La rubrica di Maymoni

Informazioni e invio articoli

sabato 19 febbraio 2022

Un paio di splendidi scarpini

 


di Sandro Αγγει

La kylix è custodita presso il Museo archeologico di Atene ed è attribuita a Epiktetos.
A Epiktetos sono attribuiti 12 piatti di cui 7 vengono da Vulci. Questo dato può far intendere che l'arte vascolare greca utilizzata in Etruria a fini apotropaici fosse fiorente anche in Grecia con la medesima funzione.

Descrizione della kylix

La giovane donna completamente nuda, naturalmente è una immagine classica che tende a spostare l'attenzione sui particolari che la circondano: è un tema ricorrente.

La giovane reca un vistoso copricapo che protegge i capelli ma lascia intravvedere le ciocche ricciolute della capigliatura. L'ideogramma è quello della protezione accompagnata dall'acrofonia

di κεκρύφαλος* (cuffia) e κίκιννος (ricciolo, capelli inanellati).

* I termini greci e latini che utilizzerò nelle acrofonie sono tutti al singolare perché, a scanso di equivoci, il sottoscritto non conosce, se non in modo molto superficiale, queste lingue. 

In mano (χείρ)  sostiene un paio di scarpe; specie di stivaletti chiamati "coturni", in latino "cothurnus" in greco κόθορνος. Quelli in uso alle donne erano eleganti calzature di origine orientale con la punta all'insù.

Sotto di lei sta un bacile (χέρνιβον) tenuto in posizione stabile da 3 piedi [1].

Il tutto è racchiuso all'interno di un cerchio ideogramma della continuità o meglio dello "infinito" perché il cerchio non ha un inizio né una fine.

Per tanto la formula apotropaica recita:

infinita (ideogramma del cerchio)

 protezione di k+k (ideogramma della cuffia che protegge i capelli)

doppio sostegno di k+k (ideogramma delle scarpe tenute in mano )

stabilità di χ+3 (ideogramma della base tripode che rende stabile il bacile)

k+k, k+k e χ+3 (restituiscono con 3 iterazioni logografiche (numerologia) il concetto di "luce").

per tanto la formula apotropaica sarà: infinita protezione, doppio sostegno e stabilità della luce del sole e della luna

In sostanza la formula apotropaica dettata dall'immagine di questa kylix non si discosta per nulla dalla kylix interpretata dal Prof. Sanna e pubblicata in questo blog il 12/02/2020.




note e riferimenti bibliografici

1 Dal punto di vista prettamente tecnico (moderno), è del tutto evidente che il bacile alla base possa recare non tre ma quattro piedi; e questo perché il piede in posizione frontale è visto di fronte mentre i due piedi laterali potrebbero essere visti di profilo e non di sguincio, come sarebbero in un tripode;  ma questo aspetto, a mio parere, è del tutto insignificante dal punto di vista ideografico perché quel che conta non è ciò che è la realtà materiale ma ciò che si osserva. L'immagine è ideogrammatica e in quanto tale esprime il concetto che esibisce.

Naturalmente non ci basiamo sulle suggestioni o le impressioni personali ma su esempi che concordano con quanto da noi affermato. vi sono infatti delle kylix e altri manufatti ceramici nelle cui scene sono rappresentati dei tripodi. Si veda in particolare l'anfora di Fig. A che riporta un tripode alato che, non ci vuol molto a capire che ha il significato di 3 alato metafora della luce (il 3) del sole (che vola).

 A ben guardare e senza alcun riferimento ad oggetti reali e alla documentazione storica, chi può affermare con assoluta sicurezza che quello qui sotto rappresentato sia un tripode e non un quadripode?

Fig. A




12 commenti:

  1. Come per lo specchio postato qualche settimana fa la lettura mi sembra più semplice. Parto dalla 'stabilità continua' della etera che fa forza con i piedi e dall'ideogramma circonferenza. Poi osservo i quattro sostegni (sostegno del kekrufallon, sostegno della scarpa destra, sostegno della scarpa sinistra, sostegno del treppiede) e quindi ricavo i quattro 'sei' per acrofonia. L'esito è: 'stabilità continua della forza del sostegno della forza del sei'. Tu giustamente hai ripreso la kylix del museo di Berlino da me interpretata un po' di tempo fa. Oggi (oggi però) ritengo, anche sulla base di non poca altra documentazione, che la soluzione sia questa proposta da me in risposta alla tua di interpretazione. Infatti, se è vero che il 'copricapo' protegge i capelli è vero anche che li 'sostiene'. Opto dunque per 'sostegno'. Le voci 'sostegno' diventano quindi quattro in entrambi i documenti. Per i quattro sei e quindi 'la forza del sei' le cose sono (sembrano) più facili : kekrufallon - comh, cheir - calceus, cheir -calceus, 3 (treppiede) - cados (o altro). Cioè CC CC CC CC. Dobbiamo aver pazienza, caro Sandro, circa l'esatta interpretazione e solo sulla base di tanta documentazione, di costante osservazione, possiamo cercare di 'addomesticare' tutti i documenti che si servono della chiave A.I.N. In ogni caso, ripeto quanto ho detto per lo specchio. L'importante è capire che l'artista (sia questo greco o etrusco) è a conoscenza della formula d'augurio che deve essere criptata il più possibile e che per ottenerla si serve di convenzioni (giustamente tu riproponi l'iterazione logografica che mi sembra l'artificio più adoperato o uno dei più adoperati in tutta la scrittura metagrafica dei documenti funerari etruschi). L'importante è ancora capire che l'oggetto, contro l'opinione dei più, non ha solo valore artistico ma anche e soprattutto 'religioso' e che questo secondo valore si trova 'scritto'. Scritto in un certo modo ma 'scritto'. L'importante è ancora capire che la scrittura è a rebus, difficile o difficilissima da capire e 'leggere' se non spremendo le meningi. Per quest'ultimo punto: quando ho visto l'immagine che hai postato la prima impressione che ho avuta è stata quella di dire' ma che cavolo vuol dire quel disegno con una prostituta che tiene in mano le due scarpe ossia gli stivaletti caratteristici della loro professione? Perchè 'ostentatamente' in mano? Questi rebus si manifestano proprio a causa della 'stranezza' dei 'soggetti proposti, che in quanto tale sembrano provocare ed invitare a capirne il motivo.

    RispondiElimina
  2. A parte alcune differenze interpretative, la presenza del rebus è dettata, come dice lei, dalle stranezze che invitano a riflettere. E la riflessione in qualche modo induce a prendere in considerazione i particolari; quei particolari che man mano restituiscono ideogrammi. Che senso avrebbe una immagine come quella qui trattata fuori dal contesto ideografico? Questa che parrebbe una domanda retorica, è invece un guanto di sfida a coloro che negano senza dare risposte alternative concrete.
    Vi sono immagini che evocano miti largamente conosciuti che vengono, con grande sagacia dell'artista, imbastiti con allusioni nascoste, tanto che queste ultime sono visibili solo a chi conosce il sistema scrittorio; e vi sono invece delle immagini, come quella qui proposta, del tutto insignificanti, che fanno leva su aspetti evocanti normali pulsioni che prendono il sopravvento sui particolari che risultano di primo acchito di importanza alcuna. Ma se accostiamo l'immagine della ragazza nuda a quella di Apollo che viaggia sul suo tripode, notiamo che entrambe recano segnali che d'istinto fanno riflettere. Perché una ragazza completamente nuda tiene in testa un vistoso copricapo, in mano le sue scarpe mentre scavalca un bacile? Che pensieri può evocare di primo acchito nella mente di uno sprovveduto? Un semplice e prolungato “bohhh!
    Perché nell'altra immagine un tripode reca due ali e vola rasente i flutti del mare dove due delfini saltano fuori dall'acqua? Si dirà che sul tripode vi è Apollo e sia il tripode che i delfini fanno parte del suo mito perché egli si tramutò in delfino etc. etc., e il tripode è legato sempre a lui per via della pizia che seduta su di esso etc. etc... e che un giorno Eracle lo rubò etc. tc.... Si va beh, però cosa c'entra tutto questo col tripode alato? La risposta dello sprovveduto sarà sempre la stessa?... bohhh?!
    Se invece leggiamo il tutto sono un'altra prospettiva, tutto quadra.

    RispondiElimina
  3. Forse non 'quadra tutto' ma non poco del senso si capisce. Il variare della formula talora impedisce la interpretazione 'giusta' ma con la frequentazione dei documenti (tantissimi documenti) e con più cervelli (si spera) che li esaminano comparativamente con l'AIN detta interpretazione sarà sempre più facile. In ogni caso, il fatto che le nostre interpretazioni non siano granchè differenti vuol dire che la chiave epigrafica del metagrafico funziona. Con una certa fatica ma funziona. A bellu a bellu, in camminu accontzamos su carrigu!

    RispondiElimina
  4. La pittura vascolare greca è piena di questi elementi acrofonici e pittografici apotropaici. Ma anche alcune raffigurazini levantine dal II millennio in giù

    RispondiElimina
  5. Caro Professore, mi rendo conto della verità della sua affermazione circa la scelta di optare per il sostegno piuttosto che per la protezione dei capelli; almeno in determinate scene.
    Indugiando sul perché, mi rendo conto che in questa scena, come in quella della “etèra” da lei studiata e alla quale mi son riferito, i capelli non hanno bisogno di protezione, perché se ciò fosse, ben altre parti del corpo ne avrebbero ben più bisogno. Per tanto in questo caso è di certo più opportuna la scelta del termine “sostegno”.
    Non precluderei però l'ideogramma della protezione in altre scene, lì dove il cappello, ad esempio, protegge la testa del viandante che chiede acqua ad una fanciulla che gliela porge nella scena di una kylix da Capua, oppure in tutti quei casi dove il guerriero, anche se in riposo, tiene in testa l'elmo che altro non può che essere che ideogramma di protezione.
    Ecco che il significato è da ricercare nel contesto dell'immagine, e volta per volta si deve valutare quale dei due ideogrammi sia prevalente.
    Per tanto è necessario un esame approfondito dell'immagine che tenga conto di tutti gli aspetti formali e comportamentali e non ultimi quegli aspetti che devono rispondere a precisi criteri di razionalità, chiedendosi appunto perché una ragazza completamente nuda e con due scarpe in mano debba proteggere proprio i capelli.
    Bene, abbiamo visto che le difficoltà di interpretazione ci sono (eccome se ci sono!) ma un confronto aperto e critico non può che portare ad un inquadramento interpretativo quanto mai nitido e sicuro.

    RispondiElimina
  6. Ok. Nulla osta ad una doppia interpretazione di un 'copricapo'. Ovviamente è il contesto (l'organizzazione di una certa formula) che può (o deve) guidarci. Comunque, la strada per capire il tutto con sicurezza e con sicurezza interpretare è ancora molto lunga. Occorreranno, io credo, molti contributi. Come è logico che sia.

    RispondiElimina
  7. Calcei repandi, non stivaletti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Li si chiami κόθορνος o calcei, nulla cambia dal punto di vista acrofonico.

      Elimina
  8. Mi chiamo Corrado Pili e sono un Vostro appassionato lettore, se così mi posso definire, vi seguo da qualche anno in questo blog, e colgo l'occasione per complimentarmi per il lavoro e le ricerche che svolgete, che con ogni articolo che pubblicate ci portano sempre più vicini alle verità negate e tenute nascoste per troppo tempo..... tornando all'immagine della donna, che significato possono avere tutti quei caratteri o lettere che partendo dall'altezza della testa, seguono la linea che traccia la circonferenza sul lato destro della donna?

    RispondiElimina
  9. Corrado, innanzi tutto di ringrazio per esserti presentato. Per quanto riguarda le scritte, in alcune kilyx vi è il nome dell'autore, in altre ricorre spesso la voce "kalos" (bello), in molti casi, quando vi è raffigurato un giovane, vi è la scritta "pais kalos" col significato di "giovane bello", evidentemente riferito al personaggio.

    RispondiElimina
  10. Non essendo molto ferrato in informatica, e a scanso di equivoci, ho voluto giustamente presentarmi, tra l'altro già in passato dialogammo via mail, in cui vi segnalai un sito in prossimità di Uras... quindi diciamo non sono nuovo!
    Vi auguro buon lavoro per il futuro, soprattutto quello più immediato, viste e considerate le ultime sensazionali e costanti scoperte (i giganti ritrovati in questi giorni, il casco miceneo è rispettivo corredo funerario in oro massiccio a poche centinaia di metri da Mont'e prama, il bronzetti trovato qualche mese fa in un lago in piena Etruria, la regia nuragica di monte urpinu, e per ultimo, ma non meno importante... TZRICOTU!!
    Aspettiamo con ansia nuove divulgazioni da Maymoni.
    Distinti saluti.
    Corrado

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E ovviamente, grazie per la spiegazione riguardo la donna della kilyx... tutto molto chiaro.

      Elimina