venerdì 30 novembre 2018

Il destino nel nome (o nel cognome)?


di Francu Pilloni


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da Ilsole24ore.com
Nomen omen, si diceva a Roma tanti anni fa, vale a dire che il destino sta nel nome che porti, che il nome è presagio del tuo destino o anche un augurio per la vita. Così anche il cognome e, se ce l’hai, pure il soprannome.
Dio lo voglia o Dio ce ne scampi?

Per parlare di me – prima che sparli di altri - direi “Dio lo voglia” visto che Francu, Francesco, storicamente significa “libero da padroni” (vedi Villanovafranca, villaggio affrancatosi nella prima metà del XIX secolo dal barone di turno, gli Zapata se non ricordo male), mentre Pilloni in sardo genericamente indica un volatile e, se mi si concede, confesso che mi permetto spesso di volare, specialmente con la fantasia. Ho un secondo nome, Giuseppe dall'altro mio nonno, in ebraico “uno che crescerà” in cosa non so, a parte l’età, o forse “agli occhi del Signore” (Dio lo voglia!), ma lasciamo perdere, non mi illudo proprio. Nomen omen, dunque.

mercoledì 28 novembre 2018

Scrittura nuragica. Formidabile Pietro Lutzu! Da fargli un monumento.

di Gigi Sanna


  
   
  
      Nel suo manoscritto il documento di Tradori (Nuraghe presso Narbolia) non solo anticipa i dati alfabetici del 'protocananaico' (il system di scrittura in mix usato per quasi due millenni dai sardi) ma ci illumina sulla serie dei nomi reali (dei Giganti per intenderci) presenti nella documentazione scritta scoperta in questi due ultimi decenni. Infatti, nella lastra in basalto di Tradori è scritto 'YZYZ figlio di 'ALY figlio di ZZY.
    Y(a)ZYZ, come dimostra la scritta dell'archetto (v. fig.2) della chiesa di San Nicola di Trullas (Semestene) era il 'santo' nuragico, sostituito dal San Nicola cristiano, sicuramente un principe o un re, come erano re 'santi' GAYNY, LEPHISY, NGR, Y'AGU ed altri ancora.
   Nella scritta di San Nicola di Trullas di Semestene però YZIZ è detto figlio di ZZY e non di 'ALY. Come mai? Un errore? Forse sì perché, a mio parere, la scritta di Tradori è più arcaica (di qualche secolo prima) rispetto a quella di San Nicola di Trullas. In questa il nome del nonno di Y(a)zyz diventa quello del padre. Lo scriba lapicida, a distanza di tempo potrebbe aver dimenticato il nome di 'ALY e scritto il nome che ricordava, ovvero quello del nonno.

  
Fig.2. Ultima linea.  I nomi di YZYZ e ZZY 

 In ogni caso in Tradori abbiamo un nome in più, una piccola serie 'nobiliare' o forse 'regale' di nomi, cioè un secolo (almeno) di storia, purtroppo sconosciuta (ZZY > 'ALY > Y(a)Zyz), della Sardegna nuragica. Qualche mese fa a RAI Uno presentando i Giganti di Monte 'e Prama è stato detto che di essi nulla si sa perché i nuragici non hanno lasciato tracce di scrittura. Balla colossale. Oggi non solo sappiamo, attraverso i sigilli e le lapidi, alcuni dei loro nomi, ma sappiamo anche che erano i figli luminosi 'tori'  del toro celeste, intercessori e salvatori della gente comune a motivo della loro santità (della grandiosa metafora di questa santità, ovvero del significato delle statue dei Giganti 'guerrieri' in Monte 'e Prama, spero di poter parlare presto).

martedì 20 novembre 2018

Quando "CORBELLERIA" ti scoppia in mano...!

di Sandro Angei

Se ben ricordate, il 21 ottobre ho pubblicato un 👉articolo in risposta (e qui si capisce la definizione di “seconda parte” del titolo) allo scritto di uno stimato 👉archeoastronomo che, con baldanza e grado superiore di superiorità (scusate il bisticcio di parole), ha cercato di infirmare (?) la mia ipotesi ricostruttiva del tempietto aereo del pozzo di Santa Cristina.
  In verità, la mia è una ricostruzione virtuale tesa a salvare quel che si può della tesi di A. Lebeuf, non certamente per avanzare ipotesi da ritener vere in senso assoluto 1.

venerdì 16 novembre 2018

Allai. Ancora sui documenti ‘etruschi’ ritenuti (a torto) opera di falsari. Le divinità TIN e UNI, la scrittura numerologica e il mix linguistico.


di Gigi Sanna



 Sui documenti di Allai, ritenuti dei falsi, ci siamo espressi più volte già da di dieci anni e più (1) spiegando perché essi non possono essere considerati tali. Nessuno, proprio nessuno, agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso, poteva inventarsi forme e contenuti di scrittura che si è iniziato a capire solo  da pochissimi (2) anni.

mercoledì 7 novembre 2018

Il 12° anello al solstizio d'estate nel pozzo di Santa Cristina


21 aprile e 21 giugno
e l'anello di congiunzione




solstizio d'estate 2016

16. Il solstizio d'estate nel pozzo di Santa Cristina

L'evento che qui descriviamo a nostro giudizio è parte integrale di un rito che aveva inizio il 21 di aprile, aveva il suo culmine il 21 di giugno e terminava il 21 di agosto. Possiamo affermare questo sulla base delle evidenze architettoniche, che suggeriscono una continuità rituale nel momento in cui il concio α accoglie, rimarcato dal concio β, due diverse ierofanie a cadenza bimestrale (Fig.55).1

venerdì 2 novembre 2018

Sabato 3 novembre 2018 CONVEGNO A CAGLIARI



Riprendiamo il testo pubblicato nella pagina Facebook di Nurnet https://www.facebook.com/search/str/nurnet/stories-keyword/stories-public
per informare i nostri lettori sull'evento che si svolgerà domani 3 novembre.

La negazione dell’esistenza di una scrittura nuragica è un tema che si affronterà Sabato prossimo, 3 novembre 2018, alle 18 nel corso dell’incontro organizzato dalla nostra fondazione Nurnet nei locali della concessionaria Acentro di Cagliari (Via Calamattia 2) dove è tra l’altro ospitata la mostra sulla “Civiltà Sarda”. Al convegno parteciperà il professor Luigi Amedeo (Gigi) Sanna, notissimo epigrafista e massimo esperto della materia e il dottor Francesco Masia, che presenterà il suo libro “Scrittura Nuragica? Storia, problemi e considerazioni” (Ed. Condaghes 2017).

Nota a margine di un recente articolo di Sandro Angei. Santa Cristina di Paulilatino: nessuna santa martirizzata ma solo una antichissima 'funtana' nuragica del tutto singolare per concezione. Quella sì davvero 'santa'.


 

di G. Sanna

 
 La chiesetta medioevale di Santa Cristina
La chiesetta campestre di Santa Cristina di Paulilatino fu costruita, con ogni probabilità nel XII secolo dai Camaldolesi ma è probabile che le origini di essa fossero bizantine (1). La venerazione per questa santa, anzi santissima stando al terribile martirio (2), non trova però, stranamente, luogo nel resto della Sardegna   se si esclude la Santa Cristina di Bonarcado costruita per compensazione e ad imitazione di quella paulese (3). Il martirologio romano e quello geronimiano danno notizie quanto mai diverse e contrastanti sulla nascita e sulla morte della santa facendo pensare che in realtà la santa italica o fenicia sia una santa farlocca, andando ad accrescere così quella sarda la schiera dei santi isolani inesistenti oppure presi in prestito dai ‘santi’ nuragici (4). La leggenda della vergine orrendamente seviziata più volte e gettata in un lago o addirittura, nella versione sarda popolare, nel pozzo che prenderebbe nome dalla ‘santa’, è indizio che la devozione ‘ab antiquo’ fosse ben altra e che riguardasse sì il pozzo sacro attiguo alla chiesetta medioevale ma nessuna vergine martirizzata.