Una cava a 15 Km di distanza? "Orusorus!"
di Sandro Angei
Qualche giorno fa ho pubblicato un articolo sul piombetto scoperto sul monte Ebal in Palestina. L'articolo si proponeva di individuare quelle caratteristiche che lo accostano ai sigilli di Tzricotu. E proprio pensando a Trizotu e al vicino sito archeologico di Monte ‘e prama ho voluto inserire in quell'articolo una nota (nota 6) circa una considerazione di carattere toponomastico.
Tutto nasce dall’omofonia tra monte Ebal in Israele e monte palla nel Sinnis di Riola Sardo.
Detta così sembrerebbe una stupidaggine rafforzata per di più dalla poca conoscenza della lingua
ebraica; e di certo un esperto di questa lingua obietterebbe che la parola “Ebal”, benché sia scritta con la lettera “b”, si pronuncia "Eval" e non "Ebal”, tant’è che nella Torah in Deuteronomio 27.4 vi è scritto il nome del monte in questo modoעיבל e non עיבּל secondo la vocalizzazione masoretica.E questo sarebbe del tutto legittimo in Israele, ma siamo in Sardegna e stiamo facendo delle ipotesi su toponimi che potrebbero aver percorso il Mediterraneo da oriente verso occidente e che approdando in Sardegna sono stati adattati alla parlata del luogo. Per tanto non mi sembra tanto peregrina l’idea che in Sardegna l’originale pronuncia: “Eval” sia cambiata in "Ebal" perché, si sa, in sardo la lettera “v” spessissimo è sostituita dalla “b”. Facciamo qualche esempio:
vacca bacca
vai bai
valente balenti
vantare bantai
vecchio becciu
vedere biri
vendere bendi
vento bentu
verdura bidrura o birdura
vergogna bregungia
verme bremi
vero beru
versare bessai
volare boβai
vuoto buidu
Ebal, una parola straniera in Sardegna, una parola che anche in ebraico sembra non abbia un significato preciso, tant'è che i vocabolari di ebraico la indicano solo quale nome del monte.
Prendendo in prestito il modo di dire di Mauro Biglino ora facciamo una ipotesi: facciamo finta che in Sardegna monte βalla sia stato adibito a monte delle maledizioni come monte Ebal in Palestina e che si sia voluto nominarlo allo stesso modo per indicare anche qui un monte delle maledizioni o forse un monte maledetto. Cosa potremmo dire in tal senso?
Andiamo a vedere cosa prescrive yhwh nella Bibbia a proposito di monte Ebal.
Detto questo, ci vuol poco a “storpiare” i nomi tanto da trasformare monte Ebal in monte palla. Come? Nelle parlate sarde la p, consonante occlusiva bilabiale sorda, talvolta si muta nella b (β IPA), consonante fricativa bilabiale sonora con l'esito di pronunciare non monte palla ma monte βalla.
E' solo una labile ipotesi e come tale la prendiamo, ma di certo abbiamo parecchi "nobili" esempi di tal pratica, messi in atto neanche da tanto tempo dagli "studiati" d'oltre mare:
- l'isola di Malu entu diventa isola di Mal di ventre
- il golfo dei granchi (ranci in gallurese) diventa golfo aranci
- e forse anche l'isolotto dei "cavoli" anticamente era l'sola de "is cavurus" ossia dei granchi, ma stavolta in campidanese.
Il nostro intento, però, non è quello di indagare la discendenza toponomastica di monte βalla, ma la sua funzione.
Diciamo subito che la memoria popolare vuole monte βalla attinente all'antica mansione di trebbiatura del grano, visto che lì vicino vi è anche una collinetta chiamata "Monte trigu". Per tanto le due colline sarebbero associate alla produzione e lavorazione del grano; e ben ci sta quale possibile motivazione data la vocazione del Sinnis nel quale la coltivazione del grano si perde nella notte dei tempi.
A dar retta alle credenze popolari si potrebbe pensare che quel rilievo sia stato davvero utilizzato quale luogo per la trebbiatura del grano, ma un sopralluogo nel sito non da certo l'idea di un'aia ma piuttosto di una discarica, vista la distesa di pietre calcaree ammassate alla rinfusa in mucchi sparsi qua e là in modo del tutto caotico.
Ma l'esame dei particolari fa intendere ben altro.
Descrizione del sito
Il luogo è delimitato da bianche pareti calcaree residuo di un potente scavo dello spessore di qualche metro.
A macchia di leopardo si intravvede all'interno del bacino il pavimento risultante dall'azione di scavo (Figg. 4, 5, 6 e 7)
E' possibile che quella di monte βalla altro non sia che una cava di pietra calcarea?
E' possibile che da quella cava siano stati tratti i blocchi per scolpire le statue di Monte 'e prama?
E' verosimile, data la vicinanza di monte βalla al sito dei Giganti: 1800 m in linea d'aria.
Per tanto la cava di monte βalla sarebbe ben più vicina di quelle di Santa Caterina che distano almeno 15 km in linea d'aria.
Le immagini danno una idea di ciò che è monte βalla oggi, un'area con mucchi di massi di varie dimensioni (Fig. 8 e 9)
La ricognizione mette in evidenza, anche se in modo sporadico, un concio lavorato come quello di Fig.10
e un macigno fuori contesto perché di roccia basaltica, che parrebbe lavorato anch'esso (Figg.11 e 12).
Nella Fig. 13 è inquadrato quello che sembrerebbe un elemento in posizione ortostatica
Alla mente si riaffaccia quella strana omofonia e mi domando ancora: perché monte βalla dovrebbe essere accostato al "monte Ebal" palestinese, solo per una ragione di omofonia? Quella dell'omofonia potrebbe essere il risultato di mera coincidenza; ma le coincidenze sono davvero troppe se consideriamo le caratteristiche morfologiche che accomunano i due rilievi.
Monte Ebal è di roccia calcarea; esso è formato internamente di calcare compatto che in superficie diventa friabile, e si ritiene che le grotte lì presenti siano delle antiche cave.
Monte βalla è pure di roccia calcarea internamente compatta che in superficie diventa friabile ed è di fatto una cava a cielo aperto.
Alle pendici di Monte Ebal vi sono delle tombe.
Per il momento non possiamo dire altrettanto per Monte βalla (aspettiamo fiduciosi ciò che può dirci al proposito la scansione col georadar del Prof. G. Ranieri), ma possiamo almeno dire che l'area è interessata da siti archeologici che risalgono al neolitico, tant'è che l'inquadramento zonale del P.U.C di Riola Sardo inserisce monte βalla in zona H3; zona nella quale vengono inquadrate "le parti di territorio non altrimenti classificate, che rivestono un particolare pregio storico-archeologico" (il virgolettato è tratto dalle norme di attuazione del PUC).
Inoltre nella relazione del PUC vi è scritto: "... Particolarmente preziosi, ma non ancora portati alla luce completamente, appaiono gli insediamenti delle due emergenze territoriali di Monti Palla e di Monte Trigu..." Tra l'altro la relazione non menziona alcuna cava a monte palla, ma solo quelle di arenaria di Cuccuru mannu. [1]
Per tanto nulla di strano se prima o poi si trovasse tra monte βalla è monte Trigu una ulteriore area funeraria. [2]
Ma torniamo al nostro proposito che ha l'obiettivo di trovare la cava di approvvigionamento dei blocchi per scolpire i Giganti.
Leggiamo nel sito istituzionale Mont'e prama: "Le sculture sono state scolpite in una pietra calcarea tenera e di color chiaro, proveniente da cave localizzare probabilmente nella zona di Santa Caterina di Pittinuri, distanti dal sito circa sedici chilometri in linea d'aria. La maggior parte dei betili e almeno la parte basale di un grosso modello di nuraghe sono in arenaria proveniente dalla costa occidentale del Sinis, distante circa cinque chilometri. Le sculture erano ricavate ognuna da un singolo blocco di pietra e scolpite a tutto tondo, per essere viste da tutti i lati anche dalla parte posteriore, come si può evincere da cluni dettagli presenti nel retro."
Per tanto gli archeologi non hanno individuato precisamente la cava di provenienza dei blocchi di calcare ma, basandosi sulle notizie di numerose cave coltivate sin verso gli anni 60' del secolo scorso, hanno ritenuto che quelle siano le antiche cave.
15-16 Km sono tanti, e se oggi l'economia vuole che lo sfruttamento delle cave debba sottostare alle regole di mercato per le quali una cava di sabbia, ad esempio, debba giacere al massimo sotto un sottile strato di materiale inutilizzabile (humus o altro) per essere redditizia; nell'antichità il principio valeva ancor di più, dato che i mezzi a disposizione per l'estrazione erano ben più modesti e con l'aggravio dei mezzi di trasporto anch'essi modesti. Per tanto tra due possibili siti dove cavare lo stesso tipo di materiale, di certo avrebbero privilegiato quello distante 1800 m e non quello a 15 km di distanza.
Conclusioni
Una semplice curiosità di carattere toponomastico ha innescato una ricerca che, forse, dico "forse", ha individuato la cava di origine dei blocchi scultorei dei Giganti di Monte 'e prama. Monte βalla richiamerebbe il monte Ebal di Palestina, quel monte dedicato alle maledizioni divine, che in Sardegna diventa monte maledetto.
Linguisticamente, non sarà il caso di metatasi di due consonanti labiali (b, p) a seguito di una metatesi vibrante tra V (Eval) e B/P (Monte EV/B al) e Monte P alla ? Resta AL e ALLA in lingua moderna, quale desinenza
RispondiEliminaE' un campo di sabbie mobili quello che ho esplorato e non a caso ho relegato il caso tra le "labili ipotesi". Una labile ipotesi che mi è servita di aggancio per individuare le cave dei Giganti. E proprio questo era il mio obiettivo.
EliminaStiamo trovando le stesse corrispondenze di toponimi cananei come nel nord Europa.....mistero....
RispondiEliminaDalle acque del Lago Omodeo emergono due isolotti vicini, Monte Trigu e Monte Pàza....come nel Sinis .... ;)
RispondiEliminaMyAido, mi hai tolto il fascino della sorpresa! Come conosci Monte Paza? Vi è memoria di questi nomi nella gente del luogo? Io ho trovato notizia di Monte Paza solo sulla tavoletta IGM 515. Sulle mappe catastali non è riportata, e neppure in quelle del cessato catasto terreni risalenti ad un'epoca antecedente la costruzione della diga sul Tirso.
EliminaScusa Sandro per la sorpresa ......comunque storicamente quella collina è stata sempre chiamata Montepàza (letto con la B di Saba) anche prima dell'invaso del Lago.....
EliminaComunque Sandro sia a Monte Trigu che a Monte Pàza ci sono cose interessantissime e uniche........ma non ti voglio rovinare la sorpresa
EliminaMyAido, proprio questo volevo sapere. Per quanto riguarda la mancata "sorpresa", beh, era solo una battuta. Ti dirò: mi fa piacere che l'abbia scritto tu prima di me.
EliminaPer quanto riguarda il secondo commento: quello delle 16:26, ben vengano le tue sorprese. Ci sono andato domenica scorsa con Stefano Sanna, ma potrebbe essermi sfuggito qualcosa. Vi è altro oltre alla capanna nuragica di monte Trigu e le alèe couverte?
EliminaLa pietra di Monte Paza
EliminaSe ti riferisci alla lastra dell'allée couverte recante incisioni, e tra queste "una figurina femminile a braccia alzate e lunga gonna a campana" scrive A. Depalmas riferendosi agli studi di M.G. Melis e G. Tanda, la conosco ma non son riuscito a individuarla; al momento è forse sott'acqua?
EliminaSi, mi riferivo a quella, non so se è sott'acqua......
EliminaStai facendo proprio un bel lavoro certosino, BRAVO ANGELO !
RispondiEliminaL'espressione "orusorus" mi risulta anche a Ollolai, dove diciamo "orosoros" o "oros oros" da "oru" (bordo), dunque vicino.
Non riesco a cogliere alcuna differenza tra le due espressioni grafiche, forse potresti precisare meglio.
"in questo modo עיבל e non עיבּל secondo la vocalizzazione masoretica".
Hai detto tutto sull’aspetto fonetico della “b”. Nei vari dialetti sardi rappresenta
1- la occlusiva bilabiale sonora (/b/)
2- la fricativa bilabiale (/β/)
3- la fricativa labiodentale (/v/)
4- la spirante fricativa labiodentale sorda (/f/) come “frigonza”/”bregungia”
Talvolta anche
1- la occlusiva bilabiale sorda (/p/) come in “sapa”/”saba”
2- la liquida laterale alveolare (/l/) come in “sobi”/soli /’sɔβi/
"In Deuteronomio 27.5 Yhwh prescrive:
4 Queste pietre ch’io vi comando oggi,
l’erigerete, passato il Giordano, nel
monte Evàl, e le intonacherai colla
calcina".
Noto l’accento sulla “à” di “Evàl” dunque l’accento tonico andrebbe sulla stessa sillaba di “Pàlla”.
Molto interessante, secondo me conviene insistere come tu fai anche sull’aspetto grafico-linguistico.
Michele, il beth senza puntino al centro (ב) si pronuncia "v", se invece ha il puntino al centro (בּ) si pronuncia "b". Infatti nella Torah con testo a fronte, la parola è trascritta Eval.
EliminaPer quanto riguarda l'espressione "orusorus" è detto per indicare un qualcosa che sta molto lontano.
Ah, tanto per esser precisi... non mi chiamo Angelo, ma Sandro.
Doppie scuse, caro ANGEJ. Quel puntino è quasi invisibile MA C'E'. Per "orusorus" qualche FORTE DUBBIO mi resta.
EliminaE' probabile che il modo di dire "orusorus" in questa accezione sia solo campidanese. Io lo sentivo dire dai miei genitori (San Gavino Monreale); ma se ti può convincere di più, il modo di dire è documentato anche nel Ditzionariu in linia de sa limba e de sa cultura sarda della Regione Sardegna, alla voce "oru" all'indirizzo: http://ditzionariu.sardegnacultura.it/faeddu/oru
EliminaNon riuscivo a comprendere, nonostante sia un appassionato, il Toponimo Monte Eva, ai confini tra gli agri di Escalaplano e Ballao.... credo che un collegamento col Monte Eval ci stia del tutto.
RispondiEliminaAnonimo, auspicherei ti presentassi, non di meno risponderò, per quel che posso, al tuo intervento.
RispondiEliminaNella tavoletta IGM 549 è indicato come Bruncu Manteva, in catasto è censito al foglio 43 del comune di Escalaplano. Poco sotto la cima, lungo la strada che vi arriva e prosegue e termina verso sud, si nota una costruzione circolare al quale si innesta un muro rettilineo che parrebbe incontrare una seconda costruzione mezzo nascosta dalla vegetazione. Se sei del posto potresti fare un sopralluogo e magari riferirci quel che vi trovi.
Per quanto riguarda il toponimo: chissà! Ma un indizio potrebbe essere la roccia che costituisce Bruncu Manteva.
Mi rendo conto che i commenti siamo andati un "pochino" fuori tema. Quello che doveva essere un appiglio per parlare di monte βalla quale cava dei Giganti di Monte prama, si è rivelata la parte di maggior interesse. Comunque ho dato corda al "fuori tema" perché probabilmente parleremo tra non molto anche di "monte trigu".
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