La rubrica di Maymoni

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sabato 30 luglio 2016

Il cimitero delle idee e l'altra faccia del Paradiso

di Atropa Belladonna

In questa estate 2016, un pò calda e un pò no, Monte Prama (Sinis di Cabras) mostra il suo lato più triste. I turisti non si fermano neppure più, se non in minima parte: non c'è molto da vedere, non ci sono scavi in corso-rimandati (forse) a settembre. Il vento soffia implacabile e quel cartello storto dà la misura della desolazione che avvolge ciò che sarebbe potuto diventare un punto formidabile di attrazione. Per il momento e nell'urgenza estiva, sarebbe bastato mettere qualche poster, con la spiegazione di ciò che si vede. Invece nessuno ha pensato neppure a raddrizzare quel cartello, il sito è abbandonato,  spettrale, cimiteriale; del resto è quello che è: una necropoli. Per me è anche, come è sempre stato, un cimitero delle idee

Fig. 1: Monte Prama, 19 luglio 2016
Musealizzare il sito, modello Armata di terracotta cinese, non era una opzione: era l'unica scelta ragionevole e vincente. Tutto il resto che è venuto -con l'assurda divisione delle sculture- è solo una pallida eco dell'importanza di Monte Prama. Un sito che è stato semplicemente "diluito": tra saccheggi, colpevolissimi ritardi nella diffusione e nella valorizzazione e assoluta irrazionalità- quasi sadismo compiaciuto e pervicace-nel volere dividere le sculture, quel sito non raggiungerà mai il traguardo di divenire quello che a tutti gli effetti è: la scoperta più importante fatta nel Mediterraneo Occidentale nel XX secolo.


martedì 26 luglio 2016

10 - GENTI E COSTUMI ROSSO PORPORA

SEMIOTICA NELL’ABBIGLIAMENTO  

L’ASTRAZIONE DEL SEGNO
Giancarlo Casula

ovrettos, orrosolos e tesones
manefide, dominariu e  matripellas

cancios, buttones de prata e de oro……

La mancanza del segnale è uno degli elementi forse più importanti e più complessi del codice. Senza la presenza del segno emerge la sua assenza. Le considerazioni che si fanno circa l’elemento assente valgono simmetricamente per l’elemento presente. L’astrazione del segno è per certi versi, il segnale più elaborato, più meditato e più sofferto. 

venerdì 22 luglio 2016

Corrispondenze micro e macrocosmiche nel simbolismo ofidico.

di Matteo Corrias


Entro il contesto delle concezioni psico-fisiologiche greche e romane arcaiche, l’immagine del serpente si trova regolarmente associata, nello specifico impiego contestuale che è possibile registrare nelle fonti, all’elemento psichico dell’uomo. Come abbiamo avuto a più riprese modo di sottolineare, l’anima (yuché) in quanto principio vitale era collegata ad una precisa sostanza (tutti i generi di liquido chiaro) che è presente all’interno dell’organismo umano – e in particolare nel cranio (il cervello), nella colonna vertebrale (il midollo), nell’addome (l’adipe sottocutanea e l’omentum che ricopre i visceri), nelle articolazioni (il liquido

venerdì 15 luglio 2016

9 - GENTI E COSTUMI ROSSO PORPORA

SEMIOTICA NELL’ABBIGLIAMENTO  
DIFESA APOTROPAICA

di Giancarlo Casula
8 - GENTI E COSTUMI ROSSO PORPORA


Nel costume la donna trovava lo straordinario sistema di difesa dall’ignoto e dal sovrannaturale. Le forze del male venivano contrastate, esorcizzate e bloccate proprio attraverso l’abito. Come una corazza, esso possedeva la forza, il vigore e quegli elementi in grado di allontanare la negatività e gli spiriti malvagi. Questo avveniva attraverso il sistema composto dal binomio colore-ricamo. 

martedì 12 luglio 2016

TERATOMANZIA E LOGICA GEROGLIFICA: a un passo dall'impossibile [2]

di Angelo Ledda

Vedi prima parte: Organismi e meccanismi "mostruosi": a un passo dall'impossibile [1]


Fig. 1: Il ritorno di Efesto all’Olimpo (Caraffa Ionica, 525 a.C. ca., B.C. Vienna).
In un precedente contributo ho introdotto la tematica del “mostruoso” e dell'ibridismo nel tentativo di mettere in luce la differenza tra il corpo inteso come “organismo” e quello inteso come “meccanismo”[1].
Nella tab.1 ho provato a schematizzare i due modi di intendere il corpo “mostruoso” nel campo delle arti visive, pur consapevole delle possibili variabili e interrelazioni tra i tipi.
Nel rigo 1 ho indicato quelle opere prodotte dall'uomo che intendono volutamente raffigurare un essere “mostruoso” (o ibrido e deforme) in modo analogico, derivandolo da un modello già esistente. [2]

lunedì 11 luglio 2016

Il pozzo di Santo Stefano

   Il pozzo sacro di epoca nuragica si trova nell’abitato di Irgoli, nel rione Santo Stefano. Fu scavato in emergenza in seguito al ritrovamento fortuito e una volta studiato fu interrato nuovamente, tanto che oggi nessuna emergenza archeologica è visibile.

venerdì 8 luglio 2016

"Trovo comunque strano che la notizia se fondata non abbia avuto ampio risalto!"

O anche: come ci guadagnammo un altro lettore. Che ha ragione da vendere.

di Atropa Belladonna

Sulla pagina facebook di Monte Prama Novas é successo di recente un episodio simpatico. Belle come il sole abbiamo riproposto una scultura rinvenuta nel 2001 a San Sperate, località Paulilongu (1) (fig. 1), scoperta pubblicata da Vincenzo Santoni nel 2008 (2). Si tratta di un cosiddetto modello di nuraghe in arenaria quarzosa, la cui altezza residua è di 94 cm e che presenta una figura umana scolpita-purtroppo frammentaria ed erosa. Ebbene io e Romina ormai a questa figura ci eravamo abituate, avendola ormai vista su ben tre pubblicazioni (1-3) ed avendola già proposta 3 anni fa sul blog Monte Prama (4).

Figura 1: la scultura di San Sperate rinvenuta nel 2001, località Paulilongu (da 2)

mercoledì 6 luglio 2016

La popolazione della Sardegna secondo il Lilliu, 1200-900 a.C.: oltre 7 milioni di Sardi!

di Mikkelj Tzoroddu
- premessa

Ci siamo decisi a scrivere la presente nota perché ci serva quale viatico per un contributo più consistente che andremo a proporre di poi.

sabato 2 luglio 2016

Scrittura nuragica. I numeri dall’uno sino al dodici. Il loro valore simbolico convenzionale nei documenti della religiosità. L’iterazione logografica sulla base di quel valore.

di Gigi Sanna

I nuragici, come sappiamo da tempo (1), adoperavano i simboli numerici servendosi di punti, di tacche verticali e di sbarrette orizzontali. I sigilli di Tzricotu in particolare, sempre rigidamente ossequenti alla legge del tre (2), ci fanno vedere chiaramente questi tre aspetti , come si può notare dalla fig. 1 e dalla fig. 2 (trascrizione e grafemi numerici evidenziati con il colore).  

 
                             Fig. 1                                                     Fig.2