sabato 19 giugno 2021

Il mòdano di San Giorgio in Sinnis - l'importanza del senso di lettura.

 


di Sandro Angei

   L'immagine su riportata è tratta dal saggio degli archeologi Barbara Panico e Pier Giorgio Spanu: "San Giorgio di Sinis . I materiali metallici". [1]

   Il reperto è giunto alla mia attenzione nel momento in cui, riprendendo il discorso sull'ormai famoso sigillo di Tzricotu, del quale il Dr. P.B. Serra diede una connotazione Bizantina e per tanto da inquadrare in periodo altomedievale, mi accingevo a correggere una mia colpevole svista nel saggio che nel 2018 pubblicai in questo blog che scrissi per confutare la tesi del Dr. Serra circa la natura del reperto.


   Quello che qui ci accingiamo a trattare non è la funzione del

venerdì 11 giugno 2021

Una precisazione sul saggio di Tzricotu

di Sandro Angei

 Su Facebook da qualche tempo è rinvigorito il tema circa i sigilli di Tzricotu; tant'è che cercando sul web una pubblicazione che a suo tempo usai per il saggio, mi sono imbattuto in un testo dove è ritratto il famoso puntale preso quale esempio da P.B. Serra per dimostrare che quello di Tzricotu non è un reperto di epoca nuragica ma altomedievale.

L'immagine è tratta dal saggio della Dr. Marilena Casirani - Un puntale di cintura Longobardo da Camisano (Fig.1).

 In quel saggio la Dr. Casirani  pubblica l'immagine, descrive il puntale da Castel Trosino e

domenica 6 giugno 2021

Il mito dei misofallici.


di Sandro Angei

    E' sconcertante l'avversione mostrata da taluni soggetti rappresentanti l'autorità accademica circa la descrizione e/o lo studio di particolari reperti archeologici mostranti gli organi genitali; e questo perché un certo "credo" impegnato nel sollecitare uno stile di vita  casto nello spirito quanto nel corpo, nei secoli ha di fatto aborrito tutto ciò che ruota attorno al sesso, rifacendosi al pensiero di Sant'Agostino. Pensiero largamente frainteso, e forse volutamente, di un sant'uomo che voleva per lui quel che altri hanno inteso fosse da allargare all'intera comunità. In un tale clima, ciò che "l'asceta" ripudiava quale veicolo della tentazione satanica, veniva e viene preso, ancor oggi in modo bigotto, quale esempio integerrimo da seguire dall'intera comunità; per tanto tutto ciò che comportava la tentazione della carne era, ed è ancor oggi, visto da taluni come