mercoledì 29 aprile 2020

SCRITTURA NURAGICA. LA 'SADE' DELLA VERGOGNA.

Il SEGNO DELLA VERGOGNA ACCADEMICA SARDA IN CAMPO PALEOGRAFICO. NEANCHE DI FRONTE A DELLE RARITA', OVVERO A DELLE PERLE, NEL CAMPO DELLA SCRITTURE ANTICHE CI SI SCOMPONE! LA 'SADE' DEL DIADEMA DELLA SANTITA' E DEL SIGILLO (SCARABOIDE) DI SANT'IMBENIA: SOLO SPAZZATURA.
di gigi sanna 

Abbiamo detto in un post della nostra pagina di  facebook  che Giovanni Lilliu quando esaminò il bronzetto cosiddetto 'musico e ballerino' vide, con ogni probabilità, i segni della 'piastra della santità', cioè la 'sade', la ''ayin' e la 'nun', ma preferì non parlarne. Purtroppo. 
  Descrisse magistralmente, se si vuole anche con pignoleria estrema, il manufatto bronzeo ma glissò sui segni della scrittura. Segni per altro noti sul piano fonetico perché facenti parte della tipologia del system del cosiddetto 'protocananaico'. 
  Il segno più importante dei tre è senza dubbio la 'sade' che si trova in quella precisissima forma solo nella scrittura delle punte di freccia, cioè una scrittura tra il 'protocananaico' e il fenicio arcaico che gli studiosi fanno risalire in genere al XII -X secolo a.C. (Attardo E., 2007, Utilità della paleografia per lo studio, la classificazione e la datazione di iscrizioni semitiche in scrittura lineare, Padova, pp. 180 - 188 ). Più precisamente si trova nella punta di freccia di Gerba'al datata XI secolo a.C.  

La cosa curiosa è che lo stesso preciso segno si trova nel sigillo scaraboide di Sant'Imbenia di Alghero, il povero sigillo fittile nuragico (v. figg. segg.) che un archeologo non epigrafista, in modo assai ridicolo, giudicò scritto sì dai nuragici che però 'imitavano', senza capirci nulla di scrittura, l'alfabeto fenicio. Lapalissiano, no? 



Quindi nella 'collezione' siro -palesinese il segno particolare (in quella particolare forma) si trova una volta sola, nella collezione o corpus di iscrizioni sarde  due volte. Perché qualcuno non possa obiettare circa l'orientamento della lettera del bronzetto si fa presente che essa è incisa 'come in un sigillo', cioè al contrario. Proprio come yhwh aveva prescritto a Mosè (Esodo, 28, 36) per il 'diadema della santità' di Aaronne. 
    Di fronte a tale particolarità formale, alla segnica di tipologia semitica d'eccezione della fine dell'età del bronzo, che ti fa l'archeologia ufficiale? Quello che fa di norma  in Sardegna: tace. Tace ad oltranza, vergognosamente; come tace sempre quando la scrittura arcaica sarda non solo mostra e rimostra se stessa ma anche e soprattutto la sua eccellenza. Ciò dico perché sono ben lontano dal pensare che non si sia agevolmente individuata la lettera dell'alfabeto semitico arcaico. 

lunedì 27 aprile 2020

LA VITA QUOTIDIANA NEL CASTELLO DI SANLURI


de Francu Pilloni



Castello di Sanluri - Foto del 1949, da Wikipedia

Portai la mia classe a visitare il Castello di Sanluri una trentina d’anni fa. Ci fece da guida nientemeno che il proprietario, il Conte di Villasanta, che era pure un generale dell’esercito in pensione.
Due particolari mi impressionarono oltremodo: una camera da letto dove dormì pure una regina (suppongo di casa Savoia, non ricordo bene) e la latrina. Naturalmente c’erano raccolte di armi, documenti storici, cere, tutte cose che poi sono confluite in una vera e propria esposizione museale, che sono molto importanti, sebbene qui tralasci di trattare.

domenica 26 aprile 2020

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mercoledì 22 aprile 2020

L' IMPORTANZA DELLA PIANTA DEL GIUNCO NELL' AREA DI THARROS

Di  Stefano Sanna
vedi anche :
L'ORO BIANCO DI THARROS 
THARROS-LAGUNA DI MISTRAS: IL PORTO DE " IS FASSONIS"  
Laguna di Mistras: il nuraghe sommerso




Con lo sviluppo tecnologico l’uomo si è  dovuto adattare ai ritmi della macchina. Velocità è 
 diventato  sinonimo di giovinezza, essere lenti significa sprecare  tempo; si ha sempre la sensazione di non riuscire a fare tutto, di avere poco tempo a disposizione. In realtà si ha poco tempo a disposizione per pensare e, soprattutto, per osservare quello che ci circonda: le meraviglie della natura . Lo scopo di questo breve articolo è suscitare nello spettatore la curiosità che gli permetta di fermarsi un attimo ad osservare.

mercoledì 15 aprile 2020

LA STORIA NEGATA. BISOGNA RIMODULARE SCIENTIFICAMENTE LA STORIA DELLA SARDEGNA, DELL'ITALIA E DEL MEDITERRANEO.


  di gigi sanna


   

Il resto della statua massacrata del primo 'gigante' sardo (XII secolo a.C.)  con lo stupendo  sigillo 'specimen' (matrice per gli altri sigilli 'memoriali') infisso, una volta,  nella sua spalla. 

  Se oggi prendiamo in mano non solo i manuali scolastici ma anche la saggistica specifica circa la storia della Sardegna, d'Italia e del Mediterraneo, notiamo che c'è uno sfasamento tra i dati scientifici che si sono acquisiti in questi ultimi anni e le conoscenze più o meno consolidate risalenti agli studi storici dell'Ottocento e del Novecento. I manuali scolastici ad esempio stentano a dare come scientificamente acquisito il dato archeologico della statuaria nuragica, un fenomeno grandioso in sé e non perché quella grandezza sia enfatizzata da una pubblicistica non allineata. Le statue sarde vengono 'rimosse', non sfondano nella comunicazione e non trovano albergo spazio - temporale adeguato. Quasi fossero un fenomeno periferico, marginale, pressoché insignificante per una certa storia che ha dato già i significati che tutti devono apprendere perché resi certi e definitivi dalla scienza 'nazionale' (e non solo nazionale). E chi dalla periferia osa porre la prua contro la consolidata certificazione, non la accetta come valida, diventa reo di lesa maestà 'scientifica'. Il centro ti concede la tua 'piccola' storia, non l'annulla completamente ma a patto che essa non disturbi più di tanto il quadro 'chiaro' del consolidato. I 'Giganti'? 'Chiamateli pure popolarmente così, se volete. Per noi statue misteriose di principi o re distrutte non si sa da chi e quando'. Ma sono artisticamente e formalmente un unicum! 'Prendiamoci tempo per dire perché'. E nel frattempo? 'La storia d'Italia non cambia per nulla perché non c'è un'altra storia da scrivere'.
Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere 'a succutu' perché ai dati archeologici si sono aggiunti da tempo i dati epigrafici. Nessuno riesce a contrastarli se non con atteggiamenti (persino riconducibili al crimine) che nulla hanno a che fare con la conoscenza e la scienza. Anzi con atteggiamenti che mostrano tanto più debolezza quanto più sono moralmente biasimevoli. Comportamenti che, complice una certa antropologia deviata in senso ideologico (e persino partitico) vanno contro la persona, contro i ricercatori e gli studiosi e non contro le 'cose' ricercate e trovate. Grazie ai dati epigrafici oggi sappiamo molto di più sui 'Giganti'. Di alcuni conosciamo i nomi, si hanno i sigilli ' patenti di identità', i memoriali individuali e non collettivi che portano dritti dritti ai celebri memoriali della Bibbia e agli ordini di Yhwh circa i paramenti di Aaronne.
  Di tutti si hanno le date del loro soggiorno terreno, del loro lunghissimo regno di mezzo millennio e forse più. C'è un post Lilliu circa la storia della Sardegna che si manifesta sempre di più con tutta la sua non contrastabile 'oggettivita'. Eppure...niente di niente! Solo le classiche teste di struzzo sprofondate il più possibile sotto metri e metri di sabbia. Perché se le cose stanno veramente così la Sardegna degli autonomisti, degli indipendentisti, dei sardisti radicali, della panfantaarcheologia sarda è tutta una balla, una accusa vergognosa senza fondamento a cui bisognerebbe rimediare con decise prese di posizione.
   Dolorose certo per taluni ma necessarie perché di necessità assoluta vive (o dovrebbe vivere) la scienza. Una scienza che dovrebbe stimolare da subito una revisione della storia e una sua non irrilevante 'rimodulazione' sia per quanto riguarda il Mediterraneo sia la stessa penisola italiana. Ci sono, tra l'altro (il tanto altro) il semitico e l'indoeuropeo assieme da mettere alle origini della storia italiana, c'è la Sardegna come grande protagonista di civiltà da inserire alle origini della civiltà mediterranea, tra gli egiziani, i cananei, i siri, gli israeliti, gli egei, i micenei.

giovedì 9 aprile 2020

IL VECCHIO E IL CANE

di Francu Pilloni


Tempo di Covid-19, tempo di quarantena: leggi, scrivi, guardi la tivù. Ti stanchi, guardi fuori dalla finestra e vedi, o ti sembra di vedere, la strada solitaria e, forse, anche quello che non c’è.

IL VECCHIO E IL CANE

Il vecchio avanza sfiorando il muro sul lato di strada senza marciapiedi, invaso dal sole anemico d'inverno.
Trascina i piedi d’un palmo alla volta, ora questo, ora quello; recupera l’equilibrio del busto proteso in avanti. Annuisce in sincronia con lo striscio dei piedi.
Lo sguardo è rigido; la barba cinerea. Una mano protesa, la destra, tiene un cordino di canapa, legato al cane, che lo precede d’un passo.

sabato 4 aprile 2020

La scrittura in Sardegna? A partire dal neolitico recente. Scrivere disegnando a rebus. Gli ideogrammi convenzionali nelle tombe, nella ceramica e nelle pietre. Il tre ed il sei taurini e la ‘religio’ neolitica astrale ripresi due millenni dopo dai nuragici e tre dagli Etruschi.

di Gigi Sanna  


   

  











   L’ermeneutica ‘pseudologica’ (1), assai gettonata in archeologia (2), procede disinvolta e invece di affidarsi alla nobile e sempre valida filologia comparativa preferisce correre il rischio delle cantonate. Cosa può essere infatti per 'logica' visiva ad un uomo moderno o contemporaneo, un disegno a scacchiera se non proprio una bella scacchiera? Magari la prima scacchiera inventata da una popolazione del Mediterraneo. Disegnata poi in una tomba neolitica (c.d. Domus de Jana) potrebbe avanzarsi l’ipotesi, da parte dei più immaginifici, che il gioco a ‘scacchi’ si comprende nell'ideologia funeraria come incertezza per i defunti nel superare le difficili prove per raggiungere l'aldilà. Quei quadrati bianchi e rossi, la palese bicromia non è forse quella delle moderne scacchiere? Per pseudologica, completamente indifferenti al fatto che i segni del passato sono del passato e non del presente ci lasciamo ingannare dagli occhi quasi che essi fossero la nostra mente che è la sola in grado di discernere e dire, qualora lo possa in qualche modo, ‘cosa è’ veramente un certo segno e ‘cosa’ invece non è. Qualcuno la butta sul gusto, sull' estetica e sul mero decorativo e, quasi si trattasse di una stanza mortuaria abbellita, pensa ad arazzi e a tappeti dell’epoca tanto più che un soggetto astratto con ondulazioni, non infrequente nei disegni della tessitura di ogni tempo e di ogni luogo, si affianca alla ‘scacchiera’ sulla destra della parete della domus.