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mercoledì 26 agosto 2020

Il pozzo di Santa Cristina - il tassello mancante.

La cooperazione arricchisce sempre la ricerca. Il singolo arriva dove può, dove la sua mente gli permette di arrivare; ma lo scibile non può esser contenuto in un'unica mente.

di Sandro Angei

vedi: Il pozzo di Santa Cristina: 10° parte - Si dia inizio ai lavori!

 

Avvertimento

   Questo articolo fa largo uso di riferimenti a link esterni (link comunque relativi esclusivamente al saggio cui si riferisce). Questo per esigenze espositive e per non appesantire quanto qui trattato con numerose note che alcuni mal volentieri leggono. Nei riferimenti ai link ho apposto una nota in apice di colore rosso che indirizza verso il particolare che si vuol mettere in evidenza.

Introduzione

   La frase introduttiva pur rimarcando la necessità di cooperare tra studiosi in funzione del raggiungimento ottimale del fine perseguito, denuncia la mancanza di collaborazione, con la prospettiva consapevole, ahimè, che in molti casi non si potrà avere cooperazione volenterosa e sincera da parte di alcuno. In questo caso prevale l'intelligenza e l'intuito veicolato dall'esperienza, che sopperisce a questo stato di cose cercando, come un raccoglitore di asparagi che busca germogli verdi in un intricato verdeggiare della macchia, ciò che emerge dalla massa banale e scontata di dati inutili allo scopo.

   Il traffico di notizie e idee che trattano quei siti web di mio interesse mi appare caotico quanto veloce. Ma tra le tante idee, a volte anche bizzarre, ve ne sono alcune che catturano la mia attenzione. E' il caso, a parer mio naturalmente, di un articolo comparso il 18 agosto 2020 nel blog Quotidiano Honebu di Storia e Archeologia di Pierluigi Montalbano a firma di Marcello Onnis. 

sabato 16 maggio 2020

IL circolo megalitico di Cuguzza Aiola - seconda parte


 Studio del sito
di Sandro Angei
Iniziamo lo studio dalla descrizione delle singole emergenze lapidee, che descriveremo essenzialmente con delle immagini fotografiche corredate di didascalia.

1° elemento del cerchio - Probabile banco di roccia emergente

 

martedì 12 maggio 2020

Il circolo megalitico di Busachi - prima parte

Cuguzza Aiola, un osservatorio astronomico
atrus circuìttus
di Sandro Angei


Fig. A - Origine del canalone – la cascata

Riassunto
   Questo studio prende l'avvio da un flash panoramico. Proprio così. Un flash dato da particolari condizioni di luce in un dato momento e in un dato luogo, durante il quale il panorama che si para agli occhi dell'osservatore sembra fuori dal tempo e dallo spazio normalmente percepito.
   Sarà stato l'occhio ormai esperto, o il caso, o se vogliamo il destino (a cui non credo), ma sono entrato subito in sintonia con quel luogo, tanto che sin da subito quei macigni stranamente disseminati nel terreno mi hanno fatto sospettare qualcosa di anomalo. Già, un'anomalia rispetto alle condizioni che la natura appronta.
   Lo studio descrive la posizione di queste emergenze naturali manipolate dell'uomo in un dato periodo; e le particolarità geometriche che quella manipolazione ha indotto allo scopo di registrare degli eventi astronomici. Per tanto lo studio è di carattere geometrico da una parte e archeoastronomico dall'altra, alla ricerca di significanti e significati antropologici.

***
   Sono sovrappensiero mentre percorro la Strada Provinciale 23 provenendo da Fordongianus, quando all’improvviso da dietro i cespugli a bordo strada mi appare un "miraggio". Il canalone si para davanti ai miei occhi con le sue pareti che convergono e si uniscono lì dove la tavola

lunedì 30 marzo 2020

6° parte - il foro inguinale del pugilatore di Monte Prama


di Sandro Angei

vedi ⇰ 5° parte


   Nella quinta parte dello studio abbiamo cercato delle motivazioni verosimili a riguardo della posizione dei sigilli sulla spalla di alcune statue.
   Fanno eccezione alcuni Giganti; uno di essi in particolare reca il foro in posizione talmente particolare che ci sembra facile (?) arguirne i motivi.

Perché fissare il sigillo cerimoniale nella regione inguinale 
   Nella quarta parte abbiamo dimostrato che era possibile fissare un sigillo in una

martedì 24 marzo 2020

5° parte - Il foro sulla spalla destra dei Giganti per l'infissione dei sigilli di Tzricotu

di Sandro Angei

vedi ⇰ 4° parte - Il metodo di piombatura inguinale

   Nella quarta parte dello studio abbiamo visto come fosse possibile fissare i sigilli cerimoniali in luoghi delle statue estremamente difficili da raggiungere col piombo fuso.

    Cercheremo ora di capire perché furono fissati i sigilli in determinate parti del corpo. Lo faremo, naturalmente, consci del fatto che quelle che avanzerò sono solo ipotesi; non di meno tra le ipotesi vi può essere la verità.

    Sta a noi valutare la validità di queste ipotesi. Valutazione che sarà possibile attraverso lo studio delle origini della scrittura in età nuragica (origini, in parte, protocananaiche e protosinaitiche) e del suo uso esclusivo in ambito religioso (questa, almeno per ora, è l'evidenza repertuale).

mercoledì 18 marzo 2020

4° parte - Il metodo di piombatura inguinale


Una ipotesi di piombatura


di Sandro Angei

vedi: terza parte
      

Nella prima parte dello studio abbiamo individuato le statue che recano dei fori con o senza presenza di piombatura (anche solo in tracce) e ne abbiamo individuato tre con i fori in posizione atipica rispetto a quella che sembrerebbe una norma, ossia quella del foro ubicato sulla spalla destra.
In particolare abbiamo individuato un foro nella zona inguinale nel pugilatore 8 “Sisinnio”; un foro sul fianco sinistro nell'arciere 3 “Componidori” e un foro sulla

domenica 15 marzo 2020

3° parte - Il nome nascosto nel sigillo nascosto - natura e visibilità dei sigilli di Tzricotu


di Sandro Angei

           1° parte
            2° parte

   Nello studio dedicato al rapporto funzionale tra sigilli di Tzricotu e statue di Monte Prama è stato dato ampio spazio alle modalità tecniche relative alla manifattura dei sigilli, alla posizione di questi ultimi sulle statue, alla natura di queste ultime (che abbiamo escluso essere telamoni) e modalità (ipotetica) di posizionamento e stabilizzazione delle statue stesse.

   Nella prima parte, è stata ipotizzata la posizione del sigillo sulla spalla destra di una delle statue (Prexau), senza badar troppo al

domenica 8 marzo 2020

Parte seconda - I sigilli di Tzricotu dimostano che i Giganti di Monte Prama non sono telamoni


Le statue di Monte Prama
una collocazione
Risultato immagini per mont e prama
Immagine del tutto fantasiosa (sotto tutti i punti di vista)
 sulla collocazione dei Giganti  di Monte Prama trovata sul web

di Sandro Angei

Vedi  1° parte

Nella prima parte dello studio abbiamo descritto la funzione e la posizione dello specimen A1 in relazione ai sigilli cerimoniali; e questi ultimi in relazione alle statue di Monte Prama. Ora una domanda si pone: Dove erano collocate le statue di Monte Prama?

La domanda si pone perché vi è una difficoltà non di poco conto relativa alla esposizione dei sigilli, i quali essendo sacri e recanti scrittura sacra non potevano essere osservati da chicchessia. Non potevano, in sostanza, essere esposti al pubblico.

domenica 16 febbraio 2020

Il pozzo di Garlo - indagine di un pozzo gemello

Il pozzo di Garlo è nuragico?

Immagine tratta dal saggio di nota 3
Di Sandro Angei

Riassunto
Con questo studio si vuole sfatare l'idea che il pozzo Bulgaro di Garlo possa essere considerato in qualche modo legato alla civiltà nuragica. Si porteranno a conforto di questa tesi alcuni elementi di carattere architettonico e costruttivo, altri di natura astronomica e qualche considerazione di carattere antropologico.

***

lunedì 20 gennaio 2020

Il 3 genera il 9. Il 3 e il 9 orientano l'uomo verso la casa del suo dio.

Geometrie e numeri divini

                             Talete di Mileto

di Sandro Angei

vedi 1° parte

Nella prima parte dello studio ci siamo dedicati al problema della divisione in parti congrue di una lunghezza, qualunque essa sia. Abbiamo esposto il metodo, però ahimé non siamo riusciti, almeno per ora (ma non demordo), a dimostrare il teorema. Poi magari la dimostrazione è stata fatta, e sono io, nella mia ignoranza, ad ignorarla. Comunque non è questo il punto e di certo non è l'obiettivo del mio studio la dimostrazione del teorema; dovendo in questo contesto solo giustificare un importante passaggio costruttivo nel pozzo sacro di Santa Cristina.
***

giovedì 16 gennaio 2020

Quando Talete non era ancora nato i Sardi già dividevano in modo equo



Talete di Mileto
di Sandro Angei
1° parte

Facciamo una premessa sotto forma di domanda.
A cosa serviva in termini pratici nel V sec. a.C. il teorema di Pitagora?
In quel periodo penso servisse a ben poco, visto che anche oggi in termini pratici serve a nulla se non a dimostrare una elegante peculiarità del triangolo rettangolo che soddisfa il solo sapere accademico.

sabato 11 gennaio 2020

Funtana coberta - riflessioni sul rito


Parte sesta

ancora "Il pensatore di A. Rodin"

di Sandro Angei
Ipotesi sul sentimento religioso nel rito del pozzo sacro di Santa Cristina

Con la quinta parte finisce lo studio sul pozzo di Funtana coberta di Ballao. Lì in ultimo abbiamo scritto: “Ancora, però, rimane un senso di celata insoddisfazione, un certo-non-so-ché, che, a parer mio e non solo mio, è scopo principale di tutto il rituale concepito da quelle antiche genti.
***
   Perché edificare un pozzo come quello di Funtana coberta e secoli dopo quello di Santa Cristina, facendo ricorso a tecniche ingegneristiche di così alto livello?! L'aruspicina Sarda, se così possiamo chiamarla (che non ha nulla a che vedere con quella Etrusca, e questo a scanso di equivoci e inopportuni, se non faziosi fraintendimenti), non avrebbe avuto bisogno di tale e tanta infrastruttura monumentale per essere attuata, bastava un semplice responso da parte del sacerdote/sacerdotessa; invece no! E' stato concepito un tale apparato scenografico da far invidia ai migliori registi di teatro: perché?!

martedì 31 dicembre 2019

Funtana coberta svela le unità di misura

Parte quinta
Le unità di misura
di Sandro Angei


Il pozzo di Funtana coberta fu realizzato, alla stregua di quello di Santa Cristina, con l'uso di una unità di misura univoca: sa stiba, diversa da quella usata nel pozzo di Santa Cristina ma legata a quella da un rapporto matematico (dovuto al caso?! Chissà!); tant'è che la stiba di Santa Cristina è stata individuata da noi della lunghezza di 43 cm, quella di Funtana coperta sembra equivalere al rapporto di 2/3 di quella 1, pari cioè a 28,67 cm. Infatti lo spessore del 12° anello (tenuto conto di tutte le imperfezioni della pietra squadrata in maniera grossolana) si avvicina a questa misura2. Un dato che ha riscontro nel diametro, a livello del pavimento, del vano voltato ad ogiva che è pari a 12 stibe di 28,67 cm (3,44 m)3.

sabato 28 dicembre 2019

Il pozzo sacro di Funtana coberta e i problemi di intasamento.


Parte quarta

Fig. 23 - Immagine da Google Earth elaborata
Ipotetico tracciato sotterraneo della presunta canaletta di troppopieno

di Sandro Angei


8. - Il problema della canaletta di troppopieno

All'inizio dello studio abbiamo avuto modo di scrivere che il livello all'interno del pozzo sacro non è stabile, e in ragione di ciò possiamo pensare che il sistema di troppopieno ipotizzato, non sia più funzionante per motivi naturali o dovuti all'intervento dell'uomo.

venerdì 20 dicembre 2019

21 aprile nel pozzo sacro di Funtana coberta... e la Luna passò senza traccia lasciare

Parte terza
interno del pozzo sacro di Funtana coberta

di Sandro Angei


5. - I dati architettonici e quelli astronomici

Nel 1° capitolo abbiamo puntualizzato l'eccellente descrizione che il Taramelli fece del pozzo sacro, non tralasciando di notare l'anomalia del 12° anello. Qualcosa ancora però vi è da dire di questo anello. Appena ci si affaccia all'interno della camera si nota subito la foggia e posizione di tre conci posti proprio difronte all'ingresso e incastonati nel 12° anello. Sono questi, tre conci che abbiamo denominato “α, β e γ” (Fig.13), il primo e il terzo sono simili di lunghezza, il concio β, è più corto dei primi nel rapporto approssimativo di 3/4. Altra caratteristica è che i conci α e β sono di calcare quarzifero mentre il concio γ è di scisto nero, così come i gradini della scala. Il resto del pozzo è realizzato con conci di

martedì 17 dicembre 2019

Pozzo sacro di Funtana coberta archetipo del pozzo di Santa Cristina

Parte seconda
Fig. 7
di Sandro Angei


Vedi: parte prima 

3. - Pozzi sacri a confronto
Quando mi accinsi a studiare il pozzo sacro di Santa Cristina, trovai una metodologia costruttiva di quel monumento basata sull'utilizzo di un'unità di misura, “sa stiba1, di un mòdano2 polifunzionale (così lo definimmo) e di un metodo di orientamento misto, di carattere astronomico-geometrico3. Insomma un criterio potenzialmente capace di “standardizzare” un metodo costruttivo.
E' giunto il momento di verificare questo “standard costruttivo”; e proprio il pozzo sacro di Funtana coberta ci dà l'occasione di metterlo alla prova.
Abbiamo realizzato una sezione del pozzo che grossomodo coincide con l'asse della scalinata4; abbiamo, altresì, “preso” il mòdano e abbiamo cercato di capire se ci fosse una qualche corrispondenza architettonica legata a quello strumento.

domenica 15 dicembre 2019

Funtana coberta di Ballao


Sottoponiamo alla prova il "metodo Santa Cristina”

di Sandro Angei

Parte prima

Riassunto
Scopo di questo studio è provare che le tecniche utilizzate per la costruzione del pozzo di Santa Cristina rispondono ad un metodo costruttivo comune a più monumenti.
Si è dell'idea che molte costruzioni di età nuragica legate in qualche modo al culto (uno dei culti), seguissero un unico principio costruttivo1, benché ogni tempio nella sua veste esteriore sia unico. Per tanto cercheremo di verificare se le stesse procedure usate per la realizzazione del pozzo di Santa Cristina, possano in qualche modo essere state usate nel tempio di Funtana coberta.
Faremo uso del mòdano2 e del metodo di orientamento geometrico-topografico3 che descrive il dato astronomico a Santa Cristina, nonché, cercheremo di individuare l'unità di misura – sa stiba4 – di questo pozzo sacro.

domenica 10 novembre 2019

Dalla pietra di Aidomaggiore al mattone di IOHANNIS - Quando le idee cavalcano i millenni




 
di Sandro Angei

   Dietro l'intolleranza del Dr. R. D'Oriano nei confronti della cosiddetta “fantarcheologia nuragica” vi è di certo una generale intolleranza verso quelle manifestazioni di pensiero, per così dire:”ardite”, entro le quali far rientrare tutta una serie di ipotesi più o meno verosimili. Ipotesi che vengono osteggiate ma, in certi casi, con un certo garbo. Tant'è che per quanto riguarda lo tzunami ipotizzato da Sergio Frau, si obietta con considerazioni che potrebbero avere una certa loro valenza; benché scienziati divulgatori del calibro di Mario Tozzi, non penso abbiano avallato a cuor leggero l'ipotesi di Frau.

martedì 24 settembre 2019

Alla ricerca del nord geografico


Il sole, un teodolite distanziometrico, un cellulare, la necessaria scrupolosità,
e il Nord geografico è mio!


di Sandro Angei

Sommario
   Scopo di questo studio è quello di verificare se esista un metodo relativamente facile, affidabile e abbastanza preciso di misurazione, per l'individuazione dell'orientamento di un manufatto rispetto al nord geografico. Un metodo che faccia a meno della bussola (poco precisa), di rilievi topografici in appoggio a punti trigonometrici IGM (ossia una rete nazionale di appoggio),  e che faccia a meno degli strumenti topografici di ultima generazione denominati GPS, legati ad apparati globali (costellazione di satelliti artificiali). Un metodo che sia alla portata di tutti, o quasi. Il metodo esiste e fà uso, in combinazione con altri, di uno strumento (il telefono cellulare) che da qualche anno ormai, essendo collegato ad internet, fornisce l'ora esatta... molto esatta.

sabato 3 agosto 2019

Ierofanie e modellazione 2° parte


Vero, semivero o falso?!

Esterno

Interno
di Sandro Angei


   Al meeting di Villanovaforru di domenica 28 luglio la Dott. M. De Franceschini ha puntualizzato che l'archeologo, nello studio coordinato e multidisciplinare delle ierofanie luminose nei monumenti antichi, debba verificare che le strutture che producono i fenomeni luminosi siano antiche, e a tal proposito porta l'esempio del Pantheon dove l'oculo sommitale reca ancora il cornicione di bronzo originario, quindi produce gli stessi effetti di allora.
   La gran fortuna del Pantheon purtroppo è caso raro negli edifici che durate i secoli hanno subito spoliazioni.