di Sandro Angei
6. L'evento
ierofanico
Nel pozzo sacro di
Santa Cristina si ripete due volte l'anno il “miracolo della
risurrezione”1. I giorni attorno al 21 di aprile e di conseguenza anche il 21 di
agosto2,
avviene lo stesso “miracolo” che avveniva nel pozzo
sacro di Sant'Anastasia di Sardara3.
In quei giorni i raggi solari, quando sono in asse con la scalinata, penetrano attraverso il vano scala, costretti dal bordo inferiore del primo concio della volta a chevron (Fig. 18 concio A) e il bordo del bacile (Fig.18 concio B). L'acqua del bacile proietta, riflessa, una immagine luminosa proprio in corrispondenza del 12° anello (a salire) della tholos; ossia il cerchio anomalo, quello più grosso degli altri.
Fig. 18
L'immagine lambisce il bordo inferiore del 12° anello già
il 15 di aprile, la massima valenza è raggiunta però i giorni 20 e
21. Si ripresenterà puntuale dal 21 di agosto in poi.
E' tanta la
precisione adoperata nella costruzione dell'edificio che il 15 di
aprile la figura riflessa nel 12° anello e piccolissima e dura solo
pochi minuti ad un azimut di 158°. L'immagine riflessa si vede
nitidamente e centrale rispetto all'asse della scalinata solo a
partire dal 18 di aprile; per tanto per soli 4 giorni.
Questa è la prima
e più importante funzione di quell'anello anomalo posto proprio
nel 12° corso.
Fig. 19
Nelle immagini di
Fig.19 si nota la progressione del riflesso che alla fine si
sofferma all'interno di un concio particolare. Il concio è quello
della Fig. 20, che ritrae la riflessione delle ore 12:33. Si noti
nelle immagini di Fig. 19 il riferimento cerchiato di rosso, per
constatare che la ierofania, dalle 12:27 fino alla completa
sparizione alle ore 12:35, rimane pressoché nel medesimo punto della
parete.
Fig. 19a
Nella figura 19a ho
voluto marcare i contorni di due conci, quello più grande che
accoglie la luce riflessa stazionante nell'ultima fase della
ierofania (denominato concio α) ed il piccolo concio posto in
asse sotto di quello (concio β). Quest'ultimo, come vedremo
nel capitolo 16, marcava in maniera pressoché precisa il solstizio
d'estate.
Naturalmente
l'evento a cui assistiamo attualmente per essere considerato
veritiero deve essere verificato e confermato alla data di presunta
realizzazione del monumento, che l'archeologia fissa verso il 1000
a.C..
Altresì è
necessario fugare alcuni dubbi che aleggiano sul monumento; in
ragione di ciò esponiamo le verifiche eseguite.
7. le verifiche
7. le verifiche
Prima
verifica
Si sa che la parte
superiore della scalinata del pozzo sacro fu ricostruita ad opera
dell'archeologo Enrico Atzeni. Già allora, alcuni dichiararono che
ciò costituiva di fatto un falso.
Questa accusa che
poteva pregiudicare l'attendibilità delle misurazioni, non pochi
dubbi pose sulla fattibilità dello studio. Ma facendo alcune
considerazioni è possibile fugare questi dubbi o renderli ininfluenti rispetto alla nostra tesi.
Innanzi tutto c'è
da dire che il dubbio riguarda sostanzialmente i conci isodomi posti
a piattabanda sulla sommità della scalinata e in particolare quello
a quota più alta poggiato sulle pareti strapiombanti (nominato
“concio A” di Fig. 18), che poi è quello che coodetermina la
ierofania assieme al bordo del bacile.
Si consideri che se
uniamo con una linea ideale gli spigoli dei conci originali, quello
in sommità praticamente giace sulla stessa linea. Ammettendo per
ipotesi che la posizione di quel concio originariamente fosse
leggermente traslata di qualche centimetro rispetto alla posizione
attuale (ammettiamo 3 cm in più o in meno); questo presunto
arretramento o avanzamento, di fatto non inficia in alcun modo il
nostro assunto; in quanto il fascio luminoso rimarrebbe comunque
all'interno dell'anello anomalo sia in data odierna che nel 1000 a.C.; e comunque avrebbe conseguenze solo sul bordo inferiore del fascio di luce proiettato sulla parete. Si noti infatti, che il bordo superiore della ierofania è delimitato dallo spigolo del bordo del bacile, per tanto essendo questo particolare architettonico originale, possiamo esser certi che la ierofania il 21 di aprile si manifesta sempre all'interno del 12° anello (Fig.20).
Fig. 20 - immagine esemplificativa senza parametro
si noti che al variare della posizione del concio in esame, varia l'altezza dell'immagine luminosa ma il bordo superiore è stabile
In ogni caso,
vista la perfezione e cura dei particolari riscontrate nell'edificio,
ci si dovrebbe domandare: perché mai quegli architetti avrebbero
dovuto disallineare quel concio?!si noti che al variare della posizione del concio in esame, varia l'altezza dell'immagine luminosa ma il bordo superiore è stabile
Seconda
verifica
Il 21 aprile del
1000 a.C. i raggi del sole, quando questo era in asse con la
scalinata del pozzo (152°), avevano una inclinazione di 58°47', per
tanto il fascio luminoso incideva all'incirca a metà
dell'altezza del 12° anello.
Fig. 21 -
21 aprile 1000 a.C.
Il 21 aprile del
2018 i raggi del sole quando sono in asse con la scalinata del pozzo
(152°) hanno una inclinazione di 59°22’, e riflettono un raggio
di luce sottilissimo di circa 2 cm sempre all'interno dello spessore
del cerchio anomalo. Naturalmente il raggio luminoso si riflette fin
quando si riduce ad uno spessore estremamente sottile, fino a
scomparire quando il sole è ad un azimut di 154°08’ con
un’angolazione di 59°36’ (Fig. 30);
ma abbiamo optato per un azimut di 152° perché l’immagine
ierofanica risultante è ancora ben percepita.
Fig. 22 -
21 aprile 2018
Il pennello
luminoso attualmente è più sottile rispetto a quello che si formava
nel 1000 a.C.
Abbiamo presunto che la data di costruzione del pozzo sia attorno al 1000 a.C., per tanto
abbiamo usato un dato incerto, legato a dati di carattere
archeologico. In ragione di ciò ci si potrebbe domandare se l'evento
poteva verificarsi anche prima del 1000 a.C., visto che ancor oggi è
possibile vederlo. Per rispondere a questa domanda ho simulato ciò
che poteva succedere in epoche precedenti, a scaglioni di 100 anni
fin verso il 2000 a.C.; verificando che i raggi del sole 30 giorni
dopo l'equinozio di primavera si sarebbero riflessi all'interno del 12° anello pure in quelle
lontane date. In sostanza il fascio luminoso è stabile nel tempo.
In ragione di ciò, sulla base di questi soli dati, non possiamo confermare la data di realizzazione del pozzo
sacro al 1000 a.C.; però possiamo
dire sin d'ora, e con molta sicurezza, che l'evento, essendo
costante nel tempo, non è dettato da coincidenza fortuita. Insomma, non si comporta come l'orologio fermo che segna comunque l'ora esatta due volte al giorno!
Terza
verifica
Ho voluto
verificare durante l'intero anno quale sia il momento in cui l'azimut
di 152° determina l'altezza angolare compresa tra 58°11' e 59°22'
(il primo è quello del pennello di luce che lambisce, riflesso, il
bordo inferiore del 12° anello; il secondo è quello massimo entro
il quale il raggio di luce può riflettersi nello specchio d'acqua
con uno spessore di 2 cm).
il risultato è
riportato nella sottostante tabella, tenendo conto che il pennello di
luce per poter essere visibile deve superare l'azimut di 135°35' e
non andare oltre i 166°21'; azimut dettati dalle pareti
strapiombanti che delimitano la scalinata. In ragione di ciò
assumiamo un azimut minimo di 136°16' ed uno massimo
di 165°37' che determina un pennello di luce largo 5
cm che man mano si allarga mentre si dirige verso l'asse della
scalinata (152°):
Dal 30 agosto fino al 10 di aprile successivo il sole non arriva mai oltre 58°11' nel ventaglio angolare della scalinata.
13 aprile inizio Az 164°15' Alt. 58°11' fine Az. 165°37' Alt. 58°20' il riflesso non arriva al 12° anello, durata del riflesso 2 minuti
14 aprile inizio Az 161°17' Alt. 58°11' fine Az. 165°37' Alt. 58°42' il riflesso non arriva al 12° anello; durata del riflesso 6 minuti
15 aprile inizio Az 158°43' Alt. 58°11' fine Az. 165°37' Alt. 59°04' il riflesso lambisce il brodo inferiore del 12° anello, durata del riflesso 8 minuti
16 aprile inizio Az 156°27' Alt. 58°11' fine Az. 165°01' Alt. 59°22' il riflesso lambisce la parte inferiore del 12° anello, durata del riflesso 11 minuti. L'evento inizia quando il raggio di luce ha superato l'asse della scalinata.
17 aprile inizio Az 154°25' Alt. 58°11' fine Az. 161°54' Alt. 59°22' il riflesso lambisce la parte inferiore del 12°, durata del riflesso 12 minuti. L'evento inizia quando il raggio di luce ha superato l'asse della scalinata.
18 aprile inizio Az 152°31' Alt. 58°11' fine Az. 159°15' Alt. 59°22'
durata del riflesso 12 minuti. L'evento inizia quando il raggio di luce è circa in asse della scalinata.
19 aprile inizio Az 150°43' Alt. 58°11' fine Az. 156°55' Alt. 59°22'
durata del riflesso 13 minuti. L'evento inizia prima che il raggio di luce superi l'asse della scalinata.
20 aprile inizio Az 149°06' Alt. 58°11' fine Az. 154°49' Alt. 59°22'
durata del riflesso 13 minuti. E' questo il primo giorno in cui il raggio solare determina la ierofania in modo completo all'interno del concio α.
21 aprile inizio Az 147°30' Alt. 58°11' fine Az. 152°53' Alt. 59°22'
durata del riflesso 12 minuti. E' questo il secondo e ultimo giorno in cui il raggio solare determina la ierofania in modo completo all'interno del concio α.
22 aprile inizio Az 146°33' Alt. 58°11' fine Az. 151°05' Alt. 59°22'
durata del riflesso 12 minuti. Da questa data in poi il sole si riflette nell'acqua ma non raggiunge più il 12° anello.
23 aprile inizio Az 144°35' Alt. 58°11' fine Az. 149°24' Alt. 59°22'
durata riflesso 10 minuti
24 aprile inizio Az 143°14' Alt. 58°11' fine Az. 147°49' Alt. 59°22'
durata del riflesso 8 minuti
25 aprile inizio Az 141°56' Alt. 58°11' fine Az. 146°19' Alt. 59°22'
lambisce la parte inferiore del 12°, durata del riflesso 7 minuti
26 aprile il raggio non raggiunge in alcun momento il 12° anello
27 aprile il raggio luminoso non viene più riflesso.
La lettura dei dati
mette in evidenza che la riflessione del pennello di luce all'altezza
del 12° anello avviene all'interno di un ristretto arco di
tempo: dal 16 al 25 di aprile, con la massima elevazione in
corrispondenza dell'asse della scalinata nei giorni 20 e 21 aprile.
Questo è, a nostro parere, il dato significativo percepito, che dava
modo di individuare con esattezza il giorno da celebrare. Infatti il
giorno 22 il sole non riesce a proiettare i suoi raggi quando è in
asse con la scalinata, fermandosi (la proiezione) ad un azimut di
151°05'.
Inoltre, affinché
la luce solare venga proiettata all'altezza del 12° anello, riflessa
dal bacile, i raggi luminosi devono essere contenuti in un intervallo
di inclinazione che va da un minimo di 58°11' ad un massimo di
59°22'; ma per lambire almeno il filo inferiore del 12 anello devono
avere uno spazio in lunghezza orizzontale del raggio riflesso di
almeno 1,94 m, cosa che avviene solo a partire dal 15 di aprile e per
soli 3 minuti (come si evince dalla figura esemplificativa riportata qui sotto). Per tanto l'immagine riflessa si vede abbastanza
estesa e centrale rispetto all'asse della scalinata solo a partire
dal 18 di aprile.
Immagine esemplificativa senza parametro -
le linee color giallo evidenziano due raggi di luce adimensionali che incidono sul medesimo punto "1" e si riflettono, man mano che il sole si sposta nel cielo, prima nel punto "2", dopo, quando è in asse con la scalinata, nel punto "3"
Prima
caratteristica
Penso di non
sbagliare se affermo di essere stato il primo dopo 3000 anni ad
assistere in modo cosciente al fenomeno luminoso il giorno 20
di aprile. La sorpresa è stata grande e inaspettata nell'osservare
il pennello di luce solare, che illumina il bacile nel suo periodo
finale, persistere nel medesimo punto per poi svanire all'interno del concio "α".
Osserviamo le
fotografie in sequenza per notare che:
Fig.23 – ore
11:57 la luce illumina il bacile con una losanga nel bordo sinistro
del varco d'accesso al bacile.
Fig.23
Fig.24 – ore 12:29
si osservi il cerchio rosso che marca l'ombra della scalfittura presente nel bordo del bacile.
Fig. 24
Fig.25 – ore 12:33
si osservi ancora il cerchio rosso che marca la medesima scalfittura
e così per le restanti fotografie in sequenza.
Fig. 25
Fig.26 – ore 12:34
Fig. 26
Fig. 27 – ore
12:34:15
Fig. 27
Fig. 28 – ore
12:34:30
Fig.28
Fig. 29 – ore 12:34:45
Fig.29
Fig. 30 – ore 12:35
Fig. 30
Fig. 31 – ore 12:35:15
Fig. 31
Fig. 32 – ore
12:35:30 termina lo spettacolo luminoso.
Fig. 32
In sostanza da
questa sequenza fotografica si deduce che il pennello luminoso
sembra, da un certo momento in poi, fermarsi in un punto ben preciso
del bordo del bacile e di conseguenza l'immagine riflessa nella parete sembra
rimanere stabile nella stessa posizione all'interno dello spessore
del 12° anello4, in corrispondenza del concio α. In altre parole, possiamo osservare la ierofania all'interno del 12°
anello assottigliarsi man mano in altezza, ma rimanere nel medesimo
punto, per scomparire, infine, alle ore 12:35:30; come se l'immagine
ierofanica, cambiando forma nel suo tragitto,
quando è in asse con la scalinata (152°), si fermasse e pian piano
si dissolvesse, come assorbita dalla materia dell'anello litico.
Vediamo nel
dettaglio la sequenza fotografica e teniamo d'occhio il concio α che possiamo individuare facilmente se osserviamo anche il concio β posto sotto il primo.
Fig. 33 –
ore 11:58
Fig.33
Fig. 34 – ore 12:07
Fig. 34
Fig. 35 – ore 12:16
Fig. 35
Fig. 36 – ore 12:18
Fig. 36
Fig. 37 – ore 12:21
Fig. 37
Fig. 38 – ore 12:26
Fig. 38
Fig. 39 – ore 12:27
Fig. 39
Fig. 40 – ore 12:28
Fig. 40
Fig. 41 – ore 12:29
Fig. 41
Fig. 42 – ore 12:30
Fig. 42
Fig. 43 – ore 12:31
Fig. 43
Fig. 44 – ore 12:32
Fig. 44
Fig. 45 – ore 12:33
Fig. 45
Fig. 46 – ore 12:34
Fig. 46
Fig. 47 – ore 12:35
Fig. 47
In tutte le
fotografie si vede un riflesso più in alto del 12° anello; questo è
dovuto alla riflessione della luce sui gradini bagnati della
scalinata, come si evince da tutte le fotografie, dove si vede sempre
lo stesso riflesso statico.
***
Lo spettacolo è
emozionante ma sarà visibile in modo nitido solo nella fase
conseguente; ossia quando, superato il solstizio d'estate, il
percorso luminoso fa marcia indietro e la ierofania si ripresenta ad
iniziare dal giorno 21 di agosto. Infatti in aprile il tremolio
dovuto all'acqua freatica che sgorga dalle commessure della parete,
agita la superficie di quella del bacile. In agosto la stagione arida
farà sì che l'acqua sia perfettamente immobile e i contorni della
figura riflessa, nitidi e persistenti. E' possibile però che
anticamente, quando si svolgeva il rito, in aprile, benché
l'afflusso d'acqua freatica fosse presente (certamente allora più di
adesso), si riuscisse a calmare la superficie dell'acqua del bacile.
Questo aspetto lo spiegheremo nel 14° capitolo.
A questo punto dello studio abbiamo scelto di inserire le fotografie relative all'evento del 21 di agosto che supportano con estrema chiarezza e precisione quanto rilevato il 21 di aprile. Data quella del 21 di aprile documentata con fotografie meno apprezzabili dal punto di vista tecnico ed estetico, ma che costituiscono la prova documentale principale.
Le fotografie del 21 di agosto rispecchiano fedelmente le immagini che si vedrebbero proiettate il 21 di aprile se l'acqua del bacile fosse perfettamente calma. Qui sotto esponiamo una prima sequenza fotografica realizzata il 21 di agosto 2018
A questo punto dello studio abbiamo scelto di inserire le fotografie relative all'evento del 21 di agosto che supportano con estrema chiarezza e precisione quanto rilevato il 21 di aprile. Data quella del 21 di aprile documentata con fotografie meno apprezzabili dal punto di vista tecnico ed estetico, ma che costituiscono la prova documentale principale.
Le fotografie del 21 di agosto rispecchiano fedelmente le immagini che si vedrebbero proiettate il 21 di aprile se l'acqua del bacile fosse perfettamente calma. Qui sotto esponiamo una prima sequenza fotografica realizzata il 21 di agosto 2018
12:01:30 12:07:48
12:37:34
In quest'ultima fotografia l'immagine appena si percepisce; è l'ultimo istante della manifestazione ierofanica alle ore 12:37:34 del 22 agosto.
***
Quanto finora
esposto dimostra che la forma del pozzo e l'orientamento dell'asse
della scalinata sono in mutua funzione per consentire la
manifestazione ierofanica il giorno 21 di aprile; infatti
orientando (ipoteticamente) l'asse della scala ad un azimut di 180°,
(approssimativamente l'azimut di orientamento del pozzo di
Sant'Anastasia di Sardara), il 21 di aprile non si avrebbe alcuna
manifestazione perché i raggi solari arrivati al culmine dei 180°
azimutali sarebbero troppo inclinati (61°57') per illuminare il
bacile; per tanto possiamo asserire che l'orientamento con
ogni probabilità è il risultato di un preciso progetto redatto a
priori.
***
Seconda
caratteristica: il sistema di troppo pieno
Un'altra
caratteristica messa in risalto dall'archeologo Enrico Atzeni quando
studiò il monumento, fu la probabile presenza di una canaletta di
troppo pieno collegata al bacile. L'ipotesi fu avanzata osservando,
nella parte basale del pozzo, delle aperture che facevano pensare che
vi fosse già in origine una conduttura per tenere basso il livello
dell’acqua.
Alla luce di questo
nostro studio si può ben capire che la funzione della canaletta non
è quella di limitare il livello idrico per motivi meramente
pratici di accesso al pozzo, ma era quella di fissare il livello del
pelo libero dell'acqua, in modo tale che la riflessione del raggio
luminoso avvenisse sempre alla stessa quota altimetrica.5 Nel prosieguo della trattazione, vedremo quanto questo aspetto sia significante e quale tecnologia fu messa in campo da quelle genti.
A questo punto i
vari interrogativi posti:
- spessore anomalo del 12° cerchio
- funzione del canale di scarico
- dubbio sulla reale corrispondenza della parziale ricostruzione della volta della scalinata
ricevono (ritengo) una
risposta adeguata, consona al rito solare che quelle genti
celebravano.
9. Eccezionalità della scoperta?!
Dirò in prima
battuta che personalmente non definisco questa scoperta
“eccezionale”, perché in effetti non lo è; viceversa posso
affermare con tutta sicurezza che possiamo definire “eccezionale”
quanto ipotizzato dal Dr Arnold Lebeuf, visto che il suo paradigma è
legato ad un unico evento: l'eccezione appunto.
Quello che qui
si cerca di dimostrare è la norma che quelle genti applicavano nella
ritualità dei loro gesti religiosi.
***
La possibilità che
ciò che qui stiamo cercando di dimostrare si avvicini alla verità
dei fatti più di quanto possano altre tesi, basando tutto sull'unico
evento riscontrato, è del tutto peregrina se non supportata da altre
prove tangibili registrate in altri contesti.
Una tesi vale
l'altra con la sola lettura della manifestazione percepita in
quell'unico monumento.
Possiamo pure
affermare che il dato è pressoché certo se in più monumenti
troviamo una manifestazione legata al solstizio d'inverno (nuraghe
Santa Barbara di Villanova Truschedu, nuraghe Zuras); oppure al
solstizio d'estate (nuraghe Aiga e Monte Baranta); in altri ancora
agli equinozi (volto di Maymoni e scarabeo di Sa Rocca tunda,
santuario di Giorrè). In questi casi ci limitiamo a constatare
l'evento, lì dove questo è palese, se esso è associato ad un dato
temporale altrettanto palese: solstizi ed equinozi. Fin qui nulla di
eccezionale, anzi tutto nella norma; visto che queste date sono
ampiamente conosciute e registrate. Il discorso si fa più complesso
e di difficile approccio quando le date non sono documentate o si è
persa la loro legittimazione rituale, oppure l'evento è talmente
diradato nel tempo “umano” da essere difficilmente registrabile.
In ragione di questo assunto possiamo definire quello di Santa
Cristina evento astronomico “normale”. Vediamo perché.
10. Osservazione di eventi luminosi e registrazione di date
10. Osservazione di eventi luminosi e registrazione di date
L'osservazione di
eventi luminosi si divide in due grandi categorie.
La prima categoria
è sicuramente quella più antica e più elementare; in sostanza il
rito celebra e il celebrante “osserva” direttamente la “divinità”
solare; come avviene a Monte Baranta6,
a Maymoni7,
presso lo scarabeo di Sa Rocca tunda8
o il circolo megalitico di Is circuìtus9;
lo stesso vale per gli orientamenti da “muridinas”10
a nuraghe Crabia di Narbolia, nuraghe Marra di Busachi e nuraghe
Goronna di Abbasanta per citarne alcuni; luoghi da dove si traguarda
il sole lungo l'orientamento indicato da un particolare punto di
mira; e questo avviene solo all'alba o al tramonto, quando l'astro,
che sia una stella, il sole o altro oggetto del sistema solare, è in corrispondenza di una
precisa linea di riferimento: l'orizzonte locale. Nel caso del sole
tale posizione coincide con la ridotta intensità luminosa che
consente la visione diretta della stella.
Per tanto possiamo
schematizzare l'osservazione in questo modo:
- Dato temporale dell'evento da ritualizzare: equinozio, solstizio, etc.
- dato astronomico: astro adagiato all'orizzonte
- 1° dato topografico: posizione di un primo elemento fisso lontano dall'osservatore o all'orizzonte locale
- 2° dato topografico: posizione di un secondo elemento fisso vicino all'osservatore
- 3° dato topografico: l'osservatore stesso, tale che la posizione del sole, i due dati topografici e il dato astronomico siano sulla stessa linea.
La seconda
categoria riguarda riti legati sempre a momenti cruciali del ciclo
solare, ma col sole ben alto nel cielo e per tanto non osservabile
direttamente; questo avviene nel Nuraghe Santa Barbara di Villanova
Truschedu11,
nuraghe Zuras, nuraghe Aiga, Porta del sole di Murru mannu in
Tharros12,
Pozzo Sacro di Sant'Anastasia13
e Pozzo sacro di Santa Cristina. Per quest'ultima categoria
l'espletamento della funzione in modo puntuale ha la necessità del
posizionamento di un particolare architettonico che supplisca alla
impossibilità di guardare direttamente il sole14;
per tanto nel nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu vi era
posizionato un altarino che segnava il momento esatto dell'evento
(ossia il momento di stasi del percorso solare prima della marcia
indietro); nel nuraghe Aiga abbiamo la nicchia centrale dove si
proietta il fascio luminoso; nella porta rituale di Murru mannu in
Tharros è la dimensione della ierofania che determina il momento
esatto dell'evento15.
Per tanto questa seconda categoria ha bisogno, per funzionare, dei
seguenti elementi:
- dato temporale: data legata all'evento solare
- dato astronomico: il sole che si muove nel cielo
- 1° dato architettonico vicino all'osservatore, che funge da fulcro
- 2° dato architettonico sempre vicino all'osservatore che funge da obiettivo
Come si può notare
nella seconda categoria abbiamo solo quattro elementi che
definiscono l'allineamento astronomico; manca l'osservatore quale fattore del dispositivo.
In sostanza, se
nella prima categoria di eventi astronomici il sole è elemento
passivo e l'uomo è elemento attivo, tanto che i raggi del sole lo
investono illuminandolo in un bagno di luce “divina”;
nella seconda categoria esso (il sole) è elemento attivo e
predominante; è lui che determina la ierofania e l'uomo assiste in
maniera defilata all'evento, non né fa parte, e dai raggi solari non
è neanche illuminato, quasi che il timore di quella luce,
potentissima quando è alta sull'orizzonte, gli incuta paura e lo
releghi a spettatore timoroso della divinità.
Potrebbe essere
questo il fondamento di questi ultimi riti, per i quali la causa
sarebbe la radicale modifica di percezione della divinità, non vista
più come entità lontana all'orizzonte, ma una entità che
materialmente sembri si avvicini allo “adam” da Lui
creato, entri nella casa a Lui dedicata (nuraghe, pozzo sacro, porta
rituale), per cui l'uomo lo sente più vicino a se nelle sue
preghiere e nei suoi bisogni materiali, e confortato in quelli
spirituali.
Per quanto
concerne la registrazione delle date nella seconda categoria di
eventi astronomici; la mancanza di uno dei quattro elementi necessari
mette in crisi la comprensione del rito.
Nel caso del nuraghe
Santa Barbara di Villanova Truschedu, abbiamo:
la data da ritualizzare:- solstizio d'inverno, che però diventa nota solo in funzione della presenza di tutti i particolari.
- il sole in movimento
- la finestrella di scarico che funge da fulcro
- mancava l'obiettivo; "elemento" che poteva inficiare la comprensione dell'evento. Obiettivo materializzato da un piccolo altare, che per fortuna è stato dimostrato esistesse in passato.
Nel caso della
porta rituale di Murru Mannu in Tharros, abbiamo:
- il sole in movimento
- la porta che funge da fulcro
- la dimensione del triangolo equilatero che funge da obiettivo
- ma il dato temporale associato si rivela inusuale: 22 di aprile. Dato incomprensibile perché non registrato.
Nel caso del pozzo
sacro di Sant'Anastasia, abbiamo:
- il sole in movimento
- il doppio fulcro costituito dallo specchio d'acqua del pozzo che rifletteva i raggi solari e dall'oculo in sommità della tholos
- il doppio obiettivo costituito dall'oculo della tholos e dal bacile dove veniva proiettato il fascio luminoso.
- Anche qui il dato temporale associato è inusuale: 21 di aprile. Il dato temporale si rafforza perché registrato in altra sede.
Nel pozzo sacro di
Santa Cristina, abbiamo:
- il sole in movimento
- lo specchio d'acqua che funge da fulcro
- il 12° anello che funge da obiettivo.
- Anche in quest'ultimo caso il dato temporale associato è il 21 di aprile (!). Il dato temporale è registrato per ben tre volte. Si prefigura intenzionalità di registrazione di quella che potrebbe essere una data fondamentale nella vita di quelle antiche popolazioni.
Il paradigma è confermato!
➽ continua
Note e riferimenti bibliografici
1
Così definì il Dr Borut Juvanec lo spettacolo ierofanico del pozzo
di Sant'Anastasia di Sardara.
2
L'evento al 21 di agosto non è voluto ma è conseguenza del moto
pendolare della traiettoria del sole nell'arco dell'anno. Lo stesso
moto oscillatorio che vede il nostro astro passare dai circa 120°
di azimut all'alba del solstizio d'inverno ai circa 60° all'alba
del solstizio d'estate.
3
Attualmente nel pozzo di Sant'Anastasia la manifestazione ierofanica
non è più visibile a causa dell'emungimento per approvvigionamento
d'acqua potabile cittadina e per la mancanza della costruzione che
probabilmente sovrastava il pozzo. Vedi S.
Angei 2017 “Il
pozzo sacro di Sant'Anastasia di Sardara - Ovvero, finiamo il lavoro
lasciato a metà...”
nel blog Maimoni.
4
Il fenomeno è dovuto alla forma curva del bordo del bacile.
5
Il giorno 21 di agosto 2017 mi recai al pozzo sacro per verificare
dal vivo la mia teoria e documentare fotograficamente l'evento. Con
sorpresa e iniziale sconforto osservai che la luce riflessa veniva
proiettata al limite superiore dell'undicesimo anello. I motivi
potevano essere due: o avevo sbagliato qualcosa nella ricostruzione
e nei calcoli, oppure il livello dell'acqua nel bacile era troppo
basso per riflettere la luce nella giusta posizione. Constatai in
effetti la riduzione (anomala) de livello dell'acqua, che in un
primo momento attribuii alla lunga siccità di quell'anno; ma da una
intervista alla guida archeologica, che in quel momento guidava un
gruppo di turisti, seppi che pochi giorni prima il bacile fu
completamente vuotato a causa di un incidente occorso e, causa la
siccità, il suo riempimento avveniva molto lentamente.
Questo episodio che sul
momento poteva sembrare negativo, di fatto sostiene e rafforza la
mia tesi per la quale il livello dell'acqua è di fondamentale
importanza per la riuscita della corretta manifestazione ierofanica.
In ragione di questo si capisce perché nel pozzo di Sant'Anastasia
di Sardara la manifestazione ierofanica non avviene più e ciò da
maggior lustro alla professionalità, competenza scientifica ed
intuito del Prof. Borut Juvanec.
6
Orientato al tramonto al solstizio d'estate - S.
Angei, G. Sanna, S. Sanna – 2016 – Monte Baranta - Maimoni blog
http://maimoniblog.blogspot.it/2016/06/monte-baranta.html
7
Orientato all'alba degli equinozi - S. Angei
2015 – Il volto di Maymoni - Maimoni blog -
http://maimoniblog.blogspot.it/2015/04/il-volto-di-maymoni.html
8
Orientato all'alba degli equinozi
9
Orientato all'alba del solstizio d'estate e alla
stella Fomalhaut – S. Angei – 2016 – Is Ircuìttus – Maimoni
blog http://maimoniblog.blogspot.it/2016/10/is-circuittus.html
10
Orientament vati – S. Angei – 2017 –
Pietra su pietra – Maimoni blog
http://maimoniblog.blogspot.it/2017/05/pietra-su-pietra.html
e successivi.
11
S. Angei – 2015 – Il toro sull'altare –
Maimoni blog
http://maimoniblog.blogspot.it/2015/12/il-toro-sullaltare.html
12
S. Angei – 2016 – Sincretismo religioso tra
nuragico e romano – Maimoni blog
http://maimoniblog.blogspot.it/2016/02/sincretismo-religioso-tra-nuragico-e.html
13
Borut Juvanec - Sacred well Sant’Anastasia, Sardinia (Pozzo Sacro
Sant’Anastasia, Sardegna).
http://www.fupress.net/index.php/ra/article/view/17954
S. Angei 2017 blog Maimoni: “Il
pozzo sacro di Sant'Anastasia di Sardara - Ovvero, finiamo il lavoro
lasciato a metà...”
http://maimoniblog.blogspot.it/2017/09/il-pozzo-sacro-di-santanastasia-di.html
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In sostanza per entrambe le categorie sono necessari tre punti
allineati. Per la prima categoria possiamo prendere come esempio
Monte Baranta dove il 1° elemento è l'osservatore che si dispone
in un punto particolare prestabilito; il 2° elemento è il punto
di mira costituito dalla risega del recinto torre; il 3° elemento è
il sole che l'osservatore vede tramontare all'orizzonte su
quell'allineamento. Per la seconda categoria possiamo prendere come
esempio il nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu dove il 1°
elemento è il sole in movimento, il 2° elemento è la finestrella
di scarico sopra l'ingresso del nuraghe, il 3° elemento è
l'altarino (ormai scomparso), che sostituisce l'osservatore che vede
l'evento per riflesso. La differenza tra le due categorie è
sostanziale anche in termini antropologici, visto che all'evento
della prima categoria può assistere teoricamente solo una persona
che deve posizionarsi lungo quella traiettoria; mentre all'evento
della seconda categoria può assistere teoricamente una moltitudine
di persone. La differenza in termini tecnici è pure sostanziale
visto che se per l'evento della 1° categoria è l'osservatore che
si posiziona in un dato luogo per assistere allo spettacolo solare;
nell'evento della 2° categoria l'osservatore ha l'impressione di
assistere ad un evento slegato dalla sua volontà, ossia che sia il sole a muoversi per posizionarsi nella
giusta collocazione.
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Mi piace pensare che a Murru mannu ci possa essere un qualche
segnale scolpito nel banco di roccia attualmente interrato, che possa indicare in modo
estremamente preciso il giorno esatto della ierofania nella sua
massima estensione; ma questo potrà svelarlo solo uno scavo
archeologico.
Sandro, una domanda spero utile a chiarire questo punto: per quale motivo sei così deciso quando ritieni che si sarebbe voluta celebrare proprio la data del 21 di Aprile e che il ripetersi dei fenomeni il 21 di Agosto sarebbe quindi semplicemente secondario (anziché il contrario)? Dipende solo dalla suggestione che si sia poi passata la data a Roma, la quale addirittura, per “obliterarla”, vi avrebbe collocato i propri natali? O c’è dell’altro?
RispondiEliminaMagari l’hai già spiegato, nel qual caso mi appellerei alla massima: repetita iuvant ;-)
Francesco, ritengo la data del 21 di aprile principale, rispetto a quella del 21 di agosto, per il motivo, già esposto in altre occasioni (Sincretismo religioso tra nuragico e romano), legato ad una previsione. In sostanza se entro il 21 di aprile la spiga di grano, se pur verde, non fosse stata già ben compiuta, si sarebbe andati incontro ad un periodo di magra, se non di carestia. Quella del 21 di agosto era invece, essendo legata alla fine del ciclo del grano, di ringraziamento e protezione delle granaglie ammassate nei magazzini. Tutto questo lo apprendiamo storicamente in età romana. Nella prossima puntata di questo articolo darò una ulteriore risposta al tuo interrogativo.
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