di Atropa Belladonna
"Le statue di Ruinas, rinvenute in
località Macchètturu sulla riva sinistra del Riu Massari/Arascisi, equidistanti
dai territori di Samugheo e Allai ma sul versante opposto, sono state edite di recente
senza ulteriori specificazioni sul contesto di ritrovamento. Documentano forme
inedite a pilastro (una alta circa 3 metri), sormontate da una maschera rilevata da una risega e sormontata da due corna." (1) (vd. figura 1 e, in appendice, fig. 8)
Fig. 1. a dx, una delle ultime teste rinvenute a Monte Prama, oggi esposte al Museo
Civico di cabras (OR). Da questo sito.
Ce ne parlò Romina, tempo fa,
in un post memorabile (2). La statua-menhir di Ruinas
non è esposta e se ne sa pochissimo. Le poche fotografie che circolano,
mostrano un accenno di corna (fig. 1 e si veda questo sito), probabilmente spezzate, similmente a quel che è rimasto sul copricapo
dei cosiddetti "Guerrieri" di Monte Prama di cui conosciamo oggi 3
teste (fig. 1 e 2).
Romina, in modo un pò provocatorio, arrivò a chiedersi se lo
straordinario menhir di Ruinas non fosse un avo delle statue
di Monte Prama (2).
Fig. 2: le altre due
teste di "guerrieri" da Monte Prama oggi note; solo quella a destra è
stata sottoposta a restauro
Ma c'è un'altra caratteristica che
potrebbe accomunare il nostro menhir cornuto con le statue di Monte Prama: la maschera, che però nel caso
delle statue avrebbe caratteri antropomorfi, seppure visibilmente anomali. Di
possibili maschere a rendere ragione dei volti "alieni" delle statue
si parla in alcuni punti del libro dedicato a Monte Prama uscito nel 2014 (fig.
3 e 4):
1. [..] segni di ferite sembrano individuabili in una delle statue di pugilatore
ricomposta (Tav. IV) (nr. 15,Fastigiadu, ndr). In questa stessa
statua, come seppure in misura minore in quella di tav. VII (nr.
16, Efis, ndr), forse perché meglio conservate delle
altre, sembra individuarsi la raffigurazione di una maschera che copre il volto, il che renderebbe ancor più plausibile
l’ipotesi di rappresentazioni di atleti[..] (Usai, 2014) (3).
Fig. 3: la parte superiore dei pugilatori nr. 15 e 16 (da (3)).
2. [..]nelle statue le differenze
nelle proporzioni anatomiche indicherebbero non esclusivamente mani di più
scultori, ma un diverso messaggio per ognuna delle tre iconografìe: la lotta
corpo a corpo del pugile sarebbe stata “interpretata” raffìgurando la parte
superiore del corpo molto sviluppata su gambe possenti, rispetto alla maggiore
armonia delle linee del guerriero con scudo rotondo per lo scontro a media
distanza e dell’arciere per il combattimento a lunga distanza. Le differenze
nelle proporzioni all’interno di ognuna delle tre iconografìe sarebbero dovute
anche alla rappresentazione di età diverse. E i modelli mentali non hanno
bisogno di personalizzare i volti; da qui la rappresentazione
“ieratica” con occhi a doppio cerchio concentrico, come se si fosse di fronte
ad una maschera [..] (Leonelli, 2014) (4).
3. [..]Arciere 3, Cumponidore, o
anche Cumponidori, il capo corsa della Sartiglia di Oristano.
Il corpo snello e la testa conservata nella parte frontale, quasi una
maschera, lo ricorda in modo impressionante [..] (Boninu,
2014) (5).
Fig. 4 Disegni di teste da Monte Prama (da (3))
Oltre agli occhi solari, anche altri
tratti contribuiscono a dare l'impressione di una maschera: la
"legnosità" dell'arcata sopraccigliare e del mento, squadrato in Fastigiadu e in almeno una delle nuove statue (fig.
5); in altri casi sembra appuntito, ma sempre "forte".
Fig. 5 A sin. una delle statue del 2014, eccezionalmente
attaccata al collo. A dx, un'altra inquadratura di Fastigiadu, che ne evidenzia
la squadratura del mento.
Per un'altra scultura particolarissima, fu
Lilliu a parlare di maschera (6). Si tratta del famoso e discusso betilo
di San Pietro di Golgo (fig. 6): [..] Il viso umano, che è
pure incorporato e cavato dalla struttura ribassando tutto all’intorno
l’originario blocco di pietra scelto per ottenere la figura, appare come una
maschera applicata a parte, con l’idea della "tête coupée", tolta
cioè dalla stia normale posizione che ci si aspetterebbe alla sommità, come
nelle statue-menhirs, e spostata e collocata nel mezzo o quasi della struttura,
per farla emergere nel fisico e nei simbolo. Il rilievo reale, poichè nel recto
del contorno (lati e mento) il volto tende a sfumare e morire nella superficie
della pietra, è stato volutamente marcato tagliando nettamente il piano della
fronte. Il forte contrasto chiaroscurale con la cavità semicircolare che lo
sovrasta non c’era all’origine, perché l’incavo semicircolare è venuto dopo. In tal modo la forma di maschera risulta accentuata. E forse non si tratta soltanto di forma o di effetto, ma anche di significato alienante (magico-spiritico-funerario) che la «maschera» porta con sé[..](6).
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Fig. 6: il betilo
di San Pietro di Golgo |
Sempre il Lilliu nel 1966 parlò di una
maschera funeraria, riguardo un bronzetto (7) (Fig. 7).
Fig. 7
Davvero le statue di Monte Prama
presentano un volto che non ha sembianze umane perchè hanno una maschera? Secondo
me è possibile, ma mi domando che senso ha mettere una maschera -forse
funeraria-ad una rappresentazione che appare peraltro viva, come
del resto quella del bronzetto di fig. 7?
Appendice
Ruinas-Macchètturu sta a
Monte Prama come San Giovanni Suergiu-San Pietro sta a San Giovanni
Suergiu-Crabonaxia?
Nella sua bellissima tesi di dottorato
sulle "pietre fitte" di Corsica e Sardegna (8), Florian Soula ci
mostra i disegni di due statue menhir (una è quella di fig. 1) che si
discostano dal resto del panorama sardo in quanto, ci spiega, sono le uniche
che lui considera "esplicite" in senso antropomorfo (fig. 8 e
9): [..]I gruppi geo-stilistici 3 e 4 sono costituiti dai siti isolati
di Macchéturru a Ruinas e di San Giovanni Suergiu a
San Pietro.
Entrambi i siti presentano un solo esemplare: quello del primo sito rappresenta
verosimilmente un antropoide di cui la
testa,
resa schematicamente, è fornita di corna; la seconda è dotata di una testa e di un busto
realizzati in maniera più esplicita (Atzeni, E. 2009). Queste
due statue-menhir sono gli unici esemplari sardi ad essere compresi nella
sotto-categoria delle statue "esplicite",
precedentemente definita negli aspetti terminologici di questo lavoro
(Prima parte, Capitolo tre). Le caratteristiche stilistiche di queste due
statue-menhir sono insolite in rapporto a quelle del resto del corpus.
L'isolamento geografico di questi due gruppi si associa dunque alle loro
particolarità stilistiche. La loro attribuzione cronologica resta comunque incerta[..] (8).
Fig. 8: a sin, il
sito di Macchètturu a ruinas (nr. 3); a destra un disegno della statua-menhir
cornuta di cui in figura 1 di questo post. (da (8)).
Fig. 9: a sin, la statua di San Giovanni
Suergiu (9, 8); a dx, il sito di San pietro a San Giovanni
Suergiu (da (8)). Si veda anche questo post
La statua menhir di San Giovanni Suergiu è
davvero particolarissima: dalla calottina sulla testa, al marcato schema a T ma
senza occhi, fino alle mani che si uniscono a livello del terreno. Dietro ha un
aspetto ancora più strano (fig. 9). Ma ciò che è ancora più strano è che Paolo
Bernardini sostiene che a San Giovanni Suergiu, in località Crabonaxia, sono stati
rinvenuti pezzi di statuaria dipinta ancor più antichi delle statue di Monte
Prama(10) (fig 10a, 10b). Finora, dopo oltre 20 anni,
sono state pubblicate solo quelle che sembrano un pezzo di testa e un oggetto
totalmente inidentificabile (fig. 10).
C'erano delle statue antropomorfe anche a
San Giovanni Suergiu? Bernardini pensa o pensava di sì, Usai lo esclude categoricamente
(11, nota 1); quanto agli altri pezzi che Bernardini menziona (fig. 11), non se
ne è saputo più nulla.
Fig. 11 (da 10b)
(1) M. Perra, la
statuaria antropomorfa prima dei nuraghi, In: Le sculture di Mont’e Prama-La
Mostra" 2014, Gangemi editore pp. 83-98
(3) L. Usai, Le Statue
Nuragiche, In: Le sculture di Mont’e Prama-Contesto, scavi e materiali,2014,
Gangemi editore, pp. 219-262
(4) V. Leonelli, I modelli di nuraghe e altri elementi scultorei di
Mont'e Prama, In: Le sculture di Mont’e Prama-Contesto, scavi e materiali,
2014, Gangemi editore, pp. 263-292, nota 15
(5) A. Boninu, Un rito, un nome, In: Le sculture di Mont’e
Prama-Conservazione e restauro, 2014, Gangemi editore, pp. 413-419
(6) G. Lilliu, Dal betilo aniconico alla statuaria nuragica, 1977, Gallizzi
(Sassari)
(7) G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, Illisso
(8) F. Soula, Les pierres dressées de l'aire corso-sarde. Etude
systémique des territoires - Le pietre fitte dell'area corso-sarda. Studio
sistemico dei territori, VOLUME I - Texte et
Bibliographie, VOLUME II -
Illustrations, VOLUME III - Annexes, Tesi di Dottorato in
Preistoria- Università di Sassari, 2012
(9) R. Saderi, Foto del giorno: i frammenti di statua di Crabonaxia, monteprama.blogspot.it, 26
MAGGIO 2014
(10) P. Bernardini, a. La Sardegna e i Fenici. Appunti sulla colonizzazione, Rivista di studi
fenici Vol. XXI 1 1993; b. Le origini di Sulcis, In: Carbonia
e il Sulcis: Archeologia e territorrio AA.VV. 1995 Vincenzo Santoni, Giovanni
Lilliu, Italy. Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e
Oristano. Ed. S'Alvure.
(11) USAI A. 2014, Alle origini del fenomeno di Mont’e Prama. La civiltà nuragica nel Sinis, in MINOJA
M., USAI A. (a cura di), Le sculture di Mont’e Prama. Contesto, scavi e
materiali, Roma, pp. 29-72