di Gigi Sanna
MPZ
è un fiore petaloso o un baubaulosky? O magari un carciofo spinoso? O un’ortica
gigante? O un cactus vero e proprio?
Sono ormai gli interrogativi pressanti della scienza epistemologica sulla
natura degli uomini.
Tutti sappiamo cos’è un carciofo, un’ortica, un cactus e persino
l’aggettivo ‘petaloso’, grazie all’Accademia della Crusca italiana che spiega,
con dolcissimo paternalismo d’altri tempi (ma bai a marrai cupeta!), l’acqua
calda e cioè che un vocabolo entra nell’uso se la collettività dei parlanti,
col tempo, lo adotta. Matteo e maestra ringraziano.
Ma non tutti sanno ancora però, tranne
forse l’esperto fantasioso Matteo, cos’è mai un baubaulosky nonostante in
Sardegna sia entrato da tempo nel parlare comune in sardo, dal momento che
l’Accademia de su Furfure/i con base linguistica de Mesania è stata costretta
ad adottarlo. Neppure l’Accademia della Crusca italica lo sa, o meglio, finge
di non saperlo, perché, si sa, odia la concorrenza autonomistica. ‘Quella voce
non c’è perché le voci nazionali le benediciamo noi! Baubalosky non esiste!’ E
invece sì! Per i pochi che ancora non avessero contezza della storia del termine e del significato, sappiano che
la parola ha ormai decenni di uso. E’ invenzione di un tale di Curcuris che,
innamorato dei suoi cani, della musica nordica e della lingua polacca, da fine
romanziere e linguista qual’ è, coniò il termine ‘baubalosky’, inserendolo in
un suo notissimo romanzo intitolato ‘S’isula de is canis’ (l’Isola dei Cani).
Ora, lasciando perdere l’incipit dell’isola dei cani circondata da… ‘cani
pesci’, che è una freddura che gli perdoniamo perché di essa è ben consapevole l’autore, baubalosky
invece è una perla o un diamante grosso quanto una noce, perché parola con
doppia sonorità onomatopeica, leggiadra per eufonia, saggiamente calibrata per
estensione, con mix impareggiabile per sapore musicale locale e universale
assieme. Cioè voce di chiara nobiltà linguistica. Da parola dell’Accademia
Sarda de sa Furfure, appunto.
Baubalosky
nella vita dell’isola (del romanzo) è
quello che si chiama un cane ‘rompi’.
E’ inutile bestiola, un po’ molto (forse moltissimo) stupida e abbaia, abbaia,
abbaia. ‘Rompi’ di giorno ma anche e soprattutto di notte. Colpevole soprattutto la luna. Allorquando ci sono i
lunistizi l’abbaiare è tanto ‘melodioso’ che segue d’obbligo una vera e propria
sinfonia canina. E allora si destano e ascoltano, affascinati, i cani uomini
dell’Isola .
Il
significato di baubalosky però, come quello di tutte le parole fortunate, è
pregnante e diventa quello di ‘ non finirla più’, ‘essere
inopportuni’,‘molestare’,‘disturbare’,‘annoiare di continuo’,‘ciarlare
ininterrottamente’, ‘intronare’,
‘essere maleducato’, ecc. ecc.
Nel
campidano baubaulosky è d’uso corrente e lo si sente di continuo:
-
Sa pobidda
a su pobiddu: ‘Ma ois andai a marrai ca oi sesi totu unu baubaulosky!’ (La
moglie al marito: ma perché non vai a zappare, chè oggi non fai altro che
infastidirmi).
-
Asi biu a
Filomena e a Candida in pratza de su lavatoiu? Oiamomia, sa bucca a
baubauloskis! (Hai visto Filomena e Candida nella piazza del lavatoio! Gesù
Maria, che abbaiarsi addosso!)
-
Dus
connosceus de diora a Efisinu e a Balloi! baubalosky s’unu e baubaulosky
s’atru! (Li conosciamo da tempo Efisinu e Balloi: rompiscatole l’uno e
rompiscatole l’altro!).
-
Eis intendiu is cantzonis de San Remo de occannu? Unu prantu! Una bregungia totu cussu
baubauloskimini (Avete sentito le canzoni di San Remo di quest’anno? Una
vergogna tutta quella ripetitività chiassosa!).
-
Cussu
Rentzi pallosu abaubauloskat e abauabauloskat. Po de badas. Ca sa Merkel ndi
tenit de crapittas poi is canixeddus! (Quel Renzi lì sbruffone abbia e abbaia.
Inutilmente. Perché ne ha di scarpe la Merkel
per i cagnolini fastidiosi!)
-
Non as a
ponni menti a cussu baubaulosky? (Non accetterai le chiacchiere di quel
ciarlatano?)
-
Oi filla
mia est torrada a domu a dolori ‘e conca. Ca at tentu po cincu oras su prof.
Baubaulosky (Oggi mia figlia ‘e ritornata a casa con il mal di testa. Perché
per cinque ore ha fatto lezione il prof. ‘Nonlasmettepiù’).
-
Ita tenis
oi, chi sesi totu abaubauloscau? (cos’hai oggi che sei rincoglionito?)
-
Filla mia,
non ti pongias cun cussu baubaulosky! (Figlia mia, non metterti con quel
continuo maleducato)
Ma la voce, da quanto vedo e sento, si è diffusa anche nel cosiddetto capo di
sopra:
-
A lui ides
a su guvernadore nostru cun sos famados ‘master’! Ohi, ohi. Ite Baubaulosky
mannu! Sos fizos nostros andant e non torrant! (Hai imparato a conoscere il
nostro governatore e i suoi famosi master? Ohi, ohi che gran chiacchierone! I nostri figli partono e non tornano
più!)
-
A unu maccu
chi abaubauloscat urigas surdas! (A un matto che abbaia continuamente e
fastidiosamente non porgere orecchio).
-
Sa fiza est
comente sa mama. Sempere istorronande e a baubauloskis po tottu (La figlia è
come la madre. Sempre stordisce ed è un
abbaiare continuo per ogni cosa!)
-
Sos mannos
e potentes istant a sa muda, sos piticherreddeddos abaubauloscant po de badas (
I grandi e potenti stanno zitti, i piccolissimi e poveracci insistono
nell’abbaiare inutilmente!)
-
Si ‘ides
chi est a baubaualoskis lassadd’istare (Se noti che sta sproloquiando, lascialo
perdere!).
-
Fuo
cassande e tottinduna sos canes fuint totus a baubauloskis. Ma leperes o
perdighes no in logu (Ero a caccia quando all’improvviso i cani si misero tutti
ad abbaiare con ostinazione. Ma di lepri o pernici neanche l’ombra!).
-
In sa tanca
fuint gherrande a cavana e fintzas attesu s’intendiat su mannu baubaulosky
(Nella tanca bisticciavano armati di roncola e anche di lontano si sentivamo
grida minacciose ripetute).
-
Si
nd’accatant totus si sa ghia de unu Blog est unu baubaulosky (Se ne accorgono
subito se l’amministratore di un Blog è un cane stolto che abbaia alla luna!)
Ora, dato quest’uso ormai robusto e consolidato, non sarà il caso di
usare il vocabolo per MPZ? Nell’isola dove impazza il principe di tanti cani e cagnetti inutili e cocciuti che
abbaiano alla luna e sono sotto influsso costante di essa, non sarà opportuno
il ricorso del ‘di ponni cantzoni’ al
personaggio? Per me l’antonomasia e il nomignolo assieme potrebbero andar bene. Ci permettono di essere
bonariamente espressivi e di poter sintetizzare di volta in volta. Sì, d’ora in
poi chiameremo il sovrano dell’abbaiare inutile, stonato, maleducato,
indecente, bugiardo, codardo, ecc. ecc. con un neologismo accettato dal popolo
sardo e, con bollo definitivo, dalla
accademia isolana. Lo chiameremo BAUBAULOSKY. Così nel vocabolario del Puddu
troveremo alla voce ‘baubalosky’: Neologismu. Nominzu yau a unu bette ‘e
barrosu malu e limbudu, naschiu in …