giovedì 29 ottobre 2015

Il pugnale de Su Santu Doxi

di Sandro Angei

   Dopo la presentazione di due iscrizioni nuragiche su pietra, di giovedì 08 ottobre, oggi presentiamo un reperto sul quale sono inciampato alcuni mesi or sono, facendo slalom tra le bacheche del Museo Archeologico di Cagliari.

domenica 25 ottobre 2015

Los Angeles, The J. Paul Getty Villa. Cari Eco (Umberto) e Fedriga (Riccardo) quel bronzetto ci pare nuragico. Per forme e contenuti. Che c'entra il greco?

di Gigi Sanna

   Nel recente primo volume  della Biblioteca Repubblica - L' Espresso ' Storia della filosofia' , Dai Presocratici ad Aristotele (a cura di Umberto Eco e Riccardo Fedriga), editor Roberto Limonta, 2015, alla p. 49 viene pubblicata l'immagine di un bronzetto che, dal contesto iconografico e tematico, viene  classificato

venerdì 23 ottobre 2015

mercoledì 21 ottobre 2015

GIUSTIZIA A PROFILO VARIABILE

di Francu Pilloni

Quando un sardo pensa alla Giustizia (è bene notare la lettera maiuscola) sulla punta della lingua s’affollano frasi antiche, riferite a un evento da scongiurare, a un individuo da esecrare: Sa Giustizia ddu currat, sa Giustizia ddu pregonit e altre più colorite o, riunendo le due azioni per rafforzare il concetto, sa Giustizia ddu currat e ddu pregonit: la Giustizia lo insegua e lo sanzioni, fosse pure con un decreto di esilio forzato.

venerdì 16 ottobre 2015

Tanat panê Ba‛al VI



di Sandro Angei
parte sesta
IL GRANDE INGANNO V
Tnt
   Tnt, questo è il nome della divinità, che solo per la fantasia di Gustave Flaubert fu vocalizzata Tanit. Alcuni studiosi, tra cui P. Bartoloni, ritengono che il nome vero fosse Tinnit, per alcune antiche traduzioni in greco e per il fatto che sono state trovate delle stele neopuniche con caratteri romani che attestano il nome in tal modo.[1]
   Se proviamo a pronunciare il trilittero “Tnt” senza vocali, esso risulta perfettamente intelligibile anche senza vocalizzazione aggiunta.  

lunedì 12 ottobre 2015

Nel regno della perfidia regna un registratore


di Francu Pilloni

Lucio Angel Cordero crebbe pallido, magro e triste nella casa ricca dei suoi genitori. Non aveva la erre moscia ma la d inglese sì; con questo si distingueva dai coetanei che gli professavano amicizia in quanto solamente lui aveva la chiave dei loro cuori. Li invasava e li rinvasava a suo piacere, concimandoli con parole di privilegio così che potessero credere che ognuno di loro era non solamente il migliore amico del piccolo Cordero, ma anche il migliore ragazzo del paese, subito dopo di lui, però. La intuì forse a sei anni quella strategia che gli permise di primeggiare senza sforzo tra i ragazzi del suo paese, a otto era perfettamente padrone del mestiere, a dieci ne furono sopraffatti i suoi amici in modo così completo che, se si faceva una gara a chi arrivava primo al fiume, in prossimità della riva chiunque fosse avanti al Cordero rallentava fino a farsi sorpassare, per non mettere in gioco l’amicizia più importante. Non che parecchi dei suoi coetanei non fossero coscienti del loro stesso imbarazzo, ma nessuno ne avrebbe fatto parola con qualcun altro, dato che la sera stessa il Cordero ne sarebbe venuto a conoscenza e avrebbe decretato l’ostracismo con una sola delle sue micidiali occhiate tristi. 



sabato 10 ottobre 2015

Il "paesaggio scritto" degli Egizi: l'architettura della luce

di Atropa Belladonna

"This hierophany replicates – yes, WRITES - the very same name as the Khufu project in the sky once a year[..] in ancient Egypt, invention in sacred architecture and invention in sacred writing were mutually interchangeable. Interestingly enough, this interplay can be brought to yet an higher level of sophistication, that of the written landscape [..]" (1) (fig. 1). 
 
Fig.1: sin., l'orizzonte a Giza: al solstizio d'estate il sole visto dal tempio della sfinge tramonta a metà strada tra la piramide di Khafre e quella di Khufu. Secondo diversi studiosi di archeoastronomia questo è un maxi-geroglifico che usa sia l'architettura che il paesaggio per riprodurre la parola "orizzonte" (dx.). Da: che G. Dash, The Horizon At Giza, AERAGRAM, Vol. 12 No. 2 (Fall 2011), 9

giovedì 8 ottobre 2015

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi


   Così rispondiamo a quanti vogliono negare l’innegabile, tutto il resto è noioso, detto e ripetuto, tanto che le parole che volano nell’aria non ci interessa più proferirle né sentirle.

Parole al vento

   E’ sceso il silenzio su Maymoni, è bastato bloccare i commenti in due soli post e pare che il carrozzone si sia fermato, non abbiamo più postato nuovi articoli e pare che tutto si sia fermato.
Che è successo, si è fermato il mondo e non me ne sono accorto?!