Una ipotesi di piombatura
Nella prima parte dello studio abbiamo individuato le statue che recano dei fori con o
senza presenza di piombatura (anche solo in tracce) e ne abbiamo individuato
tre con i fori in posizione atipica rispetto a quella che sembrerebbe una
norma, ossia quella del foro ubicato sulla spalla destra.
In particolare
abbiamo individuato un foro nella zona inguinale nel pugilatore 8 “Sisinnio”;
un foro sul fianco sinistro nell'arciere 3 “Componidori” e un foro sulla
gamba destra del pugilatore 14 “Balente” (Fig.1).
gamba destra del pugilatore 14 “Balente” (Fig.1).
Fig. 1
Immagine tratta da:
"Le sculture di Mont'e Prama Conservazone e restauro" Cangemi Ed.
Sarei tentato di
primo acchito di trovare i motivi che portarono a individuare i fori in quelle
parti del corpo (ammesso che ciò sia possibile), ma è necessario prima di tutto
verificare la possibilità di fissare un qualche oggetto mediante piombatura in
questi luoghi di difficile lavorazione; in specie quella inguinale del
pugilatore 8. Questo perché, se non riuscissi a trovare un metodo semplice per
questa lavorazione, nessuna motivazione varrebbe la pena cercare a riguardo di
un giustificabile motivo teologico e/o ideologico.
Ipotesi sul
metodo di piombatura del sigillo nell'inguine del pugilatore 8
L'unico metodo possibile penso sia quello della colata in stampo adoperato per
fissare i sigilli sulle spalle, con la difficoltà, però, di dover operare la
colata di piombo fuso in un foro inaccessibile se non dal basso; per tanto una colata in opposizione alla forza di gravità.
Vediamolo nei
particolari questo metodo.
Fu
realizzato l'incavo con un attrezzo di metallo (probabilmente un utensile
chiamato ferro tondo1 Fig.2) nel frattempo fu forgiato un codolo a forma di U da piombare nel foro cieco del
sigillo cerimoniale (per questa ragione ritengo che anche i sigilli
cerimoniali, al pari dello specimen non fossero dotati di
codolo integrale2 (vedi prima
parte ).
Fig. 2
Il
sigillo dotato dello speciale supporto fu posizionato nell'inguine col codolo
affondato nel foro e fissato provvisoriamente con dei supporti esterni.
Fu
applicata una cannula di argilla per incanalare il metallo fuso, fissata in modo da
convogliare il piombo fuso all'interno del foro. Evidentemente la cannula
all'altra estremità faceva capo ad una sorta di imbuto di travaso. La
cannula si realizzava con un cordoncino di cera rivestito di argilla.
Quest'ultima una volta essiccata poteva essere liberata dalla cera riscaldandola.
Fatto ciò fu sigillato, a mo' di tappo, il foro inguinale con uno strato
di argilla plastica tutt'attorno al codolo di bronzo e alla cannula di travaso del metallo fuso, avendo cura di non riempire il foro, ma formare uno
strato sottile a mo' di timpano.
Dopo questa operazione fu praticato un piccolo foro di sfogo per la
fuoriuscita dell'aria.
L'apparecchiatura teoricamente era pronta a ricevere la colata di piombo,
ma era necessario che l'argilla si seccasse per evitare che l'umidità della massa, a
contatto col piombo fuso, diventando vapore facesse esplodere il tappo.
Raggiunta la necessaria essiccazione si procedeva alla fusione del piombo fin verso i 400° centigradi (il piombo fonde a 327,5°) in modo da assicurare un congruo tempo di lavorazione. Quando le prime gocce di piombo fossero uscite dal foro di sfogo, si interrompeva la colata e si tamponava il foro di sfogo stesso fin quando il piombo non si fosse solidificato.
Raggiunta la necessaria essiccazione si procedeva alla fusione del piombo fin verso i 400° centigradi (il piombo fonde a 327,5°) in modo da assicurare un congruo tempo di lavorazione. Quando le prime gocce di piombo fossero uscite dal foro di sfogo, si interrompeva la colata e si tamponava il foro di sfogo stesso fin quando il piombo non si fosse solidificato.
Appena il piombo si fosse raffreddato si poteva asportare il tappo di
argilla e la cannula di adduzione avendo l'accortezza di tranciare alla radice il cordolo
di piombo della cannula. Il sigillo era perfettamente infisso nel foro; si poteva
spianare così la superficie esterna della piombatura e rimuovere le sbavature
di colata (Fig.3).
1 Vedi
"Le sculture di Mont'e Prama Conservazone e restauro - P. Rockwell - Le
tecniche antiche pagg. 353-360.
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