La rubrica di Maymoni

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sabato 21 gennaio 2017

Brexite da voi o vi Brexiamo noi?

torra Francu Pilloni


Continuando a sragionare sull'affaire Brexit, conviene tornare fanciulli per riprenderci le favole che, mi pare di ricordare, sono le vicende del mondo spiegate ai piccoli, ai poveri di spirito e a quelli privi di modestia.
Ora la BR, appena ha deciso l'exit, ha tremato e, come un riflesso condizionato, ha alzato la voce, ha provato a urlare per sentirsi sicura, superiore e furba, per cercare di intimidire chi le sta di fronte: vi sovviene la favola della Rana col Bue? 
Chi scoppierà stavolta?


Dove non arriva Esopo, pascola Erodoto, con le Storie e le sue storielle fra Greci e Persiani.
Con la differenza che la potenza maggiore di Serse viene interpretata dalla minoranza di Theresa May che grida il fatidico “Consegnate le armi!”, mentre il plenipotenziario Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker,  rimanda lo storico “Venite a prenderle”, come Leonida fece. 
Noi chiuderemo le frontiere anche agli immigrati europei ! – detto la May – Espelleremo i lavoratori stranieri dall'UK! - ha ripetuto – Diventeremo un paradiso fiscale! - ha minacciato.
Combatteremo all'ombra (dell'euro?)” avrà pensato il Presidente, pensando alle frequenti frecciate che vengono da oltre Manica.

A me, che poco capisco e molto non mi aspetto, pare che l'intricata vicenda di scioglimento di vincoli storici, economici, culturali e politici che, in ogni caso continueranno a permanere, rivesta una complessità che riesco a paragonare esclusivamente alle Interazioni Capacitative, intese come modalità di sistema, sia della materia che dell'antimateria, così come ebbe a intuire il moldavo Pristis che però successivamente perse la dimensione della scoperta, salvo a recuperarla, ma solo momentaneamente, in una discussione con Sgarbi che, per pura malasorte, non fu registrata neppure con un telefonino d'occasione e andò drammaticamente perduta.
D'altra parte, l'equazione di Pristis non rientrerebbe nella Teoria Generale della Relatività di Einstein; di conseguenza, l'Accademia delle Scienze di Stoccolma, che aveva assegnato cinque anni prima il Premio Nobel a Pristis per il suo lavoro “Fra luci e ombre in un campo recintato di ortaggi”, glielo revocò tempore sempiterno.
Capisco come qualche lettore possa andare in tilt; vedo Aba che ripassa il ripassabile e Gigi che si ripromette di chiedere spiegazione vis-a- vis in barca, approfittando dei momenti di calma: non illuderti, amico mio, che possa darti un milligrammo di spiegazione ulteriore perché da oggi sono come la Prescienza, la Causa che avanza e non conosce l'Effetto che segue, il Sole che ignora l'ombra che provoca con il suo semplice apparire.

In parole misere, azzoroddendu alla mia maniera, mi sento quasi alla pari di Mikkelj.




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