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domenica 18 marzo 2018

L'ipogeo di San Salvatore di Sinnis 3°

I Sardi e il geroglifico egiziano.
Che rebus!
di Sandro Angei




   L’ipogeo di San Salvatore di Sinnis non finisce di stupirci con le sue invocazioni alla divinità nuragica ed ancora una volta lo fa con un ennesimo rebus.

domenica 4 marzo 2018

L'ipogeo di San Salvatore di Sinnis 2°

Vedi: L'ipogeo di San Salvatore di Sinnis 1°


Di Sandro Angei

Seconda parte

A San Salvatore di Sinnis
il sincretismo va contro corrente
***
Fig. 0

La scrittura esposta all'attenzione del lettore occasionale, quale che sia il luogo e il motivo che presiede alla formulazione di un testo, non può prescindere da una forma e da un segno grafico tali da qualificarne l'immagine. Questa infatti serve ad attirare l'attenzione sul messaggio proposto e ad accrescerne il suo prestigio, per prolungare nel tempo l'efficacia dei contenuti.
Sono parole di G. G. Pani, tratte dal suo saggio “LA TABVLA ANSATA E IL SUO SIGNIFICATO SIMBOLICO (*)” 1.

lunedì 26 febbraio 2018

L'ipogeo di San Salvatore di Sinnis 1°



di Sandro Angei 
Santu Srabadoi prim‘e Jesus

Fig. 1

Il 17 febbraio 2016 pubblicammo su questo blog un articolo relativo alla interpretazione del bilittero RF presente sulle pareti dell’ipogeo della chiesetta di San Salvatore di Sinnis. In quell’occasione postammo una immagine nella quale comparivano due esemplari della scritta RF con annessa didascalia esplicativa.
   Le immagini furono tratte da “Guide e itinerari – L’ipogeo di San Salvatore – D. Donati, R. Zucca – Delfino Editore.

martedì 12 dicembre 2017

Giorrè tra geometria e astronomia - seconda parte

Colombella dell'alba
colombella di mezzogiorno
colombella del tramonto

di Sandro Angei
Vedi parte prima: Giorrè tra geometria e astronomia

   “Presso il margine destro della lastra rimane una delle due piccole costruzioni che limitano la maggiore nel mezzo. Ha figura d'un vano rettangolare chiuso alle fiancate e aperto davanti e di dietro. Lo copre un tetto a doppia falda molto inclinata, sporgente in basso sulle pareti con una modinatura a gola; il tetto mostra due stratificazioni sovrapposte di cui l'inferiore indica lo scheletro ligneo del soffitto e quella superiore, tutta liscia all'esterno, rappresenta la vera e propria copertura, presumibilmente straminea. Sulla cresta del tettuccio stanno posati tre uccelli, uno, nel mezzo, rivolto al castello nuragico, e gli altri due, ai margini, disposti lungo il colmo e guardanti rispettivamente sulla fronte e sul retro del minuscolo (specie se

giovedì 23 novembre 2017

Quando si scriveva in nuragico in quel di Giorrè...

                  

 
 di Sandro Angei
fotografie di Stefano Sanna

  Giorrè è il nome di un vasto altipiano tra Florinas e Cargeghe nel sassarese. Nel punto di massima elevazione (570 m slm), si trovano i resti di un santuario nuragico.
   L'archeologa Angela Antona studiò il sito e lo pubblicò in Bollettino di Archeologia 46-48, 1997, intitolandolo “Il santuario di Giorrè, Florinas-Sassari”.
***

mercoledì 4 ottobre 2017


Amuleto aureo etrusco da Bolsena in scrittura metagrafica. La forza ciclica immortale della luce di Tin e di Uni. L’iterazione logografica e la numerologia mutuate dal nuragico.
Gigi Sanna


fig.1


    Un paio di mesi fa abbiamo illustrato e commentato (1) lo spillone (c.d. affibbiaglio), di destinazione e di significato mortuario, della tomba detta dei cinque sedili di Cerveteri. In esso e con esso abbiamo confermato (2) l’uso del metagrafico (cioè della scrittura non lineare, basata sull’acrofonia, la numerologia e l’ideografia) nella scrittura etrusca. Uso di chiara ascendenza nuragica (3).

venerdì 6 gennaio 2017

Il serpentello dell'immortalità di YH. Come leggere la 'decorazione' di una bellissima 'fusaiola' nuragica.

di Sandro Angei
Fig. 1
Un bellissimo oggetto di ignota provenienza, gentilmente concesso da M.A.P. arricchisce i reperti con scrittura a rebus di età nuragica.


lunedì 20 giugno 2016

MONTE BARANTA

Olmedo. Il monte della ‘camera delle corna’ (Monte ‘baranta’). Toro e Serpente. Nell’eneolitico sardo i ‘simboli forti’ del culto astronomico solare nuragico del solstizio d’estate (21 giugno).

di Sandro Angei,  Gigi Sanna, e Stefano Sanna

   Abbiamo colto l’occasione del solstizio d’estate per pubblicare un articolo che da lungo tempo era in attesa di veder la luce.
   
   La decisione di pubblicarlo ora è nata dall’esigenza di dare un segnale forte e chiaro a chi in modo autoreferenziale, studiando il sito, si limita alla descrizione della prima sensazione e rinuncia ad andare oltre benché i segnali suggeriscano, anzi invitino a superare una certa barriera preconcetta.
   Abbiamo ricomposto una sorta di puzzle le cui tessere sono state individuate nelle varie discipline dell’umano sapere, perché alla base c’è sempre lui: l’uomo, con la sua natura eclettica, le sue aspettative spirituali legate strettamente ad esigenze materiali.


   Benché quest’anno il solstizio d’estate si verifichi il giorno 20, nell’immaginario collettivo esso si verifica il 21 di giugno e così lo abbiamo voluto indicare. Si tratta comunque di un aspetto quasi irrilevante, visto che da un giorno all’altro non si percepisce alcun mutamento visibile, essendo la differenza angolare di soli 15 secondi d’arco al tramonto del sole. In questi giorni il sole pare si fermi in quel punto, generando apprensione in chi, anticamente scrutava l'evento.

                                 Fig.1                                                                                               Fig.2


giovedì 12 maggio 2016

Uno spillone nuragico: tra Verba latina e un’àncora sul Pianoro della Civita di Tarquinia

di Stella del Mattino e della Sera

E' una giornata di scirocco del IX secolo a.C. in quel di Antas, quando con rito sbrigativo e solenne (oppure con molte cerimonie e una rosa)  si seppellisce nella necropoli a pozzetti nuragica un devoto antesignano di san Gavino (allora chiamato Gayny). Gli si mette vicino come offerta funeraria il suo oggetto preferito: uno spillone con su una scritta che nei secoli a venire tirerà scemi un  bel gruppetto di titolati studiosi; e non venite a parlarmi di buona fede dei seppellitori!




giovedì 5 maggio 2016

Scrittura ‘nuragica’ e scrittura ‘protocananaica’. Lachish: l’ultimo documento rinvenuto (2014) e la ‘unknow letter ’ di B. Sass e J. Garfinkel

di Gigi Sanna
Fig. 1                                                                                                                                         Trascrizione. Da: (1)
Fig. 3                                                                  Fig4.                                                    Fig. 5

martedì 29 marzo 2016

Scrittura nuragica. Tharros (Murru Mannu): a tanta architettura sacra tanta scrittura sacra. La Porta Santa (sha‘ar sa‘an) e i segni del sublime nascosto.

di Gigi Sanna                              

                               Fig.1                                                                                         Fig. 1 (particolare)
      

giovedì 11 febbraio 2016

Scrittura nuragica: il mare talvolta regala ma poi prende. La singolare scritta del serpente, oggi sotto la sabbia della scogliera di Tharros.

di Gigi Sanna
                                Fig. 1                                                                                             fig.2                                                                           
  Le mareggiate di questi ultimi anni sono state impressionanti e si può dire che abbiano sconvolto del tutto la costa di San Giovanni (Tharros), particolarmente  nel lato esposto al maestrale, tra la nota spiaggia di San Giovanni e la punta di Capo San Marco. Ondate su ondate hanno divorato tonnellate di sabbia cambiando il paesaggio (1) e lasciando oggi più nuda e molto più aspra la scogliera dove però, inopinatamente, sono comparse, quasi per ricompensa agli amanti della natura, i reperti straordinari, epigrafici e non (figg. 3-4), di cui altre volte si è parlato (2).

martedì 26 gennaio 2016

Antiquarium arborense di Oristano. La tarda scritta nuragica tharrense della luce salvifica per il figlio (non nominato) di Yhwh. Il 'segno' complesso della λοξότης (obliquità).

di Gigi Sanna

              Fig. 1                                                                  (trascrizione) 
  Nella nostra relazione sulla scrittura nuragica tenuta durante il Convegno della Facoltà di Medicina all'Università di Sassari (1) avevamo enucleato le regole o  norme che facevano sì che una scrittura, un certo tipo di scrittura arcaica sarda, potesse essere a buon diritto chiamata 'nuragica'. I diversi requisiti, con la doverosa esemplificazione, sono stati pubblicati nel Blog del giornalista Gianfranco Pintore e successivamente nella rivista Monti Prama (2)

martedì 8 dicembre 2015

I pugnali de su santu doxi

Museo archeologico di Cagliari.
   In una bacheca, in bell’ordine ma nell’anonimato, sono esposte varie lame di pugnali o corte spade, lunghe al massimo 20 cm e larghe 6 o 7 cm, prive quasi tutte di impugnatura. Alcune di queste hanno attirato la mia attenzione in quanto presentano una serie di incisioni: aste, punti e linee a zigzag,  reiterate fino a 19 volte.
   L’esperienza acquisita nello studio dell’epigrafia nuragica mi ha dato modo di intuire che quelle incisioni reiterate altro non sono che scrittura; ermeticissima scrittura nuragica che basa gran parte del rebus sulla reiterazione e per tanto sulla numerologia.

Lama numero 1.
   La lama reca incise due serie di grafemi, una a destra, l’altra a sinistra dell’ingrossamento mediano dell’arma.


venerdì 13 novembre 2015

La scritta di nuraghe Tradòri

di Sandro Angei


   Come al solito il nostro segugio che, con buona ragione possiamo chiamare confidenzialmente Sanna[1] bianca, come il protagonista del romanzo di Jack London, ha scovato la scritta lì dove voleva verificare le prove della mia teoria che vuole il nuraghe Tradòri virtualmente collegato al forno situato vicino al nuraghe Straderi[2].

giovedì 29 ottobre 2015

Il pugnale de Su Santu Doxi

di Sandro Angei

   Dopo la presentazione di due iscrizioni nuragiche su pietra, di giovedì 08 ottobre, oggi presentiamo un reperto sul quale sono inciampato alcuni mesi or sono, facendo slalom tra le bacheche del Museo Archeologico di Cagliari.

domenica 6 settembre 2015

YHWH in pittografia? Gerusalemme versus Sardegna


Il coccio con iscrizione pittografica  rinvenuto all' Ophel di Gerusalemme, durante gli scavi del 1923-1925 (The Palestine Exploration Fund, che oggi annovera circa 6000 oggetti). Il coccio venne pubblicato per la prima volta nel 2009:  G. Gilmour, An Iron Age II pictorial inscription from Jerusalem illustrating Yahweh and Asherah, Palestine Exploration Quarterly, 141, 2 (2009), 87–103. Gilmour ritiene che le due figure siano Yahweh e Asherah

sabato 25 luglio 2015

Parole allo specchio

di Sandro Angei

   Una delle obiezioni fatte ai sigilli di Tzrigottu è che i segni lì incisi sono speculari lungo l’asse mediano verticale. In ragione di ciò si dice che nessuna scrittura ha significato secondo un siffatto sistema.[1]