La rubrica di Maymoni

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domenica 1 novembre 2015

Lectio magistralis in Follia


"Certamente, io non faccio alcun conto di quei sapientoni che vanno blaterando dell’estrema dissennatezza e tracotanza di chi si loda da sé. Sia pure folle quanto vogliono; dovranno riconoscerne la coerenza. Che cosa c’è, infatti, di più coerente della Follia che canta le proprie lodi? Chi meglio di me potrebbe descrivermi? a meno che non si dia il caso che a qualcuno io sia più nota che a me stessa. 

D’altra parte io trovo questo sistema più modesto, e non di poco, di quello adottato dalla massa dei grandi e dei sapienti; costoro, di solito, per una falsa modestia, subornano qualche retore adulatore, o un poeta dedito al vaniloquio, e lo pagano per sentirlo cantare le proprie lodi, e cioè un sacco di bugie. Così il nostro fiore di pudicizia drizza le penne come un pavone, alza la cresta, mentre lo sfacciato adulatore lo va paragonando, lui che è un pover’uomo, agli Dèi, e lo propone quale modello assoluto di virtù, lui che da quel modello sa di essere lontanissimo. Insomma, veste la cornacchia con le penne altrui, fa diventare bianco l’Etiope, e di una mosca fa un elefante. Io invece seguo quel vecchio detto popolare secondo il quale, chi non trova un altro che lo lodi, fa bene a lodarsi da sè.

Ora, tuttavia, devo esprimere la mia meraviglia per l’ingratitudine, o, come dire?, per l’indifferenza dei mortali. Tutti mi fanno la corte e riconoscono di buon grado i miei benefici, eppure, in tanti secoli, non si è trovato nessuno che desse voce alla gratitudine con un discorso in lode della Follia, mentre non è mancato chi con lodi elaborate ed acconce, e con grande spreco di olio e di sonno, ha tessuto l’elogio di Busiride, di Falaride, della febbre quartana, delle mosche, della calvizie, e di altri flagelli del genere." Erasmo da Rotterdam, Mōrias enkōmion, 1511

5 commenti:

  1. Ho la vaga sensazione che di follia nel mondo ce n'è tanta ma quello che, personalmente,mi preoccupa di più è l'esercito di uomini ,senza dignità,che si piegano al folle di turno,Come al solito il signor Tabacco,con sintesi,affronta questa situazione deleteria.

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  2. Ohi, ohi! Custu est tabaccu 'e mraxani!

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  3. Ma i pugni saranno quelli dei giacobini? Quelli così tonti che non capiscono che bisogna sollevare la sinistra e non la destra. Comunque il SANGRAGALLU e' da antologia della satira. Lo stile non è acqua!

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  4. Che tristezza!
    L'auditorium sembra una vigna vendemmiata; sono rimasti solamente is scrichillonis, quelli che tardano a maturare.
    Si ha la vaga impressione che il conferenziere, oltre che folle, sia anche bavoso per la rabbia e i piccoli, diseredati, incolti fan si tengano a debita distanza di sputacchio.
    Un bel condensato di impressioni, non c'è che dire.

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  5. Gli è venuto fuori un ottimo selfie di dito alzato. Dopotutto è l'ERA digitale.

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