La rubrica di Maymoni

Informazioni e invio articoli

lunedì 31 dicembre 2018

Il 2018 per la scrittura nuragica



La natura segue il suo corso; lo spuntar di funghi è inevitabile quando acqua e sole connubiano

 di Francesco Masia

Quando finisce anche questo 2018 sono trascorsi 5 anni “suonati” dalla comunicazione degli accertamenti sulla navicella di Teti; ed è trascorso un anno dalla pubblicazione del saggio “Scrittura nuragica? Storia, problemi e considerazioni” (mi viene sempre difficile indicarlo come il “mio” saggio, trattandosi del compendio del lavoro di altri, loro sì studiosi). In questo periodo di bilanci, diverse cose emerse in questi mesi mi portano a imbastire un aggiornamento sulle questioni intorno alla navicella.

lunedì 24 dicembre 2018

Notte de Natale




Toccana sas campànas de Natale
sa festa disizada in ogni domo;
su mundu che a s’antiga torrat como
càrrigu de isperu in tantu male.

In sos montes, in mares e in portos
lontanos, in sas biddas e zittades
comente de Gesus in sas edades
torrat s’umanidade a sos cunfortos

De sa fide, a s’invitu ’e sa paghe
ca troppu hamus penadu e combattidu
dae cando su sole hat coloridu
de lughe ogni pianu ogni nuraghe.

Deo puru t’invoco o Deus nou
gentile Deu de sos cristianos.
M’imbenugio e in altu alzo sas manos
d’ogni penseri meu est che i s’ou

Virgine, senza mal’intenzione,
cun su coro pienu ’e disizos
santos de bene, pro tottu sos fizos
chi adorant sa tua passione.

A su perdonu ispirami, a s’amore
a su tribagliu santu resistente;
faghemi forte, rendemi potente
pro incher’a dogn’ora su dolore;

E sos impetos d’odiu ch’a bortas
mi passana sas carres che turmentu
cun sa furia manna ’e su entu
chi faghet tremer fentanas e portas.

Passa o Deus ancora in cust’edade
de odiu ricca e povera d’amore,
cantende de sa notte in s’isplendore:
«Paghe a sa zente ’e bona volontade!».

Antioco Casula Montanaru

Gentilmente inviata dall'amico Giancarlo Casula

domenica 23 dicembre 2018

Buon Natale da Sarroch. La scrittura nuragica (a rebus) in un singolare sigillo di bronzo. Ancora un piccolo capolavoro di microscrittura: Dio e il mondo in un cm2


di Gigi Sanna

Introduzione

    La scoperta credo che possa ritenersi eccezionale. Sono sicuro però che future ricerche e futuri ritrovamenti ci daranno grandi soddisfazioni perché l’oggetto di cui oggi trattiamo è indizio di una intensa attività scrittoria, anche di grandissimo spessore formale ed estetico, attuata in tutta l’isola da parte dei nuragici. Forse allora saremo costretti a chiamare ‘normali’ dei manufatti che oggi ci stupiscono tanto. Infatti, non possono essere due o tre solo i prodotti, soprattutto in bronzo, eseguiti dai nuragici che per fattura, arte miniaturistica e argomento espresso oggi si possono accostare ai raffinatissimi sigilli (dei Giganti) del Nuraghe Tzricotu di Cabras. Ci sono ancora migliaia e migliaia di nuraghi e altrettante migliaia di edifici cultuali che devono essere scavati e ‘esplorati con cura’(1); nuraghi ed edifici che, per il semplice calcolo delle probabilità, considerando gli attuali dati, devono necessariamente celare ancora una notevole quantità di scrittura sia di tipo lineare sia di tipo metagrafico. E’ bello constatare che ormai è un ‘continuum’ di scoperte e talvolta basta attendere solo qualche giorno o qualche mese per avere ulteriori testimonianze e conferme, assai significative, sia della prima che della seconda tipologia, come è capitato per il reperto del Nuraghe Addanas (2) e per quello del Nuraghe Sa Domu ‘e s’orcu di Sarroch di cui ora si argomenta (figg. 1 -2)  

  
Fig.1    Fig. 2
  

mercoledì 19 dicembre 2018

Scrittura Nuragica. L'Unione Sarda: Ecco i segni di scrittura lasciati dagli antichi abitanti dei nuraghi. Scoperto un saggio di fine '800, inedito, dello studioso Pietro Lutzu

di Gigi Sanna

ecco l'articolo sulla pagina della cultura dell'Unione Sarda a firma Michele Masala. La questione del manoscritto e del dattiloscritto di Pietro Lutzu la si conosce già  e anche per maggiori (e importantissimi) dettagli. Si legga comunque il bell'articolo del giornalista oristanese. Ma si legga,  soprattutto,  la 'replica' di Alessandro Usai.
   Incredibile! Non sa, non studia, non legge. Eppure  parla e nega offendendo l'intelligenza altrui. Guardate questa perla di supponenza: ' Non esiste alcuna prova chiara. Ogni tanto qualcuno ci. prova a dire il contrario ma mai (sic!) con i mano un documento scientifico. Solo fumo, almeno per ora. Ecco perchè continuiamo (sic!) a dire senza problemi (sic!) che i nuragici non sapevano assolutamente (sic!) scrivere. Si parla sempre di segni che si congiungono (sic!). Ma mai di struttura (sic!)' Esumaria! Ora abbiamo tutti terrore reverenziale e siamo pronti a fare la proscinesi al maestro della 'congiunzione e della struttura'.
La bella è che osa parlare di 'fumo' il caro sovrintendente.
Guardate anche quest'altra di perla, riferendosi ai miei studi:' Lui (Gigi Sanna) nei suoi tanti elaborati mette in risalto una serie di oggetti quanto mai sospetti, ma scientificamente parlando (sic!) il tema della scrittura al popolo nuragico era sconosciuto'.
E come no! Lapalissiano!
'Fumo?' 'Serie di oggetti quanto mai sospetti'? Ma come ti permetti, caro Usai, tali miserabili esternazioni e insinuazioni? Intendi denigrare e diffamare in qualche modo (tanto un po' di sporco rimane sempre sulla persona)  e vuoi finire in tribunale con le tue parole in libertà?
Caro Francesco Cesare Casula, storico, paleografo ed epigrafista, purtroppo ti devo mettere in campo (come dovrei mettere in campo tanti altri stuidiosi ancora): conti o non conti nel mondo scientifico come paleografo? Conti nell'approvare o nel negare? O conta invece solo Usai che non lo è paleografo? Che osa parlare per tutti? Conta solo il 'prefetto' Usai? Non ti sembra, a dir poco, arroganza, che un archeologo non epigrafista (e ancor meno paleografo) replichi su cose che non sa e che mastica da dilettante, con estrema fatica? Uno che si riempie la bocca di 'scienza' quando non è neppure consapevole che cura una disciplina che non è scientifica ma solo umanistica?



mercoledì 12 dicembre 2018

L’ITALIA E IL TERRORISMO


di Francu Pilloni

portamemoria-miguel.org
Oggi si parla nuovamente di fatti tragici di terrorismo, purtroppo.
Ho avuto la ventura di incontrare, giovedì scorso, una persona assai interessante che non è certamente un personaggio, dato che lavora presso un’azienda internazionale stanziata a Londra, che vende analisi politiche sui rischi per il capitale e per gli investimenti nei vari scenari mondiali.
Si chiama Efisio Sanna. Efisio come il nonno paterno, è nato nell’interland milanese in un paese dal nome che termina in -ate, forse Vergate, ma non sono sicuro, da padre sardo emigrato che ha lavorato in un’industria chimica, e da una madre friulana. Laureato in filosofia e psicologia sociale o del lavoro, vive e lavora nel Regno Unito.

lunedì 10 dicembre 2018

QUALE REGALINO PER NATALE?

DI GIGI SANNA




    Come molti amici sanno ogni anno siamo soliti fare il nostro regalino epigrafico. Forse vi ricorderete della Pietra di Barisardo, di quella di Terralba oppure del dattiloscritto di Pietro Lutzu o, se si vuole, della, ormai famosa, barchetta di Teti. Naturalmente il dono non è mio, perchè nessuno di quei documenti può ritenersi 'appartenere' al sottoscritto. Quello che si posta e di cui si dice è, quasi sempre, un dono di 'segnalazione' fattomi da degli amici, quello  che io a mia volta trasmetto tempestivamente a tutti facendo semplicemente da tramite.
    E lo trasmetto tanto più 'a coro in manu' quanto più ritengo possa essere importante per la ricerca scientifica. Cioè quanto più possa interessare gli studi sull'antico system di scrittura degli antichi sardi. Ma anche quanto più può risultare, a mio giudizio, bello, intrigante, originale sotto l'aspetto del valore simbolico, decorativo e fonetico.
    Questa volta penso che siamo di fronte ad un altro piccolo capolavoro. Anzi piccolissimo (v. foto). I segni (una decina) insistono su di un supporto di un cm2 e sono stati realizzati nel bronzo con la stessa precisa tecnica dell'osso di seppia, del piombo e del bronzo adoperata per i sigilli dei Giganti rinvenuti in Tzricotu di Cabras (1).
    Per saperne di più aspettiamo il giorno 23 Dicembre quando l'articolo, con i nostri auguri, sarà pubblicato in questo blog diretto da Sandro Angei. Sito che si avvia per quella data a toccare un Milione di ingressi.

1.http://maimoniblog.blogspot.com/2018/04/il-sigillo-a1-di-tzricotu-matrice-per.html



lunedì 3 dicembre 2018

PRUMISSAS ELETTORALIS


Francu Pilloni
Su primu Achilli fut istau, 
napulitanu a su rei devotu,
una crapitta scheccia s’hiat donau
sa cumpangia pustis de su votu.

Dinai in paperi in mesu trincau
atiri dd’hiat seminau apetotu:
un’arrogheddu innantis cunsinniau
e s’aturu a risultau connotu.

Hoi  nant ca faint gherra a sa finanza,
ma hanti postu in giru sa proposta
de unu redditu de cittadinanza.

Lauru s’hiat incungiau una battosta,
e custus, chi su dinai in cunfianza
ddu pinnicanta de busciacca nosta?

venerdì 30 novembre 2018

Il destino nel nome (o nel cognome)?


di Francu Pilloni


Risultato immagine per di maio
da Ilsole24ore.com
Nomen omen, si diceva a Roma tanti anni fa, vale a dire che il destino sta nel nome che porti, che il nome è presagio del tuo destino o anche un augurio per la vita. Così anche il cognome e, se ce l’hai, pure il soprannome.
Dio lo voglia o Dio ce ne scampi?

Per parlare di me – prima che sparli di altri - direi “Dio lo voglia” visto che Francu, Francesco, storicamente significa “libero da padroni” (vedi Villanovafranca, villaggio affrancatosi nella prima metà del XIX secolo dal barone di turno, gli Zapata se non ricordo male), mentre Pilloni in sardo genericamente indica un volatile e, se mi si concede, confesso che mi permetto spesso di volare, specialmente con la fantasia. Ho un secondo nome, Giuseppe dall'altro mio nonno, in ebraico “uno che crescerà” in cosa non so, a parte l’età, o forse “agli occhi del Signore” (Dio lo voglia!), ma lasciamo perdere, non mi illudo proprio. Nomen omen, dunque.

mercoledì 28 novembre 2018

Scrittura nuragica. Formidabile Pietro Lutzu! Da fargli un monumento.

di Gigi Sanna


  
   
  
      Nel suo manoscritto il documento di Tradori (Nuraghe presso Narbolia) non solo anticipa i dati alfabetici del 'protocananaico' (il system di scrittura in mix usato per quasi due millenni dai sardi) ma ci illumina sulla serie dei nomi reali (dei Giganti per intenderci) presenti nella documentazione scritta scoperta in questi due ultimi decenni. Infatti, nella lastra in basalto di Tradori è scritto 'YZYZ figlio di 'ALY figlio di ZZY.
    Y(a)ZYZ, come dimostra la scritta dell'archetto (v. fig.2) della chiesa di San Nicola di Trullas (Semestene) era il 'santo' nuragico, sostituito dal San Nicola cristiano, sicuramente un principe o un re, come erano re 'santi' GAYNY, LEPHISY, NGR, Y'AGU ed altri ancora.
   Nella scritta di San Nicola di Trullas di Semestene però YZIZ è detto figlio di ZZY e non di 'ALY. Come mai? Un errore? Forse sì perché, a mio parere, la scritta di Tradori è più arcaica (di qualche secolo prima) rispetto a quella di San Nicola di Trullas. In questa il nome del nonno di Y(a)zyz diventa quello del padre. Lo scriba lapicida, a distanza di tempo potrebbe aver dimenticato il nome di 'ALY e scritto il nome che ricordava, ovvero quello del nonno.

  
Fig.2. Ultima linea.  I nomi di YZYZ e ZZY 

 In ogni caso in Tradori abbiamo un nome in più, una piccola serie 'nobiliare' o forse 'regale' di nomi, cioè un secolo (almeno) di storia, purtroppo sconosciuta (ZZY > 'ALY > Y(a)Zyz), della Sardegna nuragica. Qualche mese fa a RAI Uno presentando i Giganti di Monte 'e Prama è stato detto che di essi nulla si sa perché i nuragici non hanno lasciato tracce di scrittura. Balla colossale. Oggi non solo sappiamo, attraverso i sigilli e le lapidi, alcuni dei loro nomi, ma sappiamo anche che erano i figli luminosi 'tori'  del toro celeste, intercessori e salvatori della gente comune a motivo della loro santità (della grandiosa metafora di questa santità, ovvero del significato delle statue dei Giganti 'guerrieri' in Monte 'e Prama, spero di poter parlare presto).

martedì 20 novembre 2018

Quando "CORBELLERIA" ti scoppia in mano...!

di Sandro Angei

Se ben ricordate, il 21 ottobre ho pubblicato un 👉articolo in risposta (e qui si capisce la definizione di “seconda parte” del titolo) allo scritto di uno stimato 👉archeoastronomo che, con baldanza e grado superiore di superiorità (scusate il bisticcio di parole), ha cercato di infirmare (?) la mia ipotesi ricostruttiva del tempietto aereo del pozzo di Santa Cristina.
  In verità, la mia è una ricostruzione virtuale tesa a salvare quel che si può della tesi di A. Lebeuf, non certamente per avanzare ipotesi da ritener vere in senso assoluto 1.

venerdì 16 novembre 2018

Allai. Ancora sui documenti ‘etruschi’ ritenuti (a torto) opera di falsari. Le divinità TIN e UNI, la scrittura numerologica e il mix linguistico.


di Gigi Sanna



 Sui documenti di Allai, ritenuti dei falsi, ci siamo espressi più volte già da di dieci anni e più (1) spiegando perché essi non possono essere considerati tali. Nessuno, proprio nessuno, agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso, poteva inventarsi forme e contenuti di scrittura che si è iniziato a capire solo  da pochissimi (2) anni.

mercoledì 7 novembre 2018

Il 12° anello al solstizio d'estate nel pozzo di Santa Cristina


21 aprile e 21 giugno
e l'anello di congiunzione




solstizio d'estate 2016

16. Il solstizio d'estate nel pozzo di Santa Cristina

L'evento che qui descriviamo a nostro giudizio è parte integrale di un rito che aveva inizio il 21 di aprile, aveva il suo culmine il 21 di giugno e terminava il 21 di agosto. Possiamo affermare questo sulla base delle evidenze architettoniche, che suggeriscono una continuità rituale nel momento in cui il concio α accoglie, rimarcato dal concio β, due diverse ierofanie a cadenza bimestrale (Fig.55).1

venerdì 2 novembre 2018

Sabato 3 novembre 2018 CONVEGNO A CAGLIARI



Riprendiamo il testo pubblicato nella pagina Facebook di Nurnet https://www.facebook.com/search/str/nurnet/stories-keyword/stories-public
per informare i nostri lettori sull'evento che si svolgerà domani 3 novembre.

La negazione dell’esistenza di una scrittura nuragica è un tema che si affronterà Sabato prossimo, 3 novembre 2018, alle 18 nel corso dell’incontro organizzato dalla nostra fondazione Nurnet nei locali della concessionaria Acentro di Cagliari (Via Calamattia 2) dove è tra l’altro ospitata la mostra sulla “Civiltà Sarda”. Al convegno parteciperà il professor Luigi Amedeo (Gigi) Sanna, notissimo epigrafista e massimo esperto della materia e il dottor Francesco Masia, che presenterà il suo libro “Scrittura Nuragica? Storia, problemi e considerazioni” (Ed. Condaghes 2017).

Nota a margine di un recente articolo di Sandro Angei. Santa Cristina di Paulilatino: nessuna santa martirizzata ma solo una antichissima 'funtana' nuragica del tutto singolare per concezione. Quella sì davvero 'santa'.


 

di G. Sanna

 
 La chiesetta medioevale di Santa Cristina
La chiesetta campestre di Santa Cristina di Paulilatino fu costruita, con ogni probabilità nel XII secolo dai Camaldolesi ma è probabile che le origini di essa fossero bizantine (1). La venerazione per questa santa, anzi santissima stando al terribile martirio (2), non trova però, stranamente, luogo nel resto della Sardegna   se si esclude la Santa Cristina di Bonarcado costruita per compensazione e ad imitazione di quella paulese (3). Il martirologio romano e quello geronimiano danno notizie quanto mai diverse e contrastanti sulla nascita e sulla morte della santa facendo pensare che in realtà la santa italica o fenicia sia una santa farlocca, andando ad accrescere così quella sarda la schiera dei santi isolani inesistenti oppure presi in prestito dai ‘santi’ nuragici (4). La leggenda della vergine orrendamente seviziata più volte e gettata in un lago o addirittura, nella versione sarda popolare, nel pozzo che prenderebbe nome dalla ‘santa’, è indizio che la devozione ‘ab antiquo’ fosse ben altra e che riguardasse sì il pozzo sacro attiguo alla chiesetta medioevale ma nessuna vergine martirizzata.

lunedì 29 ottobre 2018

Luce, acqua e olio nel pozzo di Santa Cristina per un raccolto copioso


Particolari costruttivi a confronto
inquadramento cultuale e culturale del 21 aprile
il toponimo e le sue implicazioni cultuali
di Sandro Angei


21 di aprile 2018


11. Monumenti diversi, caratteristiche diverse, orientamenti diversi. Concetto di base sempre lo stesso
Dal punto di vista tecnico nel pozzo sacro di Santa Cristina si ripresentano i particolari che, a quanto pare, contraddistinsero l'architettura luminosa in età nuragica. La ierofania di luce è costruita con elementi architettonici fisicamente disgiunti tra loro, distanti anche svariati metri l'uno dall'altro1, che in modo “miracoloso” concretizzano una immagine e la veicolano in un determinato modo2. La ierofania nel caso del nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu indica un luogo ben preciso legato all'evento: l'altare3; nel caso della porta riturale di Murru mannu in Tharros indica la data rituale direttamente con la dimensione della ierofania: il triangolo equilatero4; nel caso del pozzo di Sant'Anastasia di Sardara la duplice ierofania si manifestava con ogni probabilità sulla parete del tempieto superiore e contemporaneamente nel bacile. 

giovedì 25 ottobre 2018

Scrittura nuragica: Cossoine. Un frammento di terracotta del Nuraghe Addanas con una voce rarissima del Vecchio Testamento:עליל.Due linee con lettura retrograda del (solito) ‘protocananaico’ sardo. La (solita) numerologia.

di Gigi Sanna   
  
    Ancora un documento di scrittura nuragica. Ancora le rovine dei monumenti, talora piccoli fabbricati, restituiscono attestati dell’antica originale scrittura ‘lineare’ dei sardi dell’età del bronzo finale e del primo ferro. Ancora un documento di natura prettamente religiosa e non laica. Ancora sono magia e sacralità il fine ultimo della scrittura. Ancora compaiono il calcolato mix del system e l’oscurità (il rebus), annunciata questa dall’obliquità delle linee. Ancora pittogrammi, ideogrammi, lettere acrofoniche, agglutinamenti, polisemia, variationes, lessico semitico aulico, numerologia. Insomma, ancora e sempre il modus scribendi della ‘griglia di Sassari’. Pertanto  il negare ad oltranza l’innegabile non solo è puerile e ridicolo ma è dannoso per quella scienza che solo a parole si dice di voler tutelare. I paradigmi ‘archeologici’, fondati per altro su di una scienza umanistica e non esatta, quando necessario, cioè quando lo impongono i numerosi dati empirici, vanno subito abbattuti perché costituiscono una remora per la conoscenza storica. Infatti, oggi ‘sapere’ di Sardegna arcaica, della storia ‘vera’ di quest’isola (ma anche del Mediterraneo intero),  vuol dire, soprattutto, affidarsi alla lettura, difficile ma non impossibile, della documentazione diretta. Di giorno in giorno sempre più cospicua. Sempre più intrigante.     

                                                 

               
Fig. 1                                                                                                                   Fig. 2

   

domenica 21 ottobre 2018

Monte Baranta e la corbelleria al cubo - seconda parte


di Sandro Angei


Qualche giorno fa l'amico Stefano Sanna ha condiviso sulla sua pagina facebook, “La sfinge del Sinis”, l'articolo comparso su questo blog il 20 giugno 2016 dal titolo “Monte Baranta”.
Il giorno dopo un nostro lettore mi ha inviato per via privata una mail dove lamenta il mancato riconoscimento ad altri autori della ipotesi sulla natura religiosa e sacra di quel sito e delle peculiarità archeoastronomiche del recinto “ellittico”, nonché del recinto-torre. Così facendo, secondo lui, abbiamo omesso dei particolari importantissimi esposti in quel saggio.

giovedì 18 ottobre 2018

SCRITTURA NURAGICA. SENSAZIONALE. RINVENUTO IL MANOSCRITTO DI PIETRO LUTZU SULLA DOCUMENTAZIONE SCRITTA NURAGICA OVVERO SULLA RICERCA DA LUI ATTUATA AGLI INIZI DEL NOVECENTO

di Gigi Sanna

Attenzione! Non si tratta più del ‘semplice’ dattiloscritto, ovvero l’articolo che il Lutzu inviò alla rivista Archivio Storico Sardo (tra gli anni 15 -20 del secolo scorso), ma di un manoscritto dove si prendono le mosse per una ricerca, con appositi eventuali ‘saggi di scrittura preistorica’, sulla documentazione  riguardante la scrittura nuragica. Ho detto (e non mi stancherò mai di ripeterlo) che Pietro Lutzu è stato il pioniere della ricerca di detta scrittura in modo -diciamo così -‘sistematico’. Non volle, per umiltà (lo scrive in una lettera al Taramelli) entrare mai nel merito della scrittura (che lasciava ai 'dotti'), e si propose solo il fine di procurare la documentazione sufficiente per poter dire che i sardi preistorici facevano 'abbondantemente' uso della scrittura.
Ma del manoscritto si parlerà più avanti nel tempo con un apposito articolo. Per il momento sento il dovere di ringraziare pubblicamente, anche a nome dei nostri lettori ‘amici’ (compreso il nostro scalcinato dipartimento di 'dilettanti'), la signora Antonella che prontamente ci ha messo a disposizione l’opera ‘prima’ del nonno. Un’opera fondamentale, davvero storica, come ognuno facilmente comprende.

In anteprima per i lettori del blog le prime tre pp. del manoscritto (la prima è la copertina del fascicolo che avrebbe dovuto contenere i vari 'saggi' che l'autore aveva in mente di scrivere con il proseguire della ricerca)

   

sabato 13 ottobre 2018

Ierofanie nel pozzo di Santa Cristina


La ierofania del 21 di aprile

di Sandro Angei



 21 aprile, 15 minuti prima dell'evento
di Sandro Angei

6. L'evento ierofanico
   Nel pozzo sacro di Santa Cristina si ripete due volte l'anno il “miracolo della risurrezione1. I giorni attorno al 21 di aprile e di conseguenza anche il 21 di agosto2, avviene lo stesso “miracolo” che avveniva nel pozzo sacro di Sant'Anastasia di Sardara3.

mercoledì 10 ottobre 2018

Le geometrie del pozzo di Santa Cristina


Le misure, i numeri,
i cerchi, il glandoide, il segno del culto  dell'acqua

di Sandro Angei

Salvador Dalì - L'aurora
   Ho scelto "L'aurora" di Salvador Dalì, quale immagine iniziale, perché nel suo insieme ritroviamo nel dipinto surrealista tutti gli elementi primordiali della vita nascostamente enfatizzati nel pozzo di Santa Cristina. L'unica differenza (a parer mio) sta nel diverso significato da attribure alla figura geometrica ovoidale che nel nostro sito non evoca l'uovo ma un elemento legato alla taurinicità androide della divinità solare.

2. Alcune misure e alcuni numeri
Il pozzo di Santa Cristina è orientato in modo che la direzione

domenica 7 ottobre 2018

21 aprile al pozzo sacro di Santa Cristina 1

Antefatti,
quel che si sa del monumento,
studi effettuati ed obiezioni
di Sandro Angei



Fig.1
Sommario
Il presente saggio intende dimostrare che il pozzo di Santa Cristina fu costruito per celebrare un rito legato ad una data ben precisa: il 21 di aprile.
Cercheremo di dimostrare che questo pozzo sacro fa parte di una categoria di templi dedicati ad un medesimo rito e lo faremo comparando il monumento ad altri edifici già studiati e documentati.
Cercheremo, tramite la ricerca bibliografica, di inquadrare la data del 21 di aprile.
Saremo possibilisti (in parte e con riserva) verso la tesi del Prof. A. Lebeuf sul carattere lunare del tempio1; al riguardo ipotizzeremo la possibilità di celebrare il rito lunare similmente a quelli solari nel medesimo edificio.
Avanzeremo una chiave di lettura del toponimo, che a nostro giudizio è legato al rito che si celebrava in età nuragica in quel pozzo sacro.
Avanzeremo una “lettura” del recinto che circonda il pozzo sacro... e altro ancora.

venerdì 5 ottobre 2018

CATTIVE POESIE


di Francu Pilloni



Questa mattina mi sono svegliato a metà e non riuscivo a decidere se alzarmi o continuare a dormire.
Data l’età e la condizione (sono pensionato), potevo scegliere di andare o di restare, senza complicarmi la giornata. Invece sono rimasto a mezzo guado: mi sono seduto sul letto (indizio indiscutibile della volontà di alzarmi) e mi sono riaddormentato da seduto, in precario equilibrio.

mercoledì 3 ottobre 2018

La ‘scritta’ della ‘domus de Jana’ di Korongiu di Pimentel: doppia forza, doppio sostegno, doppia stabilità. Parte forse dal neolitico - eneolitico sardo l’ideologia della rinascita ad opera del ‘doppio’, ovvero della coppia celeste luna-sole? Partono da quel periodo in Sardegna la scrittura ideografico - numerica e i segni convenzionali?


Fig. 1
Fig. 2. Segni trascritti (Lilliu p. 135)
 Le cosiddette domus de janas sarde ci ha hanno lasciato disegnati o scolpiti, come si sa, non pochi segni  relativi  alla ideologia della morte e dell’aldilà (1). Spirali, bipenni , motivi ondulati e  motivi detti a zig - zag, motivi ad ‘U’ semplici o reiterati, motivi

giovedì 27 settembre 2018

Santu doxi, Santu Jaku, Sant'Ephisi, Santu Gaini, Santu Bachisiu, Santu Antine. SECONDA PARTE

Eh Santu Giorre?!
di Sandro Angei

prima parte


יאר יאר
fiume sacro lucente


 L'ultima tessera del puzzle è stata trovata, quella di San Giorgio non si adattava alle altre

   Abbiamo considerato GIORRE di Allai, quale appellativo dedicato ad uno specifico rito propiziatorio dell'acqua e della luce, diventato, forse, nome proprio di persona.

 Dall'elenco non esaustivo di A. Rubattu abbiamo appreso anche che il nome in alcuni casi è insignito del titolo di santità.
   Il santo in questione: Santu Giorzi e tutte le sue varianti, potrebbe, però, non essere di ascendenza cattolica. 

martedì 18 settembre 2018

Cerchi, ovali e ovoidi…


o forse glandoidi! 
di Sandro Angei

- vedi prima parte

 
Questa è l'immagine planimetrica didascalica che normalmente è offerta al pubblico


Avvertenza
   Se il nostro lettore ritiene che l'immagine qui sopra riportata sia mostrata nel verso corretto, è meglio non continui a leggere, né osservi le immagini che seguiranno.

mercoledì 12 settembre 2018

Immagini di poesia


Oristán
è immagine di un volto
rischiarato e ovale, penetrato
dal maestrale che s’insinua
a spirale oltre un golfo
che s’apre al mondo
con istinto sommesso
e quel velo opaco ch’è il Tirso,
fiume educato e dall’intonato canto!

Dal monte Arci pensiero medievale
scavalca intrecci di rime
oltre il Campidano ch’è vasta pianura
come l’abbraccio e un luccicare
di quel bacio estivo, sulle labbra di Oristano
città dalle tiepide gesta e un amore
che odora di sentiero!


Fabio Strinati

sabato 8 settembre 2018

Santu doxi, Santu Jaku, Sant'Ephisi, Santu Baingiu, Santu Bachisiu, Santu Antine. PRIMA PARTE

Eh Santu Giorre?! 

di Sandro Angei


Sommario
   Il presente saggio vuol far luce sulla parte meno studiata della lastra funeraria di Allai; ossia quelle tre righe di scrittura in caratteri latini: GIORRE VTV VRRIDV.
   Indagheremo nel lontano passato alla ricerca di indizi, se non prove, che legano la Sardegna ad Ugarit attraverso il Vecchio Testamento, assemblando i pezzi di un puzzle sparsi per ogni dove nello sterminato oceano di studi e pubblicazioni. Cercheremo di dare un significato a tutti e tre i lemmi attraverso la comparazione lessicale, attingendo a studi di carattere accademico, consci del fatto che la civiltà nuragica, attraverso il culto della luce e dell'acqua, venerava un dio potente, fallico, taurino e solare al contempo, al quale si chiedeva l'acqua. Cercheremo indizi nei toponimi, benché ciò possa essere pericolosamente fuorviante; ma l''opportunità di ricucire un pezzo di storia sarda è troppo grande per lasciar fluire nel silenzio della dimenticata memoria tutti i dati che verranno esposti.
***
   A volte il fato, quello che alcuni negano e io tra quelli, sistema gli avvenimenti in modo strano. All'inizio programmi di disporre le cose e gli eventi in un certo modo, convinto di poterli controllare e inanellare nel modo corretto, ma quando un agente di disturbo si inserisce nel meccanismo, lasci perdere il programma stabilito e bruci le tappe; e ciò che pensavi di mettere dopo, lo metti avanti e viceversa; ma il bello, che poi è ciò che stupisce, è che ti rendi conto che sia giusto che i primi “preventivati” eventi siano lasciati "in ultimo", benché nella tua mente pensassi di disporre tutto per benino, incominciando da lontano (forse troppo lontano) per cercare di capire se Giorre di Allai e Giorrè di Florinas siano due calzini spaiati o gemelli.