venerdì 6 novembre 2015

No potho reposare: devo fare la guardia

di Atropa Belladonna

Venivano sepolti singolarmente, accovacciati, forse con il capo già appoggiato al petto, in un rituale che per l'epoca (Età del Bronzo Finale-Primo Ferro) non ha paralleli; per lo meno non con tanti esempi da uno stesso sito. 
 
Fig. 1: bellissima fotografia di uno dei defunti sepolti nella tomba a pozzetto con lastrone nr. 11 (Area Bedini, fig. 2), aperta nell'ottobre 2015. Immagine da linkoristano.it 
Una delle tombe del settore Bedini (denominata tomba 11), scoperte e solo parzialmente scavate nel lontano 1975, è stata di recente aperta; sono circolate fotografie che hanno colpito e commosso tutti (fig. 1): per la prima volta siamo riusciti a visualizzare realmente come fossero seduti i defunti nelle tombe a pozzetto coperte da lastrone (fig.1-3) e oggi disponiamo di una mappatura precisa, anche se per ovvie ragioni in divenire, delle tombe finora note (fig. 4).

Io e Romina ne abbiamo discusso, di questa strana posizione dei defunti,  e l'impressione di entrambe è stata quella che già mi era venuta in mente (1a): è come se quei sepolti non fossero "del tutto" morti, come se facessero la guardia a qualcuno o a qualcosa; o forse, semplicemente, come se aspettassero il più "vigili" possibile un qualcosa che deve venire. La maggioranza dei defunti, ma non tutti, sembra avere il volto rivolto ad occidente (2), però non mancano esempi di volti rivolti ad oriente (fig. 1-3) e del resto l'abitudine di rivolgere il viso dei defunti verso il sorgere o il tramontare del sole e degli altri corpi celesti non è diagnostica, è antica e pressochè ubiquitaria (1a). 
 
Fig. 2: modello in 3D della necropoli di Monte Prama. Il nord è ca. a sinistra; manca nell'immagine la parte sud indagata da Usai, Zucca e Ranieri nel 2014. Elaborazione grafica di Teravista, immagine da questo sito. Sulla sinistra si vede la Tomba 11 dell'area Bedini, da cui è stato rimosso il lastrone di copertura,  in corso di indagine(vd. fig. 1 e 3). Si noti, verso il limite meridionale dell'area Bedini e a est dell'allineamento principale, un agglomerato di emergenze archeologiche che comprendono un elemento circolare di diametro 0.80 m,  a funzione tutt'ora ignota (2, 3, 4) (vd. fig 6 e 7). 

Fig. 3. Modello in 3D della Tomba 11 dell'area Bedini. Elaborazione grafica di Teravista, immagini da questo sito . Dalla foto in fig. 1 e dalla grafica di fig. 2, sembra  che il defunto abbia il volto verso oriente, e non verso occidente come la maggior parte dei defunti (2)

Fig. 4. Mappa della necropoli. L'elaborazione si avvale di informazioni contenute nei rif. 2,3,4,5. Il nord è a sinistra. La tomba 11 dell'area Bedini, in corso di scavo(vd. figgs. 1-3), è contrassegnata da un punto rosso. Sul  lato sud (destra in figura) la parte scavata nel 2014 con pozzetti semplici e pozzetti coperti da lastroni su due file discoste di 72 cm. A ovest delle tombe (in basso nella figura) i resti di un edificio circolare, attualmente in corso di scavo. 

Ciò che invece è strano, stranissimo per l'epoca, è il seppellire i defunti accovacciati, forse già in origine con il capo reclinato sul petto. Dove e come cercare paralleli? La prima e più ovvia cosa è cercarli in Sardegna, e sappiamo che vi sono: le tombe a pozzetto nuragiche di Antas (1b) e quelle (oggi perdute) di Is Aruttas-Su Bardoni (1c), con i morti sepolti come a Monte Prama. Ma anche altre tombe, nel nord della Sardegna, quelle stupende di Laerru- Bopitos (SS) dove i defunti erano disposti seduti in modo analogo, ma in tombe collettive (1d) (fig. 5).
 
Fig. 5
Ciò che rimane di quella storia sono purtroppo solo briciole: sono convinta che anche la necropoli di Monte Prama sia una "briciola", nonostante il tanto che sta raccontando. Forse sarà proprio la parte che sembra la più antica (quella a nord scavata da Bedini nel 1975 e ripresa nel 2015) a raccontare la storia più bella e interessante (fig. 6 e 7): adiacente alle tombe a pseduo-cista, l'archeologo trovò un elemento circolare, del diametro di cm 80, circondato da altre e particolari sepolture e di funzione ignota (3) (fig.6). Fu quello il "centro di aggregazione" della grande necropoli? e cos'era quel "sasso" cilindrico? Era unico o ne troviamo in giro altri? 
 
Fig. 6: l'elemento circolare nell'area Bedini, adiacente alle tombe a "pseudo-cista" (dal rif. 3). 
 

Fig. 7. Fotogramma da un servizio di Videolina, andato in onda il 16.10.2015, mostra le tombe a "pseudo-cista" dell'area Bedini e le emergenze archeologiche attorno all'elemento circolare di fig. 6. 
(continua)

1. A. Belladonna, monteprama.blogspot.it, a. Il bambino di Taramsa e gli altri antichissimi "seduti per l' eternità"27 Mar 2014; b. Tombe nuragiche, storie parallele ed un piccolo puzzle, 18 MARZO 2014; c. Ieri e oggi. E senza domani, 24 LUGLIO 2014; d. Sa Sedda 'e sa Caudela. E altre sepolture nuragiche, 18 AGOSTO 2013
2.  Zucca R., Rubino S., Carenti G., Sias E., Panico B., Identità biologica e identità culturale dei morti di Mont'e Prama (Cabras OR),  ABSTRACT ESPANSO, in Nizzo V. (ed.), Archeologia e Antropologia della Morte, forthcoming (2015)
3. A. Bedini, Mont'e Prama. Campagna di scavo 1975, In: Le sculture di Mont'e Prama–Contesto, scavi e materiali" 2014, Gangemi editore, pp. 137-154.
4. V. Leonelli, Il restauro richiama lo scavo, In: Le sculture di Mont'e Prama–Conservazione e restauro" 2014, Gangemi editore, pp. 377-400.
5. Mont'e Prama (Cabras). Le tombe e le sculture, a cura di Emerenziana Usai e Raimondo Zucca, 2015, Carlo Delfino Editore.

1 commento:

  1. Credo di averlo già detto. Ciò che colpisce di quelle tombe è la simbologia geometrica (quadrato + cerchio). E' schema obbligato e non c'è niente di accidentale o estemporaneo. Bisogna ad essa aggiungere la simbologia del gigante accovacciato, anch'esso un 'topos'. Naturalmente non sono dell'idea che quella sia simbologia e basta ma costituisca linguaggio ottenuto metagraficamente. Tutto concorre ad esprimere un'idea fondamentale che è poi quella intende in grande sintesi spiegare la 'religio' relativa ai grandi capi nuragici tori figli del Dio. Sia che questi fossero a Monte Prama sia che stessero in altri luoghi della Sardegna. Della dinastia dei 'Giganti' insomma. Sul valore continuo del quadrato o del quattro abbiamo detto tante volte. Ma anche sul cerchio si è detto: e cioè che esso stia al posto della voce luce (NR). I giganti 'scritti' nella loro postura di 'trapassati accovacciati' dovrebbero avere il completamento come 'acrofonia' nei segni 'superiori' non acrofonici ma logografici del cerchio e del quadrato. E dal momento che i 'giganti' sono letteralmente 'immersi' nel cerchio, ovvero nella luce, l'esito linguistico (a partire, come sempre, dall'alto) di 'forza della luce del padre' non mi sembra così peregrino. Forse sto insistendo troppo sulla 'scrittura' della tomba ma a ciò mi spinge anche la considerazione che la scrittura a 'tutto campo', data l'enorme potenzialità significativa del metagrafico, non poteva mancare proprio in uno dei momenti più significativi di espressione religiosa come quello relativo alla morte e, per di più, alla morte di un semidio. L'aspetto della tomba, attraverso la scrittura, è garanzia di eternità perché quella scrittura resta eterna. Le statue di Monte 'e Prama , così come i bronzetti, sono scritte per idea di continuità nel tempo o 'eternità'. Figuriamoci se non lo sono le tombe! O forse pensiamo che solo le nostre tombe monumentali, anche quelle di oggi, siano le sole ad essere talvolta zeppe di simboli e di scrittura? Talvolta scrittura solo metagrafica?

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