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lunedì 2 novembre 2015

Trekking-ando

di Sandro Angei

   Ieri, primo novembre con Stefano Sanna abbiamo percorso la costa che da Torre del pozzo arriva alla cascata di “S’iscala ‘e s’Attentu”, posta sulla scogliera a nord di Santa Caterina di Pittinuri, lì dove la regione di “Sessa” è ricchissima di emergenze archeologiche, in specie di epoca nuragica.

   Lungo il percorso ci siamo imbattuti in alcune emergenze che non riusciamo ad inquadrare dal punto di vista della loro funzione e che poniamo alla vostra attenzione per cercare di capire, sperando in un vostro contributo.
foto1

foto 2
foto 3

foto 4
foto 5
   Quella che vediamo è una sorta di trincera larga mediamente 60 cm e profonda 1.00-1.50 m, con andamento a zig zag, scavata a mano con piccone nella roccia calcarea.
   Fin qui, parrebbe tutto normale, ma la stranezza è che questa trincea si trova proprio sull’orlo della scogliera

    Questa non è la sola particolarità incontrata lungo il tragitto, tanto che prossimamente posteremo una curiosità, per così dire “immaginaria”.

13 commenti:

  1. Che foto meravigliose! Se penso che 50 anni fa andavo in villeggiatura a S,Caterina di Pittinnurri ma non ho mai visitato i posti delle foto e mi dispiachedte meda.Su logu chi m'este rimasto dae sa mente este "su riu e sa ide"il ruscello della vita,penso sia la traduzione.Ed ora aspettiamo l'interpretazione, di queste foto, da parte degli archeologi.

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  2. Di che tipo di roccia si tratta? A prima vista, nelle foto, parrebbe molto gessosa.
    Siete sicuri che sono scavate a colpi di piccone?
    Nella panoramica dove c'è il rettangolino rosso si vedono le rocce tagliate di netto, anche se non fanno parte della trincea, ma sono comunque allo sbocco.
    Spesso le rocce giocano a imbrogliarti: ti vedi massi che sembrano gradini rifiniti in tutto e per tutto, poi ti accorgi che sono fenomeni del tutto naturali.
    Ciò non toglie che siano fantastici.

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    1. Calcarenite e calcari marnosi, noti più comunemente come tufo di Santa Caterina, che veniva estratto in blocchi per l'edilizia negli anni 60.
      Nella foto 4 si vede abbastanza chiaramente il segno lasciato dal piccone nella fase di scavo.
      Inoltre è improbabile che una fessurazione simile sia naturale, essendo uno scavo con pareti verticali perfettamente parallele e rettilinee con andamento a zig zag con angoli perfettamente geometrici.

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    2. Che significa "angoli perfettamente geometrici"?
      Tutti gli angoli sono geometrici.
      Ita bolis fai fillu e fillastu?

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    3. Volevo dire che sono perfettamente sagomati secondo direttrici rettilinee, non sono naturali.

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  3. A vederla su Google Hearth, ce ne sono un'infinità di spaccature simili.
    Tira fuori le altre cose!

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  4. Ciao Sandro,... escluderei un utilizzo di tipo pratico, legato al mondo dell'agricoltura o dell'allevamento, così come a una finalità riconducibile alla sfera religiosa.
    La stessa funzione di cava mi pare improbabile per una serie di motivi, non ultimo l'estrema abbondanza della stessa pietra in siti decisamente meno impervi.
    E' pur vero che la realizzazione di un tale manufatto ha comportato un notevole dispendio di tempo e risorse umane, per cui alla sua base doveva sussistere un interesse collettivo di rilievo primario.
    Non è da escludere la presenza di sovrastrutture in materiale deperibile, oggi scomparse, che se fossero note, agevolerebbero non poco la comprensione del sito.
    Raccogliendo il tuo invito, se dovessi formulare un'ipotesi penserei a un'opera di tipo difensivo-militare.
    Un caro saluto

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    1. Grazie del tuo intervento amico mio, è da tempi immemori che non ti si sente e mi rallegra il fatto che tu abbia ripreso a commentare.
      La tua ipotesi è verosimile, infatti lungo la costa ci sono i resti di insediamenti tedeschi della seconda guerra mondiale: il più vicino al nostro è adiacente alla torre di Santa Caterina di Pittinuri, ma c'è un insediamento sulla scogliera a sud della spiaggia della stessa Santa Caterina e poi ancora più a sud diversi altri.
      Si potrebbe pensare ad un avamposto atto a respingere un eventuale sbarco in quel punto di truppe americane o inglesi, perché non bisogna dimenticare che lungo tutta la costa occidentale della Sardegna fu realizzato un imponente sistema difensivo in previsione di uno sbarco mai avvenuto.

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  5. A riguardo delle postazioni tedesche, mi è venuto in mente lo scempio sopra nuraghe Diana, dove fu costruito un fortino tuttora ben visibile, che a parer mio dovrebbe essere rimosso perché è una bestemmia in termini sia archeologici che religiosi, nei confronti di quello che un tempo era un tempio.
    Altro scempio lo troviamo a capo San Marco, vicino vicino Tharros, dove sul nuraghe “Baboi Cabitza” fu predisposta una piazzola d’ascolto contro le incursioni aeree alleate.
    Ma la barbarie più grande ed umiliante fu perpetrata sul nuraghe Murafaina nel territorio di Sessa, 8 km nord est dalla singolarità qui pubblicata. Il proprietario dell’azienda agricola che ingloba il nuraghe, mi disse che i tedeschi misero sopra il nuraghe un bersaglio che fu usato per le prove di tiro dei loro cannoni, distruggendo in tal modo la parte alta dell’edificio.

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  6. Ciao Sandro,non ti meravigliare,ma a Teulada succede ancora oggi.Mi raccomando però,non protestare se no sono manganellate.Sauti a tutti

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    1. Spero non usino i nuraghe come bersaglio e le tombe di giganti come rifugi e magari i pozzi sacri come basi di lancio dei missili.):-)

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  7. E se i sardi iniziassero a ribellarsi all'asservimento straniero? Ho letto che a Decimomannu si costruiscono armi militari da inviare nei paesi arabi dove c'è l'ISIS che poi l'Occidente va a combattere.Quante contradizioni! Perlomeno ci lascino intatti i nostri nuraghi.

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