Parte terza
interno del pozzo sacro di Funtana coberta
di Sandro Angei
vedi: parte seconda
5.
- I dati architettonici e quelli astronomici
Nel 1° capitolo
abbiamo puntualizzato l'eccellente descrizione che il Taramelli fece
del pozzo sacro, non tralasciando di notare l'anomalia del 12°
anello. Qualcosa ancora però vi è da dire di questo anello. Appena
ci si affaccia all'interno della camera si nota subito la foggia e
posizione di tre conci posti proprio difronte all'ingresso e incastonati nel 12° anello. Sono
questi, tre conci che abbiamo denominato “α,
β
e γ”
(Fig.13), il primo e il terzo sono simili di lunghezza, il concio β,
è più corto dei primi nel rapporto approssimativo di 3/4. Altra
caratteristica è che i conci α
e β
sono di calcare quarzifero mentre il concio γ
è di scisto nero, così come i gradini della scala. Il resto del
pozzo è realizzato con conci di
calcare quarzifero.
calcare quarzifero.
Il particolare ci sembra rilevante e in un certo qual modo possiamo accostarlo, perché la memoria lì ci conduce, ai conci peculiari del pozzo di Santa Cristina (Fig. 14); quei conci che registrano gli eventi ierofanici il 21 aprile e il 21 di giugno.
E' ancora prematuro avanzare una ipotesi, però la peculiarità è tanto evidente che eluderla assumerebbe carattere di superficialità. Per tanto per il momento accantoniamo il dato e ci concentriamo sopra gli eventi astronomici che verosimilmente possono essere registrati nel pozzo sacro.
Coi dati
architettonici e gli elementi desunti dal calcolo teorico (azimut di
238°44' e inclinazione dei raggi solari alla data del 20
aprile 2020 (vedi infra nota 2) di 47°54',
e 47°28' alla data del 1300 a.C.
(che userò quali dati di riferimento), ho avuto modo di
effettuare alcune simulazioni su una sezione del monumento realizzata
lungo l'asse della scalinata, ipotizzando il livello dell'acqua
confinato all'interno del pozzo.
E' ancora prematuro avanzare una ipotesi, però la peculiarità è tanto evidente che eluderla assumerebbe carattere di superficialità. Per tanto per il momento accantoniamo il dato e ci concentriamo sopra gli eventi astronomici che verosimilmente possono essere registrati nel pozzo sacro.
Fig. 14
I dati che seguono
sono il risultato di queste simulazioni:
- 21 dicembre il sole quando raggiunge l'azimut di 238°44' è praticamente tramontato oltre le colline che si estendono a ovest. Per tanto nessuna manifestazione è legata a questo evento.
- Agli equinozi il sole penetra nel bacile ma senza alcuna significativa valenza (Fig.15). Infatti illumina una porzione di parete con alcuna rilevanza particolare, o per lo meno così ci sembra.
Fig.15
- 31 giorni dopo l'equinozio di primavera del 1300 a.C.1 , si manifestava l'evento luminoso di riflessione, come nel pozzo di Santa Cristina. Manifestazione che aveva inizio ad un azimut di 237°10' con una inclinazione dei raggi solari che nel quadriennio variava da un massimo di 48°24' per l'anno bisestile ad un minimo di 48°04' il 3° anno successivo2, che riflessi nell'acqua proiettavano una sottilissima lama di luce larga appena 9 cm, dell'altezza di 3,5 cm, che iniziava a stagliarsi all'interno del concio alfa. Meno di un minuto dopo i raggi solari, ad un azimut di 237°20' avevano una inclinazione di 48°18' e il lembo inferiore della immagine triangoloide (una sorta di triangolo rettangolo con l'ipotenusa arcuata dovuta al bordo del pozzo artesiano) larga 13 cm e alta 5 cm, era sulla linea di appoggio del 12° anello (Figg.16 e 17).
Fig.16
Si presume che il piano
di posa del 12° anello fosse la linea di riferimento sopra la quale
la ierofania manifestava il momento esatto del
rito celebrato3.
In ragione di questa asserzione possiamo ipotizzare che l'azimut di
238°44' (quello calcolabile in modo geometrico col metodo descritto
nelle Fig. 10-11-12 della seconda parte di questo studio) sia quello massimo entro il quale l'immagine
luminosa veniva proiettata all'interno del concio alfa.
Tant'è che nel quadriennio l'inclinazione dei raggi solari per
l'azimut di 238°44' variava da un massimo di 47°28' per l'anno
1300 a.C. ad un minimo di 47°07' per l'anno 1297 a.C.; per tanto il
vertice superiore della ierofania risultava per quell'azimut 1,5 cm
sopra il piano di posa dell'anello nel 1300 a.C. e 1,0 cm sotto nel
1297 a.C..
Questo dato però, dettato dalla pignoleria geometrica
che contraddistingue noi geometri, è una peculiarità che si esprime nel vedere lo spettacolo luminoso da un punto di vista tecnico, rapportando la posizione spaziale a quella temporale; che è del tutto marginale se
apprezziamo l'evento luminoso dal punto di vista di un individuo che
nel 1300 a.C. osservava quella immagine aspettando che il vertice
superiore scendesse sotto la linea del 12° anello in corrispondenza del concio alfa, a prescindere dall'ora e dal giorno preciso (per quelle genti non esisteva ne ora né calendario come noi lo intendiamo). In sostanza la
peculiarità era quella di osservare l'immagine luminosa all'interno
del concio alfa, la
qual cosa succedeva solo i giorni a cavallo del 20 di aprile. Quando questo succedeva (per loro non esisteva alcun 20 di aprile ma probabilmente era indicato come il 31° giorno dopo l'equinozio), si era consci del fatto che quello era l'ultimo giorno dopo l'equinozio di primavera entro il quale la spiga di grano doveva essere già ben compiuta, anche se ancora verde.
Affinché la
ierofania potesse manifestarsi all'altezza del 12° anello era
necessario confinare l'acqua in un punto ben preciso del tempio e
precisamente all'interno del cerchio del pozzo. L'acqua non doveva
tracimare dalla canna del pozzo, pena la banalità nella riflessione
dei raggi solari. Per tanto è verosimile che nel pozzo sacro vi sia
una canalizzazione di troppopieno che, stabilizzando il livello
dell'acqua, innescava la visione della teofania luminosa in una data
ben precisa: 20 aprile appunto. Lo stesso identico fenomeno registrato nel
pozzo sacro di Santa Cristina di Paulilatino.
Vogliamo
puntualizzare che, abbiamo rilasciato i soli dati relativi alla data
del 1300 a.C. perché attualmente la camera del pozzo è invasa dall'acqua che fuoriesce dalla canna del pozzo artesiano; in ragione
di ciò ci sembra del tutto inutile verificare in data odierna cosa
succeda. Purtroppo in assenza di una canalizzazione di troppopieno
efficiente, l'acqua non viene puntualmente allontanata. Il problema
potrebbe essere superato, almeno provvisoriamente, evacuando con
sistemi idraulici il liquido in eccesso nel giorno stabilito: il 20-21 di aprile. Non servirebbe nessun altro espediente per palesare la
ierofania; neppure ricostruire il 12° architrave di copertura della
scalinata servirebbe, perché come già detto più volte, la
ierofania è registrata dal bordo della canna del pozzo artesiano;
lo spigolo dell'architrave serve solo per contenere in altezza lo
spessore della luce veicolata e riflessa nel 12° anello.
Apriamo ora una parentesi per dar conto della illuminazione che
verosimilmente blandiva la parte superiore del 12° anello
penetrando dall'ipotetico oculo della cupola ogivale.
Se come pensiamo fosse, la cupola recava un oculo in sommità
secondo le dimensioni dedotte dalla struttura relitta (spiegate
nella 1° parte), la luce del sole penetrava
nella cupola secondo la simulazione delle Figg. 16 e 17, con una ierofania superiore a forma di "goccia".
- Il 21 giugno il sole quando è in asse con la scalinata si ferma nei gradini di questa, mentre il bacile rimane perfettamente in ombra.4 La situazione ricalca quella del pozzo di Santa Cristina; per tanto rifacendoci a quello, potremmo ipotizzare, come già detto, un oculo sommitale pure a Funtana coberta.La simulazione mette in evidenza che all'azimut di 238°44', il sole il giorno del solstizio d'estate aveva un'altezza di 64°38', di conseguenza illuminava ben oltre sotto il 12° anello; per tanto nessuna significativa valenza simbolica è possibile riscontrare in questa particolare posizione. Però continuando nella simulazione notiamo che quando il sole nel 1300 a.C. era ad un azimut di 260°00' aveva un'altezza di 50°16'. Con quella inclinazione i raggi luminosi avrebbero raggiunto la base del 12° anello illuminando, in corrispondenza della commessura tra i conci α e β, i due conci di roccia chiara, dei tre posti in modo evidente difronte all'ingresso (Fig.18). Sedici minuti dopo la “goccia” luminosa raggiungeva ad un azimut di 263°04' la mezzeria del concio β, e proprio in quel momento sarebbe uscita dal bordo superiore dell'anello (Fig.19) continuando incessante la sua corsa, ma il giorno dopo, indugiando su quel percorso, già avrebbe intrapreso il cammino inverso. Per tanto il concio β si pensa registrasse quel momento fatidico. Vogliamo ricordare che nel pozzo di Santa Cristina avveniva, in modi diversi, la stessa registrazione (Fig.20).
Fig.
18
Il
21 di giugno del 1000 a.C. nel pozzo di Santa Cristina il sole
illuminava l'intero spessore del 12°anello in corrispondenza della
mezzeria del concio segnato dal sottostante concio stretto.
IL raffronto tra le due
ierofanie al 21 di giugno mette in evidenza la particolarità delle
registrazioni, che dobbiamo intendere sempre in continuo
movimento, mai statiche come le vediamo nelle immagini; per
tanto nel pozzo di Santa Cristina l'evento era registrato nel momento
in cui la lama di luce illuminava l'intero spessore del 12° anello
quando era sopra il concio stretto sottostante (Fig. 20). Invece a
Funtana coberta l'evento era registrato nel momento in cui il
bordo inferiore in corrispondenza dell'asse dell'immagine a forma di
goccia era in corrispondenza della mezzeria e sul filo superiore del concio β
(Fig.
19).
Ciò sembrerebbe
dimostrare (ma solo per via ipotetica) sia la registrazione
dell'evento solstiziale a Funtana coberta, che una ulteriore
stringente coincidenza col pozzo sacro di Santa Cristina.
Alla fine di questa trattazione possiamo ben dire che quei tre conci: “α, β e γ”, posti in bella vista di fronte all'ingresso del pozzo, sono lì posizionati per uno scopo ben preciso; ossia individuare la posizione della ierofania in due date ben precise. Ci si domanderà perché non ho preso in considerazione il concio γ. La risposta è molto semplice: non ho trovato alcun dato tecnico che possa investire di una qualche funzione quel concio. Mi viene solo il sospetto che esso non avesse alcuna funzione pratica ma solo simbolica, con quel colore nero e la posizione al margine del concio β illuminato, a significare forse, il limite oltre il quale regna l'oscurità e il mondo delle tenebre.
Alla fine di questa trattazione possiamo ben dire che quei tre conci: “α, β e γ”, posti in bella vista di fronte all'ingresso del pozzo, sono lì posizionati per uno scopo ben preciso; ossia individuare la posizione della ierofania in due date ben precise. Ci si domanderà perché non ho preso in considerazione il concio γ. La risposta è molto semplice: non ho trovato alcun dato tecnico che possa investire di una qualche funzione quel concio. Mi viene solo il sospetto che esso non avesse alcuna funzione pratica ma solo simbolica, con quel colore nero e la posizione al margine del concio β illuminato, a significare forse, il limite oltre il quale regna l'oscurità e il mondo delle tenebre.
6. Luna
si? Luna no!
Se quanto fin qui
esposto, da una parte legittima con rinnovata sicurezza l'asserzione
che il 20/21 di aprile era sicuramente una data tanto importante per le antiche genti Sarde da
essere registrata in innumerevoli monumenti dedicati al culto
dell'acqua e del sole; una data associata e ritualizzata assieme a quella
del solstizio d'estate; dall'altra sembrerebbe inficiare
definitivamente l'assunto dell'archeoastronomo A. Lebeuf,
relativamente alla correlazione dell'anello anomalo col lunistizio
medio.
Il motivo è
semplicissimo e indipendente dalle ipotesi qui avanzate, ma
dipendente dall'architettura del monumento.
Con questa asserzione
si vuole intendere che l'evento lunare a Funtana coberta non
avveniva, e non avverrebbe oggi, a prescindere dagli eventi di
carattere solare lì registrati.
Lunistizio medio nel
pozzo sacro di Santa Cristina con la Luna in meridiano
Lunistizio medio nel
pozzo di Funtana coberta con la Luna in meridiano
Se nel pozzo di
Santa Cristina, l'illuminazione del 12° anello avviene
quando i raggi lunari hanno una inclinazione di 72°44' (Fig.21), a
Funtana coberta questo non
poteva e non può accadere perché anche senza dover ipotizzare la
posizione esatta dell'oculo in sommità, la curvatura residua della cupola ogivale non
consente alla luna di illuminare il 12° anello quando è in
meridiano5
(Fig.22). Ciò significa che la Luna il 20 ottobre 2019 avrebbe illuminato l'intero spessore del 12° anello ad un azimut antimeridiano di 102°25' (3:16 del mattino) e ad un azimut pomeridiano di 257°25' (ore 9:06). In ragione di ciò qualsiasi passaggio della luna visibile illumina il 12° anello in un dato momento (ad esempio il giorno 11 dicembre 2019 la luna piena ha illuminato il 12° anello ad un azimut antimeridiano di 107° alle ore 21:16, e pomeridiano di 254° alle ore 2:52 del mattino del 12 dicembre).
Questo dato ci induce a respingere in modo perentorio e definitivo la tesi del Dr. Lebeuf che vuole il 12° anello del pozzo di Santa Cristina (ma in generale di tutti i pozzi che recano l'anello anomalo – vedi nota 5), associato al lunistizio medio.
Questo dato ci induce a respingere in modo perentorio e definitivo la tesi del Dr. Lebeuf che vuole il 12° anello del pozzo di Santa Cristina (ma in generale di tutti i pozzi che recano l'anello anomalo – vedi nota 5), associato al lunistizio medio.
Per tanto auspichiamo che
se nel pozzo di Funtana coberta non può verificarsi alcun evento
legato al lunistizio medio, anche nel pozzo di Santa Cristina al 12°
anello è associabile solo ed esclusivamente l'evento solare e in
particolar modo quello del 20-21 di aprile, visto che la
manifestazione luminosa è
identica nei due pozzi.
7.
- Il popolo nuragico esperto conoscitore del moto solare
A questo punto della
trattazione vi è un dato sostanziale da rimarcare. Il fatto che a
Funtana coberta per individuare la data del 20/21
aprile sia stata utilizzata l'inclinazione che nel mòdano
di Santa Cristina corrisponde a quella del sole agli equinozi per un
azimut di 153°08', vuol significare che quelle genti avevano bene in
mente il moto del sole nella sfera celeste. Sapevano benissimo che in
qualsiasi giorno compreso tra il 15 di marzo e il 29 settembre vi è
un momento in cui quell'inclinazione corrisponde a due azimut via via
diversi per tutti i giorni all'interno di quell'intervallo temporale
(uno prima e uno dopo il mezzogiorno); per tanto anche il 20/21
di aprile vi sono due momenti della giornata in cui i raggi
solari hanno una inclinazione di 47°37'
(oggi) e di 47°09'
nel 1300 a.C, e sono l'azimut di 121°21' e quello di 238°44'.
Non sorprenda questa affermazione, perché queste conoscenze
furono il frutto di esperienze geometriche derivanti
dall'osservazione del moto solare.
Queste considerazioni
suggeriscono che quelle genti utilizzavano in modo sapiente il
mòdano, consci del moto celeste del sole; e adoperavano queste loro
conoscenze per rimarcare in modo del tutto nascosto la celebrazione
di un evento. A Funtana coberta lo associarono in modo
elegante, quanto intelligente e carico di simbolismo, a due eventi
solari cardine: il solstizio d'inverno (azimut di 238°44') e
l'equinozio (tramite l'inclinazione dei raggi solari desunta dal mòdano: 46°51'
). In sostanza per rimarcare
l'evento luminoso del 20/21 di aprile,
presero un dato dal primo evento: azimut di 238°44' e un dato
dal secondo evento: inclinazione dei raggi solari pari a 46°51' e
li unirono in un connubio di carattere antropologico, come a dire che
il 20/21 di aprile è frutto del solstizio d'inverno (momento di
morte e rinascita) e dell'equinozio (momento primaverile di sviluppo
della vita).
Pura demagogia? Chissà!
Sta il fatto che al solstizio
d'inverno del 1300 a.C. il sole ad azimut 238°44'
aveva un'altezza di 0°09' e si accingeva a tramontare al livello del
mare.
All'equinozio di primavera del
1300 a.C. all'azimut di 206°52' l'altezza del sole era di
46°51'.
L'angolo
di 206°52' è l'angolo esplementare di 153°08' che è
l'azimut di costruzione del mòdano di Santa Cristina. Ciò implica
che con ogni probabilità quelle genti già conoscevano le
peculiarità del moto solare per l'azimut di 153°08' e di
conseguenza del suo esplementare di 206°52' e in ragione di ciò
quei due dati: 238°44' e 46°51',
furono usati per celebrare il rito del 20-21 di aprile.
Si badi bene che probabilmente questo abbinamento di dati
astronomici stabilì la data da ritualizzare ossia; nel 1300 a.C. o
anche prima, si era già consapevoli delle peculiarità astronomiche
degli eventi solari che portarono nel 1000 a.C. alla edificazione del
pozzo di Santa Cristina; e proprio allora (1300 a.C. o ancor prima)
probabilmente venne stabilita la data del 20-21 di aprile quale segno
temporale da ritualizzare in occasione della maturazione della spiga
del grano. Solo così si spiega (o riesco io a spiegare) la
stupefacente coincidenza tra i due dati topografico-astronomici
(azimut 238°44' e alt. 46°51') che di fatto individuavano la
ierofania luminosa al 20-21 di aprile nel pozzo di Funtana coberta.
Si noti che la medesima coincidenza (che a questo punto non è
coincidenza ma conseguenza della meccanica celeste), la rileviamo nel
pozzo di Santa Cristina ossia; volessimo individuare in quel luogo la
posizione della ierofania sempre al 21 di aprile con i dati rilevati
a Funtana coberta, otterremmo pure lì la medesima combinazione di
dati. Infatti il 21 di aprile del 1000 a.C. per un azimut di 121°15'
(alba del solstizio d'inverno desunto geometricamente; angolo esplementare del tramonto del medesimo solstizio) avremmo avuto una
inclinazione dei raggi solari pari a 47°07' che è in accordo coi
dati di Funtana coberta.
In ragione di quanto
fin qui esposto, in modo del tutto analitico abbiamo trovato
nell'architettura del pozzo sacro di Funtana coberta una stringente corrispondenza con una inclinazione registrata nel mòdano di
Santa Cristina che,
abbinata ad un preciso orientamento astronomico-geometrico carico di
simbolismo6
e legato, almeno in modo approssimativo, alla direzione della
scalinata di accesso al pozzo (240°43'), registra una data ben
precisa: il 20/21 del mese di aprile.
Note e riferimenti bibliografici:
1 Per
effetto della precessione degli equinozi nel 1300 a.C. la data
dell'equinozio di primavera è calcolata dal programma STELLARIUM, secondo il nostro calendario al 1° di aprile; in ragione di ciò il
31° giorno successivo a quella data è il 2 di maggio (questa precisazione,
benché possa confondere alcuni, da modo ad altri di verificare in proprio la correttezza dei dati). Vi
è da dire inoltre che la data dell'equinozio è stabilita nel
momento in cui il sole nel suo moto apparente lungo l'eclittica
incontra l'equatore celeste. Ciò significa che quel momento è
indipendente da ciò che noi percepiamo all'orizzonte nel momento in
cui il sole all'alba sorge al livello del mare (altezza 0°), perché
in quel momento il sole è percepito all'equinozio in un momento
diverso da quello astronomico. In sostanza benché per l'anno 1300
a.C. i programmi di astronomia calcolino la data dell'equinozio di
primavera astronomico al 2 di aprile del nostro calendario, di
fatto l'equinozio, per le coordinate geografiche di Funtana coberta,
era percepito come tale il 1° di aprile.
Purtroppo oggi non possiamo assistere al fenomeno luminoso
descritto, perché il livello dell'acqua è tale che la ierofania
non si manifesta nel modo dovuto, non essendo in funzione il sistema
di troppo pieno che noi pensiamo esista. Ne parleremo in modo
diffuso più avanti.
2 Nel
quadriennio che ha il punto di riferimento nell'anno bisestile per
quell'azimut – 237°10' – l'altezza dei raggi solari variava
secondo la seguente scansione:
1300 a.C. anno bisestile giorno 20 aprile
48°24' giorno 21 aprile 48°51'
1299 a.C. giorno 20
aprile 48°17' giorno 21 aprile 48°45'
1298 a.C. giorno 20
aprile 48°11' giorno 21 aprile 48°38'
1297 a.C. giorno 20
aprile 48°04' giorno 21 aprile 48°31'
1296 a.C. anno bisestile gionro 20 aprile
48°25' giorno 21 aprile 48°52'
In ragione di ciò si può supporre che nel
quadriennio la manifestazione ierofanica poteva subire lo
slittamento di un giorno l'anno prima dell'anno bisestile.
La differenza si riduce a pochi secondi
d'arco ai solstizi ed è massima agli equinozi.
N.B.: Si è scelto di riferire le misurazioni al 2020 perché esso è bisestile come l'anno presunto di costruzione del pozzo: 1300 a.C.
N.B.: Si è scelto di riferire le misurazioni al 2020 perché esso è bisestile come l'anno presunto di costruzione del pozzo: 1300 a.C.
3 L'evento
aveva inizio qualche giorno prima del 20 di aprile e finiva qualche
giorno dopo quella data.
4 Si
avrebbe riflessione dei raggi solari solo nel caso che l'acqua
raggiungesse e superasse il 3° gradino a salire fin verso metà
dell'alzata, tanto da proiettare i raggi solari poco sotto l'apice
della cupola.
5
A pagina 191 del suo libro Lebeuf scrive: “... Siccome ci
troviamo in una camera oscura, il solo modo di segnare la posizione
su questo muro graduato dal numero di linee di luce è di basarsi
sullo spazio maggiore segnato da questo filare di dimensione diversa
dagli altri che serve dunque da punto di riferimento. Ecco la
spiegazione di questa singolarità architettonica.”
La spiegazione benché possa sembrare
robusta è del tutto infondata. Lo studioso spiega lo spessore
dell'anello anomalo quale escamotage usato da quelle genti per individuare la posizione
della luce lunare all'interno della cupola immersa nell'oscurità,
facendo intendere che se fosse stato possibile individuare la
graduazione anulare in altro modo non sarebbe stato necessario
interporre un anello anomalo; squalificando del tutto il 12°
anello, salvo riabilitarlo poco più avanti quando a pagina 211
scrive: “L'interesse per l'osservazione dei lunistizi e per le
posizioni associate dal nodo è confermato totalmente dalle misure
dell'altro limite, quello segnato dal filare più spesso (K-L), così
notevole per la sua dimensione eccezionale e che corrisponde molto
precisamente al lunistizio medio quando i nodi passano vicino al
coluro dei solstizi.”
A pagina 213 scrive: “... Dopo essere
rimasta molto in alto nel corso di diversi anni, la luce della Luna
in lunistizio scende ogni mese un po' più giù nel condotto
superiore del pozzo. Ad un dato momento, la luce lunare raggiunge il
livello K. (20.10.2019).”
A pag. 180 scrive: “,,, Tanto più che
un'altra particolarità osservata a Santa Cristina si ritrova in tre
di questi pozzi. Ricordiamoci che a Santa Cristina, è il dodicesimo
filare al di sopra dell'acqua che rappresenta una transizione e un
punto di riferimento. E' dunque notevole che a Fontana Cuberta di
Ballao i filari di pietre siano ancora posti arretrati rispetto ai
filari immediatamente inferiori e che una differenza di dimensione
delle pietre di costruzione si situi tra i filari 12 e 13 (se noi
immaginiamo che come a Santa Cristina l'acqua saliva sino alla cima
del primo filare formando l'assisa). Questa stessa particolarità si
osserva anche nel pozzo di Santa Vittoria di Serri, dove è di nuovo
il dodicesimo filare ad essere più grande e a formare transizione*.
Questi due pozzi sembrano essere i precursori locali della
perfezione tecnica portata a termine a Santa Cristina. A Perfugas,
più tardo, la differenza di dimensioni dei filari di pietre si nota
tra l'ottavo filare che misura 20 cm e il nono filare di 29 cm.
...(omissis) … Maxia
e Fadda l'avevano d'altronde molto giustamente notato e ne avevano
tratto le logiche conclusioni che si impongono. Parecchi pozzi della
Sardegna presentano una tale similitudine con quello di Santa
Cristina. Se questo fosse un osservatorio astronomico, anche gli
altri dovrebbero esserlo: I pozzi sacri senza dubbio in
molti casi avevano una funzione di provvedere alla conservazione e
alla fornitura di una sostanza indispensabile alla vita e alla
liturgia delle cerimonie sacre. Ma in altri casi (per es. Pozzo di
Santa Vittoria, Serri, Santa Anastasia, Sassari; Funtana Coberta,
Ballao) dovevano servire – come per la prima volta abbiamo
dimostrato – a captare nel loro specchio liquido attraverso una
modesta apertura superiore – la Luna nella sua massima
declinazione**.
* Un verifica nel pozzo
sacro di Santa Vittoria di Serri ci da modo di capire che il 12°
anello di quel monumento non si discosta in modo significativo
dallo spessore dei restanti anelli.
** Carlo Maxia e Lello Fadda, <Ultime
scoperte sulla civiltà nuragica, l'astroarcheologia rivela le
funzioni astrali dei monumenti megalitici della Sardegna>,
Frontiera, 1974: 282 .”
Non vi è dubbio alcuno che A. Lebeuf ritenga, sulla scia di Maxia e Fadda, che il pozzo sacro di Funtana coberta abbia attinenza col lunistizio. L'ipotesi di Lebeuf a riguardo di questo pozzo è del tutto infondata***, perché abbiamo calcolato col programma STELLARIUM che il 20.10.2019 la luna quando era in meridiano alla latitudine di Santa Cristina aveva un'altezza di 72°04'36”, mentre alla latitudine di Funtana coberta avrà un'altezza di 72°34'. Se ora portiamo due rette con questa inclinazione nel pozzo di Funtana coberta, tale che vengano spiccate da due punti diametralmente opposti dell'oculo, notiamo che il raggio lunare quando è in meridiano è ostacolato dalla curvatura della cupola ancora in situ; per tanto nessuna manifestazione lunare di quel tipo poteva illuminare il 12° anello.
***
L'infondatezza la riscontriamo solo nella ipotesi di A. Lebeuf, non
in quella di Maxia e Fadda che, benché non condivisibile dal
sottoscritto, ritenevano che la Luna nella sua massima declinazione
(ciò non significa che si dovesse aspettare il lunisitizo maggiore)
si specchiasse nello “specchio liquido attraverso una modesta
apertura superiore”. Per tanto non riferivano l'evento registrato,
in funzione del 12° anello.
6 L'orientamento
evocato è indubbiamente quello del tramonto al solstizio d'inverno
che, nella sua accezione simbolica riconduce al momento esatto della
morte apparente del sole (tramonto del giorno più corto dell'anno)
in attesa della rinascita il mattino seguente.
a SOS AMIGOS DE CUSTU BLOG,DOE S'AUGURIU DE UNA VIDA CHENE AFFANNOS , DE AMISTADE CHENE INGANNOS, SALUDE E PACHE.
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