Una de is battallas
chi fuant prus a coru a Gianfrancu Pintori fut sa distinzioni intre sa
litteradura sarda e sa litteradura italiana fatta de sardus.
Sa litteradura si
podit nai sarda vetti si est scritta in lingua sarda, sia chi
s'autori siat sardu-sardu, siat chi siat sardu-furisteri, siat chi
siat totu furisteri, ma hapat scrittu in lingua sarda. E no contat si
s'oggettu scrittoriu pertocchit sa Sardigna, ma su fattu chi siat
espressau in sardu.
Tantu po cumprendi
cantu custu cuncettu siat importanti ma ancora no craru a totus, si
portu custus documentus:
- A sa boxi
Melchiorre Murenu in Wikipedia hant scrittu: Melchiorre
Murenu (Macomer,
3
marzo 1803 –
Macomer,
21
ottobre 1854)
è stato un poeta
italiano in
lingua
sarda.
- Po Giuseppe Dessì,
sempri Wikipedia, scrit: è stato uno scrittore
italiano. Sa propriu cosa po Grazia Deledda.
Chini narat chi
Dessì e Deledda no siant stetius scrittoris italianus? Nemus!
Ma chini podit nai
chi Murenu siat stetiu italianu? Candu est mortu, in su 1854, aba fut
s'Italia comente Stadu? Fut nasciu e mortu in su Regnu Sardu, duncas
est stetiu unu scrittori sardu datu chi, no endu scrittu mancu unu
fueddu in italianu, custu aggettivu no ddi crosat.
Scriu custu po fai
scriri chi sabudu 19 de su mesi de Totissantus (19/11/2016, po
no pigai allu po cibudda) in Assou (Assolo – OR) s'hat a
tenni unu cumbeniu asuba de sa litteradura sarda in prosa, siat a
nai contus, romanzus, teatru, sabistica, predicas).
Su cumenzu est postu
a is dexi de mangianu e, pustis is saludus de is autoridadis, spaziu
a quattru relazionis a is calis sighit su dibattitu de chini bolit
partecipai e intervenni.
Nau luegu chi su
prangiu po totus est offriu de s'Amministrazioni comunali chi
hat organizzau, sa cali cumbidat totus is scrittoris e is
appassionaus a partecipai.
Po mellus seguresa,
chini hat a bolliri nai un'opinioni strutturada asuba de s'argumentu, podit presentai una
relazioni scritta chi abbarrat a is attus po sa pubblicazioni,
mentris dda podit illustrai in su tempus chi hat a essiri disponibili
po donniunu, in relazioni a su numeru de is interventus.
A pressi hat a
bessiri sa locandina prus precisa.
Aiò a totus
Assou!
Francu Pilloni (a
nomini de s'organizzazioni)
lunedì 31 ottobre 2016
Scrittura metagrafica e scrittura epigrafica nella Sardegna nuragica. La ‘fiasca del pellegrino’.
di Gigi Sanna
fig.2. Lettere in evidenza
Sulla ‘fiasca del pellegrino’ trovata in Sardegna esiste ormai una cospicua letteratura (1). I non pochi rinvenimenti hanno permesso agli archeologi di studiarla più o meno approfonditamente e anche di dire che essa, per quanto possa avere influssi esterni come ‘genere’ di manufatto, è ascrivibile interamente alla cultura nuragica. Soprattutto i cosiddetti ‘pendagli’, le fiaschette in miniatura non sembrano possano essere soggetti a dubbi di sorta circa la loro identità. Poco o nulla invece si è detto di criticamente scientifico sulla ‘scrittura’ di esse e, se si esclude, il pronunciamento pressocché unanime quanto 'superficiale circa le presunte lettere latine (fig.2) della fiaschetta di Ruinas di Oliena (2), non c’è nessuno che interpretando compiutamente la simbologia, più o meno scoperta, di alcuni dei manufatti, miniaturistici e non, abbia spiegato il motivo dei segni, chiaramente ‘topici’, ricorrenti nella formazione dell’oggetto.
Sulla ‘fiasca del pellegrino’ trovata in Sardegna esiste ormai una cospicua letteratura (1). I non pochi rinvenimenti hanno permesso agli archeologi di studiarla più o meno approfonditamente e anche di dire che essa, per quanto possa avere influssi esterni come ‘genere’ di manufatto, è ascrivibile interamente alla cultura nuragica. Soprattutto i cosiddetti ‘pendagli’, le fiaschette in miniatura non sembrano possano essere soggetti a dubbi di sorta circa la loro identità. Poco o nulla invece si è detto di criticamente scientifico sulla ‘scrittura’ di esse e, se si esclude, il pronunciamento pressocché unanime quanto 'superficiale circa le presunte lettere latine (fig.2) della fiaschetta di Ruinas di Oliena (2), non c’è nessuno che interpretando compiutamente la simbologia, più o meno scoperta, di alcuni dei manufatti, miniaturistici e non, abbia spiegato il motivo dei segni, chiaramente ‘topici’, ricorrenti nella formazione dell’oggetto.
sabato 29 ottobre 2016
MOSTRA FOTOGRAFICO-LINGUÌSTICA
Nuoro, Giovedì, 3 novembre 2016, ore 18.00
ex
Mercato Civico
Max
Leopold Wagner è stato uno tra i più apprezzati filologi del Novecento e il
maggiore esperto di linguistica sarda. Tra il 1925 e il 1927 fu in Sardegna per
raccogliere informazioni sistematiche sulla lingua sarda e i suoi dialetti. In
questa mostra vengono esposte alcune foto scattate da Wagner a Fonni, Bitti,
Escalaplano, Desulo, Perdasdefogu, Busachi, Ploaghe, Mogoro e Cabras.
A cura di Giovanni Masala Dessì in collaborazione
con il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Stoccarda,
www.sardinnia.it, l'Istasac, gli Istituti di Lingue e Letterature Romanze e la
Biblioteca Karl Jaberg dell’Università di Berna. La mostra è stata realizzata
in occasione delle Celebrazioni Deleddiane del Comune di Nuoro con la
collaborazione della Fondazione di Sardegna.
Tutte le immagini sono coperte da copyright
mercoledì 26 ottobre 2016
Is circuìttus
Is
circuìttus
un osservatorio astronomico
per l'infinito ciclo della vita
immagine elaborata e tratta da Google Earth
un osservatorio astronomico
per l'infinito ciclo della vita
immagine elaborata e tratta da Google Earth
di Sandro Angei
Il 16 dicembre 2009 Gianfranco Pintore pubblicava un articolo da
lui scritto, dal titolo: Circuitus batte l’osservatorio di TaoSi di 1300 anni: “...Caro
professore, sbaglia. Noi abbiamo in Sardegna un osservatorio astronomico,
quello di Circuitus nei pressi di Laconi, che è più antico di 1300 anni di
quello scoperto da lei”. Si riferiva al Prof. He Nu scopritore
dell’antico osservatorio cinese[1],
indicando quale data di costruzione di Is circuìttus il 3400 a.C.
venerdì 21 ottobre 2016
Da Santu Antine e da Monte Olladiri. Litterae infelices, lectio nulla. Ma, in fondo, fa poco o niente: sempre scrittura è. Nuragica.
Fig. 1 |
venerdì 14 ottobre 2016
Codice metagrafico nuragico. Un incredibile super ‘mostro’ per la salvezza e la scrittura etrusca a rebus per crederci
di Gigi Sanna
Fig.1 |
Nel
Museo Archeologico Nazionale di Firenze (inv. n° 7013) si trova una barchetta
nuragica proveniente da Vetulonia, dal circolo della ‘navicella’. Giovanni
Lilliu nel suo volume (1) sulla
piccola statuaria sarda in bronzo, nel descrivere la barchetta nuragica (n° 288
della serie bronzea) così si esprime circa un particolare (fig. 288 b) di essa:
mercoledì 12 ottobre 2016
I Nasamoni di Erodoto, i "dormienti" di Monte Prama e i (pochi) altri: l'enigma millenario dei defunti seduti rannicchiati in "verticale"
#Monte Prama-Maimoni
#Giants of Monte Prama-MontePramaBlog
di Atropa Belladonna
[..]Narrava la leggenda, secondo Aristotele, che in Sardegna vigeva il costume di dormire presso gli eroi, vale a dire presso le dimore degli eroi, che sono le tombe[..] Quegli antenati presso le cui tombe i Sardi dormivano lunghissimi sonni, furono pensati essi stessi come dormienti, o simili a dormienti, oltre la morte. Dalla pratica indigena dell'incubazione - e insieme, forse, dal tipico rito sepolcrale dei cadaveri rannicchiati in atteggiamento di dormienti-nacque uno dei pochissimi miti di cui possiamo rintracciare l'esistenza presso gli antichi Sardi: il mito degli eroi addormentati in un sonno secolare. E nacque spontaneamente. Invano il Rohde tentò di farne una favola di importazione fenicia, del tipo dei Sette Dormienti.[..] (1)
#Giants of Monte Prama-MontePramaBlog
di Atropa Belladonna
[..]Narrava la leggenda, secondo Aristotele, che in Sardegna vigeva il costume di dormire presso gli eroi, vale a dire presso le dimore degli eroi, che sono le tombe[..] Quegli antenati presso le cui tombe i Sardi dormivano lunghissimi sonni, furono pensati essi stessi come dormienti, o simili a dormienti, oltre la morte. Dalla pratica indigena dell'incubazione - e insieme, forse, dal tipico rito sepolcrale dei cadaveri rannicchiati in atteggiamento di dormienti-nacque uno dei pochissimi miti di cui possiamo rintracciare l'esistenza presso gli antichi Sardi: il mito degli eroi addormentati in un sonno secolare. E nacque spontaneamente. Invano il Rohde tentò di farne una favola di importazione fenicia, del tipo dei Sette Dormienti.[..] (1)
Fig.1: posizione simile a quella dei defunti di Monte Prama (dal rif. 2) |
domenica 9 ottobre 2016
Tenidende rispettu comente a “pitsinna-giana” de su tempus nostru
di Sandro Angei
Già: tenidende
rispettu… questo è l’accorato appello di Pietro Pes a tutti noi.
venerdì 7 ottobre 2016
Monte Prama a Washington
#Monte Prama-Maimoni
#Giants of Monte Prama-MontePramaBlog
Un evento importantissimo di rilevanza internazionale: il 12 ottobre 2016 una conferenza dal titolo "L'archeologia nella regione del Mediterraneo: le sfide economiche per un futuro migliore" ed in concomitanza l'apertura della mostra fotografica "Gli antichi giganti di Mont'e Prama: dai frammenti di pietra a una nuova immagine per la Sardegna ". La location è d'eccezione: l'Istituto italiano di cultura a Washington D.C. all'ambasciata italiana USA. L'evento è curato da Roberto Nardi e da Andreina Cosatnzi Cobau, i restauratori delle sculture. Da questo sito.
#Giants of Monte Prama-MontePramaBlog
Un evento importantissimo di rilevanza internazionale: il 12 ottobre 2016 una conferenza dal titolo "L'archeologia nella regione del Mediterraneo: le sfide economiche per un futuro migliore" ed in concomitanza l'apertura della mostra fotografica "Gli antichi giganti di Mont'e Prama: dai frammenti di pietra a una nuova immagine per la Sardegna ". La location è d'eccezione: l'Istituto italiano di cultura a Washington D.C. all'ambasciata italiana USA. L'evento è curato da Roberto Nardi e da Andreina Cosatnzi Cobau, i restauratori delle sculture. Da questo sito.
Sito originale (in inglese)
martedì 4 ottobre 2016
Seduti in fila, ma perchè?
#Monte Prama-Maimoni
#Giants of Monte Prama-MontePramaBlog
#Giants of Monte Prama-MontePramaBlog
di Atropa Belladonna
Quando ho visto per la prima volta il registro superiore della "Pietra di Palermo" (ca. 2390–2280 a.C., V dinastia di re egizi), ho pensato ai defunti di Monte Prama. Sulla famosa stele sono scritti nel primo registro i nomi dei re predinastici e sotto i nomi i determinativi per "re" (figura umana seduta con la corona del Basso Egitto e flagello, ger. A46). Sembrano tutti "inscatolati", in fila uno dopo l'altro e con le ginocchia sollevate verso il petto. Con un modo spartano di scrivere il loro nome, senza fronzoli e magniloquenti proclami (fig. 1, da (1)); dal secondo registro in giù tutto cambia, i re delle prime 5 dinastie vengono celebrati per le loro imprese, anno dopo anno (fig. 2, da (1)). Siamo entrati nell'epoca dei re terreni; re se non proprio umani, certamente meno divini e mitici dei re predinastici, quelli che 2000 anni dopo la pietra di Palermo, il greco Manetho definiva "i morti semidei" o "gli spiriti dei morti" (νέκυες ὁι ἡμίθεοι) (2, 3). Il determinativo per "re" rimarrà lo stesso nei millenni: la figura seduta con vari tipi di corona e con o senza flagello (ger. A41-A46).
domenica 2 ottobre 2016
Una antichissima ‘lettera a forcella’ e un betilo da Santa Caterina di Pitinuri . Di chi sarà mai quel ‘coso’ scritto! E perché presso la chiesetta. Indovinate un po’!
di Gigi Sanna
Foto di Silvio Pulisci
Presso la chiesetta di Santa Caterina di Pitinuri (casa della luce di yh) si trovano alcuni betili di cui uno chiaramente epigrafico. E' quello che vi mostro nella foto scattata una decina di anni fa da Silvio Pulisci. Data la sua notevole antichità (il segno sembra tracciato quando fu realizzata la pietra) può essere una chicca per la collezione di 'segni a forcella' di Aba e di Romina (sperando che non la possiedano già). Nessun archeologo, da quanto ne so, ne ha mai parlato e/o discusso. E può essere anche un piccolo contributo per l'attuale discussione circa i segni di scrittura 'forti' del nuragico (pugnaletto ad elsa gammata, cosiddetta'tanit', segno a forcella). Anche qui c'è il metagrafico e un segno di scrittura cosiddetta 'lineare'. Sarebbe bene che qualcuno si cimentasse per poter 'leggere' il tutto e non una parte sola. Io una lettura potrei suggerirla ma, una volta tanto, attendo quella di altri.
sabato 1 ottobre 2016
60 anni e non sentirli: la più bella scultura da Monte Prama
#Monte Prama-Maimoni
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di Atropa Belladonna
Non ha un volto ieratico, una "maschera"come le grandi statue e neppure possiede le loro rigide posture. Al contrario di loro non appare essere la rappresentazione di un semidio; eppure forse proprio per questo è ancora più straordinario: è un uomo scolpito in altorilievo su un modello di nuraghe trilobato (l'unico noto finora). Un uomo di profilo con le mani alzate in un gesto inequivabile di adorazione o di venerazione. Per me è la più bella scultura di Monte Prama, commovente nella sua spiccata umanità. Dell'uomo scolpito sono visibili a ben guardare anche i lineamenti (vd. ricostruzione grafica in figura 2) (2). Il gesto è il medesimo del "re" che adora l'obelisco sullo scarabeo di Monte Sirai (fig.3) (3).
#Giants of Monte Prama-MontePramaBlog
di Atropa Belladonna
Fig. 1 il modello" di nuraghe in calcare ritenuto in precedenza proveniente dal nuraghe Cannevadosu, ca. 500 m a sud di Monte Prama. L'analisi dei reports sul ritrovamento indica oggi che la scultura proviene invece da Monte Prama o dalle immediate vicinanze: assieme ad un altro modello fu rinvenuto nel 1955 o nei primissimi anni '60 (1). Snapshots da questo link: https://sketchfab.com/models/a9b366407d2f46d5a180bdfe14f7a2fb
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