La rubrica di Maymoni

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martedì 31 marzo 2020

SU BALLU TUNDU

Francu Pilloni




Ateras bortas hapu scrittu de su ballu sardu classicu (su ballu tundu) chi si baddàt in is prazzas de is biddas po is festas de pustis de sa regorta. In Marmilla – hoi inci poneus aintru puru Parti de Montis, Parti de Useddus e Parti de Valenza, chi connosceus cumenti a Alta Marmilla – is prazzas fuant casi sempri sene impedrau e po cussu, primu de cumenzai is ballus, ddas affriscorànt po no pesai pruini, mancai su sciustu (infustu) essit durau pagu meda.
De su “ballu de cresia”, fattu in prazza de cresia appustis de sa Missa Manna, de cumenti essit partu una cosa seria, casi una pregadoria antiga, mi parrit de ind’hai scrittu in custu blog, ma no mi dd’ammentu beni candu.

lunedì 30 marzo 2020

6° parte - il foro inguinale del pugilatore di Monte Prama


di Sandro Angei

vedi ⇰ 5° parte


   Nella quinta parte dello studio abbiamo cercato delle motivazioni verosimili a riguardo della posizione dei sigilli sulla spalla di alcune statue.
   Fanno eccezione alcuni Giganti; uno di essi in particolare reca il foro in posizione talmente particolare che ci sembra facile (?) arguirne i motivi.

Perché fissare il sigillo cerimoniale nella regione inguinale 
   Nella quarta parte abbiamo dimostrato che era possibile fissare un sigillo in una

martedì 24 marzo 2020

5° parte - Il foro sulla spalla destra dei Giganti per l'infissione dei sigilli di Tzricotu

di Sandro Angei

vedi ⇰ 4° parte - Il metodo di piombatura inguinale

   Nella quarta parte dello studio abbiamo visto come fosse possibile fissare i sigilli cerimoniali in luoghi delle statue estremamente difficili da raggiungere col piombo fuso.

    Cercheremo ora di capire perché furono fissati i sigilli in determinate parti del corpo. Lo faremo, naturalmente, consci del fatto che quelle che avanzerò sono solo ipotesi; non di meno tra le ipotesi vi può essere la verità.

    Sta a noi valutare la validità di queste ipotesi. Valutazione che sarà possibile attraverso lo studio delle origini della scrittura in età nuragica (origini, in parte, protocananaiche e protosinaitiche) e del suo uso esclusivo in ambito religioso (questa, almeno per ora, è l'evidenza repertuale).

sabato 21 marzo 2020

Museo Nazionale di Firenze. Il cane ‘calustla’ e il system funerario metagrafico etrusco alla luce delle nuove acquisizioni. Scrittura lineare e scrittura metagrafica. Protasi e apodosi. Il solito Sei ‘continuo’.


di Gigi Sanna
dedicato a Franco Pilloni scrittore e (ex) cacciatore 




















(In camminu s’accontzat su carrigu)

   Si dice che la lingua etrusca è ancora, per svariati motivi, un enigma e un 'rebus'. Ciò si sostiene, naturalmente, sulla base delle grosse difficoltà che insorgono nel cercare di capire di essa molti degli aspetti lessicali, morfologici e sintattici. In realtà, a mio parere, il 'rebus' sussiste e resiste nel tempo non 'solo' per motivi di carattere grammaticale e linguistico, ma anche e soprattutto perché si stenta a considerare un aspetto essenziale dell'etrusco: che la scrittura è criptica, cioè organizzata e strutturata di proposito con il rebus. E' realizzata per non essere capita se non da pochissimi.  Per tanto nella misura in cui si comprenderanno i meccanismi, spesso sofisticati, del rebus, posti di norma in essere dalle scuole scribali dei santuari, si comprenderà la lingua etrusca. Essi sono simili e spesso gli stessi usati dagli scribi dei templi greci e nuragici.  In particolare quelli inventati dagli scribi di questi ultimi.
   Sono trascorsi ormai tre anni (1) da quando per la prima volta, durante la ricerca sul metagrafico etrusco, impiegato per scopi funerari, si è cercato di dare una (provvisoria) interpretazione (2) della statuina in bronzo raffigurante un cagnetto rinvenuta (pare) in agro di Cortona, oggi custodita presso il Museo Nazionale di

mercoledì 18 marzo 2020

4° parte - Il metodo di piombatura inguinale


Una ipotesi di piombatura


di Sandro Angei

vedi: terza parte
      

Nella prima parte dello studio abbiamo individuato le statue che recano dei fori con o senza presenza di piombatura (anche solo in tracce) e ne abbiamo individuato tre con i fori in posizione atipica rispetto a quella che sembrerebbe una norma, ossia quella del foro ubicato sulla spalla destra.
In particolare abbiamo individuato un foro nella zona inguinale nel pugilatore 8 “Sisinnio”; un foro sul fianco sinistro nell'arciere 3 “Componidori” e un foro sulla

domenica 15 marzo 2020

3° parte - Il nome nascosto nel sigillo nascosto - natura e visibilità dei sigilli di Tzricotu


di Sandro Angei

           1° parte
            2° parte

   Nello studio dedicato al rapporto funzionale tra sigilli di Tzricotu e statue di Monte Prama è stato dato ampio spazio alle modalità tecniche relative alla manifattura dei sigilli, alla posizione di questi ultimi sulle statue, alla natura di queste ultime (che abbiamo escluso essere telamoni) e modalità (ipotetica) di posizionamento e stabilizzazione delle statue stesse.

   Nella prima parte, è stata ipotizzata la posizione del sigillo sulla spalla destra di una delle statue (Prexau), senza badar troppo al

domenica 8 marzo 2020

Parte seconda - I sigilli di Tzricotu dimostano che i Giganti di Monte Prama non sono telamoni


Le statue di Monte Prama
una collocazione
Risultato immagini per mont e prama
Immagine del tutto fantasiosa (sotto tutti i punti di vista)
 sulla collocazione dei Giganti  di Monte Prama trovata sul web

di Sandro Angei

Vedi  1° parte

Nella prima parte dello studio abbiamo descritto la funzione e la posizione dello specimen A1 in relazione ai sigilli cerimoniali; e questi ultimi in relazione alle statue di Monte Prama. Ora una domanda si pone: Dove erano collocate le statue di Monte Prama?

La domanda si pone perché vi è una difficoltà non di poco conto relativa alla esposizione dei sigilli, i quali essendo sacri e recanti scrittura sacra non potevano essere osservati da chicchessia. Non potevano, in sostanza, essere esposti al pubblico.

mercoledì 4 marzo 2020

SCRITTURA NURAGICA. ECCOLO UN ALTRO DI DOCUMENTO: ANCORA A 'SU PRANU' DI SELARGIUS. CINQUE SEGNI POTENTI. TRA QUESTI L'OBLIQUITA'


di Gigi Sanna

Fig.1
   
Premessa.

    Ancora un documento (1) della scrittura nuragica. Ancora un documento che attesta l’uso (in genere) di certi segni e non di altri del cosiddetto ‘protocananaico’, l’alfabeto in mix (2) adoperato in Siria -Palestina (antica Canaan כנען) tra il XIII ed il XII secolo a.C.

Informazioni e dati descrittivi

    E’stato rinvenuto da Carlo Desogus, ex ispettore onorario di archeologia della provincia di Cagliari, in località Su Pranu, la stessa nella quale tempo fa il medesimo rinvenne il coccio (fig. 2) dove insistono dei segni fonetici dei quali uno è la cosiddetta Tanit (3). Particolare questo che