mercoledì 27 giugno 2018

CONVEGNO DI ORISTANO SULLA STORIA 'NEGATA' DELLA SARDEGNA. BENISSIMO! UNA VERA CHICCA! TRA I RELATORI ANCHE LE NIPOTI DEL MAESTRO PIETRO LUTZU, IL PIONIERE CIRCA LA RICERCA DELLA SCRITTURA ARCAICA SEI SARDI.

di Gigi Sanna

  


Ci saranno anche le nipoti di Pietro Lutzu, Natalina e Antonella, al Convegno di Oristano per parlare del nonno come uomo, come studioso e come singolare ricercatore. E parleranno ovviamente (sarà questo il compito di Antonella) della scoperta dell'eccezionale dattiloscritto sulla ricerca della scrittura nuragica attraverso documenti dell'alto oristanese rinvenuti tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento. Un dattiloscritto che, seppure composto di una decina di paginette, è sufficiente a dichiarare che il maestro Pietro Lutzu fu il pioniere della ricerca scientifica sulla scrittura arcaica dei Sardi. Noi tutti, i ricercatori di questi ultimi venti anni, siamo venuti quasi un secolo dopo ( ciò è doveroso dire e affermare il più possibile!). Ricercatori per i quali è stato comodo ergersi sulle spalle dell'attuale affermata disciplina epigrafica e paleografica mondiale, per dire di più e meglio circa l'identità della scrittura singolarissima (in mix e a rebus) usata dai nuragici.
      Naturalmente la storia del dattiloscritto si inserisce nella costante accusa che facciamo ai cocciuti negazionisti (oggi, come si sa, sempre più deboli e in difficoltà) di ignorare volutamente, di 'negare storicamente', i dati scientifici emergenti. Di negare la verità storica. Infatti, costituisce  davvero uno scandalo immenso che nessuno ne parli nonostante il fatto che il rinvenimento del dattiloscritto e l'informazione su di esso risalgano a cinque anni fa.

    Il dattiloscritto con le trascrizioni dei documenti dimostra che i 'segni' scoperti dal Lutzu (o da altri) sono esattamente gli stessi di quelli che si trovano oggi. Persino segni rari del nuragico come la 'Yod lunata' (v. figure in incipit) si trovano attestati con assoluta chiarezza.
Per chi vuole saperne di più si veda il nostro  breve saggio informativo, pubblicato qualche anno dopo la scoperta di detto dattiloscritto.

http://monteprama.blogspot.com/2013/12/buon-natale-da-pietro-lutzu-1859-1935.html

sabato 23 giugno 2018

Vandalizzato un cartiglio di Tharros

di Stefano Sanna

Il cartiglio era affiorato  da sotto la sabbia nell'inverno del 2014 dopo una forte mareggiata nel costone roccioso adiacente le rovine di Tharros.


giovedì 14 giugno 2018

Tombe di... Giganti

Tomba di giganti  coddu vecchiu
Di Valeria Putzu

Stiamo assistendo in questi giorni a una serie di polemiche in risposta all’iniziativa della sovraintendenza per l’eliminazione del termine "Giganti" riferito alle statue di monte Prama. Tralasciando lo spreco di soldi pubblici , utilizzati nella demolizione delle anteriori campagne di marketing che funzionavano, invece che nella valorizzazione della Sardegna, come perfettamente evidenziato da Vito Biolchini:

mercoledì 6 giugno 2018

QUALE IL NOME DEI GUERRIERI DI MONTE PRAMA?

di Gigi Sanna
O NEPHILIM O SHARDAN. OPPURE GGHNLOY (od. GIANGALLOY) CIOE  GIGANTI (ZIGANTES).
 
Era nell’aria da diverso tempo. I ‘Giganti’ come nome ‘rompevano’. E molto. Per i ‘giacobini’ intellettuali illuminati è nome mitopoietico, di un modesto passato gonfiato dall’esaltazione, foriero di creste ‘sardiste’ troppo sollevate e di chi sa quali disastri razzistici per l’avvenire. Meglio le statue dei Giganti chiamarle semplicemente ‘statue di Monte Prama’  da parte dell’archeologia ufficiale. Quindi, a ben pensarci,  un vero e proprio rimbrotto per il curatore del volume (2012)  di Bedini, Tronchetti, Ugas e Zucca intitolato ‘Giganti di pietra’. Addirittura con sottotitolo ‘MONTE PRAMA. l’Heroon che cambia la storia della Sardegna e del Mediterraneo’. Troppa enfasi per i modesti soggetti e troppa storia per un’isola senza storia, senza immagine definita e senza ‘gloria’ per definizione. Da allora e per sempre.

Francesco Masia presenta il sul libro a Sassari


domenica 3 giugno 2018

Una stele con un uccello-pesce in ‘Su Lisandru’ di Aidomaggiore. L’iconografia ideografica nuragica della ‘mostruosità che ispirò la scrittura metagrafica astrale etrusca.



di Gigi Sanna

               

              Fig. 1                                       Fig. 2                                                          Fig. 3       

   Il piccolo ma massiccio betilo (h  1,10 X l  0,50) venne rinvenuto negli anni ottanta del secolo scorso (1) in Aidomaggiore. Affatto compreso circa la sua originaria collocazione e lasciato capovolto (fig.1) è rimasto per tanto tempo trascurato come pietra enigmatica davanti ad una rete metallica di una fattoria agropastorale, non lontano dal sito archeologico del Nuraghe Lisandru (fig.4).