La rubrica di Maymoni

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mercoledì 30 novembre 2016

Le disgrazie d'un pozzo

Reblogged: http://monteprama.blogspot.it/2014/11/un-pozzo-romanico-del-xxi-secolo-pero.html


LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2014


Un pozzo Romanico del XXI secolo, però del ...1949 (e falso)

di Stella del Mattino e della Sera

Caro collega Gianfranco Pintore,
grazie a inaudite rivelazioni siamo oggi in grado di svelare i retroscena di una vicenda incresciosa e quanto mai confusa (fuzzy).
Logicamente: in esclusiva assoluta che altrimenti non c'è ritorno d'immagine e conseguente guadagno.
Vedrete che alla fine tutti saranno in grado di comprendere il titolo-macedonia del post.

Dove vogliamo cominciare? Dal principio diranno i nostri piccoli lettori! Però cari bambini il principio principio non lo conosciamo; facciamo che iniziamo dal 4 Giugno 2014 quando Gigi Sanna & Stefano Sanna scrivono un post che si intitola: Mistras di Cabras. Il magnifico pozzo (באר) sacro scritto di Yabal Yan'a Toro della Luce. 
Già che la laguna di Mistras è contesa tra naturalisti e surfisti, ci mancava solo un pozzo della discordia.

Niente: come reagisce il mondo archeologico? Di getto, con le parole ispirate di una giovane archeologa di Cabras, sulla pagina faccialibro del blog:

Anna Ardu, 05.06.2014: Bello, straordinario, fantastico come no...Peccato che si tratti di un falso clamoroso..Già da me segnalato nel 2010, proprio guardate caso, individuato mentre stavo occupandomi delle prospezioni riguardanti la laguna di Mistras e i miei studi sul porto di Tharros...Nelle mie foto originali del 2010 non appare nessun tipo di iscrizione..La struttura è stata segnalata alla soprintendenza che sta indagando in quanto è stata fatta un operazione di vandalismo su un bene archeologico...Non ha tipologia di un pozzo nuragico ma è chiaramente Romanico..Ricordo al prof. Sanna che poco lontano si trovavano due chiese del X-XI sec. d.C, quella di San Giorgio Megalomartire e di Sant' Agostino..". 


Da queste prime e fortissime impressioni di una professionista, ancorchè a caldo, si evincono con sicurezza i punti 1, 2, 3 e 4.
1. nel 2010 la scritta sulla vera del pozzo di Mistras non c'era.
2. il pozzo è chiaramente Romanico
3. il pozzo è stato "vandalizzato"
4. la scritta è un clamoroso falso

Su FB scoppia una rissa di grande valenza antropologica: suggellata da un sintetico ed efficiente "Asina".

Le belle e articolate conclusioni scientifiche di cui al punto 1-4 vengono riferite su queste pagine, seppure in modo un pò più nebuloso, da Athalia Lacroix; che per sua stessa ammissione è lo pseudonimo dell'archeologa Anna Ardu: http://monteprama.blogspot.com/2014/06/mistras-di-cabras-il-magnifico-pozzo.html

Stefano Sanna riferisce secco secco che anche lui la prima volta che ha visto il pozzo  non aveva visto la scritta: secondo lui è visibile solo al tramonto, in condizioni di luce radente.
Al che Athalia replica: "Quella della luce radente è una scusa, il pozzo in questione è caratterizzato da una serie di iscrizioni su tutta la parte superiore, molto evidenti come il presunto 1942 SV ed altre meno, che sono comunque visibili in qualsiasi ora del giorno". 

Da cui si evince un altro punto  di estrema sicurezza, il nr. 5:
5. Nel 2014 la scritta sulla vera del pozzo c'è e si vede ad ogni ora del giorno.

Dopodiciò noi poveri ignoranti amatoriali cosa possiamo concludere?
Semplice! qualcuno ha fatto quella scritta tra il 2010 e il giugno 2014: elementare Watson.

La vicenda si complica

Macchè! Mauro Zedda e Franco Laner sono sicuri al 300% che sul pozzo ci sia scritto 1942 S.V. o 1949 S.V. e che la scritta risalga appunto agli anni '40Opinione che viene oggi ribadita a spada tratta (su vari gruppi faccialibro che so io) da Athalianna; come mai questo voltafaccia direte voi? Semplice, la studiosa ha incontrato sul posto dei pastori cavalieri erranti di Mistras che le hanno dato assicurazioni al di là di ogni ragionevole dubbio: il pozzo fu costruito da Ziu Antoniccu, nonno di uno dei cavalieri, negli anni '40 del secolo scorso.
E non solo: "la persona più autorevole in Sardegna riguardo questa materia" (di cui Athalianna non vuole fare il nome: ma di ...quale materia?) le scrive, secondo quanto lei stessa riferisce, che la scritta è "vecchia ma non antica" e le fa notare che dalla sua prima foto non si vedeva per via della mancata "luce radente". E che gli  sembra di leggere "194 o addirittura 1949 S.V.".
Per questo e per informare sacrosantamente il mondo, Athalianna lascia un pizzino sul pozzo in data 21 Giugno 2014 (fig. 1): pozzo che da lì a pochi minuti dovrà essere visitato da un gruppo di escursionisti composto da Gigi Sanna e alcuni suoi "seguaci", tra cui un'archeologa (una fuoriuscita che Athalianna ha promesso di "contattare"). 

Fig. 1: il biglietto informativo  lasciato da Sisaia (alias Maria Pia Scala) e
Athalia Lacroix (alias Anna Ardu) sulla vera del pozzo di Mistras*
Dal pizzino, scritto a quattro mani con una fidata collega, si evincono alcuni ulteriori punti fermi:
6. il pozzo e la scritta sono stati eseguiti dalle mani di Zio Antoniccu, oggi purtroppo defunto, nonno di uno dei pastori cavalieri erranti di Mistras
7. La frase"DATATA DAL PROPRIETARIO DEL FONDO A XXI sec. d.C." è evidentemente una svista; non certo delle due studiose; probabilmente del nipote di Zio Antoniccu che non è laureato e quindi può sbagliare come un qualsiasi Umanoide.

La fattura al 1942 (o 1949) viene ribadita da un altro buon amico studioso di Athalianna: "L'incisione sul bordo del pozzo di Mistras: si noti che non è recente (in quanto muschi e licheni sono cresciuti anche all'interno di essa). Ma - naturalmente - non è così antica quanto si ciarlatanizza su di essa: il nipote di chi lo costruì lo testimonia spontaneamente."

Al che a Atropa (che poverina ha notoriamente un "cervello da fiction", come amorevolmente le ricorda Athalianna e solo per il suo bene) viene qualche perplessità e le dice: "Ohi Anna, allora ammetti per piacere di aver sbagliato a dire che la scritta nel 2010 non c'era?! e che quindi nessun falsario "seguace onolatro" di Gigi Sanna può averla fatta ad hoc. "

In che film? la studiosa Athalia ha sempre detto la verità, dall'inizio alla fine! su questo non si può dubitare, e cioè: La scrittasi vede a ogni ora del giorno, è datata al 1942/49, ma nel 2010 non c'era ed è stata fatta di recente da uno dei seguaci onolatri di Gigi Sanna; il pozzo è chiaramente Romanico. E per piacere basta discussioni: se avete da lamentarvi andate da Gigi Sanna (sic!). 

(*N.B.: il biglietto di fig. 1  fa spanciare la comitiva di appassionati in visita al pozzo. Perchè: sono tutti onolatri e non capiscono l'entusiasmo goliardico e la fretta! Le risate per il "XXI" secolo come epoca di costruzione del pozzo da parte del precocissimo Ziu Antoniccu vengono comprensibilmente confuse per un' Andata  "su tutte le Furie" da parte di Gigi Sanna: e ci credo con quegli ululati!)

                                             Un pò di luce..
Una cosa è certa: con alcune condizioni  atmosferiche la scritta si intravvede a malapena. Atryx lo verifica di "pirsona pirsonalmente": http://monteprama.blogspot.it/2014/07/il-pozzo-di-mistras-secondo-atropa.html (fig. 2). Ma non è tanto la luce radente (all'inizio si era pensato ad un effetto di polarizzazione), quanto piuttosto la presenza o meno del sole che induce riflessioni diverse dentro e fuori l'incisione coperta da licheni incanutiti. In questo Athalianna ha  ragione, l'incisione è ben visibile a qualsiasi ora del giorno: purchè ci sia il sole però e evidentemente in quella disgraziata giornata del 2010 quando lei ha incontrato il pozzo per la prima volta il sole non c'era 

Fig. 2, foto scattate nel Luglio 2014 da Atropa Belladonna

Disclosures: che concludere? 

Basta fare 2+2 e assumere che Athalianna per definizione ha sempre ragione e il gioco è fatto! vediamo di ricostruire come andarono i fatti (pregasi di non scopiazzare).
Sul pozzo c'è scritto non 1942, bensì 1949: Gigi Sanna aveva all'epoca solo 10 anni ma già una marea di seguaci e era già capace di tutto, da ben noto affabulatore. In casa lo mandavano a fare delle gite perchè era dura sopportare i suoi lunghi discorsi di predicatore yahwofilo e epigrafista in erba: non se ne poteva più! "Toh prendi 20 lire e vai a divertirti giù a Torre Grandegli dicevano i parenti (n.b. Fu da lì che iniziò la sua inarrestabile carriera di evasore fiscale: di quelle imponenti transazioni finanziarie camuffate da paghette non c'è infatti alcuna traccia documentaria!).

Niente, una volta arrivato a Torre con un gruppetto di caposcarichi il ragazzino Gigi si annoia  a morte e pensa che ti pensa decide di portare il gregge dei suoi ammiratori onolattri a Mistras: che lì c'è sempre qualcosa da vedere e che l'atmosfera paludosa si presta alle storie misteriose, come Atlantide e quelle cose lì. I monellastri, arrivati sul posto, raccolgono un pò di pietrame pesantissimo qua e là, coprendosi di fango in modo indecoroso e sui due piedi non ti mettono su una vera quadrata attorno a un pozzo rotondo? per la forma si ispirano ai noti pozzi Romanici di un martire Megalomane Qualcosa. Non contenti e con pauperrima perizia si mettono a incidere-sotto la guida del terribile capobanda-strani segni oracolari tutt' attorno. Sul più bello non ti arriva Zio Antoniccu inferocito? "Disgraziati  e come fanno le pecore adesso a bere con quel pò pò di ghiera?! "
Segue un fuggi-fuggi generale della banda di piccoli indemoniati.

Com'è come non è a Zio Antoniccu alla fine il restyling del suo pozzo arriva a piacere. Perchè: "Fatto così non ce l'ha nessuno, posso lanciare una nuova moda! ". Pensato e fatto: e non va a inciderci sopra la data corrente? che però era un pò incerto perchè: mai che riuscisse a procurarsi un calendario o un giornale; era il 1942 o il 1949?

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Non so se andasse proprio così:  secondo me se non proprio così, quasi.

Insomma le incisioni sarebbero state fatte da seguaci di Gigi Sanna sì, ma da piccolo!
Resterebbe  da chiarire il punto fermo nr. 1 ("la scritta nel 2010 non c'era"); e il nr. 2 (il pozzo è chiaramente Romanico).
L'unica è chiederlo ad Athalianna. Con poca speranza però: lei sostiene di avere la documentazione fotografica che nel 2010 le scritte non c'erano e inoltre la sua filosofia di vita è di non fare mai retromarcia, "quando dico una cosa vuol dire che ne sono pienamente convinta e parlo con cognizione di causa". Come farà a essere convinta contemporaneamente che pozzo e scritta sono del 1949, che la scritta si vede a ogni momento del giorno e che nel 2010 non c'era? 

L'altro enigma insolubile (per il momento) è: perchè mai se quelle di Sanna & Sanna sono farneticazioni da ufologi i professionisti seri ci perdono del tempo e vanno a mettere i pizzini affrontando per di più "le spine taglienti di Mistras"?  Queste persone brave e professionali non sono certo come il presente scrivente che è un mangiapane a ufo  e ha tempo da perdere a profusione! Già che adesso per esempio sono le 6.99 del mattino e invece di lavorare scrivo questo pezzo che se mi becca il mio capo.

lunedì 28 novembre 2016

PENISOLA DEL SINIS , " IS PROCAXIUS E SA PEDRERA " , DUE SITI ARCHEOLOGICI DIMENTICATI

di Stefano Sanna                                                                                                                                                                                                                                                               
Dal punto di vista delle  indagini archeologiche  la penisola del Sinis è in gran parte inesplorata, la stessa Tharros presenta numerose aree ancora tutte da scoprire. Monti Prama  fino ad ora è stata indagata per poche centinaia di metri quadrati e sappiamo bene quali tesori ha restituito. Altri siti archeologici  indagati decenni fa, di grande valore storico e archeologico, si trovano in uno stato di totale abbandono;  come "Cuccuru is Arrius", dove è stata documentata una intesa frequentazione  umana a partire dal neolitico medio (4700-4200 a.C.); e lo stesso vale per il sito di  "Conca Illonis", posto sulla sponda sud-occidentale dello stagno di Cabras.

Fig 1


giovedì 24 novembre 2016

LINGUA SARDA: FASCISMO E SEMINARIO DI CUGLIERI. LA ‘CATASTROFE’ ANTROPOLOGICA DEL SARDO

di Gigi Sanna

Sabato scorso alla Conferenza sulla ‘prosa’ in lingua sarda ho fatto vedere con dati scientifici alla mano (1), e cioè con la documentazione, che un colpo quasi mortale fu inferto, tra gli anni trenta e quaranta, alla lingua dei Sardi, con due operazioni che, anche se non combinate,  si diedero una mano per raggiungere ‘a bolla o a marolla’ (2) l’obiettivo.

Fu infatti l’avvento del fascismo degli anni venti/trenta con la sua ideologia integralista della nazione e della patria unica e pressoché nello stesso periodo  la fondazione del Seminario teologico di Cuglieri che ‘tagliarono’ con cosciente programmazione e determinazione l’elemento base e fondante dell’identità. Poi arrivò il giacobinismo della scuola ‘antropologica’ (politica)  della seconda metà del Novecento con i suoi ‘miti al contrario’ (le bufale storiche) a tentare il completamento del successo in una guerra linguistica e psicologica ad ami impari (3) che aveva lasciato quasi solo macerie Ma quest’ultima è una storia sull’antisardismo, tutta da scrivere, non trattata nella Conferenza, che abbiamo lasciato alle successive Conferenze degli anni a venire, quelle annunciate  che organizzerà il Comune di Assolo (4).

lunedì 21 novembre 2016

CRONACHE DI PERIFERIA: AD ASSOLO LA POPOLAZIONE RESISTE; LA LINGUA SARDA PURE

Perché molti, che pure sono interessati al problema della lingua sarda, non partecipano a una giornata in cui si parla di letteratura in lingua sarda e, più specificamente, del romanzo, delle prediche, della prosa in ogni sua espressione?
Non intendo complicarmi la vita e allora mi faccio convinto che, se piove, in tanti non si muovono a causa della pioggia; se c'è il sole, non rinunciano a goderlo, in città o in campagna, per rinchiudersi in un'aula consiliare.
Ebbene, domenica ad Assolo è piovuto, ma c'è stato pure il sole, cosicché sessanta o settanta persone sono rimaste sino alle 18, dando un contributo niente male a un dibattito assai vivace.

mercoledì 16 novembre 2016

Il NURAGHE? UN BRONZETTO CI DICE COS’E’. CHE COSA? UN …NUR -’AG - HE.

di Gigi Sanna 
     


 

Fig.1. 
Qui, sul fronte, oltre i bordi del sapere attuale, la scienza diventa ancora più bella. Nella fucina incandescente delle idee  che nascono, delle intuizioni, dei tentativi. Delle strade intraprese e poi abbandonate, degli entusiasmi. Nello sforzo di immaginare quello che ancora non è stato immaginato (Carlo Rovelli, 2014,  Sette brevi lezioni di fisica, lez.5, p. 49, ADELPHI Milano).


lunedì 14 novembre 2016

Il numero 68 di MONTI PRAMA.



E' uscito il n. 68 di  Monti Prama la  rivista diretta attualmente dal nostro amico e collaboratore il prof. Gian Matteo Corrias. Vi potete trovare articoli di grande interesse e di altissima qualità. I nostri complimenti per il bellissimo numero.   
    Per coloro che desiderano conoscere un po' della storia della rivista (oggi la più antica dell'Isola)  questo numero è indispensabile. Direi che lo è anche e soprattutto per gli storici  della cultura giornalistica (periodica e non) della Sardegna.

domenica 13 novembre 2016

La storia non raccontata: 350 anni di faraoni in Canaan

a cura di Atropa B

E' in corso all'Israel Museum di Gerusalemme (fino a fine dicembre) una mostra senza precedenti: si chiama Pharaoh in Canaan: The Untold Story. Racconta di un periodo della storia che iniziò 3500 anni fa e durò 350 anni: la dominazione egizia in Canaan, la terra che comprende oggi Israele, Giordania occidentale, Libano, coste della Siria meridionale e Palestina. Nel II millennio a.C. la popolazione era prevalentemente semitica.
Di questo periodo di dominazione egizia in Canaan non c'è menzione nella Bibbia, come sottolinea l'audioguida, nonostante vi si faccia spesso menzione di faraoni (si pensi alla storia di Giuseppe) e Cananei: 350 anni di cui si era persa la memoria, finchè i risultati spettacolari degli scavi archeologici non l'hanno svelata. La mostra cerca di colmare questa "mancanza" con l'esposizione di manufatti, mappe, documenti: the Untold Story, la Storia non raccontata.

Fig. 1. sin, stele da Deir-el-Medina (Egitto): lo scriba Ramose e la moglie Mutemuia in ginocchio davanti al dio itifallico egizio Min(Amun-Re, alla dea cananea Qdshet e al dio cananeo Reshef; dx, la stele di Mekal, Tell Bet Shean in Palestina ; il dio Mekal è inquivocabilmente identificato nel testo egizio "Mekal, dio di Beth Shean"; gli adoratori sono l'architetto Amenemope e suo figlio Paraemheb. (1300-1200 a.C.). Da questo sito: http://www.imj.org.il/en/exhibitions/2016/pharaoh-in-canaan/page/?id=canaanite-deities 

sabato 12 novembre 2016

IL SALUTO NURAGICO E LA STELE DEL RE BAR-RAKIB . MANUS FESTA E MANUS VERSA.

di Gigi Sanna

Con queste parole, qualche giorno fa,  abbiamo concluso la seconda parte dell’articolo sulla doppia scrittura (metagrafica e  epigrafica) delle cosiddette ‘fiasche e fiaschettine del pellegrino’:
Infatti, lo scriba che ha organizzato la scritta gioca non solo sui numeri ma anche sull’ambiguità del primo segno ad asta verticale perché se è vero che (probante  anche la sicura fonetica della  lettera della riga successiva che ha la stessa identica forma) esso ha valore di yod (nota la lettera yod) è anche vero che esso può notare l’ideogramma ‘uno’ e, quindi,  per traslato la prima lettera dell’alfabeto e cioè ’aleph (toro)

venerdì 11 novembre 2016

HILLARY TRUMP?

Francu Pilloni

A Hillary, come alla Fornero, vien da piangere a parlare dei poveri.
Donald risponde alla domanda: cosa farà in Siria?
Qualcuno paventa che parli delle elezioni americane?
Si sappia che le ho subite anch'io come tutti e che non ne posso più.
Non so se sia un bene o un male se ha vinto chi ha vinto e, a essere sincero, non m'importa neanche molto, convinto come sono che l'America continuerà a fare l'America, esporterà il suo debito, le sue armi, le sue crisi e, beata lei, la sua inciviltà fatta di violenza, di risse, di stragi di innocenti.
Insomma, dovremmo smettere di comportarci da provinciali, sempre cercando e ardentemente desiderando di non essere considerati provinciali.
Mi viene in mente la storia della volpe che si era messa a correre dietro un gruppo di puledre. Dopo un tratto di strada si fermò, si voltò indietro ed esclamò: “Eh, se ne abbiamo sollevato di polvere!”.

lunedì 7 novembre 2016

Scrittura metagrafica ed epigrafica nuragica della 'fiasca del pellegrino' di Ruinas di Oliena (II). Con senso uguale.O quasi .

di Gigi Sanna 
vd. prima parte
Fig.1                                                                                                Fig. 2  
Abbiamo chiuso la prima parte (1) del presente saggio con alcuni interrogativi che riguardavano l’ipotesi della presenza di una ulteriore (seconda) lettura della fiaschetta. Una lettura, ovviamente data da una scrittura non subito visibile, nascosta e, in quanto tale ancora meno visibile di quella che (con occhi moderni) abbiamo subito potuto individuare nonché accertare ricorrendo all’epigrafico. Una lettura che, in qualche modo potesse spiegarci il perché, in una delle facce della fiaschetta di Ruinas di Oliena, si trova scritta l’enigmatica espressione ‘occhio di yhwh’. Infatti, perché quel particolare oggetto menziona l’occhio del Dio? Sarà una espressione il cui significato si risolve in sé, con una simbologia riguardante il manufatto? O è per caso una ‘repetitio’ o una ‘explicatio’ di quanto nascostamente è detto altrove senza che noi ce ne accorgiamo?

domenica 6 novembre 2016

ASSOLUTE VERITÀ

di Francu Pilloni

La sorte, buona o mala che sia, è stata sempre bendata, se non cieca del tutto. Ecco perché può capitare a chiunque di ritrovarsi un vicino di casa molto singolare: forse un Pastore, forse un prete (ma non cattolico, perché sposato), sicuramente un Reverendo, dato che in molti lo riveriscono.
Un cinquantenne prestante fisicamente, i caratteri morfologici e di incarnato che io assimilo a quelli del subcontinente indiano – un tipo alla Sandokan, per capirci – , ha una moglie giovane con capelli e carnagione così chiari tanto da sembrare slavati.
L'estate scorsa ho conosciuto la loro unica figlia che , nelle vacanze estive precedenti, ha avuto un “intoppo” che l'ha portata a convogliare a giuste nozze tra Natale e Capodanno con un ragazzo sudamericano, con caratteri somatici identificabili nella discendenza india, capelli neri, folti e lisci, narici larghe, denti grandi con incisivi frontali distanziati. Un bel ragazzo, simpatico, si direbbe anche bravo, educato e servizievole in una famiglia rigidamente disciplinata come quella del Reverendo. La ragazza invece è prospera, col viso lentigginoso e una chioma esuberante e rossiccia, mentre il prodotto della loro unione è risultato un bambino con la pelle molto scura e i capelli ricci.