21 aprile e 21 giugno
e l'anello di congiunzione
e l'anello di congiunzione
solstizio d'estate 2016
L'evento che qui
descriviamo a nostro giudizio è parte integrale di un rito che aveva
inizio il 21 di aprile, aveva il suo culmine il 21 di giugno e
terminava il 21 di agosto. Possiamo affermare questo sulla base delle
evidenze architettoniche, che suggeriscono una continuità rituale
nel momento in cui il concio α accoglie, rimarcato dal concio β, due diverse ierofanie
a cadenza bimestrale (Fig.55).1
Fig. 55
Attualmente, quando il 21 di
giugno il sole è ad un azimut di 157°50', la sua altezza raggiunge i
72°18' e illumina con un piccolo punto di luce il bordo superiore
del 12° anello. Nel 1000 a.C. per la medesima data2
ed il medesimo azimut, l'altezza del sole era di 72°42'; in quel
momento un sottile pennello di luce illuminava tutto lo spessore del
12° anello fino al gradino di risega tra gli anelli 11° e 12°. La
descrizione appena esposta sarebbe del tutto ovvia e priva di
qualsiasi eccezionalità, visto che fin quando il sole non arriva ai
180° del mezzogiorno, continua a scendere con un angolo che
arrivava, nel 1000 a.C., a 73°45' fin verso l'ottavo anello; ma il
dato risulta del tutto perspicuo allorché il punto di impatto
coincide con la mezzeria di quel concio estremamente particolare, che abbiamo
individuato nelle Figg. 55, 56 e 57: il concio β.
L'immagine mostra
l'illuminazione così come avviene attualmente (alla data del 21
giugno 2016 ore 12:58) col punto di luce cerchiato in rosso. Il
cerchio azzurro individua la posizione che raggiungeva il punto di luce
nel 1000 a.C. con la differenza che la luce illuminava tutto lo spessore del 12° anello.
Fig. 57
L'immagine raffigura
il momento in cui il sole ragiunge il bordo inferiore del 12° anello alla data del 21 giugno 2016 ore 13:07
Come si può vedere
nella immagine di Fig.57, il raggio di luce (immagine del 21 giugno
2016) attraversa il concio quadrangolare e impatta il bordo inferiore
del 12° anello in corrispondenza dello spigolo superiore destro del
piccolo concio posto in asse sotto di quello (concio β). Nel 1000 a.C. il raggio
di luce, a causa della diversa angolazione dei raggi solari, andava a
colpire il bordo inferiore del 12° anello (cerchio azzurro di Fig.
56) in corrispondenza della mezzeria del detto concio β, illuminando il
concio α per tutta la sua altezza, come si può vedere nella
simulazione di Fig. 58, che con tutta evidenza riprende la illuminazione della Fig. 57.
Ciò dimostra che il 21 di giugno del 1000 a.C (o meglio solo i giorni attorno al 21 di giugno compreso), il sole illuminava con una lama di luce l’intero spessore del 12° anello in corrispondenza del concio marcatore β.
Fig.58 – Simulazione
- La fotografia fu scattata il 21 giugno 2016 ore 12:58. Si noti il
fascio luminoso all’interno della ellisse che simula quel
che avveniva il 21 giugno del 1000 a.C.. Si confronti l’immagine
con quella di Fig. 57
Esaminiamo ora le immagini luminose dei raggi solari del 21 di aprile e del 21 di giugno.
Le immagini di Fig.
59 mostrano: in alto a sinistra la porzione di bacile illuminata alle
ore 12:30 e in alto a destra la corrispondente immagine riflessa
all'interno del concio α il
21 di aprile. L'ultimo raggio di sole è riflesso dal bacile alle ore 12:31:40 e corrisponde ad un angolo azimutale dei raggi solari
pari a 154°07’44” per un’altezza di 59°36’09”.
L'immagine in basso a
sinistra riporta l'illuminazione del concio α
il 21 giugno 2016 alle ore 12:58:15” (cerchio rosso), ora in
cui i raggi solari avevano un azimut di 157°50’25” ed una
inclinazione di 72°18’28”. Per lo stesso azimut della luce
solare al solstizio d’estate del 1000 a.C. (cerchio azzurro),
l’inclinazione dei raggi solari era di 72°42’15”.
Fig. 59
E' fuor di dubbio che la coincidenza riscontrata non sia frutto del caso ma risultato di un preciso intento rituale e di un preciso calcolo progettuale.
La manifestazione luminosa però non si conclude il 21 di giugno, ma come già si è detto, la ierofania del 21 di aprile si ripete temporalmente speculare a partire dal 21 di agosto, secondo la sequenza della figura 60: il 21 di aprile si manifesta una lama di luce orizzontale, il 21 di giugno una lama di luce verticale, il 21 di agosto ancora una lama di luce orizzontale.
Fig. 60
Poco sopra abbiamo individuato due azimut:
- 154°07’44” relativo ai raggi del sole al 21 di aprile che, riflessi, vengono proiettati all’interno del concio α in posizione pressoché mediana;
- 157°50’25” relativo ai raggi del sole che il giorno del solstizio d’estate del 1000 a.C. illuminavano l’intero spessore del 12° anello in corrispondenza della mezzeria del concio marcatore β.
Si potrebbe pensare
che la disparità tra i due azimut risulti incongruente ai fini della
reale coincidenza in un luogo ben preciso (concio α)
dell’evento ierofanico; ma l’immagine qui sotto riportata
(Fig.61) dimostra che i due azimut sono del tutto coerenti con
l’architettura del pozzo sacro; infatti i raggi solari che il 21 di
aprile vengono proiettati nel concio α, sono costretti e veicolati nel loro tragitto (A-B-C)3 dal bordo curvilineo del bacile; mentre i raggi che penetrano dall'oculo della tholos devono percorrere il tragitto (D-E) costretti e veicolati anch'essi dal bordo curvilineo di quello; e proprio questa mutua posizione tra bordo del bacile, bordo dell'oculo della tholos e posizione del 12° anello, fa si che i raggi solari con diverso azimut
coincidano proprio nel concio α4.
Fig. 61
Fig. 62
La Fig. 62 dimostra che se per ipotesi il foro apicale della tholos fosse stato nella posizione del cerchio giallo (traslazione macroscopica ai soli fini esplicativi), la luce solare non avrebbe impattato il centro del concio α, ma avrebbe illuminato il concio attiguo (linea tratteggiata blu). Per arrivare ad illuminare la mezzeria del concio α il sole avrebbe dovuto spostarsi ancora un poco nel cielo (linea tratteggiata gialla), ma in tal caso i raggi solari sarebbero stati più inclinati e probabilmente avrebbero illuminato l'undicesimo anello.
Ancora una volta il
modus operandi si ripete, sempre uguale come principio e sempre diverso nei particolari; e se
nel nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu l'evento al
solstizio d'inverno è marcato dal passaggio dell'immagine taurina
nel centro dell'altare che vi era lì installato5,
nel pozzo di Santa Cristina l'evento al solstizio d'estate è registrato tramite il concio
α marcato in modo
particolare dal piccolo concio posto in asse sotto di esso: il concio
β.
***
Se ciò che andiamo
affermando risulta vero, come pensiamo sia, siamo arrivati ad un interrogativo che ammette una sola risposta: è verosimile l'ipotesi qui esposta, legata a due manifestazioni solari interconnesse; oppure è più veritiera l'ipotesi del Prof. A. Lebeuf a riguardo del 12° anello che
marcherebbe, secondo i suoi studi, il lunistizio medio?Risulta evidente che le caratteristiche del pozzo non possono ammettere nello stesso spazio architettonico la registrazione della manifestazione solare (solstizio d'estate) e assieme, quella lunare (lunistizio medio). Il motivo è di carattere fisico.
Osservando
l'immagine di Fig.63, notiamo che i punti A e B sono oggetto di due
direzioni di luce. Il punto A è fulcro del raggio di luce al
solstizio d'estate ed eventualmente del raggio lunare al lunistizio maggiore. Il
punto B è invece punto dove vengono proiettati di due eventi solari: 21 aprile
e 21 giugno, solstizio d'estate. In ragione di ciò i punti A e B sono vincolati
nella loro posizione in uno stretto e mutuo rapporto; gli altri
punti: C, D ed E (di colore verde), sono invece investiti di una sola
funzione, per tanto con grado di libertà dettato dal progetto
architettonico. In ragione di ciò è praticamente impossibile
che il 12 anello della tholos sia indicatore di una terza manifestazione luminosa consapevolmente voluto. In sostanza, la linea A-B individua l'evento solare o quello lunare (lunistizio medio), non entrambi.
A questo punto è opportuno verificare quante siano le probabilità che l'allineamento sia legato all'evento solare oppure a quello lunare.
Sarebbe sufficiente dare uno sguardo alle manifestazioni a tutto campo legate al culto della divinità nuragica, per rendersi conto che le probabilità siano tutte a favore dell'evento solare6. Possiamo richiamare l'attenzione sulla registrazione della data del 21 di aprile riscontrata in altri due monumenti pure nuragici, per consolidare l'assunto; ma basta prendere atto del fatto che se il 12° anello della tholos è legato alla registrazione del 21 di aprile, come pensiamo sia, è verosimile che la seconda registrazione sia ancora legata ad una manifestazione solare; non fosse altro se non per una continuità rituale legata al ciclo vegetativo del grano, come da noi più volte avanzato. In ogni caso il concio α e il concio β, individuati quali marcatori delle ierofanie luminose non danno adito a dubbi di sorta. Basti pensare che sarebbe stato del tutto inutile il concio β nella individuazione "notturna" del lunistizio medio.
A questo punto è opportuno verificare quante siano le probabilità che l'allineamento sia legato all'evento solare oppure a quello lunare.
Sarebbe sufficiente dare uno sguardo alle manifestazioni a tutto campo legate al culto della divinità nuragica, per rendersi conto che le probabilità siano tutte a favore dell'evento solare6. Possiamo richiamare l'attenzione sulla registrazione della data del 21 di aprile riscontrata in altri due monumenti pure nuragici, per consolidare l'assunto; ma basta prendere atto del fatto che se il 12° anello della tholos è legato alla registrazione del 21 di aprile, come pensiamo sia, è verosimile che la seconda registrazione sia ancora legata ad una manifestazione solare; non fosse altro se non per una continuità rituale legata al ciclo vegetativo del grano, come da noi più volte avanzato. In ogni caso il concio α e il concio β, individuati quali marcatori delle ierofanie luminose non danno adito a dubbi di sorta. Basti pensare che sarebbe stato del tutto inutile il concio β nella individuazione "notturna" del lunistizio medio.
linea gialla D-E-B: 21 aprile
linea gialla A-B: solstizio d'estate
linea blu A-C: lunistizio maggiore
linea gialla A-B: solstizio d'estate
linea blu A-C: lunistizio maggiore
17. La
ricostruzione
Se non entrassi nel merito della prassi costruttiva del monumento, avrei fatto il
lavoro a metà e avrebbe ragione Clive Ruggles ad obbiettare. E' necessario capire come quegli architetti riuscirono ad rimarcare nello
spazio architettonico più eventi temporali con cognizione di causa.
In sostanza è
necessario dimostrare in modo sequenziale e cronologico la
fattibilità del monumento (presupponendo un progetto preparatorio),
così come lo impostai e spiegai nell'articolo sulla cosiddetta
“Postierla di Murru mannu”.
Dimostrerò la
fattibilità del progetto in relazione alla data del 21 di aprile;
cercherò di collegare ad esso il solstizio d'estate, nonché il
lunistizio maggiore. Mi fermerò, evidentemente, lì dove la logica
impone di scartare l'ipotesi intrapresa. Però se anche un solo modo
possa esistere per far coesistere tutti gli eventi; quel modo potrà
essere quello verosimile.
L’analisi
costruttiva imporrà una serie di problematiche di natura prettamente
tecnica di imprescindibile soluzione, pena l’impossibilità di
proseguire “materialmente” i lavori che dovranno, alla fine,
riflettere la costruzione reale. Questo di certo impone delle
ipotesi, che comunque si baseranno su tecniche alla portata di quelle
genti.
Ritengo però di
dover spiegare tutto questo in un articolo a sé stante, di carattere
strettamente tecnico.
Conclusioni
Alla fine di questa
trattazione siamo arrivati alla conclusione che il il pozzo di Santa Cristina, molto probabilmente, fu realizzato in funzione di due eventi solari.
Col mio studio
penso e spero, di aver dato un contributo alla comprensione della intima
essenza religiosa del pozzo sacro di Santa Cristina. Ma più di
questo mi preme rimarcare che abbiamo, con molta probabilità, posto un punto
fermo dal punto di vista antropologico, registrando in questo
meraviglioso tempio una data importante per le antiche genti sarde:
il 21 di aprile.
Ringraziamenti
Ringrazio l'architetto Franco Laner che ha richiesto le
necessarie autorizzazioni per il rilievo del monumento.
Ringrazio i geometri Fulvio Deriu ed Emanuele Olla che mi hanno
supportato nel rilievo dell'edificio col laser scanner e
strumentazione GPS.
Ringrazio la Cooperativa Archeotour per la disponibilità
prestata dagli operatori.
Senza il loro importante e significativo aiuto non avrei potuto aprire questo spiraglio sulla storia non scritta della Sardegna.
L'auspicio è quello di vedere un giorno celebrata la festa del
21 di aprile nel pozzo sacro di Santa Cristina, in quello di
Sant'Anastasia di Sardara e specialmente a Murru mannu in Tharros
nella Porta del sole luminoso liberata e restaurata.
O su babbu mannu
omine mannu 'e su kelu
falande sese.
Falande sese omine mannu...
Tratto da: Piero Marras "Omine mannu" dall'album "Abbardente" 1985.
1 La motivazione non è solo di carattere architettonico, ma anche antropologico come già in "Sincretismo religioso tra nuragico e romano - la porta del toro luminoso" prospettai l'idea, avvallata da prove documentali del periodo romano, che la ierofania del 21 di agosto fosse legata alla fine dell'annata agraria, con la trebbiatura e stoccaggio dei cereali nei magazzini.
2 Tenuto conto della precessione degli equinozi.
2 Tenuto conto della precessione degli equinozi.
3 Il punto B è il punto mediano, disassato rispetto alla mezzeria della scalinata, del pennello di
luce dato dalla posizione dei raggi solari nei momenti in cui la
ierofania luminosa è ancora percepibile.
4 Il dubbio, legittimo, che sorge al proposito di questa
straordinaria coincidenza, sarà sciolto allorquando descriveremo il
metodo costruttivo.
5 Vedi S. Angei, Il toro sul'altare 2015 su Maimoni blog.
6 Tutti gli studi da noi condotti riconducono senza ombra di dubbio a
manifestazioni solari della divinità e questo, in termini meramente
pratici, è dovuto al fatto che il ciclo solare è estremamente
preciso nella sua connotazione spazio temporale. In sostanza, il
sole garantisce, anno dopo anno la puntualità temporale dell'evento
tramite la sua posizione spaziale; la qual cosa, con tutta evidenza
non accade con la luna. Per tanto ogni anno assistiamo nel ciclo
solare a due solstizi e due equinozi (dettati dalla osservazione
della natura) e da un evento (21 aprile), voluto dall'uomo; mentre
possiamo osservare l'evento lunare ad intervalli di 18,61 anni;
davvero troppi per esser presi in seria considerazione nel fluire
monotono della vita quotidiana.
Anda,anda! Chi ancora du est de faere trettu mannu. Non ses mancu a s'incomintzu!
RispondiEliminaLo so professore... è solo l'inizio di una branca di studi tutta da scoprire ed un approccio agli studi tutto da rivisitare in chiave multidisciplinare. Per questo in questi giorni ho lanciato un appello dalla pagina Facebook di Gerolamo Exana a tutti gli studiosi. Un grido d'aiuto, ma non solo: un incoraggiamento allo studio in questo settore; senza remore e senza prevenzioni; una collaborazione proficua per tutti, tesa al confronto pacato, all'obiezione sincera e costruttiva. Certo, l'obiezione costruttiva necessita di studio e preparazione per essere accolta, ma di certo non mancano tra tutti noi menti capaci.
RispondiEliminaCi sono ed ho letto tutto con immenso piacere..Ma devo dire che le mie competenze in materia di angoli ed Azimut sono al minimo. In quanto alle divintià..ci siamo .EL
RispondiEliminaMi rendo conto che alcuni passaggi siano difficili, ma spero che nel complesso si sia compreso quel che cela nel suo intimo questo meraviglioso monumento.
RispondiEliminaCaro Sandro, i tuoi studi e analisi sono di grandissimo spessore e valore. Vera ricerca scientifica che migliora il sapere attuale e che si presta in futuro (come tu stesso giustamente auspichi) ad essere a sua volta migliorato da ulteriore ricerca tua o di altri.
EliminaPoiché questo è l'obiettivo (davvero sfidante visto l'immobilismo se non già "conservatorismo" delle istituzioni che sono pagate da noi tutti per fare ricerca che invece non fanno), è ragionevole pensare che questi studi debbano essere accessibili al maggior numero possibile di destinatari! E' chiaro che le risorse sono limitate, però già una sintesi in lingua inglese con le principali parole chiave potrebbe essere un grande e non impossibile passo in avanti per cercare di uscire dalla cappa che avvolge da troppo tempo la non-conoscenza della nostra antica civilità. Cari Saluti
Vale, il tuo commento è di grande importanza per me. Hai colto nel segno. I miei studi non procacciano visibilità per me; ma vogliono rendere edotto chi della conoscenza ne fa un baluardo al di là dell'interesse personale. L'obiettivo importante è attrarre l'attenzione su una civiltà estremamente progredita dal punto di vista tecnico e questo non con scoop editoriali, ma con prove tecnicamente proponibili, ripetibili e incontrovertibili.
EliminaSandro, a beneficio di tutti, una domanda per capire (e permetterti di spiegare) meglio.
RispondiEliminaNella postierla/porta-del-sole di Murru Mannu le date delle ierofanie (manifestazioni dei fenomeni luminosi significativi) sono 2, 21 Aprile e 21 Agosto, come saranno 2 per il pozzo di Sant’Anastasia e per tutti quei siti “tarati” su posizioni del sole diverse dai solstizi (il nuraghe di Villanova Truschedu, con il suo originario altarino, è tarato sul solstizio d’inverno, per cui la ierofania si registrerà solo una volta all’anno, il 21 Dicembre).
Questo perché, possiamo dire, il sole tramonta (come sorge) nello stesso punto per due volte ogni anno, fuorché per le posizioni estreme del suo “cammino pendolare all’orizzonte” (forse ispiratore anche lui del senso bustrofedico di scrittura) che sono i due solstizi.
Qualsiasi allineamento che, alle nostre latitudini, non si discosti di oltre (circa) 32 gradi dall’Ovest coinciderà perciò due volte all’anno con il tramonto del sole (stessa cosa a Est per il suo sorgere), così come un orologio fermo segna due volte al giorno l’ora esatta.
Ora, colpisce che la “macchina” del Santa Cristina abbia 3 ierofanie: le due (più sfumate, eppure evidenti) al 21 di Aprile e quindi di Agosto; e quella, tra le due, al 21 di Agosto (nel Solstizio d’Estate; più netta).
La domanda è: nelle altre “macchine” con ierofanie nei 21 di Aprile e di Agosto si manifesta forse qualcosa nel Solstizio d’Estate? Perché potrebbe credersi, a tutta prima, che i fenomeni luminosi di Aprile e di Agosto siano come effetti collaterali (apposta meno eclatanti, guardando al Santa Cristina) della taratura sul Solstizio.
Escludere questo (e penso tu l’abbia escluso, vorrei darti appunto modo di dirlo più pianamente) lascerebbe meno incisiva, eppure in piedi, la domanda sulle ragioni di una ierofania tanto più netta, quanto al pozzo di Santa Cristina, nel giorno del Solstizio d’Estate: ritieni fosse tutto voluto, anche in queste proporzioni di evidenza, e credi di intuirne le ragioni?
Perdona se ti porto a ripetere cose già spiegate che forse non ho compreso appieno e pensa alla massima: le cose ripetute aiutano.
Tutto è legato al ciclo vegetativo del grano, come ho avuto modo di spiegare in più riprese ad iniziare dallo studio sulla “postierla” di Murru mannu; e proprio a Murru mannu non accade alcun avvenimento legato al solstizio d'estate. Questo evidentemente è dovuto al fatto che la data predominante è quella del 21 di aprile (20 di aprile a Murru mannu). Non succedeva nulla neppure nel pozzo sacro di Sant'Anastasia, se non forse vedere il sole specchiarsi nell'acqua del bacile che poteva entrare dall'oculo della tholos (ammesso che vi fosse la possibilità data dal tempietto aereo da me ipotizzato, vista l'inclinazione di quasi 74° dei raggi solari al mezzogiorno, quando il sole è in asse alla scalinata) e questo conferma il mio assunto. Nel pozzo di Santa Cristina hanno voluto evidentemente “strafare” nella loro genialità, rimarcando due eventi solari così importanti; quello di previsione del 21 di aprile, prettamente pragmatico nella sostanza, e quello del 21 di luglio , legato verosimilmente all'aspetto religioso.
RispondiEliminaRispondendo ancora al commento di Vale, dico che per quanto riguarda la diffusione in altre lingue, sarebbe davvero auspicabile. Sarebbe necessario tradurre lo studio in inglese, ma questo è al di là delle mie competenze (ahimé); d'altronde non ho la possibilità economica di chiedere l'intervento di un traduttore professionista, per tanto mi rimetterei alla buona volontà di chi ne abbia la capacità e, nello spirito della ricerca, si voglia sobbarcare l'onere di farlo.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaAnonimo poco coraggioso, le do un po' di tempo per palesarsi e spiegare in modo scientifico le sue obiezioni, in mancanza di riscontro cancellerò il suo commento.
RispondiEliminaCon piacevole sorpresa ho constatato che ieri questa parte dell'articolo ha totalizzato 380 ingressi. Il solstizio d'estate da millenni a questa parte continua a richiamare, inalterata, l'attenzione. Spero che coloro che anziché entrare nel blog sono andati a vedere dal vivo lo spettacolo, abbiano potuto ammirare la ierofania. La giornata non era delle migliori per assistere a questo evento.
RispondiEliminaSolo straordinario.....
RispondiEliminaCalcoli di 3.000 anni fa.qualcosa ha cambiato posizione, nel firmamento !!!
E' cambiato il paradigma!
RispondiElimina