Gennaio
Fig. 1. Da: Ranieri, G., Trogu, A., Loddo, F., Piroddi, L., & Zucca, R. (2015, September). Geophysics-An Essential Tool for Modern Archaeology. A Case from Monte Prama (Sardinia, Italy). In Near Surface Geoscience 2015-21st European Meeting of Environmental and Engineering Geophysics. Gli scheletri di monte Prama: tra il IX e XI secolo a.C.: Da: ALL'ACCADEMIA DEI LINCEI I RISULTATI DELLA RICERCA SU MONTE PRAMA, rassegna stampa.
Fig. 2. I giornali sardi parlano diffusamente dei dati emersi dalla giornata ai Lincei. Dalla rassegna stampa dell'evento sul sito dell'Università di Cagliari.
Iniziano ad emergere sulla stampa nazionale i risultati delle analisi archeobotaniche a Sa Osa (Cabras). Non furono i Fenici ma i sardi i primi a coltivare la vite. Ecco come si è scoperto. Si veda: Il sito nuragico di Sa Osa, Cabras: le meraviglie dei pozzi N, U,V: semi di Vitis vinifera del 1350-1150 a.C.
Fig. 3. In rosso, il sito di Sa Osa dell'Età del Bronzo; in giallo, il sito di Santa Giusta dell'Età del ferro. 1) Excavation area of Sa Osa site; 2) Well N; 3) S.U. of investigation; 4) Prunus spinosa endocarps from Sa Osa; Da: Marco Sarigu, Mariano Ucchesu, Oscar Grillo, Gianfranco Venora, Maria Cecilia Loi, Gianluigi Bacchetta, PRUNUS L. ENDOCARPS FROM TWO ARCHAEOLOGICAL SITES IN SARDINIA: CHARACTERIZATION BY IMAGE ANALYSIS, Congreso Internacional de Etnobotánica 2014, Córdoba, España. 17 - 21.11. 2014
Febbraio
Sempre da Sa Osa di Cabras: in febbraio i media scoprono i "meloni nuragici": i semi sono i più antichi del Mediterraneo. Si veda: I meloni da record di Sa Osa (Cabras). I più buoni, i più grossi o i più dolci? non si sa: di certo sono finora la più antica testimonianza certa di coltivazione di questo frutto nel bacino mediterraneo. E' l'annuncio dato oggi dall'ufficio stampa dell'Università di Cagliari: i semi rinvenuti nel pozzo N del sito nuragico di Sa Osa, risalgono al 1310-1120 a.C. Parola di radiocarbonio: si conferma così la stessa datazione dei semi di vite (1350-1150 a.C.), dal medesimo sito di Cabras. MP
Fig. 1. 'MELONE NURAGICO'': I SARDI I PRIMI A COLTIVARLO NEL MEDITERRANEO. Il primato sulla presenza del melone, non solo nel Mediterraneo ma in tutta Europa, appartiene ai Sardi
Fig. 2. I reperti fittili nuragici di Sa Osa, datati tra il 1300 e il 1000 a.C., sono oggi in parte esposti al Museo archeologico di Cabras (OR)
Marzo
Fig. 1. 2 marzo: Furono i sardi i primi a coltivare meloni Nel Sinis sono stati trovati i semi piu' antichi del Mediterraneo Da questo sito.
Fig. 2. 11 marzo: Il tesoro della Sardegna in mostra a Venezia
Fig. 1. 25 aprile: Nuraghe Arrubiu, Orroli. Scoperto un antico forno . Dagli ultimi scavi emersi frammenti di pane senza lievito (L’Unione Sarda 25/04/2015)
Maggio
Fig. 1. 4 maggio: Chia: al via gli scavi per riportare alla luce i tanti segreti dell'antica città.
Fig. 2. 4 maggio: Santuario tofet e fortificazioni fenico-puniche di Su Cardulinu: sull'isolotto i bimbi offerti alla divinità (L'Unione Sarda 04/05/2015)
Fig. 4. 14-15 maggio: si volge a Cagliari un Worshop di Geoarcheologia, Shaping the Mediterranean basin: islands, coastlines and cultures across time. L'indice delle comunicazioni è consultabile a questo indirizzo.
Giugno
Fig. 1.6 giugno: Selargius, Cagliari. Nella borgata di Santa Lucia, rinvenuti dalle ruspe resti di un sito nuragico (L’Unione Sarda 6/06/2015)
Fig. 2. 19 giugno: Porto Rotondo, scoperta una torre di segnalazione del periodo punico. Il monumento, unico in tutto il bacino occidentale del Mediterraneo, è venuto alla luce a Punta Nuraghe: serviva per avvistare i pericoli in mare
Fig. 1. 15 luglio: Cagliari, Cittadella dei Musei. Esposizione della mostra "La Memoria Ritrovata, L'Arma e lo scrigno dei tesori recuperati". Tornano nell’Isola 39 bronzetti nuragici salvati dal mercato clandestino
Agosto
Fig. 1. 10 agosto: Villaverde e Barumini. Quaranta archeologi al lavoro in Marmilla: campagna di scavi a Villaverde e Barumini (L’Unione Sarda 10/08/2015)
Fig. 2. 19 agosto: Monte Sirai. La storia di fenici e punici riscoperta con l'analisi del DNA (L’Unione Sarda 19/08/2015)
Fig. 3. 25 agosto: Barumini, Su Nuraxi BARUMINI, PRIME SORPRESE DAGLI SCAVI RIPRESI DOPO 44 ANNI.
Settembre
Fig. 1. 10 settembre: Milano. Esposti all’Expò gli antichi acini d’uva di 3200 anni fa, di Sa Osa, Cabras
Fig. 3. 23 settembre: Scavi di Monte Sirai, Carbonia-Iglesias. Ritrovata la tomba una bambina con accanto giochi e gioielli (L’Unione Sarda 23/09/2015)
Fig. 4. 27 settembre: Riaperta al pubblico la necropoli di Monte Luna, Senorbì (L’Unione Sarda 27/09/2015)
Fig. 5. 29 settembre: Cabras, Mont ‘e Prama. Terminato il restauro delle statue rinvenute negli scavi 2014( L’Unione Sarda 29/09/2015)
Ottobre
Fig. 1. Il cantiere scuola al Nuraghe Candelargiu di San Giovanni Suergiu. 6 ottobre: Nuraghe Candelargiu (L'Unione Sarda del 05/10/2015). Si veda anche questo sito
Fig. 2. 9 ottobre: Mont ‘e Prama, Cabras, Museo civico “ Giovanni, Marongiu”. In piedi il “Guerriero a riposo”, statua in calcare di circa 300 chilogrammi, alta circa 2 metri e 8 centimetri.
Fig. 3. 13 ottobre. Neoneli: Reperti nuragici trovati dalla forestale, tra questi una pintadera. La Forestale individua un insediamento nuragico nel Barigadu
Fig. 4. 15 ottobre. Cabras, Mont ‘e Prama. Dopo le statue dei Giganti, continuano le scoperte nella più grande necropoli della Sardegna. LinkOristano.it
Fig. 7. 24 ottobre: Cagliari. Al via il recupero della villa “marittima” romana ( III sec. d.C.) di Su Stangioni, sul litorale quartese di Sant’Andrea. (L'Unione Sarda 24/10/2015)
Fig. 8. 28 ottobre: Cagliari. Ritrovato nel Corso un pezzo della Karalis romana ( L’Unione Sarda 28/10/2015)
Novembre
Fig. 1. 3 novembre: Cereali e legumi la dieta dei Cartaginesi di Villamar (resoconto scavi e studi 2015)
Dicembre
Fig. 1. Nuovi reperti nuragici trovati a Neoneli. In prossimità dei resti di una capanna nuragica già nota e costantemente sorvegliata sono stati ritrovati un manufatto di bronzo finemente decorato e la matrice per la fusione di una scure. Da questo sito.
Fig. 3. 11 dicembre. Palazzo di città di Cagliari. Inaugurazione della mostra “Eurasia, fino alle soglie della Storia. Capolavori dal Museo Ermitage e dai Musei della Sardegna' dalle collezioni del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e al raffronto con i manufatti sardi e italiani, assolutamente sorprendenti, selezionati per l’evento. Cagliari, Palazzo di Città
22 dicembre 2015 - 10 aprile 2016
Fig. 4. Importanti scoperte dagli scavi del nuraghe Candelargiu di S. Giovanni Suergiu: rinvenute 26 monete d'oro di età punica, risalenti al 350-320 a.C. L'Unione Sarda 19/12/2015
Fig. 5. 9 dicembre: A New York, da Christie’s, all'asta statuina nuragica in bronzo raffigurante arciere orante con arco in spalla
Fig. 6. Giganti di Mont'e Prama: una campagna pubblicitaria in tutta l'Isola. Promozione e pubblicità per i Giganti di Mont'e Prama scoperti nella collina del Sinis. Grazie a 98 mila euro le statue nuragiche saranno protagoniste in diverse mostre, photobook e riviste di bordo negli aerei diretti in Sardegna
Fig. 7. Esce il nr. 26 di "Quaderni" ; nella foto, fibula a quattro spirali dal complesso nuragico di S'Arcu 'e is Forros, Villagrande Strisaili. Da: G. Salis & M. Minoja, Un contributo al catalogo delle fibule rinvenute in Sardegna. Alcune considerazioni, Quaderni, 2015, 26: 151-164
Fig. 8. 22.12.2015. Suggestiva immagine dell'evento solstiziale al nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu. Foto di Paolo Sanna Caria. La scoperta del fenomeno si deve al G.R.S.: G.R.S ( Gruppo Ricerche Sardegna), 2011,La Luce del Toro, PTM ed. Mogoro
Fig. 9. l'anno si chiude ancora con Monte Prama e le parole del geofisico Gaetano Ranieri. Da: La Nuova Sardegna, 28 dicembre 2015 Il geofisico del Sinis: «Su Mont ’e Prama un silenzio precoce», Gaetano Ranieri è il padre delle ricerche col georadar: «Il museo non basta, l’archeologia produrrà vera ricchezza» di Claudio Zoccheddu:
Gaetano Ranieri è attualmente professore ordinario di Geofisica applicata presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari. È stato anche direttore del corso di perfezionamento in Difesa del suolo e tutela dell’ambiente, direttore del dipartimento di Georisorse e territorio presso il Politecnico di Torino, coordinatore del dottorato di ricerca in Ingegneria Geologico – Ambientale. Gaetano Ranieri ha più di 30 anni di esperienza nella conduzione di ricerche nel campo della Geofisica applicata ai diversi campi di Ingegneria e in particolare nel campo ambientale. Ha utilizzato i metodi geofisici nel controllo delle strutture, nella ricerca archeologica, nella riabilitazione dei suoli, nella caratterizzazione dinamica dei terreni e delle rocce, nella ricerca idrogeologica e mineraria. È stato il primo al mondo ad applicare tecniche di tomografia sismica allo studio di beni architettonici, di metodologie geofisiche per la caratterizzazione di rifiuti urbani, per la riabilitazione di suoli desertificati, per la disinfezione elettromagnetica delle acque e per l’agricoltura di precisione.
CABRAS La città dei giganti e un parco archeologico multisensoriale. Secondo Gaetano Ranieri, il professore universitario che ha scandagliato il Sinis con il suo avveniristico georadar, il futuro dello scavo di Mont ’e Prama dovrebbe avere sviluppi sensazionali, sospesi tra il fascino della conoscenza e l’agiatezza garantita da un ritorno economico corposo. Purtroppo, spiega il geofisico, tutte le idee si smarriscono nell’insensibilità di chi osserva senza intervenire. «Non me la prendo con qualcuno in particolare – ha detto Ranieri –, ma in generale con tutti. Mont ’e Prama dovrebbe generare ricchezza e essere al centro di una programmazione che va oltre l’esposizione museale». Per dare peso alle sue idee Gaetano Ranieri affonda il colpo e descrive l’esito delle ricerche sui tredici ettari di terra scandagliati dal georadar: «Abbiamo ottenuto riscontri più o meno ovunque, ma non tutte le zone hanno la stessa densità di possibili ritrovamenti archeologici. Ci sono aree, però, in cui i dati sono evidenti e la nostra esperienza ci dice che si tratta di strutture complesse, edifici, strade. E non è finita, il Sinis è un territorio sorprendente». Tuttavia, il tesoro custodito dalla terra non riesce a stuzzicare l’interesse delle istituzioni e sfiora i cittadini che assistono in silenzio. «Non riesco a spiegarmelo. I Comuni del Sinis, la Provincia e la Regione dovrebbero fare di tutto per valorizzare questa risorsa. Comprendo che non sia facile reperire i fondi ma Mont ’e Prama è un investimento sicuro, un sito che racconta la storia della Sardegna e di un popolo fantastico che stimola l’interesse del mondo», ha aggiunto Gaetano Ranieri che nei prossimi giorni indosserà i panni del globetrotter per un tour di conferenza che lo porterà Da Denver (Usa) a Melbourne (Australia) passando per Macao, Pechino e Tokyo. Paradossalmente, sembra che il sito archeologico e le sue meraviglie solletichino la fantasia di chi vive a migliaia di chilometri di distanza, mentre stimola marginalmente quella di chi è nato e cresciuto a un tiro di schioppo dalla città dei giganti. Per smuovere le acque, prima che tutto venga relegato nuovamente a una dimensione regionale, basterebbe realizzare un parco archeologico. Un’idea già ipotizzata qualche anno fa per Tharros che è ritornata di moda anche per Mont ’e Prama. «E nessuno pensi che sia una cosa impossibile – puntualizza professor Ranieri –. Mettere a sistema l’archeologia, la natura e l’enogastronomia dovrebbe essere una conseguenza scontata, considerata l’attenzione generata dai giganti nei confronti dell’opinione pubblica e l’integrità dell’ambiente che li circonda». Al contrario, la sensazione che tutto sia in stallo ha invaso anche gli studiosi. «Sospendere le ricerche? Siamo tentati, ci sono tante altre zone della Sardegna da esplorare ma sarebbe un peccato non verificare i nostri dati sul campo e lasciare che passi altro tempo».
Inserzioni dell'amministratore
In seguito alla segnalazione di Giovanni Luigi Bangoni, sulla spilla della foto n.7 relativa a dicembre, inserisco due foto da Lui inviatemi di reperti custoditi presso il Bristol Museum & Art Gallery.
La Sardegna si sveglia!Tutte queste scoperte nuragiche riempiono il cuore di gioia.Finalmente non sentirò più dire:Il mare della Sardegna è bellissimo,anche l'interno ma non ci sono reperti archeologici.A bellu,a bellu si scoprono oggetti stupendi,addirittura semi di melone e non sono fenici ma sardi.E se l'archeologia produrrà vera ricchezza sarà un bene per la nostra terra,si potrà,inoltre smentire quel ministro che asseriva:con la cultura non si mangia.
RispondiEliminaComplimenti e ricomplimenti ad Aba e Romina.
RispondiEliminaRanieri? Da quando enfatizza su tutti quegli ettari dell'abbondanza architettonica (cioè su quella città templare) è stato bandito dal grande consesso o consesso dei grandi. E' un archeosardista dei più temibili. Se poi ci mette di mezzo il dato economico (il ritorno archeologico in termini monetari) dato da una civiltà di un 'popolo fantastico' è da mandare al rogo. Mitopoiesi al massimo grado. Nazionalismo folle, una panzana senza riscontri scientifici.
RispondiEliminaIl prof. Ranieri ha ragione, a Mont'e Prama i rifflettori non dico che si sono spenti, ma in qualche modo si sono smorzati, sopratutto da quando lui e la sua Equipe hanno lasciato il sito. Per fortuna la prossima primavera dovrebbero tornare.
RispondiEliminaIn quanto al Museo di Cabras mi preme dire che se ha raggiunto il record di incassi lo deve in grandissima parte alle scoperte fatte a Mont'e Prama pertanto una rilevante parte di quei soldi dovrebbe essere reinvestita li, per esempio per nuove ricerche.
Il record di incassi, il museo di Cabras, lo deve "in primis" proprio al Prof. Ranieri che, con attrezzatura scientifica all'avanguardia e la sua professionalità, ha indicato dove scavare.
RispondiEliminaconcordo
EliminaIntrigante il pugnale gammato di Fig. 1 del mese di luglio.
RispondiElimina5 pallini sulla barra orizzontale ──
5 pallini sulla barra verticale │
7 pallini sulla barra gammata ─┘
Chi sa cosa vuol dire?!
Anch'io ho notato subito quella chiara numerologia.Spero che qualcuno, con tutta quella evidenza, non parli 'semplicisticamente' di parte decorativa!. Numerologia che si aggiunge, evidentemente, al noto pugnaletto nuragico disarticolato e scritto. Come nella barchetta di Teti o, se vuoi, in tanti bronzetti nuragici. Secondo me prima devi leggere il pugnale e poi la sequenza numerica che ovviamente non è 17 ma 5 + 12. Sono questi ultimi due dei numeri convenzionali del nuragico che sai bene che valore lessicale hanno. Per abbondante attestazione.
RispondiEliminaE io che pensavo di fare lo scoop! ]:-)
EliminaTraducetelo voi, chè io ho un occhio chiuso ed uno aperto per la stanchezza dopo tutte quelle sublimi popperate.
RispondiEliminaUn'ispilla identica a cussa de sa "figura n.7, dicembre", d'appo ita oe in su Bristol Museum & Art Gallery. Sa didascalia poniada: What: Cooper alloy; When: 2,600-2,900 years ago; Where: Buda, Hungary. As fotos, chi sèrbini funis a disposizione de su Bolg.
RispondiEliminaGrazie Giovanni, se vuoi puoi inviare le foto all'indirizzo del blog.
EliminaRinnovo i ringraziamenti a Giovanni Luigi, per il tempestivo invio delle foto prontamente pubblicate.
RispondiEliminaPerdonatemi ma gli "scavi a carloforte sono,come si dice da noi,"meneshtra ashcadò"minestra scaldata.Quelle tombe sono quello che resta di un vastissimo cimitero punto o,devastato negli anni da tutte le amministrazioni che si sono susseguite da 50 anni a questa parte,con grandi battaglie cadute nel vuotoda parte di chi aveva capito l'importanza del sito......peccato.Ho sempre pensato che l'isola fosse fosse un grande luogo di culto,dove già i sardi esercitavano il controllo del territorio,ricchissimo di manganese,ocra rossa,diaspro con la qualità verde.tonni e sale.La laguna a ridosso dell'attuale centro abitato,ora salina era il Portorico dalle sue alture 3 nuraghi stavano a guardia del pozzo sacro e del tempio poi diventatato di baalshamin,rimasto unico dopo la distruzione di quello di palmira.......Non dimentichiamoci i 7 forni fusori,o quello che resta di loro,definiti forni della calce e logicamente snobbati.Ahhhhh sto viaggiando,almeno quello posso farlo.Spero prima o poi qualcuno di voi si faccia vivo per fare un giro nell'isola sacra.A tütti i me Ciù coi auguri de n'annu sen e cuntentu
RispondiEliminaPrima o poi verrò a trovarti nella tua bella isola, per ora ti auguro un nuovo anno di salute e prosperità.
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