La rubrica di Maymoni

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lunedì 29 ottobre 2018

Luce, acqua e olio nel pozzo di Santa Cristina per un raccolto copioso


Particolari costruttivi a confronto
inquadramento cultuale e culturale del 21 aprile
il toponimo e le sue implicazioni cultuali
di Sandro Angei


21 di aprile 2018


11. Monumenti diversi, caratteristiche diverse, orientamenti diversi. Concetto di base sempre lo stesso
Dal punto di vista tecnico nel pozzo sacro di Santa Cristina si ripresentano i particolari che, a quanto pare, contraddistinsero l'architettura luminosa in età nuragica. La ierofania di luce è costruita con elementi architettonici fisicamente disgiunti tra loro, distanti anche svariati metri l'uno dall'altro1, che in modo “miracoloso” concretizzano una immagine e la veicolano in un determinato modo2. La ierofania nel caso del nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu indica un luogo ben preciso legato all'evento: l'altare3; nel caso della porta riturale di Murru mannu in Tharros indica la data rituale direttamente con la dimensione della ierofania: il triangolo equilatero4; nel caso del pozzo di Sant'Anastasia di Sardara la duplice ierofania si manifestava con ogni probabilità sulla parete del tempieto superiore e contemporaneamente nel bacile. 

giovedì 25 ottobre 2018

Scrittura nuragica: Cossoine. Un frammento di terracotta del Nuraghe Addanas con una voce rarissima del Vecchio Testamento:עליל.Due linee con lettura retrograda del (solito) ‘protocananaico’ sardo. La (solita) numerologia.

di Gigi Sanna   
  
    Ancora un documento di scrittura nuragica. Ancora le rovine dei monumenti, talora piccoli fabbricati, restituiscono attestati dell’antica originale scrittura ‘lineare’ dei sardi dell’età del bronzo finale e del primo ferro. Ancora un documento di natura prettamente religiosa e non laica. Ancora sono magia e sacralità il fine ultimo della scrittura. Ancora compaiono il calcolato mix del system e l’oscurità (il rebus), annunciata questa dall’obliquità delle linee. Ancora pittogrammi, ideogrammi, lettere acrofoniche, agglutinamenti, polisemia, variationes, lessico semitico aulico, numerologia. Insomma, ancora e sempre il modus scribendi della ‘griglia di Sassari’. Pertanto  il negare ad oltranza l’innegabile non solo è puerile e ridicolo ma è dannoso per quella scienza che solo a parole si dice di voler tutelare. I paradigmi ‘archeologici’, fondati per altro su di una scienza umanistica e non esatta, quando necessario, cioè quando lo impongono i numerosi dati empirici, vanno subito abbattuti perché costituiscono una remora per la conoscenza storica. Infatti, oggi ‘sapere’ di Sardegna arcaica, della storia ‘vera’ di quest’isola (ma anche del Mediterraneo intero),  vuol dire, soprattutto, affidarsi alla lettura, difficile ma non impossibile, della documentazione diretta. Di giorno in giorno sempre più cospicua. Sempre più intrigante.     

                                                 

               
Fig. 1                                                                                                                   Fig. 2

   

domenica 21 ottobre 2018

Monte Baranta e la corbelleria al cubo - seconda parte


di Sandro Angei


Qualche giorno fa l'amico Stefano Sanna ha condiviso sulla sua pagina facebook, “La sfinge del Sinis”, l'articolo comparso su questo blog il 20 giugno 2016 dal titolo “Monte Baranta”.
Il giorno dopo un nostro lettore mi ha inviato per via privata una mail dove lamenta il mancato riconoscimento ad altri autori della ipotesi sulla natura religiosa e sacra di quel sito e delle peculiarità archeoastronomiche del recinto “ellittico”, nonché del recinto-torre. Così facendo, secondo lui, abbiamo omesso dei particolari importantissimi esposti in quel saggio.

giovedì 18 ottobre 2018

SCRITTURA NURAGICA. SENSAZIONALE. RINVENUTO IL MANOSCRITTO DI PIETRO LUTZU SULLA DOCUMENTAZIONE SCRITTA NURAGICA OVVERO SULLA RICERCA DA LUI ATTUATA AGLI INIZI DEL NOVECENTO

di Gigi Sanna

Attenzione! Non si tratta più del ‘semplice’ dattiloscritto, ovvero l’articolo che il Lutzu inviò alla rivista Archivio Storico Sardo (tra gli anni 15 -20 del secolo scorso), ma di un manoscritto dove si prendono le mosse per una ricerca, con appositi eventuali ‘saggi di scrittura preistorica’, sulla documentazione  riguardante la scrittura nuragica. Ho detto (e non mi stancherò mai di ripeterlo) che Pietro Lutzu è stato il pioniere della ricerca di detta scrittura in modo -diciamo così -‘sistematico’. Non volle, per umiltà (lo scrive in una lettera al Taramelli) entrare mai nel merito della scrittura (che lasciava ai 'dotti'), e si propose solo il fine di procurare la documentazione sufficiente per poter dire che i sardi preistorici facevano 'abbondantemente' uso della scrittura.
Ma del manoscritto si parlerà più avanti nel tempo con un apposito articolo. Per il momento sento il dovere di ringraziare pubblicamente, anche a nome dei nostri lettori ‘amici’ (compreso il nostro scalcinato dipartimento di 'dilettanti'), la signora Antonella che prontamente ci ha messo a disposizione l’opera ‘prima’ del nonno. Un’opera fondamentale, davvero storica, come ognuno facilmente comprende.

In anteprima per i lettori del blog le prime tre pp. del manoscritto (la prima è la copertina del fascicolo che avrebbe dovuto contenere i vari 'saggi' che l'autore aveva in mente di scrivere con il proseguire della ricerca)

   

sabato 13 ottobre 2018

Ierofanie nel pozzo di Santa Cristina


La ierofania del 21 di aprile

di Sandro Angei



 21 aprile, 15 minuti prima dell'evento
di Sandro Angei

6. L'evento ierofanico
   Nel pozzo sacro di Santa Cristina si ripete due volte l'anno il “miracolo della risurrezione1. I giorni attorno al 21 di aprile e di conseguenza anche il 21 di agosto2, avviene lo stesso “miracolo” che avveniva nel pozzo sacro di Sant'Anastasia di Sardara3.

mercoledì 10 ottobre 2018

Le geometrie del pozzo di Santa Cristina


Le misure, i numeri,
i cerchi, il glandoide, il segno del culto  dell'acqua

di Sandro Angei

Salvador Dalì - L'aurora
   Ho scelto "L'aurora" di Salvador Dalì, quale immagine iniziale, perché nel suo insieme ritroviamo nel dipinto surrealista tutti gli elementi primordiali della vita nascostamente enfatizzati nel pozzo di Santa Cristina. L'unica differenza (a parer mio) sta nel diverso significato da attribure alla figura geometrica ovoidale che nel nostro sito non evoca l'uovo ma un elemento legato alla taurinicità androide della divinità solare.

2. Alcune misure e alcuni numeri
Il pozzo di Santa Cristina è orientato in modo che la direzione

domenica 7 ottobre 2018

21 aprile al pozzo sacro di Santa Cristina 1

Antefatti,
quel che si sa del monumento,
studi effettuati ed obiezioni
di Sandro Angei



Fig.1
Sommario
Il presente saggio intende dimostrare che il pozzo di Santa Cristina fu costruito per celebrare un rito legato ad una data ben precisa: il 21 di aprile.
Cercheremo di dimostrare che questo pozzo sacro fa parte di una categoria di templi dedicati ad un medesimo rito e lo faremo comparando il monumento ad altri edifici già studiati e documentati.
Cercheremo, tramite la ricerca bibliografica, di inquadrare la data del 21 di aprile.
Saremo possibilisti (in parte e con riserva) verso la tesi del Prof. A. Lebeuf sul carattere lunare del tempio1; al riguardo ipotizzeremo la possibilità di celebrare il rito lunare similmente a quelli solari nel medesimo edificio.
Avanzeremo una chiave di lettura del toponimo, che a nostro giudizio è legato al rito che si celebrava in età nuragica in quel pozzo sacro.
Avanzeremo una “lettura” del recinto che circonda il pozzo sacro... e altro ancora.

venerdì 5 ottobre 2018

CATTIVE POESIE


di Francu Pilloni



Questa mattina mi sono svegliato a metà e non riuscivo a decidere se alzarmi o continuare a dormire.
Data l’età e la condizione (sono pensionato), potevo scegliere di andare o di restare, senza complicarmi la giornata. Invece sono rimasto a mezzo guado: mi sono seduto sul letto (indizio indiscutibile della volontà di alzarmi) e mi sono riaddormentato da seduto, in precario equilibrio.

mercoledì 3 ottobre 2018

La ‘scritta’ della ‘domus de Jana’ di Korongiu di Pimentel: doppia forza, doppio sostegno, doppia stabilità. Parte forse dal neolitico - eneolitico sardo l’ideologia della rinascita ad opera del ‘doppio’, ovvero della coppia celeste luna-sole? Partono da quel periodo in Sardegna la scrittura ideografico - numerica e i segni convenzionali?


Fig. 1
Fig. 2. Segni trascritti (Lilliu p. 135)
 Le cosiddette domus de janas sarde ci ha hanno lasciato disegnati o scolpiti, come si sa, non pochi segni  relativi  alla ideologia della morte e dell’aldilà (1). Spirali, bipenni , motivi ondulati e  motivi detti a zig - zag, motivi ad ‘U’ semplici o reiterati, motivi