secoli o forse millenni di osservazioni e sfociato alla fine, probabilmente con l'uso della clessidra, in un calendario ritmico e piuttosto preciso (30+30+31 per 4 volte), inquadrabile in un periodo durante il quale la scrittura era già utilizzata (Enoch si definisce scriba) e, verosimilmente, quel periodo in cui la scrittura da lì a poco diventerà di uso comune, dato che nel libro del patriarca vi è una interessante inserzione di racconti che vedono protagonista Noè, suo pronipote, al quale fu annunciato il diluvio universale e svelati i motivi che indussero yhwh a mandare quella punizione. Infatti il diluvio fu mandato per punire, tra gli altri peccati, l'uso profano della scrittura (capitolo LXIX versetti 8, 9 e 10).

Da questa riflessione possiamo dedurre due dati interessanti:

- che la scrittura in talune culture ebbe il suo avvio in ambito religioso e solo religioso, tant'è che era proibita la sua divulgazione. Enoch invece, professando i dettami di yhwh, era abilitato alla scrittura. E questo aspetto è in linea con la natura nascosta (criptica) e religiosa della scrittura nuragica.*

* Questo potrebbe rispondere fortemente alla mancanza di scrittura laica nella Sardegna di età nuragica.

- Il Diluvio Universale, secondo le notizie che apprendiamo nel libro di Enoch, sarebbe inquadrabile nel periodo eneolitico, dato che nella parte XI del libro, capitolo LXV versetti 6, 7 e 8 Enoch svela a Noè un altro dei peccati che indussero yhwh a mandare il diluvio; questo è l'aver appreso la tecnica di estrazione dei metalli dai minerali che li contengono, nonché la creazione di leghe metalliche (bronzo) e, cito:  "la potenza di quelli che fondono le statue di metallo di tutta la terra. Gli uomini hanno appreso, dunque, in qual modo l'argento è generato dalla polvere della terra e come diventa facilmente fondibile sulla terra, che piombo e stagno non nascono dalla terra come il primo. E' una fonte che li genera e l'angelo che è in essa (?). E quell'angelo è eminente.

   La datazione qui avanzata, sulla base delle informazioni contenute nel libro del profeta, si discosta da quella avanzata da Robert Ballard, professore di oceanografia all’Istituto di Archeologia Oceanografica dell’Università di Rhode Island, che lo colloca nel 5600 a.C., in pieno neolitico; mentre la data qui proposta lo colloca almeno 3000 anni dopo; a meno di riuscire a provare che la scrittura, l'estrazione dei metalli e la realizzazione di leghe metalliche risalga al 5600 a.C.

   Comunque sia, in questo contesto non importa se il diluvio avvenne nel 5600 a.C. o nel 2300 a.C.; importa invece l'uso strumentale che si fece del diluvio ad opera di Enoch (?), o chi per lui (con tutta evidenza non poteva esser lui, dato che fu profeta antediluviano), e di tutti gli esegeti biblici che approfittarono di questo evento, reale o mitico che sia stato, per affermare il dogma basilare del peccato e relativa espiazione; tant'è che il libro di Enoch è pervaso dallo stigma del peccato; perché il Diluvio Universale in ambito canonico veterotestamentario prima e cristiano dopo (segreti mai svelati in questi ambiti nella loro sostanza) è inteso quale punizione per dei "peccati" insiti nella natura umana, che il libro di Enoch svela nella loro essenza.
   A parte quei peccati di carattere sessuale, che però potrebbero essere intesi più di preservazione della razza,5 che non nella sfera della lussuria; due peccati in particolare hanno origine in quell'impulso innato verso l'esplorazione e il sapere, il progresso e la scienza come oggi noi la conosciamo: la scrittura e l'uso dei metalli che diede una svolta rivoluzionaria in termini di progresso e vita migliore all'umanità.

   Ecco che abbiamo delineato, benché in modo deduttivo, il periodo esatto in cui Enoch sviluppò il suo calendario; ossia il periodo eneolitico seguito subito dopo dal periodo del bronzo, momento in cui fiorisce e si sviluppa l'estrazione dei metalli e la forgiatura di utensili da leghe di questi. Fiorisce e si sviluppa la scrittura e si perfeziona il calcolo del tempo attraverso l'osservazione astronomica e l'uso, forse, di uno strumento di misura del tempo quale è la clessidra.6

   A proposito di clessidre, è evidente che Enoch (o chi per lui) conoscesse questo strumento di misura del tempo, vista la precisione nello scandire i periodi giorno/notte secondo frazioni del giorno diviso in 18 parti/ore (in una siffatta divisione del giorno l'ora è di 80 minuti).

   Alla luce di quanto esposto notiamo delle stringenti connotazioni che legano quanto scritto da Enoch con quello che sappiamo della civiltà nuragica, sia in ambito epigrafico (scrittura sacra e solo sacra, nonché nascosta. Si veda a tal proposito G. Sanna - 2016 - I geroglifici dei Giganti - introduzione allo studio della scrittura nuragica PTM ed.), che in ambito astronomico e calendariale, vista la corrispondenza tra la data registrata nei pozzi sacri nuragici e il calendario proposto da Enoch; calendario quest'ultimo, slegato dal ciclo lunare, ma ben legato a quello solare come quello adottato in Sardegna in età nuragica.*

* Naturalmente, e a scanso di equivoci, dichiaramo che del calendario nuragico conosciamo al momento solo sei date. Tre date; ossia il 21 di aprile, quella del solstizio d'estate e quella del 21 agosto, perché registrati nel pozzo di Santa Cristina. Per gli equinozi, se risulterà verosimile la tesi qui condotta, dovremmo adottare quale capo dell'anno l'equinozio di primavera e di conseguenza marcare anche quello d'autunno. Per il solstizio d'inverno, invece, siamo più "forturati" visto che questa data è registrata, oltre ogni ragionevole dubbio nel nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu.

3. Il calendario di Enoch 7

Notiamo però lo sfasamento tra l'anno computato da Enoch (364 gg) e quello Gregoriano di 365 gg, e la durata dei mesi da lui calcolati che differiscono da quelli del calendario Gregoriano:
Tabella 1
  1° mese durata 30 gg parte dal giorno dell'equinozio - 21 di marzo fino al 19 di aprile
  2° mese durata 30 gg dal 31° giorno dopo l'equinozio, fino al 19 di maggio
  3° mese durata 31 gg dal 61° giorno dopo l'equinozio, fino al 19 di giugno
  4° mese durata 30 gg dal 92° giorno dopo l'equinozio, fino al 19 di luglio
  5° mese durata 30 gg dal 122° giorno dopo l'equinozio, fino al 18 di agosto
  6° mese durata 31 gg dal 152° giorno dopo l'equinozio, fino al 18 di settembre
  7° mese durata 30 gg dal 183° giorno dopo l'equinozio, fino al 18 di ottobre
  8° mese durata 30 gg dal 213° giorno dopo l'equinozio, fino 17 di novembre
  9° mese durata 31 gg dal 243° giorno dopo l'equinozio, fino al 18 di dicembre
10° mese durata 30 gg dal 274° giorno dopo l'equinozio, fino al 17 gennaio
11° mese durata 30 gg dal 304° giorno dopo l'equinozio, fino al 16 febbraio
12° mese durata 31 gg dal 334° giorno dopo l'equinozio, fino al 19 di marzo, che sarebbe stato l'ultimo giorno dell'anno per via che manca il 365° giorno.

4. Enoch aggiusta il suo calendario

   Benché manchi un giorno alla fine dell'anno “reale” il calendario è piuttosto preciso perché si basa sul nodo equinoziale di primavera. E benché vi fosse lo sfasamento di un giorno da un anno all'altro, era possibile ripartire dall'equinozio di primavera (dato estremamente preciso da verificare) per riallineare il tempo. Forse è proprio questo il significato del versetto 15 che, quando Enoch descrive le caratteristiche del giorno al solstizio d'estate, recita partendo dal versetto 14: “[14] Ed in quel giorno, il giorno era più lungo della notte ed il giorno era 12 parti e la notte era corta ed era sei parti. [15] Ed il sole era tolto affinché il giorno si accorciasse e la notte si allungasse ed il sole tornava ad oriente ed entrava nella sesta porta e sorgeva da essa e tramontava per trenta mattine.” (mio il sottolineato ndr). Cosa significa: Ed il sole era tolto affinché il giorno si accorciasse e la notte si allungasse“?

   Togliere il sole da cosa?

  Per rispondere a questa domanda dobbiamo considerare che Enoch sta elaborando delle unità di tempo per spiegare il suo calendario; ma deve sottostare al rigido dettame della perfezione numerica divina; tant'è che nella introduzione al libro dei Giubilei (sempre all'interno dei libri apocrifi) il curatore del libro scrive: "In effetti il nostro calendario presenta una meravigliosa armonia di numeri. Rimando alle note del cap. VI, per una dilucidazione più particolareggiata. Qui basti notare che il calendario dei Giubilei di 364 giorni permetteva di dividere il numero dei giorni dell’anno esattamente in 4 stagioni uguali (91x4 = 364), in 52 settimane precise (7 X 13 = 91 X 4 = 364). Inoltre si otteneva che l'anno cominciasse sempre con lo stesso giorno della settimana (mercoledì, giorno della creazione degli astri, inizio del tempo)*. I mesi erano dodici, tre per ogni stagione, e ogni terzo mese aveva un giorno in più. In questo modo non solo l'anno cominciava sempre di mercoledì, ma cominciava di mercoledì anche ogni stagione."

Tantissime note del testo fanno riferimento al mercoledì quale giorno del capodanno, estrapolando il dato dalla sequenza secondo cui yhwh creò l'universo.

   Il motivo che indusse Enoch a dividere l'anno in 364 giorni fu la perfezione del creato attuata da yhwh attraverso il numero. E questo spiega, finalmente, quell'oscura frase "Ed il sole era tolto".

Infatti questa non ha molto senso dal punto di vista pratico, se non nell'economia della gestione del calendario, perché egli si è reso conto che il suo computo dei giorni chiude l'anno con l'anticipo di un giorno, che a lungo andare sarebbe stato ingestibile, ossia i giorni accumulati nel giro di pochi anni avrebbero sfasato il suo computo rispetto al ciclo solare; benché sapesse con esattezza che avrebbe potuto riallineare il tempo ogni anno ripartendo dal giorno dell'equinozio di primavera, ossia il primo e il più importante dei cardini del ciclo solare. Ma aggiungere un giorno significava vanificare i dettami di yhwh e comportava l'annichilimento di quella perfezione divina per la quale l'inizio dell'anno e delle stagioni cominciava di mercoledì, giorno di creazione dei luminari (vedi il Genesi).
 Ragion per cui Enoch dovette inserire un giorno, ma doveva motivare questa inserzione paludandola quale azione divina, indipendente dal computo matematico ciclico da lui appreso dall'arcangelo Uriel* (leggi: da lui elaborato) - (30+30+31)+(30+30+31)+(30+30+31)+(30+30+31) - che rappresentava la perfezione divina. Doveva aggiungere un giorno e lo fece in modo sibillino, nel momento di massima potenza lucifera solare: il giorno del solstizio; e questo perché in quel periodo il sole sembra fermarsi per alcuni giorni, per tanto, giorno più giorno meno, in quella fase sarebbe passata del tutto inosservata l'aggiunta in un lasso di tempo difficilmente quantificabile per quelle genti; perché al solstizio d'estate la differenza da un giorno all'altro del percorso solare è piuttosto esigua. Prova ne sia proprio la "dimensione" della 6° posta (Fig. 3) entro la quale 31 giorni sono costretti in uno stretto spazio all'orizzonte rispetto alle porte 5° e 4°.
 Enoch aggiunge quel giorno, giustificandolo quale artefice, al culmine del suo percorso celeste, della progressiva riduzione del periodo diurno su quello notturno. Ma è solo un escamotage. Il giorno del solstizio d'estate durava, per tanto, 48 delle nostre ore per salvare la cadenza del mercoledì e sincronizzare l'anno con l'equinozio di primavera.

 *Uriel, l'arcangelo che scompare dalla Bibbia canonica è stato bandito, non da yhwh ma dall'uomo, per un peccato grave, molto grave agli occhi dell'uomo. Egli ha svelato i segreti di yhwh, e la sua natura essenzialmente luminosa, ma non in senso metaforico, ma in quello materialmente astronomico. Uriel significa letteralmente "luce di Dio". Tanto da poter interpretare il significato come di colui che fa luce e per tanto istruisce Enoch. Di conseguenza Enoch, scriba mette nero su bianco ciò che Uriel gli disse; ragion per cui anche Enoch commise peccato agli occhi dell'uomo e per tanto fu bandito. 

 Per tanto è possibile che quella espressione "Ed il sole era tolto" voglia dire semplicemente che vi è un giorno senza sole, ossia da interpretare come "aggiunta di un giorno fittizio", lo stesso escamotage che nel nostro calendario Gregoriano (e ancor prima in quello Giuliano) inserisce un giorno ogni quattro anni, detto anno "bisestile"; parola quest'ultima che significa due volte sesto», secondo l’uso romano di contare due volte negli anni bisestili il 6° giorno avanti le calende di marzo, cioè il 24 febbraio.
Enoch trova, per tanto, il modo di aggiustare il suo calendario secondo la sottostante tabella:

Tabella 2
  1° mese durata 30 gg dal giorno dell'equinozio di prim.                    21 marzo, al 19 di aprile*
  2° mese durata 30 gg dal 31° giorno dopo l'equinozio di prim,         20 aprile fino al 19 di maggio
  3° mese durata 31 gg (+1) dal 61° giorno dopo l'equinozio, 20 maggio fino al 19/20 di giugno
  4° mese durata 30 gg dal   93° giorno dopo l'equinozio di prim,       21 giugno fino al 20 di luglio
  5° mese durata 30 gg dal 123° giorno dopo l'equinozio di prim,       21 luglio fino al 19 di agosto
  6° mese durata 31 gg dal 153° giorno dopo l'equinozio di prim,       20 agosto fino al 19 di settembre
  7° mese durata 30 gg dal 184° giorno dopo l'equinozio di prim,       20 settembre fino al 19 di ottobre
  8° mese durata 30 gg dal 214° giorno dopo l'equinozio di prim,       20 ottobre fino 18 di novembre
  9° mese durata 31 gg dal 244° giorno dopo l'equinozio di prim,       19 novembre fino al 19 di
 dicembre
10° mese durata 30 gg dal 275° giorno dopo l'equinozio di prim,       20 dicembre fino al 18 gennaio
11° mese durata 30 gg dal 305° giorno dopo l'equinozio di prim,       19 gennaio fino al 17 febbraio
12° mese durata 31 gg dal 335° giorno dopo l'equinozio di prim,       18 febbraio fino al 20 di marzo
 ultimo giorno dell'anno.
 
Naturalmente se dovessimo indicare quale giorno dell'equinozio il giorno 20, come è caratterizzato nel 21° secolo, il primo mese sarebbe terminato il nostro 18 di aprile. Ma questo poco importa. L'importante è il calcolo di 30 giorni a partire dal giorno dell'equinozio. Tant'è che, alla stregua di Enoch, non dovremmo neanche noi parlare in termini di date ma in termini di giorni a partire dall'equinozio di primavera.

   Si noti che questa interpretazione colma una lacuna da parte degli studiosi dei testi biblici. Infatti leggiamo nella introduzione al libro di Enoch all'interno degli Apocrifi dell'Antico Testamento (vedi nota 2) editto dalla UTET pag. 205 : "Circa il problema dello scarto tra anno liturgico e anno solare, la cui durata di 365 giorni era nota (cfr. la durata degli anni della vita di Enoc in Gen., V, 23) non è chiaro, come fosse colmato. Probabilmente si sarà aggiunta una settimana ogni sei anni circa. L’esistenza di due calendari è forse il fatto più notevole per capire il dramma profondo del giudaismo, o almeno del tardo giudaismo. Può anche darsi che colui che fondò il calendario solare non avesse intenzioni scismatiche, che per lui si trattasse di un problema «scientifico», ma nell’insieme è improbabile: ché l’antichità non conosce il regime di « doppia verità » o almeno di «verità autonome», che è stato inaugurato dall'era moderna. Ogni concezione scientifica era sempre strettamente legata a una interpretazione del mondo e quindi a un’interpretazione religiosa." (mio il grassetto ndr).

   Quanto da me interpretato colma la lacuna in modo semplice, senza dover "aggiungere una settimana ogni sei anni" come proposto in quella introduzione, né, tanto meno dover "ricordare" di fare quella aggiunta sessennale, visto che risultava più facile codificare l'aggiunta anno per anno di un giorno "senza sole" al solstizio d'estate, piuttosto che rammentare di aggiungerne sette giorni ogni sei anni, col rischio di commettere errori.

5. Parrebbe che Enoch badi più all'estetica che alla scienza

Dalla tabella 2 (al pari del rapporto errato giorno/notte ai solstizi - vedi nota 4)  si nota poca precisione anche nella individuazione del giorno dell'equinozio d'autunno - 20 settembre anziché il giorno 23 (22 nel 2020) - e ciò è pur vero se ammettiamo che la direzione dell'alba all'equinozio fosse già allora calcolabile in modo piuttosto preciso. Ma se dovessimo individuare l'equinozio solo attraverso il rapporto temporale luce/buio, di certo ancor oggi non riusciremmo a notare la differenza senza u tecnica topografica. Basti un dato per rendersi conto della difficoltà di calcolare esattamente il giorno dell'equinozio senza un adeguato sistema di misura. Notiamo infatti che il 23 di settembre (2019)  il periodo diurno ha una durata di 12h11m (dati STELLARIUM alla latitudine di 36°12'), invece il 20 di settembre (equinozio d'autunno calcolato da Enoch) , il giorno ha la durata di 12h17m; senza tener conto di quali momenti potevano essere considerati " alba" e "tramonto" e senza tener conto, altresì, del fatto che né l'una né l'altra data sono in effetti quelle in cui giorno e notte si equivalgono.
 Questo divario di soli 7 minuti tra il 23 e il 20 di settembre, con tutta evidenza non è apprezzabile con la sola percezione dell'osservatore, ma neanche con una clessidra (vedi il perché nella parte finale di nota 3).
Enoch senza alcun dubbio si rese conto di questa incongruenza all'equinozio d'autunno, e sicuramente per via topografica, mediante l'allineamento posto per individuare l'equinozio di primavera. Infatti poteva ben verificare un fuori allineamento di ben 2° rispetto alla direzione Est-Ovest, ossia quasi 4 diametri solari; e il fatto che nel "suo" equinozio d'autunno il periodo diurno si discostava di 17 minuti dall'equinozio vero (si veda ancora la nota 3 - giorno=notte, che secondo STELLARIUM avviene all'epoca attuale 5 giorni dopo l'equinozio astronomico) non lo turbò per nulla, e probabilmente egli sorvolò su questo particolare per non turbare il ritmo trimestrale da lui impostato 30+30+31, che avrebbe richiesto per settembre l'aggiunta di ben 5 giorni, scombinando in tal modo il suo calendario "cadenzato".*


* L'aggiunta di un giorno in modo sibillino, l'attribuzione frazionaria perfetta (però errata) dei periodi di luce e buio a cadenze di 30 giorni, e l'utilizzo di una cadenza nel susseguirsi dei mesi secondo il ritmo 30+30+31, da l'idea che il calendario sia legato**, secondo un intendimento teologico, alla perfezione divina, secondo un ragionamento (cerchiamo di entrare nella mente di quelle genti) che vede l'anno diviso in 12 parti di 30 giorni ciascuna, con l'aggiunta dell'unità (divina?) di un giorno ai solstizi e agli equinozi, nodi cardine, questi, del ciclo annuale. Più un giorno "oscuro", il 92° dall'inizio dell'anno. Per tanto il titolo di questo capitolo è solo provocatorio, perché Enoch con ogni probabilità ubbidiva ad una regola che imponeva la perfezione in tutte le manifestazioni divine e nella descrizione dell'universo creato da yhwh.

** Non è mia la considerazione, ma traspare potente e sicura nella introduzione  del curatore al libro di Enoch - vedi a partire da pag. 202 del libro.

6. Per Enoch il Sole e la Luna giravano attorno alla Terra secondo un cerchio perfetto
   Vi è un 'altra considerazione da fare. Enoch pensava, probabilmente, che la posizione degli equinozi nel ciclo annuale fosse temporalmente simmetrico, cosa che non è, visto che il periodo che intercorre tra equinozio di primavera e quello d'autunno è pari a 186 gg, mentre il periodo tra equinozio d'autunno e quello di primavera è di 179 gg, per il fatto che l'orbita solare è una ellisse e la terra occupa uno dei suoi fuochi. Se l'orbita del sole fosse stata circolare l'equinozio d'autunno sarebbe caduto il 20 di settembre come risulta dalla elaborazione (tav.2) del calendario del profeta. Per tanto il patriarca riteneva, con molta probabilità, che il Sole girasse attorno alla terra, allo stesso modo della Luna, secondo un circuito perfettamente circolare.

👉segue

Note e riferimenti bibliografici

5 Non entriamo nel merito di questa disquisizione che si presta a tante spiegazioni; benché si possa intravvedere un carattere univoco che lega il peccato relativo alla scrittura, a quello relativo all'estrazione dei metalli dai minerali che li contengono e al loro uso, e l'accoppiamento di persone che possiamo intendere di etnie diverse. In sostanza si può pensare che fosse predicato l'isolamento e la condizione di primitività dell'uomo. Perché qualsiasi conquista e scoperta e idea condivisa portava verso la condizione ultima, quella divina. Ancor oggi non ci siamo arrivati a quella condizione ultima e mai vi arriveremo, ma di certo la manipolazione genetica, frutto di cooperazione e studio interdisciplinare, sarebbe inserito in quell'elenco quale il più grande di quei "terribili" peccati.

6 La clessidra ad acqua era conosciuta in Egitto almeno dal XV-XIV sec. a.C.. Un esemplare di questo strumento fu rinvenuto a Karnak nella tomba di Amenofis III.

7 Nel 2° libro di Enoch - Il libro dei misteri di Enoch -, più tardo rispetto al 1°, vi è un computo dell'anno solare che si discosta di molto da quello qui trattato: "[1] Gli uomini mi portarono verso l'oriente del cielo e mi mostrarono le porte attraverso le quali il sole sorge secondo i tempi fissati e secondo i circuiti della luna di tutto l'anno e secondo la diminuzione e l'allungamento dei giorni e delle notti: [2] sei porte grandi, una (delle quali é) aperta, (a una distanza) di trenta stadii. Misurai con cura la loro grandezza e non potei comprendere la loro grandezza. [3] Attraverso (le porte) per le quali sorge, il sole va verso occidente. Attraverso la prima porta esce per 42 giorni, per la seconda per 35 giorni, per la terza per 35 giorni, per la quarta per 35 giorni, per la quinta per 35 giorni, per la sesta per 42 giorni. [4] E di nuovo, ritornando per la sesta porta secondo il giro del tempo, sorge per la quinta porta per 35 giorni, per la quarta porta per 35 giorni, per la terza porta per 35 giorni, per la seconda per 35 giorni [5] e i giorni dell'anno terminano secondo il ritorno delle stagioni."
   Ho provato a dare un senso a questa sequenza di giorni, ma non ho trovato alcuna correlazione con i nodi solstiziali ed equinoziali. E' probabile che questa sequenza non fu elaborata da Enoch, ma a lui attribuita da altri, che in qualche modo cercarono di creare confusione per slegare il computo del tempo dal ciclo solare. Ma questa, è solo una mia illazione. In ogni modo non terremo in alcuna considerazione la partizione qui sopra definita perché, appunto, è slegata da qualsiasi rapporto sia di carattere antropologico che di quello astronomico.


2 commenti:

  1. E cosa posso dirti? Uno studio bellissimo e una ricerca stupefacente. Naturalmente c'è da perdersi con tutti quei dati e l'elaborazione puntuale di essi. Bisogna leggerti e rileggerti con pazienza, soprattutto nei dati tecnici 'scientifici'. Mi ha colpito in particolare (ognuno tira l'acqua al suo mulino) il dato della scrittura interdetta perché sacra e non usabile per motivi 'laici'. Dato che naturalmente mi fa pensare alla concezione della sacralità di essa mantenuto sostanzialmente anche dagli Etruschi. Ovviamente con questi ultimi che la prendono dai Sardi. Ora una piccola considerazione: nella 'sala da ballo' di San Giovanni e nella breve scritta (tre sole lettere) della scogliera si parla di 'SH'AR', cioè di una porta del sole. Le 'porte' sarebbe stato Sh'ARYM. E' una semplificazione scribale, anche grafica, di un fenomeno astrale calendariale molto più complesso circa la 'luce continua di Ra'?

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  2. Potrebbe anche essere questa la lettura che si debba fare quando parliamo di porta nella scogliera di San Giovanni di Sinnis.
    Enoch quando parla di “porte” lo fa usando un eufemismo. A Tharros invece, ritengo che quelle tre lettere scolpite nella parete rocciosa indichino la cosiddetta (ahimè!) postierla di Murru mannu. Quella vera e propria porta dalla quale il sole manifestava la sua potenza uscendovi il 22 di aprile. Però quando Enoch parla di porte da dove esce il sole, sta di fatto parlando di periodi di tempo (30 giorni). Lo stesso accade a Murru mannu. La porta benché sia reale è lì posta a registrare un periodo di tempo di un giorno esatto.

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