La rubrica di Maymoni

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martedì 29 dicembre 2015

2015: un anno di archeologia della Sardegna

# 2014# 2013# 2012


Gennaio 

L'anno inizia con Monte Prama: Il "Monte Prama Day"  all'Accademia Nazionale dei Lincei a palazzo Corsini, Roma, mercoledì 21 gennaio
Fig. 1. Da: Ranieri, G., Trogu, A., Loddo, F., Piroddi, L., & Zucca, R. (2015, September). Geophysics-An Essential Tool for Modern Archaeology. A Case from Monte Prama (Sardinia, Italy). In Near Surface Geoscience 2015-21st European Meeting of Environmental and Engineering Geophysics. Gli scheletri di monte Prama: tra il IX e XI secolo a.C.: Da: ALL'ACCADEMIA DEI LINCEI I RISULTATI DELLA RICERCA SU MONTE PRAMA, rassegna stampa. 





Fig. 3. In rosso, il sito di Sa Osa dell'Età del Bronzo; in giallo, il sito di Santa Giusta dell'Età del ferro. 1) Excavation area of Sa Osa site; 2) Well N; 3) S.U. of investigation; 4) Prunus spinosa endocarps from Sa Osa; Da:  Marco Sarigu, Mariano Ucchesu,  Oscar Grillo,  Gianfranco Venora,  Maria Cecilia Loi, Gianluigi Bacchetta, PRUNUS L. ENDOCARPS FROM TWO ARCHAEOLOGICAL SITES IN SARDINIA: CHARACTERIZATION BY IMAGE ANALYSIS, Congreso Internacional de Etnobotánica 2014, Córdoba, España. 17 - 21.11. 2014


Febbraio

Sempre da Sa Osa di Cabras: in febbraio i media scoprono i "meloni nuragici": i semi sono i più antichi del Mediterraneo. Si veda: I meloni da record di Sa Osa (Cabras). I più buoni, i più grossi o i più dolci? non si sa: di certo sono finora la più antica testimonianza certa di coltivazione di questo frutto nel  bacino mediterraneo. E' l'annuncio dato oggi dall'ufficio stampa dell'Università di Cagliari: i semi rinvenuti nel pozzo N del sito nuragico di Sa Osa, risalgono al 1310-1120 a.C. Parola di radiocarbonio: si conferma così la stessa datazione dei semi di vite (1350-1150 a.C.), dal medesimo sito di Cabras. MP 

Fig. 1. 'MELONE NURAGICO'': I SARDI I PRIMI A COLTIVARLO NEL MEDITERRANEO. Il primato sulla presenza del melone, non solo nel Mediterraneo ma in tutta Europa, appartiene ai Sardi 

Fig. 2. I reperti fittili nuragici di Sa Osa, datati tra il 1300 e il 1000 a.C., sono oggi in parte esposti al Museo archeologico di Cabras (OR) 

Marzo
Fig. 1. 2 marzo:  Furono i sardi i primi a coltivare meloni Nel Sinis sono stati trovati i semi  piu' antichi del Mediterraneo Da questo sito. 


Aprile
Fig. 1. 25 aprile: Nuraghe Arrubiu, Orroli. Scoperto un antico forno . Dagli ultimi scavi emersi  frammenti di pane senza lievito (L’Unione Sarda 25/04/2015) 

Maggio
Fig. 1. 4 maggio:  Chia: al via gli scavi per riportare alla luce i tanti segreti dell'antica città.





Fig. 4. 14-15 maggio: si volge a Cagliari un Worshop di Geoarcheologia, Shaping the Mediterranean basin: islands, coastlines and cultures across time. L'indice delle comunicazioni è consultabile a questo indirizzo.

Giugno


Fig. 1.6 giugno: Selargius, Cagliari. Nella borgata di Santa Lucia, rinvenuti dalle ruspe resti di un sito nuragico (L’Unione Sarda 6/06/2015) 

Fig. 2. 19 giugno: Porto Rotondo, scoperta una torre di segnalazione del periodo punico. Il monumento, unico in tutto il bacino occidentale del Mediterraneo, è venuto alla luce a Punta Nuraghe: serviva per avvistare i pericoli in mare


Luglio


Agosto


Fig. 1. 10 agosto: Villaverde e Barumini.  Quaranta archeologi al lavoro in Marmilla: campagna di scavi a Villaverde e Barumini (L’Unione Sarda 10/08/2015)







Settembre



Fig. 3. 23 settembre:  Scavi di Monte Sirai, Carbonia-Iglesias. Ritrovata la tomba una bambina con accanto giochi e gioielli (L’Unione Sarda 23/09/2015) 


Fig. 5. 29 settembre: Cabras, Mont ‘e Prama. Terminato il restauro delle statue rinvenute negli scavi 2014( L’Unione Sarda 29/09/2015)

Ottobre
Fig. 1. Il cantiere scuola al Nuraghe Candelargiu di San Giovanni Suergiu. 6 ottobre: Nuraghe Candelargiu  (L'Unione Sarda del 05/10/2015). Si veda anche questo sito 


Fig. 2. 9 ottobre: Mont ‘e Prama, Cabras, Museo civico “ Giovanni, Marongiu”.  In piedi  il “Guerriero a riposo”, statua in calcare di circa 300 chilogrammi, alta circa 2 metri e 8 centimetri. 

Fig. 3. 13 ottobre. Neoneli:  Reperti nuragici trovati dalla forestale, tra questi una pintadera. La Forestale individua un insediamento nuragico nel Barigadu

Fig. 4. 15 ottobre. Cabras, Mont ‘e Prama. Dopo le statue dei Giganti, continuano le scoperte nella più grande necropoli della Sardegna. LinkOristano.it

Fig. 5. 21 ottobre: Castagniccia, Corsica: Scoperte due bare di legno risalenti all' età del Bronzo
Fig. 6. 22 ottobre: Villanovafranca , Su Mulinu. Iniziata una nuova campagna di scavi 

Fig. 7. 24 ottobre: Cagliari. Al via il recupero  della villa “marittima” romana ( III sec. d.C.) di Su Stangioni, sul litorale quartese di Sant’Andrea. (L'Unione Sarda 24/10/2015) 



Novembre



Dicembre 

Fig. 1.  Nuovi reperti nuragici trovati a Neoneli. In prossimità dei resti di una capanna nuragica già nota e costantemente sorvegliata sono stati ritrovati un manufatto di bronzo finemente decorato e la matrice per la fusione di una scure. Da questo sito. 




Fig. 3. 11 dicembre. Palazzo di città di Cagliari. Inaugurazione della mostra “Eurasia, fino alle soglie della Storia. Capolavori dal Museo Ermitage e dai Musei della Sardegna' dalle collezioni del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e al raffronto con i manufatti sardi e italiani, assolutamente sorprendenti, selezionati per l’evento. Cagliari, Palazzo di Città
22 dicembre 2015 - 10 aprile 2016

Fig. 4. Importanti scoperte dagli scavi del nuraghe Candelargiu di S. Giovanni Suergiu: rinvenute 26 monete d'oro di età punica, risalenti al 350-320 a.C. L'Unione Sarda 19/12/2015




Fig. 7. Esce il nr. 26 di "Quaderni" ; nella foto, fibula a quattro spirali dal complesso nuragico di  S'Arcu 'e is Forros, Villagrande Strisaili. Da: G. Salis & M. Minoja, Un contributo al catalogo delle fibule rinvenute in Sardegna. Alcune considerazioni, Quaderni, 2015, 26: 151-164

Fig. 8. 22.12.2015. Suggestiva immagine dell'evento solstiziale al nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu. Foto di Paolo Sanna Caria. La scoperta del fenomeno si deve al G.R.S.: G.R.S ( Gruppo Ricerche Sardegna), 2011,La Luce del Toro, PTM ed. Mogoro
Fig. 9. l'anno si chiude ancora con Monte Prama e le parole del geofisico Gaetano Ranieri. Da: La Nuova Sardegna, 28 dicembre 2015 Il geofisico del Sinis: «Su Mont ’e Prama un silenzio precoce»,  Gaetano Ranieri è il padre delle ricerche col georadar: «Il museo non basta, l’archeologia produrrà vera ricchezza» di Claudio Zoccheddu:
Gae­ta­no Ra­nie­ri è at­tual­men­te pro­fes­so­re or­di­na­rio di Geo­fi­si­ca ap­pli­ca­ta pres­so la Fa­col­tà di In­ge­gne­ria del­l’U­ni­ver­si­tà di Ca­glia­ri. È stato anche di­ret­to­re del corso di per­fe­zio­na­men­to in Di­fe­sa del suolo e tu­te­la del­l’am­bien­te, di­ret­to­re del di­par­ti­men­to di Geo­ri­sor­se e ter­ri­to­rio pres­so il Po­li­tec­ni­co di To­ri­no, coor­di­na­to­re del dot­to­ra­to di ri­cer­ca in In­ge­gne­ria Geo­lo­gi­co – Am­bien­ta­le. Gae­ta­no Ra­nie­ri ha più di 30 anni di espe­rien­za nella con­du­zio­ne di ri­cer­che nel campo della Geo­fi­si­ca ap­pli­ca­ta ai di­ver­si campi di In­ge­gne­ria e in par­ti­co­la­re nel campo am­bien­ta­le. Ha uti­liz­za­to i me­to­di geo­fi­si­ci nel con­trol­lo delle strut­tu­re, nella ri­cer­ca ar­cheo­lo­gi­ca, nella ria­bi­li­ta­zio­ne dei suoli, nella ca­rat­te­riz­za­zio­ne di­na­mi­ca dei ter­re­ni e delle rocce, nella ri­cer­ca idro­geo­lo­gi­ca e mi­ne­ra­ria. È stato il primo al mondo ad ap­pli­ca­re tec­ni­che di to­mo­gra­fia si­smi­ca allo stu­dio di beni ar­chi­tet­to­ni­ci, di me­to­do­lo­gie geo­fi­si­che per la ca­rat­te­riz­za­zio­ne di ri­fiu­ti ur­ba­ni, per la ria­bi­li­ta­zio­ne di suoli de­ser­ti­fi­ca­ti, per la di­sin­fe­zio­ne elet­tro­ma­gne­ti­ca delle acque e per l’a­gri­col­tu­ra di precisione.
CA­BRAS La città dei gi­gan­ti e un parco ar­cheo­lo­gi­co mul­ti­sen­so­ria­le. Se­con­do Gae­ta­no Ra­nie­ri, il pro­fes­so­re uni­ver­si­ta­rio che ha scan­da­glia­to il Sinis con il suo av­ve­ni­ri­sti­co geo­ra­dar, il fu­tu­ro dello scavo di Mont ’e Prama do­vreb­be avere svi­lup­pi sen­sa­zio­na­li, so­spe­si tra il fa­sci­no della co­no­scen­za e l’a­gia­tez­za ga­ran­ti­ta da un ri­tor­no eco­no­mi­co cor­po­so. Pur­trop­po, spie­ga il geo­fi­si­co, tutte le idee si smar­ri­sco­no nel­l’in­sen­si­bi­li­tà di chi os­ser­va senza in­ter­ve­ni­re. «Non me la pren­do con qual­cu­no in par­ti­co­la­re – ha detto Ra­nie­ri –, ma in ge­ne­ra­le con tutti. Mont ’e Prama do­vreb­be ge­ne­ra­re ric­chez­za e es­se­re al cen­tro di una pro­gram­ma­zio­ne che va oltre l’e­spo­si­zio­ne mu­sea­le». Per dare peso alle sue idee Gae­ta­no Ra­nie­ri af­fon­da il colpo e de­scri­ve l’e­si­to delle ri­cer­che sui tre­di­ci et­ta­ri di terra scan­da­glia­ti dal geo­ra­dar: «Ab­bia­mo ot­te­nu­to ri­scon­tri più o meno ovun­que, ma non tutte le zone hanno la stes­sa den­si­tà di pos­si­bi­li ri­tro­va­men­ti ar­cheo­lo­gi­ci. Ci sono aree, però, in cui i dati sono evi­den­ti e la no­stra espe­rien­za ci dice che si trat­ta di strut­tu­re com­ples­se, edi­fi­ci, stra­de. E non è fi­ni­ta, il Sinis è un ter­ri­to­rio sor­pren­den­te». Tut­ta­via, il te­so­ro cu­sto­di­to dalla terra non rie­sce a stuz­zi­ca­re l’in­te­res­se delle isti­tu­zio­ni e sfio­ra i cit­ta­di­ni che as­si­sto­no in si­len­zio. «Non rie­sco a spie­gar­me­lo. I Co­mu­ni del Sinis, la Pro­vin­cia e la Re­gio­ne do­vreb­be­ro fare di tutto per va­lo­riz­za­re que­sta ri­sor­sa. Com­pren­do che non sia fa­ci­le re­pe­ri­re i fondi ma Mont ’e Prama è un in­ve­sti­men­to si­cu­ro, un sito che rac­con­ta la sto­ria della Sar­de­gna e di un po­po­lo fan­ta­sti­co che sti­mo­la l’in­te­res­se del mondo», ha ag­giun­to Gae­ta­no Ra­nie­ri che nei pros­si­mi gior­ni in­dos­se­rà i panni del glo­be­trot­ter per un tour di con­fe­ren­za che lo por­te­rà Da Den­ver (Usa) a Mel­bour­ne (Au­stra­lia) pas­san­do per Macao, Pe­chi­no e Tokyo. Pa­ra­dos­sal­men­te, sem­bra che il sito ar­cheo­lo­gi­co e le sue me­ra­vi­glie sol­le­ti­chi­no la fan­ta­sia di chi vive a mi­glia­ia di chi­lo­me­tri di di­stan­za, men­tre sti­mo­la mar­gi­nal­men­te quel­la di chi è nato e cre­sciu­to a un tiro di schiop­po dalla città dei gi­gan­ti. Per smuo­ve­re le acque, prima che tutto venga re­le­ga­to nuo­va­men­te a una di­men­sio­ne re­gio­na­le, ba­ste­reb­be rea­liz­za­re un parco ar­cheo­lo­gi­co. Un’i­dea già ipo­tiz­za­ta qual­che anno fa per Thar­ros che è ri­tor­na­ta di moda anche per Mont ’e Prama. «E nes­su­no pensi che sia una cosa im­pos­si­bi­le – pun­tua­liz­za pro­fes­sor Ra­nie­ri –. Met­te­re a si­ste­ma l’ar­cheo­lo­gia, la na­tu­ra e l’e­no­ga­stro­no­mia do­vreb­be es­se­re una con­se­guen­za scon­ta­ta, con­si­de­ra­ta l’at­ten­zio­ne ge­ne­ra­ta dai gi­gan­ti nei con­fron­ti del­l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca e l’in­te­gri­tà del­l’am­bien­te che li cir­con­da». Al con­tra­rio, la sen­sa­zio­ne che tutto sia in stal­lo ha in­va­so anche gli stu­dio­si. «So­spen­de­re le ri­cer­che? Siamo ten­ta­ti, ci sono tante altre zone della Sar­de­gna da esplo­ra­re ma sa­reb­be un pec­ca­to non ve­ri­fi­ca­re i no­stri dati sul campo e la­scia­re che passi altro tempo». 

Inserzioni dell'amministratore
   In seguito alla segnalazione di Giovanni Luigi Bangoni, sulla spilla della foto n.7 relativa a dicembre, inserisco due foto da Lui inviatemi di reperti custoditi presso il Bristol Museum & Art Gallery.



15 commenti:

  1. La Sardegna si sveglia!Tutte queste scoperte nuragiche riempiono il cuore di gioia.Finalmente non sentirò più dire:Il mare della Sardegna è bellissimo,anche l'interno ma non ci sono reperti archeologici.A bellu,a bellu si scoprono oggetti stupendi,addirittura semi di melone e non sono fenici ma sardi.E se l'archeologia produrrà vera ricchezza sarà un bene per la nostra terra,si potrà,inoltre smentire quel ministro che asseriva:con la cultura non si mangia.

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  2. Complimenti e ricomplimenti ad Aba e Romina.

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  3. Ranieri? Da quando enfatizza su tutti quegli ettari dell'abbondanza architettonica (cioè su quella città templare) è stato bandito dal grande consesso o consesso dei grandi. E' un archeosardista dei più temibili. Se poi ci mette di mezzo il dato economico (il ritorno archeologico in termini monetari) dato da una civiltà di un 'popolo fantastico' è da mandare al rogo. Mitopoiesi al massimo grado. Nazionalismo folle, una panzana senza riscontri scientifici.

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  4. Il prof. Ranieri ha ragione, a Mont'e Prama i rifflettori non dico che si sono spenti, ma in qualche modo si sono smorzati, sopratutto da quando lui e la sua Equipe hanno lasciato il sito. Per fortuna la prossima primavera dovrebbero tornare.
    In quanto al Museo di Cabras mi preme dire che se ha raggiunto il record di incassi lo deve in grandissima parte alle scoperte fatte a Mont'e Prama pertanto una rilevante parte di quei soldi dovrebbe essere reinvestita li, per esempio per nuove ricerche.

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  5. Il record di incassi, il museo di Cabras, lo deve "in primis" proprio al Prof. Ranieri che, con attrezzatura scientifica all'avanguardia e la sua professionalità, ha indicato dove scavare.

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  6. Intrigante il pugnale gammato di Fig. 1 del mese di luglio.
    5 pallini sulla barra orizzontale ──
    5 pallini sulla barra verticale │
    7 pallini sulla barra gammata ─┘
    Chi sa cosa vuol dire?!

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  7. Anch'io ho notato subito quella chiara numerologia.Spero che qualcuno, con tutta quella evidenza, non parli 'semplicisticamente' di parte decorativa!. Numerologia che si aggiunge, evidentemente, al noto pugnaletto nuragico disarticolato e scritto. Come nella barchetta di Teti o, se vuoi, in tanti bronzetti nuragici. Secondo me prima devi leggere il pugnale e poi la sequenza numerica che ovviamente non è 17 ma 5 + 12. Sono questi ultimi due dei numeri convenzionali del nuragico che sai bene che valore lessicale hanno. Per abbondante attestazione.

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  8. Traducetelo voi, chè io ho un occhio chiuso ed uno aperto per la stanchezza dopo tutte quelle sublimi popperate.

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  9. Un'ispilla identica a cussa de sa "figura n.7, dicembre", d'appo ita oe in su Bristol Museum & Art Gallery. Sa didascalia poniada: What: Cooper alloy; When: 2,600-2,900 years ago; Where: Buda, Hungary. As fotos, chi sèrbini funis a disposizione de su Bolg.

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    1. Grazie Giovanni, se vuoi puoi inviare le foto all'indirizzo del blog.

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  10. Rinnovo i ringraziamenti a Giovanni Luigi, per il tempestivo invio delle foto prontamente pubblicate.

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  11. Perdonatemi ma gli "scavi a carloforte sono,come si dice da noi,"meneshtra ashcadò"minestra scaldata.Quelle tombe sono quello che resta di un vastissimo cimitero punto o,devastato negli anni da tutte le amministrazioni che si sono susseguite da 50 anni a questa parte,con grandi battaglie cadute nel vuotoda parte di chi aveva capito l'importanza del sito......peccato.Ho sempre pensato che l'isola fosse fosse un grande luogo di culto,dove già i sardi esercitavano il controllo del territorio,ricchissimo di manganese,ocra rossa,diaspro con la qualità verde.tonni e sale.La laguna a ridosso dell'attuale centro abitato,ora salina era il Portorico dalle sue alture 3 nuraghi stavano a guardia del pozzo sacro e del tempio poi diventatato di baalshamin,rimasto unico dopo la distruzione di quello di palmira.......Non dimentichiamoci i 7 forni fusori,o quello che resta di loro,definiti forni della calce e logicamente snobbati.Ahhhhh sto viaggiando,almeno quello posso farlo.Spero prima o poi qualcuno di voi si faccia vivo per fare un giro nell'isola sacra.A tütti i me Ciù coi auguri de n'annu sen e cuntentu

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    1. Prima o poi verrò a trovarti nella tua bella isola, per ora ti auguro un nuovo anno di salute e prosperità.

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